Nel 2030 il 20% del costo dei componenti delle auto sarà legato ai semiconduttori
Il peso dei semiconduttori nel costo di realizzazione di un moderno veicolo continua ad aumentare: dal 4% di pochi anni fa arriveremo sino al 20% per la fine del decennio
di Paolo Corsini pubblicata il 08 Settembre 2021, alle 12:21 nel canale ProcessoriIntelMobileye
Nel corso degli ultimi 2 anni il mercato dei semiconduttori, con ondate differenti, ha sperimentato notevoli difficoltà nel far fronte alla domanda di componenti da parte dei produttori. La richiesta elevata, unita in alcuni casi alla difficoltà di sfruttare le più recenti tecnologie produttive, ha portato a frequenti shortage di prodotti sul mercato.
Questa dinamica ha colpito anche l'industria automobilistica, incapace di assicurare la produzione di molti veicoli proprio per mancanza di semiconduttori. La dipendenza dei produttori di automobili da questi componenti non solo è così rilevante da aver portato allo stop di alcune linee produttive ma tendenzialmente lo diventerà ancora di più con il passare degli anni.
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È Pat Gelsinger, CEO di Intel e figura da vari decenni impegnata attivamente nel mondo dei semiconduttori, a delineare in modo chiaro questo trend verso veicoli sempre più dipendenti dai semiconduttori nel corso di un keynote all'IAA Mobility di Monaco che si sta svolgendo in questi giorni. Se nel 2019 la quota di costo dei componenti richiesti per la costruzione di un veicolo vedeva i semiconduttori incidere per circa il 4% come media, per il 2025 tale percentuale è destinata a crescere sino al 12%: di fatto un'incidenza tripla sui costi nel giro di 6 anni.
Spostandoci al 2030 la quota di costo ascrivibile ai semiconduttori nel cosiddetto BOM, Bill of Materials, per la costruzione di un'automobile salirà sino al 20%. La crescente complessità dei veicoli, figlia sia della progressiva loro elettrificazione sia dell'implementazione di un numero sempre maggiore di dispositivi di assistenza alla guida, porterà ad una richiesta sempre più elevata di semiconduttori.
Pat Gelsinger vede ovviamente per la sua Intel un'importante opportunità: la sua stima è quella di un mercato che, per i produttori di semiconduttori, toccherà quota 115 miliardi di dollari per il 2030. L'azienda sarà certamente impegnata su più fronti: da un lato come produttore di semiconduttori per conto terzi e dall'altro quale fornitore di tecnologie attraverso Mobileye, azienda acquisita nel 2017 per oltre 15 miliardi di dollari.










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4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNon mi pareva tanto difficile ...
Non mi pareva tanto difficile ...
Sicuramente non era un boom prevedibile ed ad ogni modo ai produttori di semi conduttori questa crisi produttiva non dispiace visto che gli permetterà di aumentare i prezzi e tenere i clienti per le pa***e
Non mi pareva tanto difficile ...
TL;DR
Tutti lo sapevano, ma i costi di mercato, la legislazione sull'ambiente, lavoro e urbanizzazione in europa, rendono i semiconduttori prodotti in Europa non competitivi, rispetto a quelli prodotti in Cina o Far-east.
E visto che noi consumatori vogliamo spendere il meno possibile, le aziende non si sono lanciati in investimenti miliardari, avendo forti dubbi di rientro dell'investimento, e quindi hanno preferito comprare anche loro al prezzo più basso.
Avrebbero potuto intervenire le autorità politiche, con dazi o incentivi, ma in entrambi i casi sarebbero state iniziative impopolari. I dazi ai prodotti cinesi, per proteggere il prodotto EU, avrebbe aumentato i prezzo finale, rendendo la decisione impopolare. Incentivare l'industria dei semiconduttori si può fare aumentando le tasse in modo da avere più risorse da investire in semiconduttori, altra scelta impopolare. Oppure togliere incentivi da un settore per spostarlo ai semiconduttori, altra scelta impopolare.
Vedi, domanda logica, risposta molto complicata.
PS
Non capisco cosa c'entri il marketing.
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