Intel vuole 10 miliardi di dollari in sussidi per una Fab europea. Germania in pole position

Intel vuole 10 miliardi di dollari in sussidi per una Fab europea. Germania in pole position

Pat Gelsinger ha girato l'Europa per tastare il terreno in vista della costruzione di un nuovo impianto di chip nei prossimi anni. Il CEO di Intel chiede sussidi per 8 miliardi di euro e, in un'intervista, ha parlato della Germania e del Benelux come potenziali candidati ad accogliere il nuovo polo produttivo.

di pubblicata il , alle 08:31 nel canale Processori
Intel
 

Intel vuole realizzare un nuovo impianto produttivo di semiconduttori in Europa (per produrre anche per terzi), ma per farlo sono necessari sussidi per quasi 10 miliardi di dollari. Il CEO Pat Gelsinger, in un'intervista con Politico Europe (via Reuters), ha parlato della necessità di ottenere almeno 9,7 miliardi di dollari (circa 8 miliardi di euro) di sussidi e ha citato la Germania e il Benelux come buoni candidati a ospitare una nuova Fab Intel.

"Geopoliticamente, se sei in Europa, vuoi stare nell'Europa continentale", ha detto Gelsinger a Politico. "Pensiamo alla Germania come un buon candidato - non l'unico, ma un buon candidato - per il luogo in cui potremmo costruire la nostra capacità produttiva". Altri candidati includono Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo (Benelux).

Per Intel, realizzare un impianto produttivo in Europa e Stati Uniti è finanziariamente complesso, se pensiamo a paesi come la Corea del Sud e Taiwan in cui operano i concorrenti Samsung e TSMC, che praticano una minore tassazione, incentivano pesantemente la produzione locale e il costo del lavoro è inferiore. "Quello che chiediamo agli Stati Uniti e ai governi europei è di rendere competitivo per noi realizzare un impianto qui rispetto all'Asia".

Perché tutto questo interesse per l'Europa? Il COVID ha dimostrato che la concentrazione di player nel settore, il numero insufficiente di impianti per far fronte a un'improvvisa impennata della domanda (che in un mondo sempre più digitale non calerà, anzi), ma anche la loro dislocazione in un'unica area geografica, pone problemi di approvvigionamento e resilienza alle aziende statunitensi ed europee. In Europa la capacità produttiva è scesa da una quota del 44% nel 1990 al 10% odierno: la Cina produce un quarto di tutti i semiconduttori, Taiwan il 21%, la Corea del Sud il 19% e il Giappone il 13%.

"Ricerca e sviluppo e know-how seguono inevitabilmente l'industria e, una volta scomparsi, sono difficili da recuperare", ha scritto Gelsinger su LinkedIn. "È quindi imperativo che l'UE crei più chip sul suolo locale per aiutare a prevenire futuri problemi di approvvigionamento. Ciò sosterrebbe anche la sicurezza e la prosperità a lungo termine, contribuendo a mantenere e promuovere la progettazione di semiconduttori locali e le competenze nell'ingegneria dei processi, in modo che l'UE controlli il proprio destino per quanto riguarda una tecnologia critica".

Dopo decenni di scarso interesse, l'UE si è impegnata a raddoppiare la sua capacità produttiva portandola a una quota del 20% entro il 2030. Ed è sulla base di questo rinnovato impegno che Intel desidera espandere la sua capacità produttiva futura per attrarre clienti. Non sarà un'operazione che avverrà dall'oggi al domani: burocrazia a parte, una Fab richiede anni per essere costruita. "Dobbiamo andare più veloci e non possiamo farlo da soli", aggiunge Gelsinger sollecitando la politica.

La cifra di 8 miliardi di euro in sussidi, tra sgravi fiscali e investimenti diretti, fa pensare che il potenziale impianto di Intel avrà una capacità produttiva elevata e sarà tecnologicamente avanzato (7 nanometri EUV e processi più avanzati), in modo da coprire le sue necessità dirette ma anche quelle delle terze parti locali.

Solo poche settimane fa Gelsinger ha allacciato rapporti con il mondo dell'auto, proponendosi di alleviare nei prossimi mesi lo shortage di chip che sta rallentando la produzione di molte vetture. Nel suo tour europeo, secondo indiscrezioni, il CEO di Intel avrebbe incontrato i vertici di BMW, Deutsche Telecom e Volkswagen, oltre al ministro dell'economica tedesco Peter Altmaier.

Intel ha già un polo produttivo in Irlanda (ne abbiamo scritto recentemente) a Leixlip, cittadina nel nordest della contea di Kildare dal 1989, dove ha già investito circa 15 miliardi di dollari (ma prevede di arrivare a 22 miliardi entro i prossimi due anni).

Leggi anche: Il fondatore di TSMC punge Intel: ci deridevano, adesso ci inseguono

Sul finire di marzo Pat Gelsinger ha comunicato i dettagli su IDM 2.0, l'iniziativa che vedrà il colosso dei microchip espandere fortemente la propria capacità produttiva e aprire gli impianti situati negli Stati Uniti e in Europa ad altre realtà: Intel vuole soddisfare la domanda produttiva locale, affermandosi come un'alternativa alla filiera asiatica, dove si concentra l'80% della produzione mondiale. Per questo l'azienda ha già annunciato un investimento di 20 miliardi di dollari per creare due nuove Fab in Arizona nel campus di Ocotillo.

AGGIORNAMENTO 04-05-2021

Intel ha rilasciato una nota su quanto riportato, precisando di non aver chiesto una determinata somma di denaro in sussidi. Di seguito la comunicazione ricevuta in versione tradotta:

"In merito agli incentivi sui semiconduttori in Europa, Intel non ha richiesto una cifra specifica. Tuttavia, come ha detto il nostro CEO, i leader europei devono fare gli investimenti necessari per assicurare un'industria vibrante dei semiconduttori, ottenere forniture resilienti ed espandere l'innovazione sul lungo termine. Attualmente, può costare il 20-40% in più far funzionare una FAB in Europa o Stati Uniti rispetto ai paesi asiatici. Mentre ci rivolgiamo ad Europa e Stati Uniti per aiutare a bilanciare la filiera della produzione di chip, siamo incoraggiati dalla risposta che abbiamo ricevuto dai leader dei governi".

37 Commenti
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omerook01 Maggio 2021, 08:48 #1
La scusa è il costo del lavoro troppo alto in europa?
Vediamo diamo 10 miliardi a Intel o 1 milione a 10.000 cittadini europei? o ancora meglio diamo 10 miliardi ad una fonderia europea per fare ricerca e sviluppo ?
Cappej01 Maggio 2021, 08:58 #2
In effetti... Il tuo ragionamento non è sbagliato. Poi, sinceramente, preferirei investire (come nazione) in una fonderia tipo TSMC piuttosto che Intel... I tempi stanno cambiando e una fobderia del genere per produrre un solo tipo di chip (i loro x86) non sono noccioline. Se le cose girano male, investo 10 miliardi e dopo 10 anni diventa una struttura abbandonata.
Ok per una fonderia in Europa, ne guadagneremo tutti, ma che produce chip per tutti... Non mono-cliente
Imho
Ci mancherebbe
omerook01 Maggio 2021, 09:06 #3
C'è anche da aggiungere che se queste sono le premesse sarà un continuo ricatto per l'Europa. Ogni anno batteranno cassa lamentandosi che lo stabilimento è anti economico con continue minaccie di chiusura .
homero01 Maggio 2021, 09:30 #4
il costo della burocrazia europea è enorme, serve esclusivamente a decidere chi deve e come produrre, in dettaglio ad oggi solo dando i soldi europei è possibile l'insediamento di una nuova azienda di grandi dimensioni, a prescindere da tutto, questo in ultimo rende schiava l'azienda delle istituzioni che l'hanno finanziata con soldi apparentemente pubblici ossia di tutti, di fatto son soldi contabilizzati dall'alta finanza e niente di più, pertanto intel contratta il suo insediamento in europa ma di fatto i benefici saranno ristretti a pochi scelti, la burocrazia europea e fondi europei sono un sbaglio enorme in quanto difficili da rendere effettivamente efficaci e in aggiunta ti rendono schiavo della burocrazia per anni costituendo un costo aggiuntivo e inutile alla produzione, in italia ne abbiamo esempi in tutti i settori nei quali compaio i cartelli "beneficiario di fondi europei" sarebbe più corretto scrivere "schiavo dei fondi europei"
wobbly01 Maggio 2021, 09:45 #5
Schiavo dei fondi europei? Non penso ma più "tossico" dipendente dai fondi statali/comunitari come il settore dell'automobile. Negli ultimi 20 anni, avessero smesso di sostenerlo si sarebbe regolato da solo, ma ora se gli tolgono anche questi soldi di case produttrici europee non rimarrebbe neanche la VW o Mercedes-Benz.
Putroppo pagare una multinazionale per fare una fabbrica qui, non ha mai avuto senso e mai lo avrà finiti gli incentivi se ne va placidamente. I casi sono innumerevoli da Taranto a nord di Bolzano, nessuno escluso.
Bisognerebbe promuovere una fabbrica europea con azionisti europei e pubblici (in parte) che produce chip in licenza (inizialmente) come ARM, la quale poi si potrebbe espandere ad altri prodotti. In questo modo non si è ricattati dalla multinazionale di turno.
the_joe01 Maggio 2021, 10:00 #6
Originariamente inviato da: wobbly
Schiavo dei fondi europei? Non penso ma più "tossico" dipendente dai fondi statali/comunitari come il settore dell'automobile. Negli ultimi 20 anni, avessero smesso di sostenerlo si sarebbe regolato da solo, ma ora se gli tolgono anche questi soldi di case produttrici europee non rimarrebbe neanche la VW o Mercedes-Benz.
Putroppo pagare una multinazionale per fare una fabbrica qui, non ha mai avuto senso e mai lo avrà finiti gli incentivi se ne va placidamente. I casi sono innumerevoli da Taranto a nord di Bolzano, nessuno escluso.
Bisognerebbe promuovere una fabbrica europea con azionisti europei e pubblici (in parte) che produce chip in licenza (inizialmente) come ARM, la quale poi si potrebbe espandere ad altri prodotti. In questo modo non si è ricattati dalla multinazionale di turno.


Ogni azienda sopravvive e prospera solo se fa utili, per questo serve fare in modo che produrre in Europa sia redditizio altrimenti ci sarà sempre il ricatto di portare la produzione altrove, purtroppo siamo molto indietro, non siamo più al top come tecnologia e i costi sono altissimi, tranne rare eccezioni di eccellenza, il resto della produzione conviene farla altrove e in questo siamo stati poco lungimiranti consegnando la tecnologia e le competenze a un paese che conta 2 miliardi di abitanti e può permettersi qualsiasi politica economica, ora recuperare è pressoché impossibile.
io78bis01 Maggio 2021, 10:31 #7
Spero EU sia abbastanza intelligente da fare un impianto di produzione conto terzi e per la futura CPU Europea piuttosto che dare soldi a un'azienda USA su cui non avrebbe controllo.


pachainti01 Maggio 2021, 10:44 #8
Originariamente inviato da: io78bis
Spero EU sia abbastanza intelligente da fare un impianto di produzione conto terzi e per la futura CPU Europea piuttosto che dare soldi a un'azienda USA su cui non avrebbe controllo.


Esatto, ma penso che siano finiti i tempi i cui UE regalava i soldi a terzi fuori dai confini.
io78bis01 Maggio 2021, 11:29 #9
Originariamente inviato da: pachainti
Esatto, ma penso che siano finiti i tempi i cui UE regalava i soldi a terzi fuori dai confini.


Speriamo
Alla fine in EU abbiamo ASML, STM, Fraunhofer, etc con il progressivo passaggio da X86 ad ARM sicuramente si può cercare un po' d'indipendenza.
Ci frega la mancanza della materia prima dove credo la Cina ormai abbia fatto incetta delle miniere
Schiebe01 Maggio 2021, 11:33 #10
Originariamente inviato da: Cappej
In effetti... Il tuo ragionamento non è sbagliato. Poi, sinceramente, preferirei investire (come nazione) in una fonderia tipo TSMC piuttosto che Intel... I tempi stanno cambiando e una fobderia del genere per produrre un solo tipo di chip (i loro x86) non sono noccioline. Se le cose girano male, investo 10 miliardi e dopo 10 anni diventa una struttura abbandonata.
Ok per una fonderia in Europa, ne guadagneremo tutti, ma che produce chip per tutti... Non mono-cliente
Imho
Ci mancherebbe


Se le cose girano male la fabbrica la vendono , figurati se resta inultilizzata, GlobalFoundries dice nulla?

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