Google di default su iPhone: un affare da 18 a 20 miliardi di dollari l'anno
Secondo una nuova analisi, Google pagherebbe ad Apple tra i 18 e i 20 miliardi di dollari all'anno per essere il motore di ricerca predefinito su iOS. L'accordo è finito sotto la lente dell'antitrust americano e potrebbe essere a rischio.
di Nino Grasso pubblicata il 12 Ottobre 2023, alle 09:11 nel canale AppleGoogleAppleiPhoneiOSiPadOSiPad
L'accordo stipulato tra Google e Apple, alla base della scelta del motore di ricerca come opzione predefinita sui dispositivi iOS, si è notevolmente espanso nel corso degli ultimissimi anni. Secondo una nuova analisi condotta dalla società di consulenza Bernstein, i pagamenti annuali che Google effettua ad Apple ammonterebbero a una cifra compresa tra i 18 e i 20 miliardi di dollari, una somma che rispetto a due anni fa è quasi raddoppiata.
L'accordo tra i due colossi tech, definito Information Services Agreement (ISA), è in vigore da oltre un decennio ma non sono mai state rese pubbliche le cifre dell'intesa. Nel 2021 si parlava di un compenso di 10 miliardi di dollari che Google avrebbe corrisposto annualmente ad Apple ma, stando alle nuove rivelazioni, la cifra è attualmente compresa fra i 18 e i 20 miliardi di dollari, cioè fra il 14% e il 16% dei profitti operativi registrati annualmente da Apple.
Google paga ad Apple 18/20 miliardi di dollari per essere il motore di ricerca predefinito su iPhone e iPad
L'accordo con Google rappresenta, cioè, una fonte di guadagno fondamentale per le casse della Mela. L'ISA è finito sotto la lente del Dipartimento di Giustizia americano nell'ambito di un'indagine antitrust avviata contro Google, in cui a essere coinvolta è solo quest'ultima e non Apple. Secondo l'accusa, nella fattispecie, l'esclusività dell'accordo costituirebbe una prova del monopolio detenuto dal motore di ricerca nel mercato della pubblicità online.
Se Google dovesse perdere la causa potrebbe essere costretta a interrompere l'accordo miliardario con Apple, con pesanti ripercussioni per entrambe le aziende. Bernstein ritiene comunque più probabile, in caso di sentenza sfavorevole, che Apple si limiti a introdurre una schermata di scelta tra motori alternativi a quello di Google. In ogni caso, la Mela manterrebbe probabilmente il controllo sull'accesso alla propria base di utenti iOS, generando comunque decine di miliardi di dollari di entrate pubblicitarie e imponendo una commissione tra il 25% e il 30% ai motori di ricerca per l'accesso a tali introiti pubblicitari.
La novità della schermata di scelta potrebbe anche offrire ad Apple l'opportunità di lanciare un proprio motore di ricerca rivale di Google, sottolinea Bernstein, ipotesi finora scartata probabilmente proprio per non incorrere nelle ire delle authority. È inoltre probabile che il processo antitrust si protrarrà ancora per parecchio tempo, con Google che in caso di sconfitta potrebbe presentare appello trascinando ulteriormente la vicenda. L'ISA con Apple rimane dunque essenziale sia per le casse di Mountain View che per quelle di Cupertino. Ma uno scenario senza la certezza delle attuali esclusive preoccupa i vertici di entrambe le società.
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