Intel e la multa UE per abuso di posizione dominante: l'avvocato generale 'bacchetta' la Commissione
Continua lo scontro tra Intel e l'UE sulla multa del 2009 per abuso di posizione dominante nel settore delle CPU x86. Al centro la politica degli sconti offerti ai partner. Intel incassa un parere benevolo dall'avvocato generale della Corte di Giustizia.
di Manolo De Agostini pubblicata il 19 Gennaio 2024, alle 10:51 nel canale MercatoIntel
Continua lo scontro tra la Commissione europea e Intel sulla famosa multa da poco più di un miliardo comminata nel 2009 per abuso di posizione dominante nel mondo delle CPU x86 ai danni di AMD. Pensavamo che la revisione della cifra, scesa a 376 milioni di euro, rappresentasse l'ultimo atto di una querelle infinita, ma non è così.
In realtà, la Commissione disse a settembre che la nuova decisione non avrebbe pregiudicato "il ricorso pendente contro l'annullamento da parte del Tribunale della constatazione di violazione del 2009 relativa agli sconti condizionati di Intel".
La nuova multa comminata lo scorso anno, infatti, è relativa ai soli pagamenti accertati verso i produttori di computer per bloccare o rallentare l'arrivo sul mercato di computer con CPU AMD e limitarne la vendita (negli anni tra il novembre 2002 e il dicembre 2006).

Rimane aperta invece tutta la questione degli sconti (detti "sconti condizionati") che Intel ha offerto ai suoi partner, ritenuti dalla Commissione una pratica di mercato scorretta, mentre la società statunitense sostiene si tratti di una normale pratica di business. La difficoltà per la Commissione sta nel dimostrare che uno sconto ha carattere anticoncorrenziale.
In queste ore a firmare nuovo capitolo della vicenda è Laila Medina, avvocato generale presso la Corte di giustizia dell'Unione europea. Secondo quanto riportato (PDF), Medina ha rilasciato un parere "non vincolante" che riguarda due dei sei motivi di ricorso della Commissione. L'avvocato generale si è esposto in favore delle tesi di Intel. Ma riavvolgiamo il nastro.
Dopo la multa comminata nel 2009, nel 2014 il Tribunale ha respinto il tentativo di Intel di sottrarsi alla sanzione. Un successivo ricorso del 2017 alla Corte di giustizia europea (CJEU) ha portato al rinvio del caso al Tribunale per un riesame.
Nel gennaio 2022, il Tribunale è giunto a una nuova conclusione, definendo incompleta l'analisi della Commissione e sostenendo che non era riuscita a stabilire uno standard giuridico secondo cui "gli sconti in questione potevano avere effetti anticoncorrenziali".
La Commissione è ricorsa in appello. Ed è in tale contesto che si inserisce il parere dell'avvocato generale della CJEU. Laila Medina ha contestato alcune delle argomentazioni sollevate dalla Commissione nel suo ultimo tentativo di ritenere Intel responsabile di quello che considera un abuso di posizione dominante.
L'avvocato generale ritiene che la Corte dovrebbe confermare l'errata applicazione del test AEC da parte della Commissione per quanto concerne gli sconti applicati da Intel ad HP e Lenovo. Il test AEC, sigla di "As-Efficient Competitor", serve a stabilire la differenza tra una sana condotta o una illegale, quindi a capire se gli sconti sono frutto di una sana politica di mercato o abbiano l'unico obiettivo di falcidiare i competitor.
Nel caso di HP, Medina ha concluso che la Commissione non ha sostenuto adeguatamente le sue affermazioni. Per quanto riguarda Lenovo, l'avvocato generale ha confermato le conclusioni del Tribunale del 2022, che contestavano l'applicazione da parte della Commissione del test AEC. Stiamo parlando quindi di presunti errori nelle analisi economiche, aspetti cavillosi su cui la difesa di Intel può fare presa.
Secondo Medina, "la corte dovrebbe confermare che la Commissione ha commesso un errore nell'applicare il test AEC rispetto ad HP e Lenovo". Come detto, l'opinione di Medina non è vincolante e quindi il Tribunale può accettarla o no, anche se come fa notare Reuters "segue la maggior parte di queste raccomandazioni".










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2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoCome mi sono chiesto come mai Nvidia poco tempo fa ha cercato di convincere i partner/produttori di schede video a non assemblare e vendere schede video Intel,anche in questo caso,Nvidia ha un mano quasi tutto il mercato delle schede discrete, è quasi fisiologicamente impossibile che qualcuno le tolga percentuali rilevanti di mercato.
Misteri
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