La fabbrica dei chip che nessuno vuole: Samsung ferma tutto in Texas

La messa in opera della nuova fabbrica di semiconduttori di Samsung in Texas sarebbe stata rinviata al 2026. Il motivo? Una domanda insufficiente per i chip previsti e la forte concorrenza da TSMC.
di Manolo De Agostini pubblicata il 04 Luglio 2025, alle 10:01 nel canale MercatoSamsung
Secondo quanto riportato da Nikkei Asia, Samsung avrebbe posticipato al 2026 l'avvio della produzione nella nuova fabbrica di semiconduttori a Taylor, in Texas. L'impianto, che rappresenta un investimento complessivo di oltre 37 miliardi di dollari, avrebbe dovuto entrare in funzione entro il 2024. Tuttavia, una combinazione di fattori - tra cui la debole domanda locale e l'obsolescenza del processo produttivo inizialmente previsto - avrebbe spinto il colosso sudcoreano a rivedere i propri piani.
Avviata nel 2022 con un investimento iniziale di 17 miliardi di dollari, l'iniziativa è stata successivamente ampliata includendo una seconda fabbrica avanzata e strutture di ricerca e sviluppo. A supporto del progetto, Samsung ha ottenuto anche un contributo fino a 4,745 miliardi di dollari in finanziamenti diretti attraverso il CHIPS Act statunitense, finalizzato a incentivare la produzione di semiconduttori sul suolo americano.
Nonostante l'avanzato stato dei lavori - i documenti interni indicano di un completamento al 91,8% a marzo 2024 - l'impianto rimane inattivo. Secondo Nikkei Asia, l'azienda starebbe incontrando difficoltà nel trovare clienti disposti ad acquistare i chip prodotti a Taylor. Il processo a 4 nanometri, previsto originariamente, non risponde più alle esigenze del mercato, oggi più interessato a processi produttivi più avanzati, come il 2nm.
Samsung avrebbe già avviato una revisione tecnica del sito per adeguarlo ai nuovi standard, ma l'operazione comporta costi elevati, oltre che complessità tecniche. Attualmente, la strategia aziendale sembrerebbe votata verso un approccio attendista, nell'attesa di condizioni di mercato più favorevoli.
Nel frattempo, TSMC ha già avviato la produzione a 4 nanometri nel suo stabilimento in Arizona, rifornendo clienti statunitensi come Apple, NVIDIA, AMD, Qualcomm e Broadcom. La capacità produttiva della fabbrica taiwanese risulta già prenotata fino al 2027, nonostante i costi più elevati rispetto a impianti al di fuori degli Stati Uniti. TSMC ha inoltre annunciato nuovi investimenti per 100 miliardi di dollari, in aggiunta ai 65 miliardi già promessi.
Secondo i dati TrendForce, TSMC mantiene la leadership globale nel mercato della produzione dei chip con una quota del 68%, mentre Samsung si posiziona al secondo posto con il 7,7%. Proprio nelle scorse ore la casa sudcoreana ha annunciato una revisione della roadmap produttiva, mettendo i 2 nanometri e le rese produttive al centro della strategia e rimandando i passi successivi.
6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe TSMC ha già una fabbrica avviata negli USA (se deve consegnare nel 2027) mentre Samsung deve ancora pensare di avviarla, sarà un problema di costi non di processo.
Il 4nm di Samsung non è la stessa cosa del 4nm di TSMC, quel "4nm" va inteso come "se si potessero realizzare transistor planari ideali con una feature size di 4nm, a parità di area questo processo produttivo avrebbe la loro stessa densità".
I primi chip con transistor finFET sono stati prodotti in massa con il processo a 22nm (nominali); inoltre già prima con il processo a 45nm si producevano transistor planari non più con una singola esposizione per maschera, ma con esposizioni *multiple* di più maschere (la lunghezza d'onda della luce utilizzata era troppo grande per una singola esposizione) producendo transistor planari "più o meno buoni" in base a come veniva calcolata la sovrapposizione degli effetti delle varie esposizioni.
Fino ai 22nm il costo per chip prodotto (a parità di gate sul chip) era continuato a scendere, da li in avanti è iniziato a salire, per questo ancora adesso il grosso dei chip "industriali" si ferma intorno ai 28nm e ce ne sono ancora un sacco prodotti a 130nm (se devi "tagliare" il chip con un area minima N per poterci collegare sui bordi i pin verso l'esterno, non hai alcun vantaggio ad usare un processo produttivo più denso e più costoso visto che l'area "risparmiata" resta inutilizzata).
Poi Samsung Semiconductors ha seri problemi interni legati alla mentalità manageriale che la permea, tipo quando hanno voluto aumentare le ore di straordinario dei ricercatori (che già erano alte) per cercare di mettersi in pari con la concorrenza ... finendo di fatto col "bruciare mentalmente" le loro risorse più preziose.
Sarà anche inferiore ma è competititivo.
Dicevano lo stesso anche dell'8nm con cui realizzavano le Ampere.
I primi chip con transistor finFET sono stati prodotti in massa con il processo a 22nm (nominali); inoltre già prima con il processo a 45nm si producevano transistor planari non più con una singola esposizione per maschera, ma con esposizioni *multiple* di più maschere (la lunghezza d'onda della luce utilizzata era troppo grande per una singola esposizione) producendo transistor planari "più o meno buoni" in base a come veniva calcolata la sovrapposizione degli effetti delle varie esposizioni.
Fino ai 22nm il costo per chip prodotto (a parità di gate sul chip) era continuato a scendere, da li in avanti è iniziato a salire, per questo ancora adesso il grosso dei chip "industriali" si ferma intorno ai 28nm e ce ne sono ancora un sacco prodotti a 130nm (se devi "tagliare" il chip con un area minima N per poterci collegare sui bordi i pin verso l'esterno, non hai alcun vantaggio ad usare un processo produttivo più denso e più costoso visto che l'area "risparmiata" resta inutilizzata).
Poi Samsung Semiconductors ha seri problemi interni legati alla mentalità manageriale che la permea, tipo quando hanno voluto aumentare le ore di straordinario dei ricercatori (che già erano alte) per cercare di mettersi in pari con la concorrenza ... finendo di fatto col "bruciare mentalmente" le loro risorse più preziose.
Ovviamente non sono la stessa cosa, ma se tsmc scoppia di ordini e Samsung non ne neanche il numero minimo per avviare la fabbrica, è ovvio che il problema non è il processo produttivo come si lascia intendere nell'articolo, ma commerciale, ossia di tutto quello che ruota alla semplice produzione: assistenza al cliente nella progettazione, nella messa in produzione, costi, assicurazioni in caso di resa inferiore alle aspettative ecc...
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