Musk a testa bassa contro Apple e OpenAI: le porta in tribunale con l'accusa di ostacolare la concorrenza
L'imprenditore sudafricano accusa i due colossi di aver stretto un’intesa che danneggia la concorrenza e blocca l’innovazione, minacciando la crescita della sua intelligenza artificiale Grok
di Andrea Bai pubblicata il 26 Agosto 2025, alle 09:11 nel canale MercatoxAIOpenAIApple
Dopo le accuse sull’algoritmo dell’App Store, Elon Musk ha mantenuto la promessa e ha avviato un’azione legale contro Apple e OpenAI. Lunedì il patron di X e xAI ha depositato una corposa denuncia antitrust, sostenendo che l’accordo tra Cupertino e la società di Sam Altman non rappresenti soltanto un ostacolo per la diffusione di Grok, il chatbot creato da xAI, ma costituisca un’intesa illegittima per consolidare il dominio di OpenAI nel mercato delle intelligenze artificiali generative.
Musk afferma che Apple stia favorendo ChatGPT a scapito dei concorrenti, citando come prova la costante presenza dell’app tra le “Must Have” dell’App Store e la mancata inclusione di Grok negli stessi elenchi. La polemica si sposta però ben oltre la visibilità: secondo l’imprenditore sudafricano, l’integrazione nativa di ChatGPT in iOS non solo rafforza la posizione dominante di OpenAI, ma rappresenta anche una strategia difensiva di Apple per tutelare il proprio monopolio sugli smartphone, temendo che super app come X possano ridurre la centralità dell’iPhone.
Nella denuncia, recuperata da The Verge e resa disponibile su DocumentCloud, Musk cita il dirigente Apple Eddy Cue, che avrebbe espresso timori riguardo all’impatto delle intelligenze artificiali e al rischio che queste possano erodere il valore dello smartphone, come già accaduto in mercati dove app multifunzionali, come WeChat in Cina, hanno assunto un ruolo predominante. X accusa Apple di aver stretto un accordo esclusivo con OpenAI per impedire la nascita di alternative competitive. In particolare, l’intesa consentirebbe ad OpenAI di raccogliere miliardi di prompt dagli utenti iPhone tramite Siri, gli strumenti di scrittura e persino la fotocamera, generando un vantaggio competitivo ritenuto da Musk quasi incolmabile. La denuncia parla anche di numeri: l’integrazione con iOS fornirebbe a OpenAI un serbatoio di dati pari al 55% di tutti i potenziali prompt generati globalmente, grazie alle 1,5 miliardi di richieste elaborate ogni giorno da Siri nel 2024.
Secondo i legali di Musk, questa scelta comporta effetti collaterali concreti: i rivali, compresa xAI, non hanno accesso a dati paragonabili e non possono sviluppare modelli altrettanto avanzati. Ciò limiterebbe la possibilità degli utenti di scegliere tra chatbot innovativi e ridurrebbe lo stimolo a migliorare le piattaforme esistenti. In questo scenario, OpenAI potrebbe persino raddoppiare il prezzo del suo abbonamento “plus” entro quattro anni, una mossa che, secondo la tesi d'accusa, sarebbe sostenibile soltanto con un vero controllo monopolistico sul mercato.
Se quanto letto fin qui vi fa ricordare qualcosa di "già visto", non state sbagliando e la denuncia stessa lo sottolinea: l’intesa Apple-OpenAI viene paragonata all’accordo tra Apple e Google per il motore di ricerca predefinito. X chiede alla corte non solo un risarcimento miliardario ma anche un’ingiunzione permanente che blocchi immediatamente l’integrazione esclusiva di ChatGPT su iOS.
Gli avvocati di OpenAI hanno replicato definendo il nuovo atto giudiziario come “coerente con il modello di molestie perseguito da Musk negli ultimi anni”, sottolineando che le battaglie legali avrebbero lo scopo esclusivo di favorire la crescita di xAI a scapito dei concorrenti. Apple non ha al momento rilasciato dichiarazioni ufficiali, mentre aveva difeso il proprio App Store come "equo e senza pregiudizi" dopo le precedenti accuse di Musk.
A million reviews with 4.9 average for @Grok and still Apple refuses to mention Grok on any lists https://t.co/9GovpyMiZH
— Elon Musk (@elonmusk) August 25, 2025
Il documento presentato alla corte evidenzia la difficoltà per Grok di raggiungere la scala di ChatGPT, descritto come il chatbot con la crescita più rapida della storia, capace di raggiungere un milione di utenti in tempi record. Secondo la denuncia di Musk, la competitività di Grok sarebbe danneggiata da una serie di pratiche scorrette che sarebbero operate dalla Mela, come il rifiuto sistematico di inserire Grok tra le app in evidenza, i ritardi nell’approvazione degli aggiornamenti e la manipolazione delle classifiche dell’App Store.
La denuncia infine mette in dubbio la sostenibilità economica stessa dell’intesa, sostenendo che ChatGPT sia stato concesso ad Apple gratuitamente e che la partnership non porti vantaggi immediati a Cupertino. Il vero obiettivo, sostiene Musk, sarebbe un patto strategico per bloccare la concorrenza nel lungo periodo, rinunciando a profitti nel breve termine pur di consolidare un duopolio sul mercato dell’intelligenza artificiale.
Per Musk, perdere questa battaglia potrebbe significare compromettere l’intero progetto X. “La funzionalità di Grok è una componente essenziale dell’app X”, spiega la causa. “Se Grok non riesce a competere con ChatGPT, l’app X perde utenti, abbonamenti, ricavi e valore complessivo sul mercato”.










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