TSMC rallenta in Giappone e accelera negli Stati Uniti per evitare dazi?

TSMC avrebbe deciso di posticipare la costruzione della sua seconda fabbrica in Giappone, dando priorità all'espansione negli Stati Uniti per mitigare l'impatto di possibili dazi. Il rallentamento rifletterebbe dinamiche geopolitiche, calo della domanda nel settore automotive e difficoltà logistiche.
di Manolo De Agostini pubblicata il 06 Luglio 2025, alle 10:01 nel canale MercatoTSMC
TSMC avrebbe deciso di posticipare l'avvio della sua seconda fabbrica in Giappone, spostando l'attenzione sull'espansione degli impianti negli Stati Uniti. In particolare, TSMC vorrebbe accelerare negli Stati Uniti sulle strutture dedicate all'advanced packaging, annunciate nell'ambito del nuovo piano da 100 miliardi. La scelta risponderebbe al contesto economico e geopolitico, segnato da tensioni commerciali e, nondimeno, da un calo della domanda in settori chiave come l'automotive.
La seconda fabbrica giapponese, prevista nella prefettura di Kumamoto, era stata annunciata come parte di un piano d'investimento da 20 miliardi di dollari, sostenuto anche dal governo nipponico con oltre 8 miliardi di dollari in incentivi. La prima fabbrica, già operativa, ha iniziato la produzione nel 2024 con clienti di rilievo come Toyota e altri attori del settore automotive.
Già nei mesi scorsi il CEO di TSMC, C.C. Wei, aveva sollevato preoccupazioni per il traffico automobilistico nella zona, indicato come uno dei fattori che avrebbero potuto ostacolare il regolare avvio dei cantieri. Un argomento che ha suscitato scetticismo, sia da parte dei media che delle istituzioni giapponesi: un portavoce governativo ha infatti dichiarato di non aver ricevuto comunicazioni ufficiali al riguardo e ha messo in dubbio che la viabilità sia la reale causa del presunto ritardo.
Secondo il Wall Street Journal, che cita fonti vicine all'azienda, la motivazione principale sarebbe invece legata all'urgenza di rafforzare la capacità produttiva negli Stati Uniti, anche alla luce dell'approccio protezionista della presidenza Trump, che ha già imposto dazi fino al 25% su acciaio e automobili importate.
"TSMC non commenta le voci di mercato", ha dichiarato un portavoce di TSMC a Tom's Hardware USA, interpellato sulle indiscrezioni. "La strategia di espansione produttiva globale di TSMC si basa sulle esigenze dei clienti, sulle opportunità di business, sull'efficienza operativa, sul livello di supporto governativo e su considerazioni economiche di costo. I nostri piani di investimento negli Stati Uniti non avranno alcun impatto sui nostri attuali piani di investimento in altre regioni".
Al momento, TSMC non ha fornito una scaletta precisa per l'inizio della costruzione della seconda Fab in Giappone. Maggiori dettagli potrebbero emergere il prossimo 16 luglio, in occasione della pubblicazione del report finanziario trimestrale, accompagnato dalla consueta conference call con analisti e investitori.
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