Apple, il whitepaper di Bitcoin è da anni fra i file di sistema di macOS. Il motivo? Ignoto

Il whitepaper di Bitcoin è nascosto in tutti i Mac venduti dal 2018 in poi. A trovarlo, dopo tutti questi anni, è stato il blogger Andy Baio che ha scritto che "ogni installazione moderna di macOS" include una copia del whitepaper originale di Bitcoin scritto da Satoshi Nakomoto. Il file non è pensato per essere trovato dagli utenti ed è accessibile solo attraverso un comando via Terminale.

Un whitepaper è un documento tecnico che spiega le basi di una tecnologia, in questo caso le basi della stessa criptovaluta. Per raggiungere il file su macOS è necessario digitare la seguente stringa sul Terminale del proprio Mac:

open /System/Library/Image\ Capture/Devices/VirtualScanner.app/Contents/Resources/simpledoc.pdf

Il whitepaper di Bitcoin finisce fra i documenti di sistema di macOS

Secondo Baio il documento è presente da macOS Mojave in poi, e non c'è nessuna traccia di esso sulla release precedente, High Sierra. Il file viene incluso in un'app di sistema chiamata VirtualScanner ed è quasi certamente legato alla funzione "Importa da iPhone o iPad" di Continuity Camera, che consente di inserire immagini o documenti scansionati con la fotocamera del dispositivo mobile direttamente sulle app macOS. La feature è stata introdotta con Mojave, la stessa versione del sistema operativo che include il white paper di Bitcoin.

Secondo la fonte, inoltre, la presenza del documento è stata segnalata come problema in Apple "circa un anno fa", con la sua risoluzione che è stata assegnata "allo stesso ingegnere che ha inserito il PDF originariamente". Il problema, se così può essere definito, ad oggi non sembra però essere risolto. C'è da dire che il whitepaper di Bitcoin non è l'unico caso di documento nascosto su macOS, anche se gli altri sono certamente più in tema Apple: per anni l'app Pages ha incluso un file apple.txt con il parlato della storica pubblicità "here's to the crazy ones", insieme al discorso inaugurale di Stebe Jobs del 2005 a Stanford. Questo documento non è più presente nelle attuali versioni dell'app.

Apple non ha ancora commentato la scoperta di Baio, quindi non sappiamo i motivi che hanno spinto l'azienda a inserire il documento nel sistema operativo. Considerando che non è accessibile agli utenti, è probabile che si tratti di un file utilizzato nei test interni dai tecnici dell'azienda. Il white paper di Bitcoin è infatti inserito in una cartella che contiene altri documenti e immagini utilizzati per simulare il processo di scansione e di esportazione dei file, senza la necessità di utilizzare uno scanner.

Ma perché utilizzare il white paper di Bitcoin? È molto difficile trovare una risposta al momento: probabilmente fa parte di uno scherzo fra i componenti del team di sviluppo del servizio ed è rimasto lì per anni perché di fatto non accessibile agli utenti e quindi non ancora scoperto. Ora che il file è venuto a galla, però, è probabile che la Mela prenda provvedimenti e faccia in modo di eliminarlo sulle prossime release.