Guerra tecnologica: ecco perché Taiwan ha bloccato Huawei e SMIC

Taiwan ha inserito Huawei e SMIC nella propria lista di controllo delle esportazioni di tecnologie strategiche. Le aziende taiwanesi dovranno ora richiedere permessi per esportare verso i due colossi cinesi. Un allineamento con gli USA che limita l'accesso cinese ai semiconduttori avanzati, in particolare per l'intelligenza artificiale.
di Manolo De Agostini pubblicata il 16 Giugno 2025, alle 07:11 nel canale MercatoSMICHuaweiTSMC
Il governo di Taiwan ha annunciato un aggiornamento della propria lista di controllo delle esportazioni di tecnologie strategiche, includendo 601 nuovi soggetti, tra cui i colossi cinesi Huawei e SMIC. La decisione, formalizzata dall'International Trade Administration del Ministero del Commercio, mira a rafforzare i controlli su forniture ad alto contenuto tecnologico verso soggetti ritenuti sensibili dal punto di vista della sicurezza nazionale.
L'inserimento di Huawei e SMIC nella lista comporta l'obbligo per tutte le aziende taiwanesi di ottenere un'autorizzazione governativa prima di avviare qualsiasi tipo di esportazione verso le due società e le loro controllate. Il provvedimento potrebbe rallentare ulteriormente l'accesso della Cina a materiali, tecnologie di produzione e attrezzature necessarie allo sviluppo di semiconduttori avanzati, in particolare nel campo dell'intelligenza artificiale.
La misura si inserisce nel contesto più ampio delle tensioni geopolitiche e tecnologiche tra Stati Uniti e Cina. Già nel novembre scorso, Washington aveva richiesto a TSMC - il principale produttore mondiale di semiconduttori con sede a Taiwan - di sospendere le forniture di chip avanzati a clienti cinesi. Inoltre, è emerso che Huawei avrebbe utilizzato società fittizie per eludere i divieti e ottenere da TSMC la produzione di circa due milioni di chip destinati all'elaborazione AI, fatti che avrebbero ulteriormente spinto Taipei verso un rafforzamento delle barriere.
Nonostante il potenziale impatto sulla filiera cinese, le aziende taiwanesi non sembrano particolarmente scosse dalla nuova direttiva. La maggior parte dei fornitori locali aveva infatti già interrotto o limitato i rapporti con Huawei e SMIC in seguito alle precedenti sanzioni statunitensi. Alcuni analisti sottolineano come questa scelta possa addirittura favorire i concorrenti di Huawei nel settore degli smartphone e delle infrastrutture di rete, tra cui diverse aziende taiwanesi.
Huawei e SMIC, già da tempo inclusi nelle liste nere del Dipartimento del Commercio statunitense, si trovano ora anche formalmente accomunati in una lista taiwanese che include entità provenienti da Paesi come Russia, Iran, Corea del Nord, Afghanistan e Pakistan. Una mossa che testimonia il crescente allineamento strategico tra Taipei e Washington in materia di sicurezza tecnologica.
2 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoChe Vattelapesca sia una società di comodo di Huawei ovviamente a Taiwan nessuno viene il dubbio. O forse sì, ma chissenefrega.
L'hanno già fatto, e lo rifaranno. I soldi sono soldi e aiutare la Cina in qualche modo allontana la minaccia di essere invasi.
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