OpenAI: supporto legale agli utenti di ChatGPT accusati di violazione del copyright
OpenAI segue altri colossi che si occupano di intelligenza artificiale generativa nella tutela degli utenti coinvolti in cause legali per violazione del copyright.
di Rosario Grasso pubblicata il 07 Novembre 2023, alle 14:41 nel canale AppleOpenAIChatGPT
In occasione del suo recente DevDay, OpenAI ha annunciato Copyright Shield, l'offerta di protezione legale attraverso la quale pagherà le spese legali di tutti gli utenti di ChatGPT che verranno coinvolti in cause per la violazione del copyright. ChatGPT, come noto, è un modello di linguaggio addestrato su dataset di testo provenienti da internet, che possono essere protetti da copyright.
Proprio per questo motivo, i lavori realizzati con questi strumenti possono essere oggetto di azioni legali per violazione del copyright. OpenAI, del resto, è già coinvolta in cause di questo tipo: tra queste, una è stata intentata dalla comica statunitense Sarah Silverman, mentre anche la Authors Guild, la più grande organizzazione di difesa degli scrittori professionisti nell'editoria libraria degli Stati Uniti, si è mossa contro l'azienda responsabile di ChatGPT, dopo aver inserito nel suo contratto di riferimento una clausola per impedire che i testi vengano utilizzati per addestrare tecnologie di intelligenza artificiale.
Il nuovo Copyright Shield coprirà tutti coloro che sono registrati al piano business ChatGPT Enterprise e non gli utenti che usano le versioni di base gratuite e Plus di ChatGPT. La copertura delle spese legali, inoltre, è prevista anche per chi è coinvolto in una causa dopo aver utilizzato le API di ChatGPT, integrando il servizio nelle proprie applicazioni.
OpenAI non è l'unico protagonista del mondo della tecnologia a prendere un provvedimento del genere. Già Microsoft, Amazon, Adobe e Google, infatti, hanno annunciato piani per sostenere legalmente gli utenti che hanno usato i propri strumenti di intelligenza artificiale generativa e sono stati coinvolti in cause per violazione del copyright.
Al recente evento DevDay, OpenAI ha svelato anche GPT-4 Turbo e GPTs.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL'argomento, io temo, é piú complesso di cosí. Non vedo una ragione poi cosí valida per cui una intelligenza artificiale non dovrebbe venire allenata con dati disponibili a tutti. Anche Google "guadagna" analizzando milioni di dati presenti sulle pagine internet.
É cosa poi viene fatto con quella "conoscenza" che indirettamente puó andare a competere con gli autori dei dati originali a creare danni economici. Peró é anche difficile porre un ostacolo "arbitrario" all'evoluzione delle AI: se si dovesse pagare ogni singolo autore di ogni singolo dato usato per l'addestramento, non avremo mai AI.
E un domani? Una AI in grado di andare in giro e imparare dall'esperienza non potrebbe lavorare nell'architettura perché quella competenza l'avrebbe appresa visitando edifici?
Empatizzo molto con gli artisti (io stesso avrei voluto fare l'illustratore e anche come programmatore sono seriamente "a rischio" ma sarebbe come se avessere bloccato l'industria automobilistica sul nascere per il danno arrecato agli allevatori di cavalli...
L'argomento, io temo, é piú complesso di cosí. Non vedo una ragione poi cosí valida per cui una intelligenza artificiale non dovrebbe venire allenata con dati disponibili a tutti. Anche Google "guadagna" analizzando milioni di dati presenti sulle pagine internet.
É cosa poi viene fatto con quella "conoscenza" che indirettamente puó andare a competere con gli autori dei dati originali a creare danni economici. Peró é anche difficile porre un ostacolo "arbitrario" all'evoluzione delle AI: se si dovesse pagare ogni singolo autore di ogni singolo dato usato per l'addestramento, non avremo mai AI.
E un domani? Una AI in grado di andare in giro e imparare dall'esperienza non potrebbe lavorare nell'architettura perché quella competenza l'avrebbe appresa visitando edifici?
Empatizzo molto con gli artisti (io stesso avrei voluto fare l'illustratore e anche come programmatore sono seriamente "a rischio" ma sarebbe come se avessere bloccato l'industria automobilistica sul nascere per il danno arrecato agli allevatori di cavalli...
Il discorso diventa complesso perché le tue argomentazioni lo portano a livelli che inizialmente non contemplava. Per esempio, io non stavo parlando di bloccare nulla, ma semplicemente di remunerare gli "insegnanti" delle IA.
I cavalli non producevano componenti per auto, se non erro, né tanto meno il design delle stesse era ispirato alle loro fattezze.
Il discorso, a dirla tutta, è davvero molto semplice.
Tirare in ballo termini come "evoluzione", "esperienza", e "apprendimento" serve solo a mescolare le acque facendo credere che le IA siano delle entità con diritto alla propria esistenza e che porne ostacoli sul loro cammino sia solo un atto di crudeltà.
Qui si chiede soltanto un equo compenso per chi, con la propria "esperienza" e lungo "apprendimento", ha dato modo a quelle IA di produrre risultati accettabili.
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".