ARM ha svelato i nuovi core Neoverse V3 e N3 per le CPU datacenter

Neoverse V3 e N3 sono i nuovi core di ARM per il segmento dei datacenter. Prestazioni migliorate nel primo caso, efficienza superiore nel secondo, il tutto con un occhio all'IA e alla possibilità per i partner di realizzare SoC in tempi sempre più brevi.
di Manolo De Agostini pubblicata il 23 Febbraio 2024, alle 08:31 nel canale ProcessoriARM
Neoverse V3 e Neoverse N3 sono i nuovi core ARM destinati al mondo delle CPU per datacenter, dagli HPC fino ai sistemi cloud.
Oltre ai nuovi core, la società britannica ha introdotto le piattaforme Compute Subsystems (CSS), ovvero design preconfezionati e verificati che offrono core, memoria, input / output e interfacce d'interconnessione die-to-die per velocizzare la messa a punto dei system-on-chip (SoC) dei propri partner. Un esempio di soluzione CSS è Microsoft Cobalt 100.
Per quanto riguarda Neoverse V3, si tratta del core più veloce mai realizzato da ARM. Basato su ISA Armv9-A (v9.2) migliorata dalle estensioni SIMD SVE2, il core prevede 64 KB di cache L1 instruction, altrettanti di cache L1 data e fino a 3 MB di cache L2. L'interfaccia di memoria a 12 canali supporta tutte le tecnologie comuni come DDR5, LPDDR5 e HBM3, senza dimenticare CXL 3.0. Il progetto mette a disposizione anche 64 linee PCIe Gen5 e molto altro.
Neoverse V3 è disponibile in design con un massimo di 64 core per die, ma i partner di ARM possono unire due Neoverse V3 in un unico socket per raggiungere un totale di 128 core.
Secondo le simulazioni della società, una soluzione Neoverse V3 con 32 core offre tra il 10% e il 20% di prestazioni in più rispetto a un Neoverse V2, sempre con 32 core, con un carico datacenter tipico. ARM indica, inoltre, un balzo delle prestazioni fino all'84% nel caso di analisi di dati IA, ambito sempre più importante, per il quale ARM ha messo a punto la libreria XGBoost.
ARM, nelle sue slide, indica anche un miglioramento delle prestazioni per socket fino al 50%, ma il dato va contestualizzato perché è rapportato a progetti basati su core N2 e non V2, quindi è un po' fuorviante.
Il Neoverse N3 si basa sulla stessa architettura del V3, ma vi sono alcune differenze. ARM racchiude fino a 32 core in un unico chip e, con un obiettivo di TPD di soli 40 watt, l'attenzione è tutta rivolta in questo caso all'efficienza (praticamente il consumo è poco più di 1W per core). La cache L2 per core è stata aumentata da 1 a 2 MB rispetto al progetto N2 (ed è scalabile tra 128 KB e 2 MB per core in base al progetto), l'interfaccia di memoria è a 4 canali e le linee PCIe Gen 5 sono solo 32.
Il progetto di ARM N3 è altamente scalabile e permette di realizzare soluzioni fino a 192 core. Per Neoverse N3, ARM dichiara un rapporto prestazioni/watt per core migliorato del 20% rispetto al suo diretto predecessore. Il progresso prestazionale tipico è tra 10 e il 30% a seconda del carico, ma nell'analisi dati IA, sempre grazie alla libreria XGBoost, si può arrivare fino a un +196% rispetto a N2.
I nuovi core rientrano nell'iniziativa Arm Chiplet System Architecture (CSA), pensata per permettere ai clienti di interfacciare tra loro facilmente chiplet diversi e creare prodotti finali originali. A latere, ARM ha parlato del progetto di un chiplet CSS V3 con 32 core che sarà realizzato da Socionext e prodotto da TSMC.
La casa britannica, infine, ha presentato la roadmap dei futuri prodotti Neoverse, rifacendosi al mondo degli dei greci. Dopo V3 (Poseidon) e N3 Hermes arriveranno i core Adonis e Dionysus, rispettivamente integrati nelle piattaforme CSS Vega e CSS Ranger. ARM deve ancora introdurre il core E3, al quale seguirà un nuovo progetto chiamato Lycius.
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSe fai mente locale noterai che tutta la storia dell'it (in ogni sua salsa) sia (sempre?) stata costellata da periodi di accentramento e da periodi di dispersione.
Vero, c'è stato un periodo in cui abbiamo avuto home computer incompatibili fra loro e un bel periodo di compatibilità grazie a x86 e Windows.
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