Apple contro Amazon per il nome app store, finisce tutto in nulla
La controversia legale che vedeva contrapposte Apple e Amazon per i nomi App Store e Appstore finisce in una bolla di sapone, essendo i nomi troppo generici per rivendicare diritti di esclusiva
di Alessandro Bordin pubblicata il 10 Luglio 2013, alle 09:18 nel canale AppleAppleAmazon
Correva l'anno 2011 quando Apple decise di denunciare Amazon per l'utilizzo, a suo dire improprio, del nome Appstore per la vendita delle applicazioni per sistemi Android e Kindle. Apple in sostanza riteneva che il nome potesse confondere gli acquirenti, essendo praticamente identico al proprio App Store (con uno spazio di differenza).
La disputa ha seguito il proprio iter processuale presso la corte di Oakland, in California, seguita poi da una controdenuncia di Amazon, atto quasi dovuto in questi casi quando sono coinvolte aziende di grosso calibro, specie negli Stati Uniti.
La corte, nel corso di discussioni con le parti in causa tenute negli scorsi mesi, suggerì di pensarci bene ad andare avanti con la causa, in quanto il nome troppo generico avrebbe quasi sicuramente portato a un nulla di fatto. App Store o Appstore sono molto generici e si rivolgono per giunta a clientele differenti, che sanno benissimo cosa stanno acquistando e per quale sistema operativo.
La corte, insomma, ha fatto intendere a Apple che la denuncia non sarebbe approdata certo a una vittoria legale, invitando le parti in causa a ritirare le rispettive cause. Così è stato: Apple in questi giorni ha ritirato la propria denuncia e lo stesso ha fatto Amazon, mettendo fine alla questione (fonte: IGN).
Vi è da dire che la denuncia originale era partita quando ancora c'era Steve Jobs al timone di Apple (sebbene nell'ultimissimo periodo di attività), ed è nota l'aggressività nei confronti della concorrenza del carismatico leader, specie se c'era di mezzo in qualche modo Android, per il quale nutriva una vera e propria avversione. La decisione di ritirare la denuncia è stata sicuramente presa a cuore più leggero dal nuovo management, che appare per certi versi più accomodante rispetto alla linea del passato, nel bene e nel male.
6 Commenti
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si sono fatte cause anche per virgole, punti o questione di millimetri in un logo o sfumature di colore si poteva fare anche questa causa! se allora vogliamo mettere giustamente dei paletti alle cause di questo tipo, che ci si accordi in maniera globale però!Emblematico il caso del signor GINO ARMANI (nome di fantasia) che registrava il dominio armani.it e poi se lo vedeva sequestrare forzatamente e perdere dopo causa del più famoso Armani stilista. Motivazione? il sito sul gioco degli scacchi (anche qui invento) non era così importante così come la tute dell'immagine del più famoso Armani il quale, forte di una maggiore notorietà, avrebbe goduto di un diritto di prelazione sul dominio nonstante esso fosse stato regolarmente registrato (e pagato) dal signor Gino tempo prima...
A questo punto se "APP STORE" è stato registrato anni fa da Apple e nel tmepo tale combinaizone di parole è associata a qualcosa che fa capo al mondo Apple, allora Apple avrebbe avuto strada abbastanza spianata. E' proprio vero che da quando Jobs non c'è più le cose stanno cambiando in casa Apple, su più fronti!
Ad ogni modo ribadisco: serve un regolamento globale in merito a queste vicende.
Quando finiscono le idee, avanzano le cause legali per rivendicare il passato visto che il presente e futuro sono magri?
Emblematico il caso del signor GINO ARMANI (nome di fantasia) che registrava il dominio armani.it e poi se lo vedeva sequestrare forzatamente e perdere dopo causa del più famoso Armani stilista. Motivazione? il sito sul gioco degli scacchi (anche qui invento) non era così importante così come la tute dell'immagine del più famoso Armani il quale, forte di una maggiore notorietà, avrebbe goduto di un diritto di prelazione sul dominio nonstante esso fosse stato regolarmente registrato (e pagato) dal signor Gino tempo prima...
A questo punto se "APP STORE" è stato registrato anni fa da Apple e nel tmepo tale combinaizone di parole è associata a qualcosa che fa capo al mondo Apple, allora Apple avrebbe avuto strada abbastanza spianata. E' proprio vero che da quando Jobs non c'è più le cose stanno cambiando in casa Apple, su più fronti!
Ad ogni modo ribadisco: serve un regolamento globale in merito a queste vicende.
Il diritto di prelazione esiste perché viviamo in un mondo malato dove vince chi ha piu soldi. Il sig. Armani Gino aveva tutto il diritto a rimanere proprietario del dominio armani.it perché rilevante al suo nome, acquistato legalmente e NON usato per fare concorrenza sleale al piu famoso Armani. Nella chiamiamola causa Apple vs Amazon si stavano scontrando due aziende da novanta e quindi nonostante I soldi non era sicuro dove sarebbe andata la vittoria.
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