Monopolio mantenuto illegalmente: Google perde la causa antitrust contro il governo USA

Monopolio mantenuto illegalmente: Google perde la causa antitrust contro il governo USA

Il giudice ha riconosciuto la violazione della Sezione 2 dello Sherman Act. La sentenza è solo per riconoscere la responsabilità: misure ed eventuali sanzioni saranno decise nella seconda fase del procedimento

di pubblicata il , alle 09:28 nel canale Mercato
Google
 

La battaglia legale tra il governo degli Stati Uniti e Google ha raggiunto importante punto di svolta: il giudice federale Amit Mehta ha stabilito che Google ha violato la legge antitrust statunitense mantenendo un monopolio nei mercati della ricerca e della pubblicità.

"Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio. Ha violato la Sezione 2 dello Sherman Act", ha dichiarato il giudice Mehta nella sua sentenza. La decisione del giudice rappresenta una vittoria rilevante per il Dipartimento di Giustizia USA, che aveva accusato Google di monopolizzare illegalmente il mercato della ricerca online. Il gudice non ha però condiviso tutte le argomentazioni presentate dal governo, respingendo alcune tesi, come l'affermazione che Google detenesse un potere di monopolio in una specifica parte del mercato pubblicitario. Il giudice ha però riconosciuto che Google mantiene un monopolio nei "servizi di ricerca generali" e nella "pubblicità di testo di ricerca generale".

Jonathan Kanter, responsabile antitrust per il Dipartimento di Giustizia, ha accolto la decisione definendola "storica" e sostenendo che "apre la strada all'innovazione per le future generazioni e protegge l'accesso alle informazioni per tutti gli americani".

La sentenza di 286 pagine è l'epilogo di un processo durato circa 10 settimane e che si è concluso lo scorso mese di novembre. Il caso era stato presentato nel mese di ottobre del 2020 ed è stato la prima grande causa di antitrust nei confronti di un'azienda tecnologica americana dopo lo storico caso mosso contro Microsoft nel 1990. La sentenza rappresenta un precedente importante per una serie di cause mosse negli anni successivi a Meta, Amazon e Apple. Durante le 10 settimane di processo sono comparsi dinnanzi al giudice numerose figure di spicco del panorama tecnologico americano, tra cui il CEO di Google, Sundar Pichai, il CEO di Microsoft Satya Nadella e il dirigente di Apple, Eddy Cue.

Uno degli aspetti più rilevanti della sentenza riguarda i contratti di Google con produttori di telefoni e browser come Apple. Il giudice Mehta ha respinto le argomentazioni di Google secondo cui questi accordi non erano esclusivi e quindi non avrebbero dovuto essere considerati una violazione dello Sherman Act. Secondo il giudice, la prospettiva di perdere miliardi di dollari di entrate garantite da Google rappresenta per Apple "un disincentivo dallo sviluppare il proprio motore di ricerca". 

Il giudice ha descritto il monopolio di Google nella ricerca generale come "notevolmente duraturo", citando alcuni dati a supporto e in particolare la crescita di quote di mercato dall'80% del 2009 al 90% del 2020, a confronto con meno del 6% di market share di Bing.  "Se esistesse una vera concorrenza nel mercato della ricerca, non si è manifestata in modi conosciuti, come quote di mercato fluide, perdite di giro d'affari o nuovi partecipanti.

Il giudice ha rilevato che non esiste una reale possibilità per altre aziende di competere effettivamente con Google. Durante il processo è stata raccolta una dichiarazione di Eddy Cue, Senior Vice President per Apple, che ha affermato come non esista "alcun prezzo che Microsoft potrebbe mai offrire ad Apple per precaricare Bing". In questo senso il giudice ha voluto sottolineare come nemmeno le più grandi aziende statunitensi possano avere un'alternativa a Google: "I partner di Google hanno concluso che è finanziariamente impossibile utilizzare altro perché ciò significherebbe sacrificare centinaia di milioni, se non miliardi, di dollari che Google paga loro in forma di revenue share. Sono società Fortune 500 e non hanno nessun altro a cui rivolgersi se non Google".

Proprio su questo tema, durante le deposizioni sono emersi dettagli significativi: Google condivide il 36% delle entrate pubblicitarie di ricerca da Safari con Apple, con un pagamento di 20 miliardi di dollari nel 2022 per la posizione predefinita del motore di ricerca nel browser.

Per quanto riguarda invece la pubblicità testuale nei risultati di ricerca il giudice rileva come gli accordi esclusivi di Google abbiano permesso all'azienda di aumentare i prezzi "senza che vi fosse alcuna significativa restrizione competitiva". Il giudice Mehta ha rigettato la tesi di Google secondo cui i prezzi degli annunci testuali, una volta adeguati alla qualità, sarebbero diminuiti: secondo il giudice le prove presentate sono "deboli" perché anche la stessa Google ha riconosciuto la difficoltà di determinare "il valore di un'inserzione per il suo compratore". Secondo il giudice Mehta tutto ciò "dimostra che Google crea aste a prezzo più elevato con l'obiettivo principale di spingere il fatturato di lungo termine".

Mehta ha inoltre criticato con durezza l'approccio di Google alla conservazione delle sue comunicazioni interne, riferendosi alla politica di cancellazione dei messaggi delle chat interne dopo 24 ore, a meno che un dipendente non attivi un'impostazione per salvarli: "La corte è sconcertata dalle misure a cui Google si spinge per evitare di creare una traccia cartacea per le autorità di controllo e per le parti in causa". Il giudice, su questo aspetto, ha affermato che l'azienda di Mountain View ha adottato misure per la conservazione dei messaggi pertinenti al caso solo dopo che la causa era in corso da due anni. Il giudice non ha imposto alcuna sanzione per questo aspetto, sostenendo che i messaggi eventualmente persi non avrebbero comunque avuto particolare impatto sull'analisi, ma ha strigliato la società e i suoi rappresentanti legali: "Qualsiasi azienda che pone sui propri dipendenti l'onere di identificare e conservare prove pertinenti lo fa a proprio rischio e pericolo. Google ha evitato sanzioni in questo caso. Potrebbe non essere così fortunata nel prossimo".

Al momento non è chiaro quali possano essere le implicazioni di questa sentenza per Google: la decisione del giudice riguarda solo la responsabilità dell'azienda e non le misure che l'azienda dovrà adottare o le sanzioni che potrebbero essere inflitte. Tutto ciò sarà il tema centrale della seconda fase del procedimento, che potrebbe portare a diverse conseguenze, fino addirittura ad una potenziale divisione tra l'attività di ricerca e il resto delle attività di Google. 

Google, come prevedibile, ha annunciato l'intenzione di ricorrere in appello. Kent Walker, presidente degli affari globali dell'azienda, ha dichiarato: "Questa decisione riconosce che Google offre il miglior motore di ricerca, ma conclude che non dovremmo essere autorizzati a renderlo facilmente disponibile. Noi resteremo concentrati nel realizzare prodotti che le persone trovino di aiuto e facili da usare". 

Intanto per il prossimo 9 settembre è in programma un altro processo antitrust, che riguarda una seconda causa portata avanti dal Dipartimento di Giustizia USA e focalizzata a verificare se Google abbia monopolizzato illegalmente la tecnologia pubblicitaria digitale.

5 Commenti
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Unrue06 Agosto 2024, 11:45 #1
ha dichiarato il giudice Mehta




Ovvio, con un giudice di Facebook.
Opteranium06 Agosto 2024, 13:08 #2
La cosa assurda è che una delle società che ci rimetteranno di più sarà mozilla, che vive dei soldi elargiti da google per l'accordo sul motore di ricerca
TorettoMilano06 Agosto 2024, 15:50 #3
e tutto ciò mentre la gente incomincerà sempre più a usare chatgpt&co per fare domande/ricerche.

poi personalmente mi fa sorridere questa parte "Secondo il giudice, la prospettiva di perdere miliardi di dollari di entrate garantite da Google rappresenta per Apple un disincentivo dallo sviluppare il proprio motore di ricerca".
ma quindi c'è una cifra oltre la quale non si può offrire? quindi google non può fare offerte e potenzialmente lasciare preinstallare su tutti gli iphone bing?
io sono il primo a criticare le multinazionali e godere per le multe ma certe motivazioni non nego mi lascino perplesso
zbear06 Agosto 2024, 17:59 #4
Ormai google è una multinazionale che ha TOTALMENTE dimenticato quello che diceva agli inizi. Android è una porcata in continua de-evoluzione, i suoi servizi servono solo a spiare gli utenti, la sua rincorsa al SOLO profitto è peggio di quella di M$, e gmail è il fondo dell'abisso delle mail. Speravo fortemente nella nascita di concorrenti, ma pare che ancora troppa gente sia felice di essere schiava delle realtà multinazionali. Peccato ....
BulletHe@d07 Agosto 2024, 09:43 #5
@zbear
scusami ma android io ci vedo solo miglioramenti a volte grandi a volte piccoli ma dalla versione 10 in poi posso solo che parlarne bene non ho avuto più telefoni che si bloccavano o altro e anzi hanno automatizzato molte funzioni comode che nelle versioni pre 10 erano da fare o manualmente o erano complicate, poi sul lato economico è una multinazionale trovami un impresa privata che non vuole generare soldi ma fare beneficenza all'umanità ora non sarà santa google così come MS o altre ma neanche a demonizzarle perchè vogliono guadagnare con il loro lavoro, alla fione piccole o grandi ma negli anni le industrie informatiche hanno innovato tanto e da qualche parte i soldi di ricerca e sviluppo devono riprenderseli mica fanno beneficenza

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