Le sfide del 5G come modello aperto alla conferenza Open 5G di Red Hat

Adottare un modello aperto non è un processo indolore o gratuito e ciò è particolarmente vero quando si parla di telecomunicazioni. Alla conferenza Open 5G 2021 di Red Hat si è fatto il punto sulla situazione del settore
di Riccardo Robecchi pubblicata il 11 Ottobre 2021, alle 16:01 nel canale AppleRed Hat5G5G per le aziende
Il summit Open 5G 2021 organizzato da Red Hat è stato l'occasione per fare il punto sullo stato del 5G e delle tecnologie open source applicate ad esso nelle sue varie componenti, dalla RAN fino alla rete core. Ciò che è emerso è che c'è una forte esigenza di standardizzazione e di chiarezza per poter affrontare al meglio le sfide poste dal nuovo modello.
Le sfide per l'open source nel 5G: standardizzazione al centro
Il punto che è emerso più chiaramente, in quanto ripetuto numerose volte e da persone differenti provenienti da aziende operanti diversi, è che al momento gli operatori e le aziende che operano nel mondo delle telecomunicazioni si trovano in difficoltà nell'affrontare la sfida data dal 5G e dalla sua maggiore apertura. Se prima, infatti, era possibile rivolgersi a un unico fornitore e avere un pacchetto tecnologico per quanto possibile "chiavi in mano", il 5G stravolge questo sistema e lo porta nella direzione invece della disgregazione dell'offerta: un operatore può rivolgersi a molteplici fornitori e usare molte tecnologie differenti per costruire la propria infrastruttura. Ciò lo porta sì a essere più libero nelle scelte, ma anche a doversi fare maggiormente carico dell'integrazione delle componenti selezionate.
Ciò costituisce una sfida importante non solo da un punto di vista meramente tecnico e tecnologico, ma anche organizzativo e di cultura aziendale: più e più volte è stato ribadito che deve esserci un cambio di cultura nel modo in cui le tecnologie vengono impiegate e nel modo in cui vengono gestite le infrastrutture, altrimenti si rischia non solo di non cogliere i vantaggi del 5G, ma addirittura di ritrovarsi in una situazione svantaggiosa. Gli operatori devono abbracciare il cambiamento e adottare modelli di sviluppo moderni come CI/CD, nonché automatizzare il più possibile la gestione, il testing e la messa in opera. Non si tratta di un passaggio indolore, ma è l'unico modo per arrivare davvero a cogliere i vantaggi sia tecnici, sia economici delle reti di nuova generazione.
In tutto questo, una fetta consistente degli interventi ha segnalato l'esigenza da più parti di creare dei blueprint, ovvero dei modelli da seguire per un certo caso d'impiego. Tali modelli sono necessari per avere una maggiore standardizzazione che porti, a sua volta, ad avere dei riferimenti con cui orientarsi e dai quali partire per garantire il funzionamento di infrastrutture e servizi. Ciò è particolarmente importante quando pensiamo al fatto che è possibile operare reti 5G private che, però, devono funzionare in armonia con quelle pubbliche: di nuovo, un problema significativo.
L'ulteriore problema che è emerso è quello dei costi: i test, la gestione, lo sviluppo hanno dei costi e la disgregazione (intesa come "uso di componenti di più parti") non fa che aumentarli se si parla di TCO. Tuttavia non sempre questo aumento dei costi specifici corrisponde a un aumento generalizzato e, anzi, l'uso dell'automazione porta spesso a risparmi significativi nell'operatività. In secondo luogo c'è da fare una considerazione sul calcolo di questi costi: dal momento che c'è di mezzo un cambio completo di paradigma, quanto è lecito comparare i costi alla pari e senza tenere in conto di tale cambio? La risposta è che sarebbe meglio non effettuare questo paragone acriticamente e solo guardando i numeri, ma anche guardando a quali cambiamenti positivi vengono introdotti a livello organizzativo da questo passaggio; tali cambiamenti porteranno senza dubbi a ricadute positive nel corso dei prossimi anni, tra migliore efficienza e nuove possibilità di business, ed è difficile fare ora una stima esatta di quali saranno tali ricadute. Di nuovo, il presupposto è però che le aziende cambino e si adeguino ai nuovi modelli.
C'è poi un dato chiaroscuro che emerge dalla conferenza: sebbene il modello open source sia da più parti visto come l'unico che possa realmente rispondere alle esigenze del settore, il suo successo non è affatto scontato. Perché si imponga, il modello deve avere un grande successo ed essere adottato dalla maggioranza delle realtà, altrimenti rischia di essere percepito come perdente. Non ci sono risposte certe su come far sì che ciò accada, ma la maggiore standardizzazione di cui parlavamo precedentemente può sicuramente essere un buon punto di partenza.
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