Processori Intel 'assemblati' in Italia? Il governo stringe ma occhio alla Polonia

Processori Intel 'assemblati' in Italia? Il governo stringe ma occhio alla Polonia

Il vociferato investimento produttivo di Intel in Italia potrebbe riguardare una fabbrica per il packaging avanzato e un centro di ricerca. Il governo dovrà però vincere la concorrenza polacca. La produzione di semiconduttori dovrebbe invece andare in Germania, con la Francia alla finestra.

di pubblicata il , alle 15:01 nel canale Processori
Intel
 

Non è un mistero che il governo italiano e alcune regioni stiano lavorando per convincere Intel a investire miliardi di euro nel nostro Paese, all'interno di un piano produttivo che vede l'azienda aprirsi alla produzione per conto terzi. "La trattativa c'è, ci sono stati una serie di incontri, ma credo che sarebbe stato meglio se queste voci non fossero uscite. La riservatezza aiuta in questi casi", ha dichiarato il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, durante la sua visita negli Stati Uniti.

Riservatezza che però è saltata ormai da un pezzo, e stupisce che a parlarne sia lo stesso Giorgetti che si è esposto più volte sul tema in passato. Dichiarazioni politiche a parte, sappiamo che la partita tutta italiana vede un Torino vs Catania, con l'area Mirafiori e quella dove opera già STMicroelectronics a contendersi il colosso dei microchip.

Alcuni nuovi dettagli sul dietro le quinte della spinosa trattativa arrivano da Reuters, che circostanzia maggiormente quello che potrebbe essere il ruolo italiano nella filiera produttiva di Intel. Anzitutto, la portata dell'investimento da parte dell'azienda a stelle e strisce:

"Roma è già in trattative con Intel per il potenziale investimento, che secondo le prime stime varrebbe più di 4 miliardi di euro, affermano le fonti coinvolte nelle discussioni. Uno di loro ha affermato che il totale potrebbe raggiungere anche circa 8 miliardi di euro, a seconda dei piani di Intel. […] Roma è pronta a finanziare parte dell'investimento complessivo con soldi pubblici e ad offrire condizioni favorevoli a Intel, anche sui costi del lavoro e dell'energia, affermano le fonti".

Il sostegno pubblico a un investimento di tale portata è pratica comune quando si vuole ottenere la presenza di una grande azienda sul proprio territorio. "La fabbrica dovrebbe creare oltre 1000 posti di lavoro diretti in Italia", affermano le fonti a Reuters. "Il governo sta preparando un'offerta molto dettagliata con l'obiettivo di concludere un accordo entro la fine dell'anno".

Sembra, ma nulla è stato ancora deciso da parte di Intel, che in Italia dovrebbe sorgere un impianto di "advanced packaging", dove l'azienda userà tecnologie avanzate come Foveros per unire vari chip (detti "tile") e creare i prodotti finali. All'altro capo dell'Atlantico Intel ha già messo nero su bianco un investimento di 3,5 miliardi di dollari nel campus di Rio Rancho, nel New Mexico, per potenziare le sue capacità nel packaging avanzato.

"L'Italia deve affrontare la concorrenza della Polonia, dove Intel è già presente, per l'impianto di packaging" scrive Reuters spiegando che l'impianto produttivo vero e proprio da cui usciranno i wafer di chip dovrebbe sorgere nell'area di Dresda, in Germania (che a sua volta si starebbe contendendo questo investimento con la Francia). La Germania è il polo continentale dell'auto e l'area di Dresda è già pronta a sostenere un impianto produttivo, dato che vi operano già da anni GlobalFoundries e Infineon. Un'altra fonte avrebbe inoltre confidato a Reuters che l'Italia avrebbe delle carte da giocarsi per ottenere anche un centro di ricerca.

Il mese scorso Pat Gelsinger, CEO di Intel, ha dichiarato che entro l'anno annuncerà i siti di due nuovi impianti in Europa con l'obiettivo di spendere 80 miliardi di euro nel prossimo decennio nel Vecchio Continente. Il primo ministro Mario Draghi ha dichiarato che se l'UE vuole raggiungere una produzione globale di semiconduttori pari al 20% entro il 2030 nell'ambito dello European Chips Act deve agire "ora e in modo deciso. Cina e Stati Uniti stanno già investendo decine di miliardi ciascuno in questo settore".

28 Commenti
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Nui_Mg23 Ottobre 2021, 18:07 #1
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
Il vociferato investimento produttivo di Intel in Italia potrebbe riguardare una fabbrica per il packaging avanzato e un centro di ricerca. Il governo dovrà però vincere la concorrenza polacca. La produzione di semiconduttori dovrebbe invece andare in Germania, con la Francia alla finestra.

l'italia poteva appunto sperare al max in una roba come il packaging...
BVS23 Ottobre 2021, 18:35 #2
Originariamente inviato da: Nui_Mg
l'italia poteva appunto sperare al max in una roba come il packaging...


welp non sarebbe l'unico, un tipo di vaccino contro il covid viene appunto impacchettato qui, in un azienda a nord di Frosinone

una delle tante ECCELLENZE
MaxVIXI23 Ottobre 2021, 19:02 #3
Originariamente inviato da: Nui_Mg
l'italia poteva appunto sperare al max in una roba come il packaging...


emh... forse non lo sai ma con packaging non s'intende l'atto di mettere i processori nella scatola di cartone...............
Nui_Mg23 Ottobre 2021, 19:37 #4
Originariamente inviato da: MaxVIXI
emh... forse non lo sai ma con packaging non s'intende l'atto di mettere i processori nella scatola di cartone...............

Parli di socket, piedini, ecc..?
Nui_Mg23 Ottobre 2021, 19:37 #5
Originariamente inviato da: BVS
una delle tante ECCELLENZE

Sì sì, hai ragione...
zappy23 Ottobre 2021, 21:23 #6
Originariamente inviato da: Nui_Mg
l'italia poteva appunto sperare al max in una roba come il packaging...

già...
meglio che niente, però...
Originariamente inviato da: BVS
welp non sarebbe l'unico, un tipo di vaccino contro il covid viene appunto impacchettato qui, in un azienda a nord di Frosinone

una delle tante ECCELLENZE

si fa per dire.
infialare vaccini non è low-tech, ma nemmeno hi-tech come produrre il principio attivo.

cmq trovo abbastanza sciocco che pensino di installare fabbriche di wafer dove già ce ne sono altre (dresda).
Ma dai problemi emersi con la pandemia, il blocco del canale di suez, o simili, per cui concentrare tutto in pochi posti si è rivelato un serio problema di affidabilità delle catene di produzione non hanno imparato nulla?
No, mettiamo tutte le produzioni in un solo posto. Poi piove un po' di più e si ferma mezzo mondo...
nickname8823 Ottobre 2021, 23:37 #7
Originariamente inviato da: MaxVIXI
emh... forse non lo sai ma con packaging non s'intende l'atto di mettere i processori nella scatola di cartone...............

Meglio di niente ! Anzi essendo l'ultimissima parte del processo di produzione vuol dire che non soffriremo di reperibilità
wobbly24 Ottobre 2021, 10:29 #8
Dove farle non conta molto, dipende da quanto sono disposti a pagare gli Stati. Costruirle in un posto dove ce ne sono altre è comodo a livelli di logistica perchè sei in un posto già "predisposto" ma come detto se viene un alluvione o un terremoto, perdi tutta la produzione.
zappy24 Ottobre 2021, 11:03 #9
Originariamente inviato da: wobbly
Dove farle non conta molto, dipende da quanto sono disposti a pagare gli Stati. Costruirle in un posto dove ce ne sono altre è comodo a livelli di logistica perchè sei in un posto già "predisposto" ma come detto se viene un alluvione o un terremoto, perdi tutta la produzione.

concordo del tutto.
il tema "rischi naturali" direi che dovrebbe essere preso in seria considerazione per il presente ed il futuro...
Vash_8524 Ottobre 2021, 12:03 #10
Intanto gira un comunicato sindacale dove sembra che stellantis voglia affittare/vendere tutta l’area a sud di c.so settembrini…. me lo ha confermato ieri un baracchino al pub
Chissà… io in supply Chain ci ho lavorato per un po’…. magari gli inizio a mandare il c.v. se vogliono venire nella città sabauda

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