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29-10-2021, 08:26 | #141 | ||||
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Esempio, proprio negli USA: https://it.wikipedia.org/wiki/Incide...ee_Mile_Island Situazione di base analoga: problemi tecnici su cui gli operatori non era in grado (per inesperienza e/o ignoranza) di intervenire adeguatamente. Cernobyl semmai è stato il più eclatante e con le conseguenze peggiori. Torno a leggere il topic, non escludo di poter editare tal messaggio da qui a breve [ EDIT ] OK, edito Quote:
Un esempio: http://www.nonuke.altervista.org/ L'articolo è di qualche anno fa, ma il problema in questione è ancora attuale, di difficile soluzione, molto costoso e pericoloso. E parliamo della Germania, non della Russia o della Tanzania (con tutto rispetto per la Tanzania... solo per la Tanzania ). Il problema del nucleare è che le scorie radioattive sono una piaga quasi incontrollabile. Per come la vedo io, l'unico mezzo adatto è quello di metterle su un bel razzo diretto contro il Sole Già che ci sono, concordo con Notturnia che tutto va analizzato con senso critico: l'incidente di Fukushima si verificò in condizioni talmente estreme che ha poco senso prenderlo ad esempio. Certo, fa capire che tutto è possibile, ma se ragioniamo in questo modo neanche usciremo di casa per paura che un fulmine di colpisca durante un temporale. Mi permetto di dire che lo stesso incidente di Cernobyl fu a seguito di una serie di circostanze che per la sola quantità delle stesse si fa fatica a pensare possa accadere ancora; senza contare la particolarità delle stesse circostanze. Quote:
L'unica alternativa è sempre stata, cosa risolta quest'anno, un bel climatizzatore. Quote:
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Ultima modifica di cronos1990 : 29-10-2021 alle 09:04. |
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29-10-2021, 09:14 | #142 | |
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Peggio è andata a Caorso, centrale praticamente nuova di zecca, entrata in produzione da pochi anni: tanti soldi pubblici gettati bruciati per nulla e continuerà a bruciare quelli degli utenti ancora per diversi anni. Una follia... Comunque hai ragione: rispolverare il nucleare in Italia è troppo tardi oramai, ci vorrebbe troppo tempo che non abbiamo!! Intanto già stiamo pagando il salatissimo conto di non aver mai fatto una politica energetica seria, assicurandoci una riserva energetica strategica da utilizzare in caso di crisi e proteggere l'economia reale del Paese: a Portovesme la Glencore fermerà l'impianto di produzione di zinco ed altri metalli a causa del caro bolletta mettendo i lavoratori in cassa integrazione; a Ferrara la Yara Chimica ha fermato per 4 settimane l'impianto di produzione di urea ( additivo AdBlue ) per il diesel a causa del caro metano. Sempre Yara ha dimezzato la produzione di fertilizzanti per l'agricoltura a causa dell'impossibilità di fare il listino per alcuni prodotti... Motivo? Caro materie prime e caro energetici; solamente per l'energia elettrica si parla di costi più che raddoppiati da Maggio!!
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29-10-2021, 09:28 | #143 | |
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Concordo al 100% con te riguardo la politica energetica che mon c'è mai stata in Italia e più in generale in Europa dove, negli ultimi 20 o 30 anni, ci siamo fatti la guerra economico-politica.
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29-10-2021, 10:00 | #144 | |
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Sei poveretto.
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"La storia, in verità, è poco più di una cronaca dei delitti, delle follie e delle sventure del genere umano" Edward Gibbon (1737-1794) |
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29-10-2021, 10:48 | #145 | |
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ma Fukushima e Chernobyl sono appunto la dimostrazione che l'"impossibile" è possibile.
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29-10-2021, 10:49 | #146 |
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29-10-2021, 10:57 | #147 | |||
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Coibentando hai migliorato cmq le performance della mansarda e userai meno energia per stare al fresco.
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29-10-2021, 11:10 | #148 | |
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Non eri a conoscenza dell'incidente di Three Miles Island?
è uno dei più famosi, ma ce ne sono comunque molti altri... Quote:
In pratica si farà sempre il gioco delle 3 carte spostando i rifiuti di qua a là, con tutti i rischi del caso.
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29-10-2021, 11:20 | #149 |
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Il problema del nucleare non sono le centrali ma lo stoccaggio delle scorie.
700.000 anni ! La soluzione sono reattori che producono scorie con tempi di decadimento molto più bervi: reattori autofertilizzanti di nuova generazione, reattori al torio |
29-10-2021, 11:21 | #150 | |
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Dall'altro non ci furono conseguenze roboanti. Anche per Cernobyl cercarono di insabbiare tutto, si venne a sapere anche con una certa rapidità per il semplice fatto che quello che ne conseguì fu talmente evidente che solo se abitavi su Marte potevi non accorgertene.
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29-10-2021, 11:48 | #151 | |
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Ne trovi quanti ne vuoi di progetti di questo tipo. Un esempio: https://www.rinnovabili.it/energia/i...valley-puglia/ Sono progetti reali che verranno ampliati molto prima di quando tu decida qualsiasi cosa in ambito nucleare, dalla grande centrale di IV generazione, al piccolo SMR. Ma ritorni a citare i dati del fattore di capacità che ho già riportato, correttamente io, per ben 2 volte Non ho voluto mettere in mezzo il fattore di capacità medio del nucleare in Giappone, perchè ci ha messo 7 anni, per risollevarsi a livelli accettabili, dopo Fukushima. Se mi parli di qualche mese di bonaccia o con le nuvole per le rinnovabili, dobbiamo parlare anche di quando le centrali vanno "in manutenzione periodica e straordinaria" e non producono quanto previsto. Sebbene siano intermittenze di ordini completamente diversi, vanno tutte considerate nel computo dei pro/contro. Il fattore di capacità della Russia, con molti reattori vecchiotti, viaggia intorno all'80%, al di sotto di quello USA che ho preso a riferimento per il 90%. Quindi non attaccarti a questo valore come ad un assoluto, è molto variabile nel tempo, da Paese a Paese e da centrale a centrale. Differenza tra dipendenza dall'estero per l'Italia: se compri una pala eolica o dei pannelli fotovoltaici, sei dipendente per le componenti acquistate una volta ogni 25-30 anni e nei momenti di manutenzione periodica (salta un inverter, un pannello, una turbina, etc etc). Esempio di una grossa installazione. Per le piccole installazione, avrai le stesse oscillazioni sulla diponibilità di materie prime che ha per mille altre cose, e lo stiamo vedendo quest'anno visto che il PIL mondiale da qualche parte la deve prendere la "benzina" per ripartire. Se costruisci una centrale nucleare, sei dipendente alla progettazione e tecnologia (c'è solo quella francese, inutile girarci intorno), per gran parte della costruzione (10 anni, diciamo un'impresa italiana in partnership con una francese), per l'uranio e relativo arricchimento (che NON farai in Italia perchè ha senso solo se hai molti reattori da alimentare come), per la manutenzione periodica delle componenti (diciamo italiana) Questo ogni santo anno per tutta la durata della centrale. Faresti riserva strategica come già fai oggi per metano, petrolio e carbone, ma sei continuamente dipendente dall'estero. Una differenza sostanziale, tant'è che ritengo di gran lunga preferibile, anzichè sobbarcarsi tutti gli oneri e le incognite per il nucleare, di continuare ad acquistare energia elettrica da Francia e Svizzera, che devono comunque produrre per altri 15-20 anni fino allo smantellamento. Aspetti geopolitici: le rinnovabili hanno maggiori problemi delle fonti fissili? Direi di no, compri petrolio e metano ogni anno da Paesi geopoliticamente "critici", ormai da decenni e vedi le oscillazioni su prezzi e forniture. Compreresti uranio dal Kazakistan o dalla Russia per arricchirtelo in Italia? No, prenderesti il prodotto finito dai cugini francesi che non dovrebbe crearci problemi da qui ad un secolo Per le rinnovabili, compri pannelli fotovoltaici finiti e magneti per le turbine eoliche dalla Cina. Geopoliticamente rischioso? Sì, ma non più di quanti problemi abbiamo già avuto per metano e petrolio. E per centinati di altre materie prime, prodotti semilavorati e finiti che importiamo dalla Cina. Ma questo va' avanti da oltre 20 anni, non è che lo scopri oggi, se ci fosse una crisi con la Cina, i pannelli fotovoltaici sarebbero l'ultimo dei tuoi problemi. Ti sei mai posto il problema dell'impatto ambientale del petrolio, per esempio? Vogliamo parlare di quanti miliardi di danni ambientali hanno causato e causano l'estrazione ed il trasporto del greggio? E dell'uranio? Ciad? Kazakistan? Australia? Scegli tu la miniera di cui vogliamo parlare e confrontiamole con le terre rare. Si parla del cobalto (che è destinato a scomparire dalle batterie) e non una parola dell'uranio? Le terre rare e l'uranio sono disponibili in Europa, la stessa Francia molto lo estrae in patria per le sue centrali, ma che non le vogliamo per via dei costi (economici ed ambientali). Spazi richiesti? La normativa è diventata più stringente in Italia per le rinnovabili, a seguito degli abusi passati. Anche troppo, vedi problemi per approvazione dei progetti eolici offshore, che solo ora dovrebbero essere alleggeriti. Si può fare sempre meglio. Su luogo ed uso delle risorse locali (vedi riserve d'acqua) da parte di una centrale nucleare, non ho voluto parlarne perchè è un altro grosso problema in Italia. Questo oltre alle resistenze della popolazione locale, da mettere sempre in conto (ce ne sono stati e ce ne sono ancora oggi in Francia e Giappone dove la gente è "nata" col nucleare dietro casa). Perchè devi essere davvero credibile come Stato quando dichiari di voler costruire una centrale nucleare, sotto tutti gli aspetti. Se mi dici oggi 10 miliardi (ottimistico) per 2 reattori EPR da 1.2GW in una centrale nucleare da realizzare ex novo in 10 anni, DEVI rispettarlo, ancor più quando la maggior parte degli italiani NON la voleva ovviamente nella propria Regione, ma al limite, in Barbagia in Sardegna, dove non la "vede nessuno", o in Molise "che non esiste" (sono ironico). Di spese gonfiate ne abbiamo viste fin troppe, ma +/- "miliardi" di euro, ha un impatto molto diverso. Per i tempi e costi smantellamento, prendi i progetti delle centrali mondiali per le quali è stata annunciata la chiusura ed avviato (la stragrande maggioranza è ancora in corso quindi NON hai idea del costo reale fino a quando non sarà concluso Ti faccio un esempio. al di là del documento che ho già postato: https://en.wikipedia.org/wiki/Nuclea...da-20190704-13 leggi quanto sono cambiate le cifre in 17 anni: pensi che la spesa finale sarà davvero quella riportata nell'ultimo report cambiando il tasso di sconto? Io no e non ci credono nemmeno loro, imho La conoscerai quanto meno quando avranno finito di "tombare le centrali" e l'unico costo residuo sarà quello del deposito delle scorie, spalmato in decenni. Anche sulle rinnovabili è posta attenzione sul discorso estrazione e riciclaggio, perchè sì, già sono in gran parte riciclabili e c'è un ulteriore evoluzione per renderli ancora più sostenibili (vedi articoli passati sulle pale eoliche e resine epossidiche). Tra l'altro l'Italia è tra i leader mondiali del settore, con percentuali di riciclaggio molto elevate. Per i pannelli, un esempio tra tanti, l'obbligo di ritiro e riciclaggio è in vigore da 7 anni e si supera il 90%. E' tutto rose e fiori? Assolutamente no, c'è da vigilare sempre https://www.corriere.it/pianeta2020/...cf91bb8d.shtml c'è il traffico di rifiuti da affrontare e vale anche per quelli radioattivi. Inutile ricordare che di una centrale nucleare non ricicli quasi nulla, il più viene smaltito nei siti di stoccaggio a seconda del diverso livello di radioattività: quantitativo di gran lunga inferiore, ma costoso e comunque più pericoloso (i siti di stoccaggio potrebbero non essere così "infallibili" per secoli, come inizialmente preventivato, il che significa sobbarcarsi altri costi per rimediare al problema, non preventivati) Ed è inutile ricordare che di scandali, tangenti, insabbiamenti su incidenti e controlli, ce ne sono stati parecchi anche nel settore nucleare (soprattutto in quello che spesso viene disegnato come il "virtuoso" Giappone), nonostante sia un'industria strategica nazionale "supercontrollata" e non "dispersiva" come le installazioni fotovoltaiche ed eoliche. Non lo "trascurano" l'argomento per le rinnovabili, viene affrontato di continuo, perchè così come vedi i conteggi per la CO2/KWh per il nucleare, lo vedi anche per le rinnovabili, da sempre, partendo dalla fase di estrazione allo smantellamento finale e riciclaggio. Lo stesso vale per le batterie
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29-10-2021, 12:00 | #152 | |
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Oppure Superphenix in Francia: Nel caso del torio, meno semplici di quanto inizialmente preventivato. Esempio India, a cui preme più di ogni altro al mondo, usare torio anzichè uranio: https://thediplomat.com/2020/09/indi...ng-in-its-way/
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29-10-2021, 12:03 | #153 | |||
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Sellafield, browns ferry, Monju, altri episodi sono sotto traccia, TMI prima di chernobyl era in assoluto il più noto. Quote:
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Alte disponibilità sono sintomo di "alt(r)i problemi"...
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29-10-2021, 12:09 | #154 | |
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per chiarire a chi è poco pratico, questi fallimentari impianti (anni 70) sono la fantomatica "futura 4° generazione" spacciata come innovativa pulita e sicura...
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29-10-2021, 12:15 | #155 |
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Indrogeno green mi attira, sperimentai parecchio intorno al 2007-2008 quasi quasi ricomincio..
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29-10-2021, 12:23 | #156 | |
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direi che "meno semplici di quanto inizialmente preventivato" si riferisce solo alle ottimistiche sparate dei fanboy.
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29-10-2021, 16:29 | #157 | |
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Il nucleare sicuramente avrebbe una opposizione ancora maggiore, chi lo nega. Sul tema capacity factor, numeri a parte c'è una differenza sostanziale fra rinnovabili ed impianti nucleari/fossili: chi e quando decide di fermarle. Il 50% dell'eolico lo decide il vento. L'80% o 90% del nucleare lo decide chi conduce. L'esempio di spegnere tutti i reattori giapponesi dopo Fukushima e di tenerli ancora spenti ora, convieni che sia stata una scelta del governo giapponese o no? Non è la stessa cosa del vento che non c'è o delle nuvole ti pare? Tema idrogeno. Mi posti un esempio di un impianto sperimentale che produrrà idrogeno che verrà immesso in rete per essere eventualmente miscelato con il metano e quindi poi bruciato. Ma questo NON è stoccaggio. La sfida delle rinnovabili è stoccare quello che vuoi tu (energia, idrogeno, masse sospese) in modo da riconvertirlo in energia elettrica quando NON c'è vento o sole che è cosa ben diversa e ad oggi totalmente irrisolta quantomeno per la quantità di energia da stoccare, per il tempo per cui è necessario stoccare e soprattutto per la possibilità di riconvertire l'ipotetico stoccato con la potenza giusta in rete quando ne hai bisogno. Il caso della Germania quando non c'era vendo è emblematico --> bruciano carbone. Supponendo di non avere le centrali a carbone cosa faresti? Sul tema della dipendenza dall'estero non sono troppo d'accordo con te. Ovviamente l'Italia come altri paesi è dipendente dalle importazioni ma la situazione è molto diversa per i vari materiali: Gas --> Sei attaccato ai tubi, nell'arco di poche ore possono chiuderti le valvole e hai qualche giorno/settimane di stoccaggi (supponendo siamo in grado di estrarre dai giacimenti con la giusta portata). Avendo lavorato alcuni anni nell'oil&gas ti dico di no, credimi sono anche molto informato sui danni di questa industria è uno dei motivi per cui ho scelto di lasciarla. Materiali rari per pannelli/eolico: qui l'orizzonte di tempo è molto più ampio, si parla di anni, ma tutto il mondo è troppo dipendente dalla Cina, questo non è un problema solo nostro, ma tale è e sarà sul piano geopolitico. Uranio: il costo del combustibile in realtà è molto basso ed anche le quantità relative necessarie, ed è vero che non sono tanti quelli che hanno impianti di fabbricazione e soprattutto riprocessamento, ma chi potenzialmente te lo può vendere sono tanti (Canada, Australia, Kazakistan, vari paesi africani, eventualmente Russia), soprattutto ne puoi comprare molto e tenerlo li per un sacco di tempo, cosa che non puoi fare con il gas, proteggendoti da oscillazioni notevoli. Sulla dipendenza tecnologica (a parte il fatto che uno può anche re-imparare), è pieno di paesi che hanno la tecnologia: Francia, US, Korea, Russia, eventualmente anche Cina. Mi pare il minore dei problemi. Riassumendo il mio punto di vista, se vogliamo realmente decarbonizzare il settore energetico ed industriale serve anche il nucleare, lo dicono l'IPCC ed un sacco di altre organizzazioni serie. Serve insieme alle rinnovabili perché è l'unica soluzione per ridurre drasticamente i fossili visto che soluzioni massive di stoccaggio non sono mature e non lo saranno per molto tempo. Come per le rinnovabili nessuno dice che sia tutto semplice, veloce o risolto. Ultima nota, lo smantellamento delle centrali nucleari di non riciclabile danno un po' di metalli e cemento (ma rispetto alla densità energetica credo sia la fonte con il minor uso di materiali in assoluto). Le famose scorie sono per il 90% combustibile irraggiato potenzialmente fertile U238 che è riciclabile. I reattori autofertilizzanti esistono ed arriveranno. Magari hanno avuto trascorsi problematici, ma ci arriveremo. Sono solo 60 anni che si usa il nucleare per scopi civili abbiamo appena grattato la superficie, e fra un secolo o due avremo finalmente padroneggiato anche la fusione (prima la vedo molto dura). Saluti.
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29-10-2021, 17:27 | #158 | |
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i materiali dei pannelli solari e la loro tecnologia sono un problema ciclopico insormontabile di dipendenza, mentre per uranio e tecnologie nucleari sono tutti lì pronti a darti tutto quello che vuoi, magari gratis. primo, per ragioni militari e geopolitiche fortissime e assolutamente invalicabili, la tecnologia nucleare i paesi che ce l'hanno se la tengono STRETTISSIMA e fanno q u a l u n q u e cosa pur di impedire ad altri di averla, a qualunque costo, nessuno escluso. secondo, anche per il combustibile vale lo stesso. Stesse ragioni militari e geopolitiche, NON te ne danno più di quello che loro decidono. NON puoi fare scorte come vuoi, non puoi accumularlo, non puoi fare una ceppa di niente. Terzo, facile che pure gli impianti restino sotto una qualche forma di controllo (politico, militare, strategico, tecnologico) da parte di chi te li fornisce, per le stesse ragioni di cui sopra. In parole povere, ti danno UN pesce se paghi, ma NON due, e di certo non gli passa neanche per l'anticamera del cervello di darti la canna da pesca. E se provi a fare qualunque cosa che somiglia ad una canna da pesca, un amo, una lenza, un filo di nylon o un galleggiante anche lontanamente, ti capita qualche serio "problema". Far finta di ignorare che dietro il nucleare civile c'è una questione strategica mondiale di carattere MILITARE è incredibilmente ingenuo o sfacciatamente ipocrita. Il resto sono frottole e baggianate di propaganda. E poi il problema sono i pannelli solari cinesi... pura surreale follia.
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29-10-2021, 22:52 | #159 | |
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Rispondo non tanto a te, ma ai pochissimi (fosse anche uno solo) che eventualmente possa avere la sfortuna di leggere le tue castronerie e pensare che abbiano non dico senso ma anche solo una base logica. Tutto ciò premesso facciamo una analisi delle falsità che hai detto partendo da chi ha la tecnologia nucleare e chi ha la disponibilità dell'uranio, che in molti casi sono paesi diversi: Paesi in grado di costruire e venderti un reattore: US, Russia, Francia, Korea, Giappone, Canada, China. Paesi in grado di venderti uranio naturale (circa lo 0.8% di U235): Kazakistan, Australia, Canada, Russia, Niger, Namibia e anche altri. Secondo la tua farlocca teoria questi Paesi, siano essi venditori di tecnologie che di minerale, NON ne darebbero di più di quanto decidono loro per "ricattare" un paese che voglia fare elettro produzione da nucleare. Seriamente, ma in che film hai visto questa cosa? Ti rendi conto che è una sciocchezza incredibile? La Francia ha appena offerto alla Polonia di costruirle 5 o 6 reattori per aiutarla a decarbonizzare, stai sicuro che se Korea del Sud, Giappone, Americani si offrissero di vendere delle centrali/reattori ai Polacchi, questi avrebbero l'imbarazzo della scelta, altro che tecnologia da tenersi strettissima. Oltre al fatto che tecnologicamente qualsiasi paese avanzato se vuole può svilupparsi un reattore, non sarebbe economico farlo ma si può fare. Inclusi arricchimento e riprocessamento volendo, non stiamo parlando ormai di tecnologie sconosciute, lo erano negli anni 40 del secolo scorso, ma ormai... Sul combustibile, se vai dal Canada o dall'Australia o dal Kazakistan e gli chiedi di comprare qualche migliaio di tonnellate di uranio secondo te non te lo vendono? Il consumo annuale di uranio è globalmente sotto le 100000 tonnellate, vista la densità di circa 10ton/m3 dell'ossido di uranio, se ne comprassi 10000 tonnellate staremmo parlano volumi ridicoli, quindi staccabilissimi per lunghi tempi, oltretutto l'uranio naturale ha una radioattività limitata. L'industria nucleare è fortunatamente una delle più controllate e regolamentate al mondo, tuttavia chi ha voluto farsi la bomba atomica lo ha fatto senza centrali elettriche (Korea del Nord, Israele), mentre un sacco di paesi si sono fatti le centrali senza avere alcuna volontà di farsi bombe, anche paesi eventualmente ritenuti "instabili" tipo gli Emirati Arabi. Quindi nessuno nega che storicamente e scientificamente ci siano dei legami fra le due cose, ma dire che chi pensa al nucleare per l'energia oggi in realtà vuole la bomba è una falsità. Anche perché farsi una bomba costa infinitamente meno che farsi una centrale e se uno la vuole sarebbe un demente a costruirsi prima una centrale. Quindi come in altri casi, non c'è alcuna ipocrisia, sei tu che scrivi sciocchezze per altro smentitili con un minimo di ragionamento logico e consapevolezza di come va il mondo in questo caso. Ribadisco non ti risponderò più, perché oltre ai ripetuti insulti, al fatto che non hai documentato nulla scrivi un sacco di falsità anche sul piano logico non solamente informativo. Saluti. |
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30-10-2021, 11:13 | #160 |
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Rispondo non tanto a te, ma ai pochissimi (fosse anche uno solo) che eventualmente possa avere la sfortuna di leggere le tue castronerie e pensare che abbiano non dico senso ma anche solo una base logica.
Nessuno ti vende la tecnologia (nè ti permette di svilupparla visto che è ESATTAMENTE la stessa identica che si usa per le armi). Ti vendono un prodotto finito chiavi in mano, con tanto di contratti chiusi e blindati di fornitura del combustibile. Peraltro, l'uranio "naturale" non serve ad una ceppa, perchè va arricchito, e questa tecnologia poi proprio piuttosto che fartela avere ti bombardano e ti ammazzano scienziati, tecnici, politici o manager. Informati. Il settore è diverso, ma cito solo il nome di Enrico Mattei. Ecco, figurati per tecnologie militari. Se pensi che l'uranio arricchito si compri al supermercato dal primo paese che capita, o sogni o sei in malafede.
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