Produzione per conto terzi, Intel è destinata a fallire secondo un dirigente di AMD
Sotto la leadership di Pat Gelsinger, Intel si candida a diventare un'alternativa importante a TSMC e Samsung nella produzione di chip per conto terzi. Non tutti però pensano che Intel avrà successo: secondo un dirigente di AMD è destinata a fallire.
di Manolo De Agostini pubblicata il 09 Ottobre 2023, alle 09:21 nel canale ProcessoriIntel
Il ritorno di Pat Gelsinger in Intel nel ruolo di CEO ha segnato un'ondata di cambiamenti per il colosso dei microchip, primo fra tutti il piano a lungo termine per diventare un'antagonista credibile per TSMC e Samsung nella produzione per conto terzi.
Recentemente Intel ha festeggiato l'avvio della produzione in volumi con processo Intel 4 in Irlanda, e a margine di quell'evento proprio Gelsinger ha commentato con Bloomberg i progressi fatti nell'alveo della nuova strategia.
"Ci darei la sufficienza, dopo due anni e mezzo di cammino", ha sentenziato il massimo dirigente aggiungendo che sebbene non da prima della classe, la capacità di esecuzione di Intel non è più "rotta", ovvero sta correndo sui giusti binari dopo essere deragliata per diverso tempo all'inseguimento dei 10 nanometri con obiettivi tecnologici troppo ottimistici.

Da tempo si vocifera di potenziali interlocuzioni tra Intel e NVIDIA per produrre le GPU, o altri prodotti, presso le Fab di Intel. Lo stesso Gelsinger ha dichiarato che non disdegnerebbe vedere anche i chip di AMD prodotti nelle proprie Fab. Ma come la pensa AMD? Di recente Lisa Su, intervistata da The Verge, ha saggiamente lasciato aperta ogni eventualità, ma non è detto che tutti la pensino allo stesso modo nelle fila del produttore delle CPU Ryzen.
Darren Grasby, vicepresidente esecutivo per le partnership strategiche e presidente di AMD EMEA, ha dichiarato durante il Canalys EMEA Forum 2023 che non crede nel successo della strategia Intel. Interrogato in merito da The Register, Grasby ha replicato con un secco "certamente no", lasciando intendere che la decisione di abbracciare la produzione per conto terzi potrebbe essere una svolta di cui Intel potrebbe pentirsi.
"Intel ha intrapreso questa strada" ha detto, "e se si pensa al percorso di AMD, molti anni fa avevamo le nostre Fab e abbiamo scelto di diventare fabless. È stato il punto di svolta che ci ha permesso di investire quei dollari in ricerca e sviluppo nella nostra roadmap, e sono le roadmap che oggi stanno portando quel prodotto e quella tecnologia all'avanguardia sul mercato".
Oltre all'investimento irlandese Intel ha annunciato in Europa un investimento a Magdeburgo in Germania e un altro in Polonia. Negli Stati Uniti sono in costruzione due impianti in Arizona, due in Ohio e un altro legato alle tecnologie di packaging sorgerà nel New Mexico. A questo si aggiunge l'impegno di Intel nell'ammodernamento dei siti esistenti e rimangono aperte le piste verso ulteriori investimenti nel Vecchio Continente, tra cui quello potenziale in Italia.
È impossibile dire oggi se Intel avrà successo nel suo piano, ma senza dubbio in questi due anni e mezzo Gelsinger ha cambiato profondamente la società, andandone a modificare il modus operandi, rendendo le Fab più aperte ma soprattutto intervenendo sul modo in cui i team interni s'interfacciano alle Fab. Le unità interne di Intel sono diventate di fatto dei clienti, che devono lavorare usando procedure e strumenti comuni a realtà come MediaTek e ARM.
Gelsinger sta quindi rivoltando Intel come un calzino e, in un certo senso, non poteva scegliere momento migliore per farlo: la lezione del COVID e l'instabilità geopolitica stanno richiamando le grandi potenze a una sorta di protezionismo tecnologico, con l'obiettivo di togliere all'Asia il predominio sulla produzione di semiconduttori, già oggi importanti ma in futuro ancora di più.
Per farlo tanto l'Europa quanto gli Stati Uniti hanno messo a punto pacchetti di agevolazioni, sia economiche che normative, chiamati Chips Act che spalleggiano il piano di Gelsinger di diventare un porto sicuro per chi vuole produrre riducendo i potenziali rischi.










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9 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPerchè questi dirigenti si dilettano in questi esercizi (inutili) da chiromanti ?
Si concentrassero sulla loro di azienda...meglio.
Pure io posso sparare previsioni a cazzo visto :3
Pure io posso sparare previsioni a cazzo visto :3
...io ci provo...tanto, perso per perso, dammi 6 numeri da giocare al superenalotto, se vinco ti passo il 10% !
Il titolo e' fuorviante, il dirigente dice solamente che Intel non riuscira' nell'intento di produrre chip per conto di terzi nelle sue fab.
IMHO La nuova dirigenza sta facendo le mosse giuste.
Intel andrà alla grande anche in borsa, al primo casino anche piccolo che scoppia attorno a Taiwan le azioni di Intel saliranno di molto.
IMHO La nuova dirigenza sta facendo le mosse giuste.
Intel andrà alla grande anche in borsa, al primo casino anche piccolo che scoppia attorno a Taiwan le azioni di Intel saliranno di molto.
Il problema di Intel è che sino a quando le sue fab continueranno a far parte del gruppo, molti grossi potenziali clienti potrebbero avere delle remore all'idea di far produrre i loro chip ad un loro concorrente.
Anche senza far ricorso a pratiche sleali/illegali, Intel avrebbe accesso ad un sacco di informazioni (rese di produzione di specifici tipi di chip, dati sui quantitativi prodotti, tecnologie produttive e tutta l'expertise relativa all'ingegnerizzazione di prodotti della concorrente) che potrebbe usare a suo vantaggio per proporre un suo prodotto in concorrenza diretta col loro.
Poi in caso di problemi in Cina e dintorni, mica c'e' solo Intel; sia TSMC che Samsung stanno espandendo le loro capacità produttive in USA (ed anche in Europa nel caso di Samsung) proprio tenendo conto di queste possibili contingenze.
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