Non solo Intel, anche TSMC interessata a produrre chip in Italia?

Il Corriere della Sera riporta di una trattativa tra il governo e TSMC per ospitare un impianto produttivo in Italia. Il Bel Paese è in lizza con la Germania, con cui però i contatti avrebbero raggiunto lo stallo.
di Manolo De Agostini pubblicata il 18 Maggio 2022, alle 06:31 nel canale MercatoTSMC
L'Italia potrebbe diventare uno dei principali poli per la produzione di chip al mondo. Stando al Corriere della Sera, la taiwanese TSMC avrebbe "avviato contatti preliminari con il governo di Roma in vista della costruzione ex novo di una fabbrica di microchip in Europa". Nei mesi passati si era parlato del possibile sbarco in Germania, ma a quanto pare anche il Bel Paese sarebbe in lizza per ospitare l'impianto per la produzione di semiconduttori.
Il governo non sarebbe quindi solo al tavolo della trattativa per accogliere Intel, investimento che la stessa azienda ha illustrato qualche settimana fa e il cui impatto, a nostro giudizio, non andrebbe sottovalutato, ma anche con i taiwanesi. Dopo i tumulti causati dal COVID e le tensioni geopolitiche che si protraggono da tempo, l'Europa e i player del settore stanno lavorando per "avvicinare la capacità produttiva ai mercati di sbocco".
Il Vecchio Continente, non a caso, ha varato l'imponente European Chips Act, mentre l'industria dei semiconduttori sta investendo fortemente in nuovi impianti senza limitarsi ad aprire nuove fabbriche in Asia. TSMC aprirà un impianto in Giappone e uno in Arizona, mentre Intel oltre a rafforzarsi negli Stati Uniti con svariati investimenti - l'ultimo in Ohio - sta ampliando la produzione in Irlanda e ha varato un mastodontico piano europeo che coinvolge Germania, Francia e altri paesi tra cui l'Italia.
"Germania e Italia sarebbero rimaste in lizza per la scelta finale proprio perché sono, rispettivamente, il primo e il secondo Paese manifatturiero d'Europa. A favore della Germania giocano la densità industriale dell'intera economia e la disponibilità di forza lavoro qualificata. Ma i contatti avviati con il governo di Berlino all'inizio di dicembre 2021 sembrano entrati in una fase di stallo, mentre i negoziatori taiwanesi valutano anche l'opzione italiana", scrive il Corriere.
"A interessare in particolare sarebbe un'ubicazione della nuova fabbrica nei distretti manifatturieri fra la Lombardia e il Veneto, dove non mancano i fattori considerati vantaggiosi: un'elevata domanda di semiconduttori per macchine utensili, la vicinanza di centri universitari con i quali avviare programmi di formazione, la disponibilità di manodopera qualificata a costi inferiori alla Germania, una minore densità di concorrenza proprio nel settore dei microchip".
TSMC avrebbe in cantiere un investimento di circa 10 miliardi di euro che potrebbe portare a creare tra 3000 e 5000 posti di lavoro, escluso l'indotto. L'azienda vorrebbe produrre nel polo europeo chip con processi "maturi" - da 10 a 28 nanometri - per soddisfare le necessità del settore dell'auto e dei macchinari industriali.
Al momento quello di TSMC è un interesse, un abbozzo di trattativa su cui andrà trovata una quadra anzitutto sul tema dei sussidi: secondo il Corriere tale quota potrebbe coprire il 50% dell'investimento finale, quindi 5 miliardi di euro. L'EU Chip Act, tuttavia, permette di sussidiare solo impianti che introducono processi produttivi avanzati, innovativi, quindi non è detto l'impianto di TSMC sia sussidiabile se verranno confermate le tecnologie produttive sopra indicate: rimane perciò una trattativa da fare su molti tavoli, anche quello di Bruxelles.
Infine, in tutto questo potrebbe rientrare il tema dei rapporti con la Cina: le mire di Pechino su Taiwan potrebbero portare Xi Jinping a non vedere di buon occhio un rafforzamento dei legami con l'Europa. Questo a meno che il partito comunista non non valuti che, una volta "riannessa" Taiwan, si troverà un impianto per la produzione di chip nel Vecchio Continente già pronto a vantaggio di futuri rapporti commerciali.
22 Commenti
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Si come no. In caso di invasione militare di Taiwan gli stabilimenti di TSMC in USA e Europa sarebbero nazionalizzati in modo analogo alle strutture di Gazprom in Germania.
guarda che non puoi mica nazionalizzare i brevetti quindi avresti le fabbriche ma vuote
O pensi forse che gli US restituirebbero i macchinari a Taiwan in caso di invasione militare?
O pensi forse che gli US restituirebbero i macchinari a Taiwan in caso di invasione militare?
i macchinari da soli sono dei pezzi di ferro inutili anche intel ha gli stessi macchinari uguali al 100% ma senza brevetti e le persone che li sanno usare i risultati sono diversi
quello che dici è inrealizzabile
quello che dici è inrealizzabile
Se TSMC dovesse portare il know how in Italia, ci sarebbe chi i macchinari saprebbe farli funzionare a dovere.
quello che dici è inrealizzabile
Il vero problema è cosa succede negli anni successivi in caso di decoupling dal quartier generale e dalle infrastrutture R&D di Taipei.
In questo caso ipotetico e fantasioso la cosa più probabile è che tutte le infrastrutture saranno cedute ed inglobate da Intel o da un consorzio di semiconduttori occidentale.
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