Intel si libera dai vincoli del CHIPS Act dopo la partecipazione del governo

Intel si libera dai vincoli del CHIPS Act dopo la partecipazione del governo

Intel non dovrà più rispettare gli obiettivi e molte restrizioni della CHIPS Act dopo la decisione del Governo USA di acquisire il 10% dell’azienda con un investimento di 8,9 miliardi di dollari, che porta il totale dell’impegno pubblico a oltre 11 miliardi

di pubblicata il , alle 08:21 nel canale Mercato
Intel
 

Intel non sarà più soggetta a molte delle condizioni originariamente imposte dal CHIPS Act, compresi gli obiettivi sui progetti e requisiti relativi alle politiche sul flusso di lavoro, in seguito alla decisione del Governo degli Stati Uniti di acquisire una quota del 10% della società. L'accordo prevede che Intel possa ricevere ulteriori finanziamenti dal Governo, a patto che dimostri di aver già investito 7,9 miliardi di dollari nei progetti previsti dall'intesa con il Dipartimento del Commercio siglata lo scorso anno. Questo passo rappresenta un cambio radicale nelle relazioni fra il settore pubblico e l’industria dei semiconduttori, con un coinvolgimento diretto dello Stato nel capitale di un big tech privato.

Come sottolineato anche da David Zinser, CFO di Intel, il governo USA ha già trasferito all’azienda 5,7 miliardi di dollari in contanti, parte dei fondi stanziati dal CHIPS Act. Lo Stato diventa il maggiore azionista di Intel e ottiene anche un warrant quinquennale per l'acquisto di un ulteriore 5% delle azioni se la quota di Intel nella propria divisione di foundry dovesse scendere sotto il 51%. Fino ad oggi Intel ha già investito 7,87 miliardi di dollari in progetti ammissibili secondo CHIPS Act. Oltre ai 5,7 miliardi citati, il Governo aveva già assegnato 2,2 miliardi in sovvenzioni, portando il totale dell’impegno statale a 11,1 miliardi di dollari. Intel non dovrà più condividere parte del cash flow generato dai progetti con il Dipartimento del Commercio, né osservare la maggioranza delle restrizioni e dei vincoli procedurali precedenti. Restano però vietate distribuzioni di dividendi e operazioni di riacquisto azionario tramite fondi pubblici.

L'accordo è stato raggiunto dopo una serie di incontri fra il CEO di Intel, Lip-Bu Tan, e il Presidente Donald Trump, che in precedenza ne aveva addirittura richiesto le dimissioni. Trump ha annunciato pubblicamente la nuova intesa sottolineando l'importanza dell’investimento pubblico per la sicurezza nazionale e per il rilancio della leadership tecnologica statunitense. Con l’acquisizione della quota del 10%, il Governo USA mira a sostenere le attività di Intel nel settore dei semiconduttori, rafforzare la produzione nazionale di chip e contenere la dipendenza da fornitori esteri. L’operazione rappresenta una svolta rispetto alla tradizionale politica industriale americana, che raramente aveva previsto una così significativa partecipazione diretta dello Stato nel capitale di un’azienda privata, in particolare di una tech company. La strategia industriale evolve così verso un maggiore controllo pubblico e una supervisione degli asset considerati strategici.

Intel, con un valore di mercato stagnante intorno ai 100 miliardi di dollari e in difficoltà rispetto a concorrenti come Nvidia, spera che l’apporto di risorse pubbliche possa sostenere i suoi piani di espansione e la transizione verso una produzione avanzata, specie nei segmenti della logica e dell’intelligenza artificiale. Il forte impegno governativo, segnato dalla rimozione dei principali vincoli del CHIPS Act, offre a Intel maggiore flessibilità nella gestione dei fondi e nelle scelte industriali, a fronte di nuove responsabilità legate alla partecipazione statale. La partnership pubblico-privata potrebbe ridisegnare profondamente il futuro del settore semiconduttori negli USA e l'iniziativa potrebbe anticipare una possibile apertura verso operazioni simili anche con altri grandi player del settore.

6 Commenti
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omerook01 Settembre 2025, 08:31 #1
"il governo USA ha già trasferito all’azienda 5,7 miliardi di dollari in contanti"

in monete da 1 dollaro?
boboviz01 Settembre 2025, 09:01 #2
Hanno imparato dagli italiani a finanziare imprese private con valanghe di soldi pubblici. Bravi USA!!
Alfhw01 Settembre 2025, 11:16 #3
Originariamente inviato da: boboviz
Hanno imparato dagli italiani a finanziare imprese private con valanghe di soldi pubblici. Bravi USA!!


Però almeno in USA lo stato ha acquisito una quota del 10% della società. Questo vuol dire che parteciperà agli eventuali utili e che in futuro potrebbe rivendere la quota magari guadagnandoci. Inoltre potrebbe avere un posto nel consiglio di amministrazione.
Anche in Francia lo stato possiede quote azionarie di PSA (Peugeot-Citroen) e quindi ora ne possiede in Stellantis. Non so come le abbia acquisite ma molto probabilmente le avrà avute in cambio di aiuti statali.
Quindi non sono stati dati aggratis come invece l'Italia ha fatto per decenni con la Fiat/FCA a cui dava valanghe di soldi in cambio di niente.
CrapaDiLegno02 Settembre 2025, 10:25 #4
Originariamente inviato da: boboviz
Hanno imparato dagli italiani a finanziare imprese private con valanghe di soldi pubblici. Bravi USA!!


Be', se finanziamento deve essere, questo è il metodo più intelligente perché lo Stato ha qualche cosa indietro dall'azienda in cui ha messo i soldi di tutti.
Altrimenti si finisce a buttare soldi per finanziare aziende (leggasi, aiutare gli amici di chi siede sullo scranno) senza alcun ritorno per lo Stato, che siamo poi tutti noi.
Non c'è solo FIAT, c'è anche Alitalia in cui sono stati buttati miliardi per mantenere attiva una azienda praticamente morta da anni, ci sono le banche e ci sono tutte quelle forme di aiuto "indiretto" tramite bonus che ormai sono tanto in voga.
Vorrei ricordare a tutti, e in particolare a qualcuno che qui sul forum, lo sa bene, sì sì, proprio tu Cochizzzaro, che qualsiasi forma di aiuto statale equivale a privare i cittadini dei propri soldi (almeno per chi paga onestamente le tasse, quindi sicuramente sono anche i MIEI soldi) per metterli in tasca a qualcun altro.
E che quando lo Stato, cioè sempre tutti noi, rivuole qualcosa indietro da questi morti di fame che non avrebbero fatto quello che hanno fatto senza il suo aiuto, non lo si deve tacciare come LADRO, ma inginocchiarsi e ringraziarlo. E tacendo, ridare indietro il prestito (bonus) quanto possibile.
Alodesign02 Settembre 2025, 10:34 #5
Originariamente inviato da: CrapaDiLegno
Be', se finanziamento deve essere, questo è il metodo più intelligente perché lo Stato ha qualche cosa indietro dall'azienda in cui ha messo i soldi di tutti.
Altrimenti si finisce a buttare soldi per finanziare aziende (leggasi, aiutare gli amici di chi siede sullo scranno) senza alcun ritorno per lo Stato, che siamo poi tutti noi.
Non c'è solo FIAT, c'è anche Alitalia in cui sono stati buttati miliardi per mantenere attiva una azienda praticamente morta da anni, ci sono le banche e ci sono tutte quelle forme di aiuto "indiretto" tramite bonus che ormai sono tanto in voga.
Vorrei ricordare a tutti, e in particolare a qualcuno che qui sul forum, lo sa bene, sì sì, proprio tu Cochizzzaro, che qualsiasi forma di aiuto statale equivale a privare i cittadini dei propri soldi (almeno per chi paga onestamente le tasse, quindi sicuramente sono anche i MIEI soldi) per metterli in tasca a qualcun altro.
E che quando lo Stato, cioè sempre tutti noi, rivuole qualcosa indietro da questi morti di fame che non avrebbero fatto quello che hanno fatto senza il suo aiuto, non lo si deve tacciare come LADRO, ma inginocchiarsi e ringraziarlo. E tacendo, ridare indietro il prestito (bonus) quanto possibile.


"A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca".
Io penso sempre che facciamo parti di quella fetta di mondo in cui i politici devono restituire i soldi a chi li ha messi li, che non sono i cittadini ma chi li ha finanziati.
Se abbiamo dato tutti quei soldi a FIAT, Alitalia, banche varie è anche perché qualcuno ci doveva guadagnare privatamente.
CrapaDiLegno02 Settembre 2025, 10:46 #6
Originariamente inviato da: Alodesign
"A pensar male si fa peccato ma ci si azzecca".
Io penso sempre che facciamo parti di quella fetta di mondo in cui i politici devono restituire i soldi a chi li ha messi li, che non sono i cittadini ma chi li ha finanziati.
Se abbiamo dato tutti quei soldi a FIAT, Alitalia, banche varie è anche perché qualcuno ci doveva guadagnare privatamente.


Ovvio, come detto appunto l'amichetto di chi siede sullo scranno.
Non dimentichiamo che di amichetti ne esistono un po' dappertutto, non solo nel privato: il numero di assunti in certe posizioni pubbliche in alcune province e regioni, oltre che la spinta verso progetti pubblici di dubbia (se non proprio comprovata) inutilità (chi ha detto il ponte sullo stretto? Via, fuori dalla stanza!) sono un altro modo di finanziare questi individui.
Poi c'è il rinnovo continuo alle stesse concessionarie di treni e autostrade anche se hanno dimostrato di essere dei perfetti incapaci.
E la lista prosegue, con esempi ben peggiori come il reddito di cittadinanza e i centri di impiego per i lavori socialmente utili, entrambi rivelatesi delle bufale solo per creare bacini di voti che hanno arricchito i fannulloni e impoverito tutta l'Italia per le prossime 3 o 4 generazioni.
Quando si va a votare bisognerebbe ricordarsi del numero di questi aiuti e chi li ha fatti e decidere se i propri soldi sono stati veramente spesi per migliorare la società permettendole di affrontare meglio le sfide future, oppure no.
Purtroppo però vota anche chi ha ricevuto questi aiuti e sono più di quelli che invece i soldi li hanno "prestati" loro, per cui è una lotta impari che non si può vincere con le sole regole della democrazia: serve cultura civica.
Che a molti manca completamente, sì sì, parlo di te vergognoso Coschizzaro.

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