Spotify, Tile e Match: accuse pesanti ad Apple davanti al Congresso USA

Spotify, Tile e Match: accuse pesanti ad Apple davanti al Congresso USA

Il tema caldo è quello degli App Store e delle pratiche di controllo unilaterale da parte di Apple e Google, ma a finire al centro del mirino è l'azienda di Cupertino

di pubblicata il , alle 17:21 nel canale Mercato
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Nel corso della giornata di ieri il Congresso USA ha convocato Apple nel contesto dell'audizione "Antitrust Applied: examining competition in App Stores". All'incontro ha partecipato non solo Apple, ma anche rappresentanti di altre realtà come Spotify, Tile e Match Group che hanno provato a spiegare come la strategia di gestione dell'App Store di Apple, che viene chiamata "walled garden" sia di ostacolo e danno alla concorrenza.

Tutte e tre le realtà hanno rilasciato dichiarazioni particolarmente incisive, accusando il colosso di Cupertino di pratiche anti-concorrenziali per via delle commissioni che addebita ad alcuni sviluppatori di app. E coincidenza vuole che le accuse arrivano proprio all'indomani della presentazione degli AirTag, i dispositivi per il ritrovamento di oggetti, che si pongono proprio in diretta concorrenza con Tile.

Apple è voltagabbana secondo Tile

E proprio Kirsten Daru, rappresentante legale di Tile, ha sottolineato come i rapporti una volta definiti "amichevoli" tra le due società si siano raffreddati dopo che Apple ha deciso sin dal 2019 di sviluppare i propri dispositivi e servizi di tracciamento. "Se Apple lo ha fatto con noi, puoi accadere a chiunque. E Apple ha dimostrato che non cambierà, a meno che qualcuno glielo imponga, rendendo una legislazione così importante".

Jared Sine, Chief Legal Officer per Match, ha invece voluto evidenziare come le commissioni degli app store rappresentano la singola voce di spesa più grande della società e pari a circa un quinto delle vendite totali. Mentre invece Horacio Gutierrez, rappresentante legale per Spotify, ha definito il modello di business della Mela come uno "specchietto per le allodole", con cui attira gli sviluppatori nell'app store per poi cambiare improvvisamente le regole del gioco a suo vantaggio.

In generale è stata proprio la mutevolezza dei rapporti tra Apple a rappresentare un tema caldo durante l'audizione, con particolare sottolineatura alla velocità con cui l'atteggiamento collaborativo della Mela può diventare improvvisamente competitivo.

Per Apple ha partecipato Kyle Ander, Chief Compliance Officer, attenendosi alla posizione ufficiale che la Mela ha già espresso in altre occasioni. Ander ha dichiarato che App Store ha "rivoluzionato la distribuzione del software" e che le commissioni dell'App Store sono "molto più basse di quelle storiche per la distribuzione del software" e che lo stretto controllo nella gestione dello store ha lo scopo di "assicurare qualità, sicurezza e privacy per gli utenti".

In USA la proposta di legge per affrontare le pratiche anti-concorrenziali

"Apprezziamo tutti gli app store e il ruolo che Apple e Google hanno svolto aiutando a creare molte delle tecnologie che hanno definito la nostra era. [...] Non ce la prendiamo con il successo. [...] Il capitalismo è competizione. E' nuovi prodotti in arrivo. E' nuovi concorrenti che emergono. Questa situazione, per quanto mi riguarda, non sembra che stia accadendo quando hai due società, con ciascuna che domina davvero in aree differenti" ha dichiarato la senatrice Amy Klobuchar, che presiede il subcomitato del Congresso che si occupa della vicenda.

La senatrice Klobuchar ha presentato a febbraio un disegno di legge in materia di concorrenza e antitrust le cui disposizioni non si sovrappongo precisamente al problema degli App Store, ma che potrebbero rendere più facile alle autorità portare in tribunale quelle società tecnologiche il cui operato possa configurarsi come una sorta di "processo di esclusione" di potenziali concorrenti. La senatrice ha dichiarato all'inizio dell'anno la volontà di portare avanti un percorso di audizioni mirate per sviscerare il tema della concorrenza nel settore tecnologico: sotto la lente di ingrandimento, ma gli incontri ancora non sono stati fissati, finiranno anche Facebook e Google.

Google è comparsa anch'essa nell'audizione tenutasi ieri, rappresentata da Wilson White, responsabile dele policy e relazioni con il governo, ma pur avendo presentato una relazione, è stata chiamata in causa relativamente poco da Spotify, Tile e Match Group rispetto ad Apple. Gli strali di Spotify sono stati rivolti esclusivamente alla Mela, Tile ha citato Google solamente in chiusura precisando che l'azienda di Mountain View pur avendo lo stesso potere di Apple lo ha esercitato fino ad ora in maniera "più benevola", mentre invece Match ha portato avanti le sue accuse in maniera omogenea verso Apple e Google.

12 Commenti
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CrapaDiLegno22 Aprile 2021, 17:36 #1
Infatti non si capisce come nella nazione delle massime libertà e super anti-trust distruttivi (nel passato) ci possa essere una azienda che ha il monopolio assoluto sulla distribuzione del SW su i suoi dispositivi, facendo da unico attore per costruttore di HW, OS, sistemi di sviluppo, librerie, servizi e pure ingresso dalla porta, ovvero lo store. E pure quali periferiche possono o non possono essere usate. E se sì, a quali condizioni (e con che funzionalità.
Soprattutto il fatto che possa selezionare chi può entrare e chi no in base a quanto è concorrenziale con i suoi propri servizi/accessori.
Roba assurda che spero sarà regolamentata al più presto, altro che libertà di innovare.
Lì c'è solo da mettersi in ginocchio ed elemosinare uno spazietto, fino a quando, a quanto pare, la cosa è gradita a Apple. Poi calcio nei maroni e via, avanti un altro che è meno bravo e fa meno concorrenza.
Tedturb022 Aprile 2021, 19:32 #2
Originariamente inviato da: CrapaDiLegno
Infatti non si capisce come nella nazione delle massime libertà e super anti-trust distruttivi (nel passato) ci possa essere una azienda che ha il monopolio assoluto sulla distribuzione del SW su i suoi dispositivi, facendo da unico attore per costruttore di HW, OS, sistemi di sviluppo, librerie, servizi e pure ingresso dalla porta, ovvero lo store. E pure quali periferiche possono o non possono essere usate. E se sì, a quali condizioni (e con che funzionalità.
Soprattutto il fatto che possa selezionare chi può entrare e chi no in base a quanto è concorrenziale con i suoi propri servizi/accessori.
Roba assurda che spero sarà regolamentata al più presto, altro che libertà di innovare.
Lì c'è solo da mettersi in ginocchio ed elemosinare uno spazietto, fino a quando, a quanto pare, la cosa è gradita a Apple. Poi calcio nei maroni e via, avanti un altro che è meno bravo e fa meno concorrenza.


Finche non ha il monopolio (e non lo ha) che c'e' da non capire? I dispositivi sono suoi, l'OS e' suo..
Bluknigth22 Aprile 2021, 21:33 #3
Monopolio no, peraltro non ha neppure il 20% del mercato della telefonia.

Se tutti queste Software House ce l’hanno tanto con il modello di Apple potrebbero boicottarla e farla finita.
Si consorzino e decidano di non pubblicare software su iOS.
A quel punto forse Apple sarebbe indotta a mollare la presa.

Però mi domando dove fossero queste aziende quando c’era da supportare e investire nelle alternative che si erano affacciate in passato. I vari Windows mobile, BlackBerry OS, Firefox OS, Ubuntu (non ricordo il nome della versione mobile mai nata) hanno ricevuto scarso o inesistente supporto.


Certo, sarebbe gravissimo se si scoprisse che i due player ostacolano gli sviluppatori di app concorrenti. Però, come per Epic, sembra che il punto sia sempre quello della commissione del 30% da abbassare.
Per cui mi domando se ci sia effettivamente questo boicottaggio o se sia un modo per battere cassa.

Sono curioso di vedere come andrà a finire.
CrapaDiLegno22 Aprile 2021, 21:53 #4
Originariamente inviato da: Tedturb0
Finche non ha il monopolio (e non lo ha) che c'e' da non capire? I dispositivi sono suoi, l'OS e' suo..


Monopolio completo sulla propria piattaforma. Che ha il 20% del mercato globale. Che non è poco. Pensa se ci fossero 5 Apple sul mercato a spartirsi il 100% dell'utenza.. la libertà non esisterebbe proprio... però a quel punto non c'è monopolio e quindi non si deve intervenire?

Si parla di abuso di posizione dominante e lei nel suo market ha il controllo completo del 100% di TUTTO. Pure di quello che devi usare per sviluppare per la loro piattaforma. Le librerie che ti è concesso usare. E i servizi che puoi offrire. Roba che a confronto lo Stato cinese è un mercato libero.
Non è che bisogna aspettare che una azienda abbia il 100% del mercato per capire che sta applicando politiche non concorrenziali verso chi vede nel mercato di un prodotto grandi potenziali di crescita.
Poi quando il mercato è stabile (magari si ferma a solo il 20% per sempre quello di Apple,che comunque sono centinaia di milioni di utenti, mica uno sparuto gruppo di tifosi di una squadra locale) è più difficile attecchire, sopratutto se poi vai a scontrarti contro gli stessi servizi della Apple che esistono da anni e che hanno già praticamente il 100% dell'utenza.
L'anti trust serve a questo, mica solo ad intervenire quando è troppo tardi.
Un tempo lo faceva. Oggi gli interessi economici a quanto pare sono capaci di far vincere o perdere elezioni, quindi meglio evitare di tagliare troppo. O di influenzare le sentenze di alcuni giudici che proprio non riescono neanche a mascherare la propria "simpatia" anche davanti a fatti clamorosi.
Anzi, meglio proprio non intervenire del tutto e lasciare che il mercato si espanda come vuole, che tanto è roba tutta interna americana e non soffre di concorrenza esterna (e quando succede basta che si decida che l'azienda ammerigana ha ragione a prescindere, vedi esempi passati contro Samsung).
Poi però il problema sono i cinesi e le loro participate che fanno gli interessi di un governo cattivo e che controlla tutti... sì, sì, diceva lo Stato che scheda i libri che leggi in biblioteca, controlla tutte le tue telecomunicazioni (oltre a quelle degli altri, vedesi esempi di spionaggi anche verso i paesi europei) e prevede backdoor in tutti i server di loro proprietà (e forse non solo).

Originariamente inviato da: Bluknigth
Monopolio no, peraltro non ha neppure il 20% del mercato della telefonia.

Se tutti queste Software House ce l’hanno tanto con il modello di Apple potrebbero boicottarla e farla finita.
Si consorzino e decidano di non pubblicare software su iOS.
A quel punto forse Apple sarebbe indotta a mollare la presa.

Ma non sta nè in cielo nè in terra. Se mollano Apple, Apple vive felice delle sue di applicazioni e servizi.
E chi la boicotta perde centinaia di milioni di potenziali clienti. Perché dovrebbe farlo? Perché Apple possa fare quello che vuole? E' giusto invece che lottino per avere pari opportunità contro Apple stessa che chiude loro il mercato scegliendo chi può e chi non può scrivere SW per i loro dispositivi sulla base di chi fa più o meno concorrenza a lei stressa. Roba assurda. Manco MS era arrivata a tanto quando usava la distribuzione capillare del suo OS come veicolo per distribuire client che facevano uso dei suoi propri servizi.
Almeno comunque si poteva scegliere altro se uno era informato delle alternative. con Apple no si può: le alternative non esistono proprio (o se esistono a quanto pare solo finchè Apple non crea il suo servizio ed esclude di prepotenza degli altri).
Tedturb022 Aprile 2021, 23:41 #5
Originariamente inviato da: CrapaDiLegno
Monopolio completo sulla propria piattaforma. Che ha il 20% del mercato globale. Che non è poco. Pensa se ci fossero 5 Apple sul mercato a spartirsi il 100% dell'utenza.. la libertà non esisterebbe proprio... però a quel punto non c'è monopolio e quindi non si deve intervenire?


In quel caso si interviene solo se fanno cartello. E cioe se tutti impongono lo stesso pizzo per non pestarsi i piedi a vicenda. Ma non esiste che si debba imporre ad un produttore di consentire ad altri gli store.
E a sony con playstation allora? A Microsoft su xbox? alle varie nintendo e Co che per decenni per poter pubblicare sulle proprie console hanno chiesto fior di pizzo ai publisher?
CrapaDiLegno23 Aprile 2021, 01:10 #6
Originariamente inviato da: Tedturb0
In quel caso si interviene solo se fanno cartello. E cioe se tutti impongono lo stesso pizzo per non pestarsi i piedi a vicenda. Ma non esiste che si debba imporre ad un produttore di consentire ad altri gli store.
E a sony con playstation allora? A Microsoft su xbox? alle varie nintendo e Co che per decenni per poter pubblicare sulle proprie console hanno chiesto fior di pizzo ai publisher?


No, non intervieni SOLO se fanno cartello, perché il mercato è chiuso e non è ibero indipendentemente se si mettono d'accordo o meno.

Una console non è nè un computer general purpose nè uno SMARTphone.
Anche nel tuo tostapane non puoi mettere l'app che vuoi. Ma non è pensato per quello.

In passato ci sono state "punizioni" ben peggiori per comportamenti ben migliori. MS NON aveva il monopolio (nè la maggioranza) del mercato dei browser ma le è stato imposto di NON forzare di default il suo browser in bundle con l'OS appunto per evitare che lo diventasse (uccidendo intanto gli altri, e se intervieni alla fine poi tanto vale visto che non rimane nessuno a fare da antagonista in grado di riprendersi quanto perso).
Apple può venere quello che vuole sul suo store ma non dovrebbe impedire ad altri di bypassarlo (sulle console a te care come esempio puoi comprarti un gioco su BR e sbattertene altamente dello store.. con gli iCosi come fai?)
Può volere che il SUO browser usi un determinato motore castrato, ma non che nessuno si permetta di fare un'applicazione che usi Internet liberamente perché va contro gli interessi della Mela. Anche se vuoi passare legalmente dallo store come Apple impone.
Apple può vendere i suoi servizi, ma non vietare che qualcuno possa crearne di concorrenti pena l'esclusione dallo store (anche se uno vuole pagare l'obolo, non può, punto e basta, te ne stai fuori con 0 e ripeto 0 possibilità di entrare come si dovrebbe in un mercato definito libero).
Apple non può permetterti di avere un servizio sullo store e poi eliminartelo perché lei ne ha creato uno simile (magari pure copiandolo).
Insomma, Apple non può fare da giudice e vittima allo stesso momento, altrimenti si prefigura l'abuso di potere, che non si può negare manco se sei un fan sfegatato della Mela.

Comunque credo che prima o poi qualcuno metterà un picchetto in questa aberrazione del mercato e scardinerà la cosa con grande botto e sicuramente ci sarà la ripicca con minacce vari da parte del colosso che da sola può comprarsi tutte le aziende (e i giudici) che vuole senza problemi vista la liquidità di cui dispone.
Non vorrò perdermi lo spettacolo.
xarz323 Aprile 2021, 01:40 #7
Originariamente inviato da: Tedturb0
In quel caso si interviene solo se fanno cartello. E cioe se tutti impongono lo stesso pizzo per non pestarsi i piedi a vicenda. Ma non esiste che si debba imporre ad un produttore di consentire ad altri gli store.
E a sony con playstation allora? A Microsoft su xbox? alle varie nintendo e Co che per decenni per poter pubblicare sulle proprie console hanno chiesto fior di pizzo ai publisher?


Se non consenti uno store alternativo allora mi consenti di mettere acquisti in App con la piattaforma di pagamento che pare a me. Tu controlli il codice e ti tieni il tuo 30% di commissione per fare qualcosa che ti costa quasi zero, io però uso la piattaforma che mi pare per fare pagare agli utenti i contenuti che io creo e tu Apple non ci devi prendere neanche un cent di commissione.

Il nodo é tutto questo. Apple non solo centralizza il sistema di distribuzione ma anche come girano i soldi non solo all'acquisto ma anche dentro le singole. Questo é anticoncorrenziale perché mi privi della libertà di scegliere il provider di pagamento che voglio, che magari mi fa pagare meno commissioni di Apple.
TorettoMilano23 Aprile 2021, 09:00 #8
spotify, che utilizzo da molto tempo, è da anni che non paga commissioni a apple.
sul discorso concorrenza che dire, nella società ci sono aziende potentissime che possono offrire servizi ottimi a prezzo anticoncorrenziale:
apple ha apple one e amazon ha amazon prime.
realisticamente nessuna azienda si può svegliare oggi e dire "vabbè facciamo concorrenza a questi colossi".
da una parte sono felice dei servizi delle due aziende sopra citate ma dall'altra mi rendo conto che sono troppo influenti e in qualche modo andrebbero limitate

ah diminuendo le commissioni su app store e/o permettendo uno store alternativo la situazione non cambierebbe

un piccolo aneddoto per dimostrare ciò: fortnite di epic uscì su android solo tramite apk (quindi non era presente su playstore). successivamente si sono adeguati. e se ciò è successo su android figuriamoci su ios quanto peso avrebbero le app installate al di fuori di app store
omerook23 Aprile 2021, 09:23 #9
Google ha una responsabile per le relazioni con il governo? Alla faccia delle ingerenze del governo cinese sulle imprese nazionali
jepessen23 Aprile 2021, 09:41 #10
Originariamente inviato da: Tedturb0
In quel caso si interviene solo se fanno cartello. E cioe se tutti impongono lo stesso pizzo per non pestarsi i piedi a vicenda. Ma non esiste che si debba imporre ad un produttore di consentire ad altri gli store.
E a sony con playstation allora? A Microsoft su xbox? alle varie nintendo e Co che per decenni per poter pubblicare sulle proprie console hanno chiesto fior di pizzo ai publisher?


Per le console puoi comprare tranquillamente i giochi fisici. Se vuoi un iPhone non puoi acquistare un applicativo in maniera legale se non usi il suo store.

E non è solamente una questione di soldi. Apple decide cosa mettere sullo store e le applicazioni devono seguire le loro linee guida. Se io volessi vendere un gioco di poker con le donne che si spogliano come negli arcade anni 90 non posso farlo, anche se volessi farlo tramite il loro store. Decidono loro cosa devono installare i loro utenti.. se voglio fare un browser per iPhone che non utilizzi il loro motore di rendering ma uno più figo che inventò io non posso farlo.

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