L'amministrazione Biden vara nuove restrizioni per la vendita di chip e macchinari di produzione alla Cina

Gli USA cercano di limitare ulteriormente l'accesso della Cina a tecnologie americane allo scopo di mantenere un vantaggio competitivo
di Andrea Bai pubblicata il 08 Ottobre 2022, alle 11:31 nel canale ProcessoriIntelMicron
Nel corso della giornata di ieri l'amministrazione Biden ha comunicato un nuovo giro di restrizioni per la vendita di chip e macchinari di produzione a realtà cinesi, una misura che va letta all'interno di una strategia volta a mettere in difficoltà le capacità di sviluppo e produzione tecnologica di Pechino, anche in ottica militare.
In particolare, secondo quanto riporta il Wall Street Journal, la Casa Bianca ha disposto che i produttori statunitensi, come ad esempio Intel e Micron, debbano ricevere una licenza da parte del Dipartimento del Commercio che li autorizzi all'esportazione di semiconduttori e macchinari per la produzione di chip verso le aziende del fu Celeste Impero.

Non è un caso che le nuove restrizioni seguano i recenti investimenti statunitensi nella produzione interna di semiconduttori, che proprio il presidente Joe Biden ha varato con la firma del CHIPS and Sience Act dello scorso agosto che stanzia 280 miliardi di dollari su 10 anni con un particolare programma di sussidi per le aziende che scelgono di costruire impianti di produzione su suolo statunitense. Entrambe le misure rappresentano la volontà, e il tentativo concreto, di incrementare la competitività tecnologica statunitense contro la Cina.
Lo stesso CHIPS and Science Act prevede inoltre il divieto, per chi si avvale dei sussidi, di costruire fabbriche di produzione di chip in Cina per un periodo di 10 anni. Il nuovo giro di restrizioni causa pertanto una reale difficoltà di accesso alla tecnologia americana da parte della Cina.
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22 Commenti
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Bè complimenti !
Fermo restando che i chinesi riescono già a produrre chip con un PP copiato da TSMC a 7nm quindi si stanno avvicinando.
Lo stato criminale comunista cinese non deve usare tecnologie occidentali per farci la guerra.
Lo stato criminale comunista cinese non deve usare tecnologie occidentali per farci la guerra.
La guerricciola in Ucraina sta spingendo non solo all'autosostentamento dell'UE a tempi molto più brevi di una normale transizione ma è anche la più grande spinta assoluta per promuovere le energie rinnovabili a sfavore dei combustibili fossili !
La guerra fredda senza essere mai stata combattuta ha dato la più grande spinta per l'era digitale, mente riguardo la seconda guerra mondiale non penso ci sia bisogno di citare nulla ( a parte il primo processore al mondo, internet, il radar, l'energia nucleare e i motori jet ..... oltre alle scoperte in campo medico ).
USA, UE, UK e quasi tutti gli altri NON riconoscono Taiwan come stato.
Il caso Taiwan è solo la trappola USA per fornire una scusa per sanzionare la Cina.
Che le guerre portino sempre una ricaduta in termini di sviluppo è discutibile.
Le continue guerre fra barbari e Impero romano, susseguitesi per decenni, hanno portato a secoli - quasi un millennio - di buio (o semibuio, per alcuni) culturale, scientifico e tecnico.
Che le guerre portino sempre una ricaduta in termini di sviluppo è discutibile.
Le continue guerre fra barbari e Impero romano, susseguitesi per decenni, hanno portato a secoli - quasi un millennio - di buio (o semibuio, per alcuni) culturale, scientifico e tecnico.
Le innovazioni tecniche nate all'età romana sono numerose, soprattutto grazie all'annessione di territori e culture straniere prese con la forza.
Non è discutibile invece che guerre degli ultimi secoli abbiano portato alle più grandi e principali innovazioni di cui oggi godiamo.
E anche questa guerra attuale pur confinata, lontana e che non dura da nemmeno un anno spingerà l'UE a fare passi avanti numerosi sulla tabella di marcia sul fronte energetico che in una condizione normale avrebbe fatto chissà fra quanto tempo.
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