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05-06-2021, 15:01 | #1 |
www.hwupgrade.it
Iscritto dal: Jul 2001
Messaggi: 75175
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Link alla notizia: https://www.hwupgrade.it/news/apple/...rna_98291.html
E' trapelata online una lettera dei dipendenti Apple relativamente al ritorno al lavoro in presenza. I dirigenti vogliono far passare l'idea che tutti vogliono un "ritorno alla normalità", ma per migliaia degli impiegati della Mela non sembra essere così Click sul link per visualizzare la notizia. |
05-06-2021, 18:10 | #2 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2002
Città: Montepulciano (SI)
Messaggi: 5322
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Io la vedo così... la società che paga gli stipendi ha l'esigenza di ripristinare gradualmente il lavoro in sede e i dipendenti, che percepiscono tale stipendio, devono seguire le linee guida dell'azienda.
...altrimenti possono tranquillamente cercare delle alternative più consone alle loro necessità. È che tutta questa "pandemia" secondo me ha corrotto qualche cervello! |
05-06-2021, 18:27 | #3 | |
Senior Member
Iscritto dal: Nov 2012
Messaggi: 1659
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Potrebbe addirittura essere controproducente qualora generasse un diffuso malcontento fra gli impiegati (come evidente dalla lettera). Si tratta insomma di capire se è una scelta dettata da precisi motivi strategici/economici o se si parla del vecchio "ti voglio qui per controllare che non cazzeggi" |
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05-06-2021, 18:37 | #4 |
Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Sondrio
Messaggi: 3947
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tutti fuori di testa
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05-06-2021, 18:38 | #5 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2011
Messaggi: 640
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Scusate l'OT |
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05-06-2021, 18:49 | #6 |
Senior Member
Iscritto dal: Mar 2012
Messaggi: 8445
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Mi sembra ragionevole chiedere di tornare in ufficio, lo smartworking di fatto non é stata una scelta, ma una necessità.
Tra l'altro si chiede ai dipendenti di andare a lavoro 3 volte a settimana, mia moglie ci é dovuta andare sempre tranne le prime 3 settimane ad inizio lockdown. Molta gente pensa che un vantaggio ottenuto in certe situazioni debba diventare un diritto acquisito, se non gli sta bene possono sempre licenziarsi e trovare un'azienda che gli offre un impiego in remoto al 100% del tempo e glielo mette nero su bianco nel contratto di assunzione. Ultima modifica di acerbo : 05-06-2021 alle 18:57. |
05-06-2021, 18:51 | #7 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2009
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05-06-2021, 19:41 | #8 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2005
Messaggi: 1734
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Guardate, il problema è per chi ogni giorno si deve fare magari un paio di ore di viaggio.
E improvvisamente si sono resi conto che quelle ore non le restituisce nessuno alla loro vita. Io personalmente non mi sono mai spostato come sede di lavoro a più di 10 Km di casa, pur cambiando occupazione molte volte. Ma mi rendo conto che molti miei colleghi, che vengono da lontano, adesso che si è tornati alla normalità qualche riflessione in merito se la fanno. Il problema delle aziende è che non riescono a cambiare il paradigma. Lo Smartworking applicato qui in Italia per esempio non ha nulla a che vedere con la filosofia dello stesso. Qui da noi in tanti casi è diventato solo lavoro remoto, con gli stessi orari dell’ufficio anche per tutti coloro che non avevano la necessità di essere vincolati. Viviamo dell’idea che se sei in ufficio lavori, mentre a casa cazzeggi. Personalmente trovo in ufficio più elementi di distrazione che a casa. Ma lo Smartworking andrebbe affiancato da obbiettivi (negoziati e raggiungibili). E andrebbe bilanciato con la presenza in ufficio, per cercare di mantenere relazioni personali e evitare l’imbruttimento delle persone tipico del telelavoro. È comunque un argomento complesso, andrebbero analizzati i dati in modo oggettivo, senza insoliti pregiudizi e luoghi comuni. E probabilmente sarebbe necessario un cambio di mentalità da parte si tutti, dirigenti e lavoratori. |
05-06-2021, 20:42 | #9 | |
Senior Member
Iscritto dal: Sep 2013
Messaggi: 7483
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dopo 14 mesi di smartworking davvero non vedo l'ora di tornare in ufficio. un po' meno quella di farmi 130 km tra andare e tornare; per altro per arrivare in un ufficio dove ho 2 colleghi (gli altri sparsi per tutta italia). lavorare in ufficio ma dalla mia città schifo non mi farebbe. |
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05-06-2021, 20:47 | #10 |
Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Messaggi: 19639
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più che altro aziende del genere dimostrano di avere totale incapacità a fissare obiettivi per i dipendenti e valutare i risultati.
E quindi pretendono la presenza "a ore" in sede, un po' come... altro genere di lavori a ore. E la gente s'è scocciata di esserete trattata come questo altro mestiere...
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Mai discutere con un idiota. Ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza (O.W.) |
05-06-2021, 21:48 | #11 |
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Iscritto dal: May 2001
Messaggi: 808
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Io nel mio lavoro sono naturalmente in smart-working essendo freelance, noto che creativamente lo scambio di idee che si ha di persona é molto ma molto maggiore che in remoto e in genere si é piu gratificati. Senza contare gli estremi (chi ci mette 2 ore ad arrivare al lavoro) e chi cazzeggia a casa, direi che lo smart working imposto é dannoso. Del resto se fosse stato cosi positivo per le aziende, perche non averci pensato prima? Semplice, perche non é positivo.
p.s. Occhio che poi l'aggiornamento del nuovo computer, della corrente, degli arredi dell'ufficio cade sulle spalle dei lavoratori, magari non a questo giro, ma contratti cosi possono tranquillamente uscire fuori... e se non ti vuoi comperare di tasca tua il nuovo computer per lavorare beh... avanti il prossimo. Cerchiamo di essere un po piu realisti amanti dello smartworkerismo, che poi é un attimo a prendersela nel ciulo. |
05-06-2021, 21:52 | #12 | ||
Senior Member
Iscritto dal: Aug 2002
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Onestamente credo che il giusto equilibrio siano 2 o 3 giorni in ufficio e gli altri da casa. Questo perchè alcune attività sono abbastanza complesse da gestire in armonia e collaborazione senza stare a diretto contatto con i colleghi. Però... è indubbio che bisognerebbe uscire da logiche medievali in cui il CAPO deve controllare il lavoro imponendo la sua presenza scenica in ufficio. Si fissano degli obiettivi, si stabiliscono delle modalità di verifica e si fanno dei checkpoint per controllare a che punto si è e quanto si è deviati rispetto al percorso standard. Invece no... è meglio fingere che a lavoro si produca di più... Poi c'è il discorso straordinari e disponibilità... Un conto è se viene chiesto quando si è casa di prolungarsi... ben diverso quando invece si è in ufficio... a quel punto potrebbe essere impossibile conciliare le tempistiche lavorative con quelle familiari. Poi c'è l'aspetto stress, il rischio di incidenti nel tragitto, la possibilità che qualcuno si ammali maggiormente (sarà un caso, ma in questo anno e mezzo io non ho visto UNA PERSONA prendersi qualche giorno).
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05-06-2021, 22:02 | #13 |
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Messaggi: 2219
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Lo smart working è stata una scelta imposta dalla pandemia, se un lavoratore non se la sente di tornare a lavorare in presenza come magari ha sempre fatto per anni, forse è meglio che cambi lavoro senza lamentarsi. C'è anche gente a cui lo smart working non sta bene. Deve essere una scelta dell'azienda, non una imposizione del lavoratore che non vuole più prendere i mezzi per recarsi al lavoro
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05-06-2021, 22:05 | #14 | |
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Gli strumenti di lavoro DEVE fornirli la società per cui si lavora. Quando ho sottoscritto il mio contratto c'era scritto solo che mi rendevo disponibile a trasferte, reperibilità e straordinari quando concordati. Il pc che attualmente utilizzo è un laptop aziendale con vpn e duecentomila software di controllo. Secondo te io sul MIO PC PRIVATO permetterei MAI di far installare tutte quelle cose e non essere amministratore (poi io lo sono perchè il mio ruolo lo prevede, ma questo è un privilegio dovuto). Poi la postazione di lavoro a casa è una scelta di ognuno. Io conosco miei colleghi che hanno delle scrivanie enormi con doppio monitor su braccio regolabile, sedia ergonomica e in generali spazi decisamente più comodi di quelli in ufficio, ma non sono e non possono essere la regola. Concordo invece che l'ottimo sia una via di mezzo... nè tutto smartworking nè tutto lavoro in sede.
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05-06-2021, 22:13 | #15 | |
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Se tu mi dimostri che la mia produttività o più in generale la qualità del lavoro è peggiorata, hai tutto il diritto e razionalità per impormi di tornare in sede. Se invece lo fai solo perchè tu paghi e tu decidi, puoi farlo... ma è un modo estremamente stupido di circondarsi di persone che al primo momento buono (o difficoltà) ti volteranno le spalle. Poi soprattutto prova a chiedere qualcosa di più del minimo a chi hai trattato in maniera schifosa... vedrai quante persone saranno lì a fare la fila...
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05-06-2021, 22:25 | #16 |
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Messaggi: 21918
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Chissà se invece il lato relazionale, umano possa avere anche influssi sulla capacità creativa di aziende come Apple.
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05-06-2021, 22:42 | #17 | |
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Iscritto dal: May 2004
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05-06-2021, 22:44 | #18 | |
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Iscritto dal: May 2001
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05-06-2021, 22:47 | #19 | |
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Alcuni commenti a questo thread mi fanno pensare che certa gente sia rimasta a una concezione del lavoro ottocentesca**, per cui comanda il datore di lavoro a prescindere e quello che concede al lavoratore è tutta grazia... Oh ragazzi, non a caso si parla di "rapporto" di lavoro proprio perchè presuppone una relazione tra almeno due parti. Forse l'Italia non è il posto migliore per fare questo genere di ragionamenti, visto che siamo un paese disperato dove troppe persone sono disposte a qualsiasi cosa pur di trovare un impiego, anche a costo di veder calpestati i propri diritti o subire trattamenti che in molti altri paesi sarebbero considerati aberranti. Sta di fatto che se da una parte il lavoratore ho bisogno di un lavoro, dall'altra anche l'azienda ha bisogno di lavoratori, la necessità è reciproca. Io come altri ho iniziato a lavorare in smart working (nel vero senso della parola, ovvero non faccio assolutamente gli stessi orari che facevo prima e gestisco il mio tempo con flessibilità massima) e durante questo anno abbondante (quasi un anno e mezzo ormai) ho variato più volte la mia posizione su questo tema. Fin da principio (e ne sono tutt'ora convinto) però ho sempre pensato che organizzare le giornate in ufficio o in smart in modo rigido e fisso sia stupido, non ha alcun senso. Che diavolo significa fare 2 o 3 giorni in ufficio e il resto da casa? Qual'è la logica? Giustificare l'affitto di un ufficio di fatto inutile? E' giusto e sacrosanto lavorare in ufficio/cliente quando serve, io sono disposto anche a fare una settimana intera o un mese o mesi di fila dal cliente tornando a fare il pendolare come ho fatto per oltre vent'anni, ma deve servire a qualcosa. Se quello che faccio dal cliente/ufficio lo posso fare benissimo da casa allora non ha alcun senso andare dal cliente/ufficio. E non mi si vengano a raccontare manfrine riguardo all'importanza del contatto umano, sono tutte scuse campate per aria da venditori e commerciali vari, in molti casi per giustificare la propria inutile figura "professionale"... La mossa di Apple oltretutto trovo che sia estremamente stupida e controproducente, nel senso che società di quel tipo hanno una mobilità di personale altissima, e non perchè la gente venga licenziata, ma perchè spesso chi ci lavora (parlo soprattutto del personale tecnico che ha un impatto produttivo reale, non tutto lo sciame di personaggetti commerciali, hr e compagnia cantante...) riceve costantemente offerte migliorative e spesso se ne va per altri impieghi più remunerativi, quindi Apple dovrebbe farsi in quattro per trattenere i propri dipendenti meritevoli, così invece li incentivano a lasciare l'azienda per andare dove vengono trattati meglio. ** EDIT Oppure semplicemente trattasi di troll e soliti bastian contrari che come al solito devono sempre distinguersi dalla massa e dalle evoluzioni della società...
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https://tasslehoff.burrfoot.it | Cloud? Enough is enough! | SPID… grazie ma no grazie "Arguing that you don't care about the right to privacy because you have nothing to hide is no different than saying you don't care about free speech because you have nothing to say." Ultima modifica di Tasslehoff : 05-06-2021 alle 22:54. |
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05-06-2021, 22:58 | #20 | |
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Ma vengono stabilite appunto delle regole e si fanno dei tavoli di contrattazione. Oltre a questo avresti dei problemi di gestione di migliaia di pc personali sui quali non si può pretendere di avere il controllo. Nel tuo esempio assurdo tu parli di dover cambiare ogni X anni il pc in quanto deve soddisfare certi requisiti di potenza o caratteristiche (ti faccio notare che in tante società spesso passano MOLTI anni prima che si rinnovi il parco macchine). A parte il fatto che diventerebbe impossibile stabilire a priori quale sarebbe il livello minimo accettabile (come fai oggi a dire quello che vorrai tra 1-2 o 3 anni??). Poi il lavoratore semplicemente non accetterebbe perchè chiunque di noi quando firma un contratto si fa dei calcoli sulla adeguatezza reddituale e sarebbe un elemento troppo aleatorio per poter valutare in maniera obiettivo. Infine dimentichi un aspetto non da poco. CHI garantirebbe la società che gli strumenti utilizzati dal lavoratore siano sufficientemente sicuri da non costituire essi stessi un rischio? Ipotizziamo che io mi compri, a mio carico, il pc con le caratteristiche che tu azienda mi dici. Poi dovrei installarci anche un antivirus. E secondo te mi installo il primo che trovo o dovrò rispettare lo standard aziendale? E chi avrebbe l'onere del suo aggiornamento? E se questo non avvenisse e creasse un danno? Potrei utilizzare tale strumento anche al di fuori dell'ambito lavorativo? E se dovesse infettarsi con un ransomware e crittare i dati della società? Tutto questo per risparmiare cosa? 1.500 euro in 3 o 4 anni (e mi sto tenendo molto largo) a postazione?
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