Intel vince contro l'UE sulla multa da 1 miliardo di euro, la Corte di giustizia respinge l'appello della Commissione

La Corte di giustizia ha respinto l'impugnazione della Commissione, confermando la sentenza del Tribunale sull'annullamento della multa da 1,06 miliardi di euro a Intel per abuso di posizione dominante. Vicenda chiusa? Tutt'altro, c'è ancora uno strascico di questa infinita battaglia legale.
di Manolo De Agostini pubblicata il 24 Ottobre 2024, alle 12:41 nel canale MercatoIntel
La Corte di giustizia dell'Unione europea ha confermato l'annullamento da parte del Tribunale della decisione della Commissione riguardo l'abuso di posizione dominante da parte di Intel e l'ammenda da 1,06 miliardi di euro. Un colpo di scena che era nell'aria.
Come molti ricorderanno, nel maggio 2009 la Commissione impose una multa da 1,06 miliardi di euro al colosso statunitense dei microchip per abuso di posizione dominante nel mercato dei microprocessori x86 (tra novembre 2002 e dicembre 2006), perpetrato ai danni di AMD.
Intel, in base alla ricostruzione delle autorità, aveva messo in atto due forme specifiche di pratiche illegali: la prima concedendo sconti - totalmente o parzialmente nascosti - ai produttori di PC a condizione che acquistassero tutte, o quasi, le loro CPU x86. La seconda pagando i produttori di computer per bloccare o ritardare il lancio di prodotti con CPU x86 della concorrenza e per limitare i canali di vendita disponibili per tali prodotti.
Nel 2014, il Tribunale respinse in toto il ricorso di Intel contro la decisione della Commissione. In seguito all'impugnazione della casa di Santa Clara, la Corte di giustizia annullò tale sentenza, rinviando la causa al Tribunale.
Il Tribunale, rianalizzato il caso, decise di annullare parzialmente la decisione della Commissione e l'ammenda di 1,06 miliardi di euro nella sua interezza. Sostanzialmente si imputava alla Commissione l'errata applicazione del test AEC per quanto concerne gli sconti applicati da Intel ad HP e Lenovo.
Il test AEC, sigla di "As-Efficient Competitor", serve a stabilire la differenza tra una sana condotta o una illegale, quindi a capire se gli sconti sono frutto di una sana politica di mercato o abbiano l'unico obiettivo di falcidiare i competitor. In virtù della decisione, la Commissione ha rivisto la sua decisione riducendo la multa a 376,36 milioni di euro.
Ciononostante, la Commissione ha fatto appello contro la sentenza del Tribunale del 2022. Ora la Corte di giustizia respinge l'appello della Commissione, confermando la sentenza del Tribunale.
"La Commissione ha sostenuto che il riesame da parte del Tribunale delle valutazioni della Commissione relative al test AEC era viziato da irregolarità procedurali, errori di diritto e distorsione delle prove", scrive la Corte. "Nella sua sentenza, la Corte di giustizia respinge tutti i motivi di impugnazione sollevati dalla Commissione. Per quanto riguarda il test AEC, la Corte conferma che spetta al Tribunale esaminare qualsiasi argomento volto a rimettere in discussione le valutazioni della Commissione e che sia in grado di invalidare le conclusioni raggiunte dalla Commissione al termine di tale test".
Intel ha affermato di essere "soddisfatta" della sentenza "e di voler finalmente mettere questa parte del caso alle spalle". Infatti, non è finita qui. Secondo quanto scrive Bloomberg, "la sentenza emessa non chiude la questione".
È in corso un'altra battaglia legale sulla nuova multa da 376,36 milioni di euro imposta l'anno scorso sulla parte restante del caso, quindi sui pagamenti diretti di Intel e non sulle pratiche di sconto. "Oltre a combattere contro la sanzione ridotta, Intel ha anche citato in giudizio la Commissione per chiedere interessi sulla sua multa originale", scrive Bloomberg.
6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoForza Intel...teniamo famiglia e teniamo bisogno, allunga all'Europa questi due spicci...fai un gesto da vera Signora !
Io quel periodo l'ho seguito la il comportamento di Intel era palese soprattutto in Europa.
In America non so, forse là hanno fatto la cosa meno sporca.
Io di definitivo non ho letto nulla ma solo articoli su articoli di annunci. Sbaglio?
Io di definitivo non ho letto nulla ma solo articoli su articoli di annunci. Sbaglio?
No, perché a differenza di quello che pensano gli americani, l'UE non sta cercando di far cassa...
Minaccia multe colossali, ma cerca di ottenere dei cambiamenti, se possibile.
Finora ha funzionato...
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