CPU cinesi, un possibile pericolo per Intel e AMD in 3-5 anni: verità o affermazione di comodo?
Il massimo dirigente di Intel afferma che entro 3-5 anni le realtà locali cinesi che progettano CPU rappresenteranno un forte concorrente per l'azienda. La dichiarazione è stata rilasciata durante il Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese.
di Manolo De Agostini pubblicata il 16 Marzo 2022, alle 11:21 nel canale ProcessoriIntelAMD
La Cina sta investendo da anni nel comparto tecnologico per creare una propria Silicon Valley e sganciarsi il più possibile dalla tecnologia occidentale per ragioni sia competitive che di sicurezza nazionale. Un percorso dispendioso (alla portata delle casse statali) e difficile ma che in alcuni settori inizia a dare discreti frutti.
Al momento sia Intel che AMD possono dormire sonni tranquilli, non c'è un competitor cinese che possa tener loro testa, ma questo non significa che la situazione rimarrà cristallizzata per sempre. Secondo quanto riportato dal taiwanese Digitimes, la responsabile di Intel China, Rui Wang, ha affermato che si aspetta aziende cinesi competitive con Intel nel settore CPU entro i prossimi 3-5 anni.

"Finora non ci sono state aziende locali in grado di rappresentare una minaccia sostanziale per Intel", ha affermato la Wang, "ma tra 3-5 anni sarà chiaro che le aziende locali emergeranno come forti rivali". Una dichiarazione importante, specie se si tiene conto del fatto che il 25% dei ricavi di Intel è legato alla Cina, ma allo stesso tempo da contestualizzare.
Rui Wang ha parlato durante le riunioni plenarie del Congresso nazionale cinese che si è da poco concluso. Insomma, una platea a cui non è facile dire che gli sforzi profusi per raggiungere la concorrenza a stelle e strisce sono lontani dall'essere produttivi. Meglio lasciare un barlume di speranza. Non si può quindi fare affidamento totale al pronostico dei "3-5 anni", ma parallelamente non si può nemmeno escluderlo visto i progressi della Cina nel settore. La Wang ha garantito che Intel non starà guardare: "Intel non sarà gentile ed eserciterà il suo potere per competere in modo equo".
Xiao Yaqing, ministro per l'Informazione e la Tecnologia di Pechino, ha dichiarato che l'industria domestica dei chip è cresciuta di un terzo rispetto all'anno precedente. La spinta della ripartenza post-pandemica con il boom della domanda di semiconduttori ha investito anche la Cina, dove ha preso particolarmente piede la produzione di memorie e di altri chip con processi produttivi maturi grazie in particolare alla "fonderia" SMIC.
Sono diverse le realtà cinesi impegnate nello sviluppo di microprocessori. Shanghai Zhaoxin Semiconductor e Hygon realizzano soluzioni basate sull'ISA x86 grazie a licenze concesse rispettivamente da VIA e AMD (Zen 1), HiSilicon e Phytium Technology progettano chip basati su architettura ARM, mentre Loongson e Sunway Microelectronic creano soluzioni basate rispettivamente su ISA MIPS / RISC.













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26 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNei telefoni e in tutti gli altri apparecchi portatili x86 non c'è mai stata (e per ovvie ragioni, non compatibilità da mantenere e maggiori consumi per stesse prestazioni, con oltre tutta una serie di problemi per metterci roba custom accanto al core, tipo unità dedicate per lavori particolari).
In Cina non c'è lo zoccolo della retro compatibilità da superare, quindi qualsiasi architettura che emergerà va bene.
E infine, non dobbiamo pensare che la Cina debba sfornare qualcosa che vada più del 12900K o del 5950X per essere competitiva: le basta anche roba che come picco va la metà che per il mercato interno va più che bene (non ditemi che con un PC equivalente a 6 core x86 non potete essere produttivi, magari pure senza usare le applicazioni bloatware di MS).
Nel mercato HPC, al massimo mette più nodi con più CPU per colmare il gap.
Le memorie sono anni che se le fanno in casa in barba ai brevetti occidentali.
Direi che sì, tra 5 anni la Cina potrebbe diventare quasi indipendente dal mondo occidentale per quanto riguarda la tecnologia informatica.
..lo stretto di taiwan ?
Questo non è sempre vero, ci sono innumerevoli casi di aziende che hanno investito un sacco di soldi senza riuscire a colmare il gap. Basti pensare all'ultimo fiasco di MS nel mobile.
E comunque non sai dove saranno Intel e AMD tra 5 anni. Io credo che nasceranno delle architetture ibride vedi AMD con xilinx.
La storia insegna che prima o poi arriva qualcuno più indietro di te e ti supera,come un giorno verrà superata la Cina e qualsiasi altro impero,idem per l'impero statunitense.
E comunque non sai dove saranno Intel e AMD tra 5 anni. Io credo che nasceranno delle architetture ibride vedi AMD con xilinx.
Attenzione che nessuno pretende che ci sia la SUPREMAZIA delle CPU cinesi.
Qui si parla do CONCORRENZA!
Cioè, non è che le cpu china debbano essere parimerito o superiori alle proposte intel o amd.. qui per fregarsi una quota di mercato basta e avanza che abbiano una gamma di CPU con performance buone e prezzi abbordabili.
Qui si parla do CONCORRENZA!
Cioè, non è che le cpu china debbano essere parimerito o superiori alle proposte intel o amd.. qui per fregarsi una quota di mercato basta e avanza che abbiano una gamma di CPU con performance buone e prezzi abbordabili.
Performances buone e prezzi abbordabili, sante parole!
E magari S.O. di base, snelli, efficienti ed user friendly che facciono solo quel che deve fare un S.O. (distro Linux addomesticate, perchè no!).
Basta con questi macigni che usano la maggior parte delle risorse per gestire se stessi ed il proprio bloatware.
Ben venga tutto ciò, made in USA o China o anywere che sia.
Qui si parla di sviluppo di tecnologia in un mercato che non ha alcuno zoccolo duro per l'adozione. Non si parla di costi e problemi di adozione di una tecnologia già sviluppata.
Sono 2 cose differenti.
Io parlo di rendere le architetture (qualsiasi esse siano) capaci di elaborare una grande quantità di dati e con tutti i crismi delle CPU moderne (supporto alla virtualizzazione e tutti i tricche tracche che sono stati sviluppati per rendere un core consumer un core capace di lavorare in coordinazione con centinaia d'altri in un sistema con TB di memoria e con isolamento completo del processo).
Basta mettere abbastanza soldi e tra 5 anni anche MIPS o RISC-V può sfornare una CPU capace di entrare in un HPC.
Per lo sviluppo SW, si parte da zero comunque, per cui uno vale l'altro.
E che te ne fai di queste architetture ibride? Intel sono già 5 anni che le produce e non mi sembra che siano il non plus ultra se non in mercati di super nicchia dove la FPGA (che ha un costo e non indifferente pure nei consumi) svolge un ruolo particolare solo per quel tipo di applicazione e basta.
Con ARM se davvero hai bisogno di quella particolare elaborazione, fai prima a metterci una unità apposita nel die della CPU: costa un po' di più in costi fissi, ma consuma sicuramente meno, rende di più e in grandi volumi può non essere poi così troppo costosa rispetto ad una FPGA aggiunta a ogni CPU.
Reverse Engineering...
La Cina potrebbe sponsorizzare una bella Apple di stato, così se ne uscirebbe con un bel M1C.Devi effettuare il login per poter commentare
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