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11-02-2007, 18:21 | #101 |
Bannato
Iscritto dal: Dec 2006
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penso che la redazione avrebbe fatto meglio a postare QUESTA NOTIZIA (http://it.theinquirer.net/2007/01/le..._vogliono.html) e non quella delle dichiarazioni di jobs. anche perchè tale articolo le rende ancor più ridicole.
Le società di musica vogliono liberarsi del DRM da The Inquirer Team: Lunedì 22 Gennaio 2007, 5:04 LE CASE DISCOGRAFICHE sono molto vicine a decidere di rimuovere le restrizioni dai file MP3 distribuiti attraverso Internet. Secondo quanto riportato da iht.com, un incontro di dirigenti svoltosi a Cannes durante il weekend ha mostrato come le maggiori etichette discografiche stiano valutando la questione di un accesso ai contenuti Internet senza restrizioni. John Kennedy, numero uno della Federazione Internazionale dell'Industria Fonografica ha detto che quest'anno almeno uno dei grandi nomi sperimenterà l'eliminazione del DRM in favore dell'uso dei brani MP3 come metodo per generare pubblicità utile a spingere le vendite future. A quanto sembra il business della musica è in perdita anche perché Internet ha distrutto, nell'ultimo decennio, il monopolio dei grandi produttori discografici sulla distribuzione mondiale della musica. Ora sembra che l'unica ragione per cui l'industria della musica non ha ancora abbandonato questo metodo distributivo è che le società che si occupano di tecnologia insistono a spacciare i loro sistemi DRM come "hacker proof". Naturalmente i manager che lavorano nell'industria della musica non vogliono riconoscere di aver investito enormi capitali nell'equivalente tecnologico di una pozione miracolosa da ciarlatano. Inoltre l'industria della musica deve anche acquietare il suo movimento religioso anti-pirateria prima di fare qualsiasi passo verso contenuti liberi dal DRM. La RIAA (Recording Industry Association of America) e ancora convinta di poter fermare l'illegalità con costose e sempre meno supportate azioni giudiziarie. Secondo questa associazione per mettere Internet in ginocchio bisogna restringere, piuttosto che allargare, le possibilità di uso legale dei contenuti. L'industria sta però cominciando a rendersi conto che i consumatori diventano sempre più ostili nei confronti della RIAA, che vuole dire loro che non possono nemmeno a distribuire i contenuti all'interno del loro soggiorno, o copiare CD acquistati a caro prezzo per proteggerne i brani dall'usura del tempo. Altre informazioni le trovate qui. Articolo originale di: Nick Farrell |
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