Intel, trimestrale di 'galleggiamento': focus sulla riduzione dei costi, licenziamenti inclusi
Intel chiude il Q3 2022 con un calo del fatturato del 20% ma inverte la rotta sull'utile netto, passando dalla perdita del Q2 a un attivo di 1 miliardo di dollari. La società sconta il momento macroeconomico difficile e problematiche interne: per questo partirà un piano di riduzione dei costi, completo anche di licenziamenti.
di Manolo De Agostini pubblicata il 28 Ottobre 2022, alle 09:41 nel canale MercatoIntel
Intel ha chiuso il terzo trimestre fiscale 2022 con un fatturato di 15,3 miliardi di dollari in calo del 20% sullo stesso periodo dello scorso anno. La società ha fatto registrare un utile netto di 1 miliardo di dollari, cifra in contrazione dell'85% su base annua ma che è invece positiva se rapportata ai 500 milioni di dollari persi nel Q2 2022. Ancora basso per gli standard di Intel il margine lordo, pari al 42,6%, un dato in calo di 13,4 punti rispetto al 56% del Q3 2021.

In virtù di questi risultati, Intel ha rivisto al ribasso le stime di fatturato annuali portandole dai 76 miliardi previsti nella prima trimestrale di quest'anno a 64-64 miliardi di dollari. Nel quarto trimestre Intel si aspetta un fatturato tra 14 e 15 miliardi e un margine lordo del 41,4%.
In questa trimestrale Intel sconta 664 milioni di dollari di costi di ristrutturazione che riflettono "iniziali azioni di riduzione dei costi". Al momento non sono stati annunciati licenziamenti, ma arriveranno nel corso del trimestre con l'obiettivo di ridurre i costi di 3 miliardi di dollari nel 2023, salendo a una cifra complessiva di 8-10 miliardi di dollari entro il 2025.
Recentemente in merito agli esuberi si è parlato di un taglio di diverse migliaia di dipendenti, ma a margine della conference call con gli analisti il CEO ha chiarito che il personale non è la voce più importante in termini di costi da ridurre. Ciò, tuttavia, non significa che l'intervento non sarà deciso.
Passando all'analisi delle divisioni vediamo che il Client Computing Group (CCG) si è fermato a un fatturato di 8,1 miliardi di dollari, in calo del 17% sullo scorso anno. L'utile operativo ha toccato 1,7 miliardi di dollari, scendendo del 54%.
Secondo Intel i minori ricavi si devono alla domanda in calo di PC nel mondo consumer e quello scolastico, nonché alla riduzione dell'inventario da parte degli OEM. L'utile operativo, invece, sconta il minore fatturato, una produzione maggiore con il più costoso processo Intel 7 e gli investimenti in prodotti e tecnologie produttive future.
Calo del 27% per i ricavi del Datacenter and AI Group (DCAI) a 4,2 miliardi di dollari, con un utile operativo pari a zero, sceso del 99%. In questo caso le riduzione dell'inventario da parte dei clienti e i minori acquisti pesano sui ricavi, mentre anche in questo caso l'utile operativo paga investimenti e un uso più marcato del processo a 10 nanometri, più costoso dei 14 nanometri.
Crescono le divisioni Network and Edge Group (NEX), Accelerated Computing Systems and Graphics Group (AXG) e Mobileye del 14%, 8% e 38% in termini di fatturato. Da segnalare, inoltre, che Mobileye è stata quotata al Nasdaq Stock Exchange questa settimana. Il fatturato di Intel Foundry Services (IFS), divisione dedicata alla produzione per conto terzi, è sceso del 2%.
"Nonostante il peggioramento delle condizioni economiche, abbiamo ottenuto risultati solidi e compiuto progressi significativi nell'esecuzione dei nostri prodotti e processi durante il trimestre", ha affermato Pat Gelsinger, CEO di Intel. A tal proposito è interessante sottolineare che l'azienda si aspetta di completare il tape out di uno stepping produttivo della CPU Meteor Lake nel corso del quarto trimestre.
Meteor Lake incarnerà la prima CPU consumer di Intel formata da diverse tile (o chiplet), prodotti con processi produttivi differenti e da diverse aziende (TSMC). La Compute Tile con i core x86 è in carico a Intel con processo "Intel 4", per il quale la società conferma i progressi verso la produzione ad alti volumi. Il tape out indicato è "il passaggio finale per portare i Core di 14a generazione dalla fase di design alla prima produzione in silicio".

Rassicuranti gli sviluppi anche sugli altri processi produttivi: Intel 3 procede come da tabella di marcia, mentre per quanto riguarda Intel 20A e Intel 18A "i primi chip interni di test Intel e quelli di un importante potenziale cliente per le nostre fabbriche hanno superato il tape out e la fabbricazione dei prodotti è in corso". Intel, dopo anni di problemi in ambito produttivo, aspira a introdurre 5 processi produttivi in 4 anni: maggiori informazioni sulla roadmap in questo articolo.










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3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoRotfl, altro che soc mobile. Intel in pratica non esiste più lato DC. E' lì che si fanno i soldi.
Altro che trimestrale di galleggiamento, è un disastro.
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