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Old 25-04-2006, 22:24   #21
trokij
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Originariamente inviato da jumpermax
Che la questione sia alla fine che si cercano cose impossibili, irreali o irrealizzabili? Che il punto sia accontentarsi di quel che ci da il presente senza pensare a quanto sia effimero?
Io adoro le mie fantasticherie, non mi fanno soffrire, anzi mi aiutano a passare il tempo, a distaccarmi da una realtà che non mi piace!
Adoro i videogiochi che sono una forma di "peccato buddista" in quanto ti proiettano in una realtà irreale, piu sono realistici piu sono belli... ergo il buddismo non fa per me!!
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Old 25-04-2006, 23:48   #22
jumpermax
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Originariamente inviato da trokij
Io adoro le mie fantasticherie, non mi fanno soffrire, anzi mi aiutano a passare il tempo, a distaccarmi da una realtà che non mi piace!
Adoro i videogiochi che sono una forma di "peccato buddista" in quanto ti proiettano in una realtà irreale, piu sono realistici piu sono belli... ergo il buddismo non fa per me!!
Beh si è questo il punto... fanno passare il tempo, ti portano via tempo, ti rubano letteralmente le giornate. Se questa è una scelta, ed è ciò che vuoi dalla tua vita, bene. Ma se non lo è, per quanto tu possa reprimere, la percezione del tempo che scorre mentre tu sei costantemente impegnato a distaccarti da esso comunque non ti abbandona.
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Old 25-04-2006, 23:58   #23
^TiGeRShArK^
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Originariamente inviato da jumpermax
Un articolo breve, ma che mi ha dato parecchio da pensare...
aò jumper...
ma te stai a lassà???
(licenza poetica in simil-romano )
cmq domani se mi ricordo dico la mia su quest'argomento ke mi paice molto
ora ho sonno e nn capisco una mazza..
__________________
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Old 26-04-2006, 00:22   #24
^TiGeRShArK^
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Originariamente inviato da jumpermax
Beh si è questo il punto... fanno passare il tempo, ti portano via tempo, ti rubano letteralmente le giornate. Se questa è una scelta, ed è ciò che vuoi dalla tua vita, bene. Ma se non lo è, per quanto tu possa reprimere, la percezione del tempo che scorre mentre tu sei costantemente impegnato a distaccarti da esso comunque non ti abbandona.
ti si potrebbe rispondere ke anke passare le giornate sul forum è una perdita di tempo
e qui la questione è un pò diversa.
Dipende dai punti di vista.
Per certe cose è vero..
quando ti metti a discutere con dei troll solo per passarti il tempo quello è uno spreco bello e buono.
Ma sul forum hai anke tante occasioni per ipmarare, per crescere, per migliorarti.
Ad esempio le innumerevoli discussione in politica ke ti fanno capire molte cose di cui eri all'oscuro.
O in scienza e tecnica.
o ancora il progetto diamonds, ke finalmente ha prodotto il suo primo risultato (messaggio subliminale: www.diamondcrush.net ).
Alla fine l'importante non è lasciare scorrere il tempo, ma adoperarlo a proprio vantaggio per migliorare se stesso.
cmq a domani x le considerazioni sulla felicità assoluta
__________________
^TiGeRShArK^ è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 26-04-2006, 07:23   #25
marcowheelie
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Originariamente inviato da *sasha ITALIA*
quante inutili seghe mentali
esattamente il mio pensiero quando ho letto il post! ma non avrei avuto il coraggio di scriverlo!

edit:

Non sarai mai felice se continui a cercare in che cosa consista la felicità. Non vivrai mai se stai cercando il significato della vita. (Camus)
__________________
No perditempo

Ultima modifica di marcowheelie : 26-04-2006 alle 07:44.
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Old 26-04-2006, 09:06   #26
3NR1C0
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Città: Verona /=\ Scaligera Joined Since: Nov. '01 Blahblah... Certo certo!!!
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Originariamente inviato da jumpermax
Che la questione sia alla fine che si cercano cose impossibili, irreali o irrealizzabili? Che il punto sia accontentarsi di quel che ci da il presente senza pensare a quanto sia effimero?
E' da una vita che lo affermo, ma vallo a dire in giro tu che ti prendono per pazzo
__________________
Wellness Official Thread
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Old 26-04-2006, 10:36   #27
Gemma
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L'Avatar di Gemma
 
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Città: outside italy
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Originariamente inviato da Fil9998
ma guarda che gli stessi concetti e discorsi li trovi pure nei testi dei film "guerre stellari" e "matrix"

che... han fatto così successo proprio perchè "smuovono" le domande, le risposte, le paure e pulsioni insite DA SEMPRE in ogni essere umano.
è proprio così infatti

ogni cosa parla della Verità, non è possibile parlare d'altro.
Bisogna solo trovare il linguaggio a noi più comprensibile. E non è detto che si riesca a salvarsi dalla umana tendenza a "usare" ciò che ci arriva come messaggio.

Per chi dice che sono solo seghe mentali: può darsi, ma ognuno ha i propri mezzi per percorrere una strada. C'è chi "vive" senza farsi domande, c'è chi "vive" cercando di capire il perchè di ciò che succede.
Chi si mette in cammino sta a suo modo cercando di occuparsi della propria Vita.

E del resto, come dice sempre qualcuno che conosco:
"hai qualcosa di meglio da fare nella tua vita, che occuparti della tua vita?"

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Old 26-04-2006, 10:59   #28
marco1474
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L'Avatar di marco1474
 
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Secondo me l'ideale è una via di mezzo:
Penso che l'essere curiosi sia tra le migliori virtù che una persona possa avere. L'importante è farsi domande quando è tempo di farsele: non vivere pienamente l'attimo perche si è distratti dal passato o futuro secondo me non permette di godere completamente il presente.
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Old 26-04-2006, 11:29   #29
Fil9998
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un'altro degli insegnamenti del Budda storico: "la giusta via di mezzo".


al tempo gli costò non poco "attrito" con la casta sacerdotale braminica e anche con molti "asceti oltranzisti".

In sostanza dopo anni passati a "mortificare" il corpo e la mente capì che anche quella era una trappola ed esortò chi lo seguiva a non caderci:

"una corda troppo tesa si spezza, una corda non tesa non fa il suo lavoro".

Credo come ho detto che per noi occidentali sia un momento storico d'oro questo:
possiamo vedere e conoscere di tutto senza snaturarci o rinnegare le nostre radici culturali/esistenziali ... trarre beneficio di una vastità immensa di sapere per milleni segregato in culture e nazioni specifiche, confrontare fra loro queste esperienze per epurarne gli errori e mettere a buon profitto come persone e come collettività quelle idee che si son dimostrate nei millenni valide e profique linee guida indipendentemente dal contesto culturale ...

non ultimo godiamo di un buon sviluppo tecnologico che semplicemente imho deve esser indirizzato più al "benessere" e meno al "consumo usa-e-getta".

una gran fortuna che non tutti su 'sto pianeta non hanno,
e che imho è nostro dovere far fruttare;
basta non farsi prendere dagli "ismi" e fare le scelte con ponderatezza e senza essere aprioristicamente pro o contro qualcosa/qualcuno, vedere magari come si dice in "star trek" : "l'utilità di molti, oltre che l'utilità del singolo", continuando però come facciamo ora a salvaguardare
la "peculiarità" del singolo.

Il mare è fatto di tante piccole onde... senza le onde il mare non sarebbe, ma un'onda che pretenda di essere indipendente dal mare è ridicola.
__________________
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Ultima modifica di Fil9998 : 26-04-2006 alle 11:39.
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Old 26-04-2006, 12:52   #30
Krammer
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la questione volendola semplificare è immediata: il pensiero causa infelicità.
per stare in pace, in assenza di turbamenti, è sufficiente non pensare, lasciare vuota la mente. questo è in soldoni il principio del buddismo, che si prefigge di raggiungere ciò che viene chiamato nirvana attraverso la pratica meditazione (che è esattamente il non pensare a nulla, abbandonarsi al nulla, lasciandosi alle spalle pensieri, desideri)
il nirvana è una semplicissima ma allo stesso tempo profondissima presa di coscienza del nulla: il nostro io è nulla, la realtà che percepiamo è nulla, tutto è nulla.

porta alla felicità questo "nirvana"? dipende cosa si vuole intendere per felicità.
di certo porta all'assenza di infelicità, di sofferenza o turbamento psicologico.
per questo il buddismo insegna la meditazione per svuotare la mente, insegna a vivere una vita equilibrata lontana dagli eccessi, lontana dalle passioni, slegata dall'attaccamento ad ogni cosa, perchè ogni cosa è vana, effimera e destinata a scomparire. Se non pensiamo a nulla, non desideriamo nulla, non ci manca nulla e nulla ci può turbare.
ma è la felicità che vogliamo, questa? è opinabile. di certo non ha nulla a che vedere con il piacere, con la passione, con l'amore inteso in senso comune.

un grande amore, una grande passione può portare a un enorme piacere e soddisfazione, ma solo momentaneo. più grande sarà l'attaccamento e la gioia che questo ne comporta, più grande sarà il dolore e la sofferenza quando tutto sarà svanito, ed è il pensiero ed il ricordo di tale mancanza che ci fa stare male.

che strada percorrere? ad ogni persona la scelta
__________________
Ed io non so chi va e chi resta.
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Old 26-04-2006, 13:37   #31
Fil9998
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dal "vuoto" che nasce dal meditare sorge la vera natura dell'Essere che è "Infinita e atemporale Realtà di Coscienza-Beatitudinie".


Non si tratta di "rinunciare ai piaceri terreni" per "ottenere il Paradiso" ... questa è una errata lettura dell'insegnamento vedico e buddista diffusissima anche in oriente (le religioni giudaico-cristiane son incentrate su 'sto tema), ma per l'appunto è una visione "dualistica" tipica della mente limitata dallo spazio-tempo per la quale se c'è un bene POI deve esserci per forza un male ORA.

Il nocciolo vedantico e quindi buddista dice invece chiaramente che TUTTO OVUNQUE è espressione di INFINITA COSCIENZA-BEATITUDINE sempre.

Errato non è lo "status" delle cose e il loro (illusorio) variare lungo il tempo; errata è l'iterpretazione egoica che la mente del singolo dà agli eventi affibbiandoci un valore negativo o positivo.

Cambiando "punto di vista/comprendendo da una visione globale" cambia la valutazione, cambiata la valutazione cambia o meglio sparisce il "piacere o dispiacere" legato ad un evento in particolare perchè si gode della pienezza di tutti gli eventi dati dall'interagire di "(cose aventi) nomi e forme".

C'è poco da congetturare, ma piuttosto da imparare ad agire senza attaccameto al risultato (positivo o negativo) di quanto fatto.

In pratica l'allenamento utile è un "godere" del fare ciò che va fatto nel momento in cui deve esser fatto, piuttosto che un godere del risultato ottenuto dal fare o dal non fare che essendo vincolato dal soggettivo punto di vista e dllo spazio-tempo contingenti non può se non essere "parziale e impermanente".

Il rincorrere cose "parziali" e "impermanenti" genera scontentezza, apprensione,frustrazione, desiderio di possesso, aggressività, ed inpiù tutte le reazioni altrui alle nostre azioni compiute sotto questi stati d'animo.


Fare ciò che c'è da fare nel momento in deve esser fatto, ne di più, ne di meno.
Questo ovviamente non impedisce di godere delle cose piacevoli,
anzi, si gusta un frutto appieno e non si dà il suo sapore per scontato (e ovviamente anche e tutto il resto ... sport, cibo, affetti etc. etc.)
piuttosto genera un sano "disincanto" e una maggiore capacità nell'affrontare le cose spiacevoli visto che non ce le si sente "appiccicate addosso come una maledizione ad personam" e si sa che sono anche esse "impermanenti".





Quante volte diciamo :

"ah se solo avessi amato la tal persona quando ne avevo la possibilità, ma ero preso da 1000 cose";
" ah se solo avessi fatto la tal gita il giorno che potevo ed ora non posso più"; ...
"ah se solo avessi lavorato duro adesso avrei i soldi per xxx"...
"ah, se solo avessi preso il diploma quando potevo";
"ah se solo avessi detto al nonno quanto lo amavo prima che morisse"...

"ah, perchè non ho imparato a suonare, a dipingre, magari male, ma fatto PER ME STESSO"
....



ecco, una corretta VIA DI MEZZO, un sano fare quel c'è da fare quando c'è da farlo godendoselo
(anche se fosse un compito spiacevole e doloroso) perchè è e resterà una occasione unica ... non si ripresenterà più.
Se si dovesse ripresentare il tempo avrà cambiato NOI e noi non la vivremmo più allo stesso modo.

Noi viviamo sempre "domani", mai "adesso"... e così arriviamo al momento della morte scontenti perchè non abbiam goduto la vita. Alcuni capiscono questo, ma cercano di escludere la metà degli eventi della loro vita, godendo solo quelli che essi ritengono piacevoli; basterebbe cercare di applicare lo stesso metro anche agli eventi che a priori consideriamo spiacevoli.


Mi pare una impostazione più "completa ed equilibrata"
del semplicistico e imho brutale "rinunciare" per ottenere il paradiso/nirvana.
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Ultima modifica di Fil9998 : 26-04-2006 alle 13:46.
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Old 26-04-2006, 15:14   #32
jumpermax
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Originariamente inviato da Krammer
la questione volendola semplificare è immediata: il pensiero causa infelicità.
per stare in pace, in assenza di turbamenti, è sufficiente non pensare, lasciare vuota la mente. questo è in soldoni il principio del buddismo, che si prefigge di raggiungere ciò che viene chiamato nirvana attraverso la pratica meditazione (che è esattamente il non pensare a nulla, abbandonarsi al nulla, lasciandosi alle spalle pensieri, desideri)
il nirvana è una semplicissima ma allo stesso tempo profondissima presa di coscienza del nulla: il nostro io è nulla, la realtà che percepiamo è nulla, tutto è nulla.

porta alla felicità questo "nirvana"? dipende cosa si vuole intendere per felicità.
di certo porta all'assenza di infelicità, di sofferenza o turbamento psicologico.
per questo il buddismo insegna la meditazione per svuotare la mente, insegna a vivere una vita equilibrata lontana dagli eccessi, lontana dalle passioni, slegata dall'attaccamento ad ogni cosa, perchè ogni cosa è vana, effimera e destinata a scomparire. Se non pensiamo a nulla, non desideriamo nulla, non ci manca nulla e nulla ci può turbare.
ma è la felicità che vogliamo, questa? è opinabile. di certo non ha nulla a che vedere con il piacere, con la passione, con l'amore inteso in senso comune.

un grande amore, una grande passione può portare a un enorme piacere e soddisfazione, ma solo momentaneo. più grande sarà l'attaccamento e la gioia che questo ne comporta, più grande sarà il dolore e la sofferenza quando tutto sarà svanito, ed è il pensiero ed il ricordo di tale mancanza che ci fa stare male.

che strada percorrere? ad ogni persona la scelta
è quello che pensavo, ma non trovavo le parole giuste per dirlo. Alla fine lasciare vuota la mente, o tenerla occupata con qualcos'altro è un modo per non percepire quei pensieri che ci turbano. Qualcosa di più profondo della delusione amorosa, l'amicizia perduta, o il senso degli anni che passa, ma la consapevolezza che al di fuori di se stessi non c'è punto di riferimento che sia stabile, che tutto cambia e che fondamentalmente questo ci lascia soli con noi stessi. E lo sai perchè ci sei già passato, che conoscerai altre persone, avrai altri legami, ma non li senti tuoi, veri autentici come quelli che ti lasci alle spalle. Davanti hai facce sconosciute, che non ti suscitano alcun interesse. E se ti volti indietro non è rimasto più nessuno, perchè alla fine in questa corsa nessuno si può fermare...
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Old 26-04-2006, 17:02   #33
Darkdragon
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Originariamente inviato da jumpermax
Un articolo breve, ma che mi ha dato parecchio da pensare... http://www.psicoanalisi.it/psicoanal...coli/edi14.htm

soprattutto in relazione a quanto leggevo l'altro giorno in un libro del Dalai Lama:
"Dal punto di vidta buddhista, il motivo risiede nel fatto che abbiamo alcuni modi sostanzialmente sbagliati di percepire e metterci in relazione con noi stessi e con il mondo. Alla radice di tutto ciò stanno quelle che il buddhismo identifica come quattro concezioni sbagliate. La prima è quella di considerare cose ed eventi che sono in realtà impermanenti e transitori come eterni, permanenti e immutabili. La seconda è quella di considerare cose che in realtà sono fonte di insoddisfazione e di sofferenza come piacevoli e come la vera fonte della felicità. La terza concezione sbagliata è quella di considerare spesso come pure e desiderabili quelle cose che in realtà sono impure. E la quarta concezione sbagliata è la nostra tendenza a proiettare un'idea di esistenza reale su eventi e cose che in realtà non hanno tale autonomia"

Che la questione sia alla fine che si cercano cose impossibili, irreali o irrealizzabili? Che il punto sia accontentarsi di quel che ci da il presente senza pensare a quanto sia effimero?
l ho fatto in filosofia qualche mese fa...
in sostanza bisogna abbandonare i beni terreni, eliminare il velo dell illusione della felicita ecc ecc... in pratica lobotomizzarti a meditare tutto il tempo. sara ma io non condivido
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Old 26-04-2006, 18:56   #34
Krammer
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Originariamente inviato da jumpermax
è quello che pensavo, ma non trovavo le parole giuste per dirlo. Alla fine lasciare vuota la mente, o tenerla occupata con qualcos'altro è un modo per non percepire quei pensieri che ci turbano. Qualcosa di più profondo della delusione amorosa, l'amicizia perduta, o il senso degli anni che passa, ma la consapevolezza che al di fuori di se stessi non c'è punto di riferimento che sia stabile, che tutto cambia e che fondamentalmente questo ci lascia soli con noi stessi. E lo sai perchè ci sei già passato, che conoscerai altre persone, avrai altri legami, ma non li senti tuoi, veri autentici come quelli che ti lasci alle spalle. Davanti hai facce sconosciute, che non ti suscitano alcun interesse. E se ti volti indietro non è rimasto più nessuno, perchè alla fine in questa corsa nessuno si può fermare...
dai su con la vita jumper
è così per ogni persona, quasi tutti prima o poi ne prendono coscienza, qualcuno se ne accorge subito da ragazzo, qualcun altro da uomo, altri ancora (forse la situazione più triste) se ne accorgono solo da vecchi. e qualcuno muore prima di rendersene conto. è la vita!
e allora come fare a tutelarci in qualche modo, per vivere meglio? come hai detto basterebbe non pensarci, o almeno non darci peso, vivere con leggerezza il presente senza mai voltarci indietro e senza nutrire ambiziose speranze o progetti per il futuro. Insomma vivere, agire senza darsi pensieri su ciò che si è fatto o su ciò che si ha intenzione di fare.
Certo una mentalità, uno stile di vita del genere è ben poco conciliabile con la realtà di cui facciamo parte: la stessa società ci impone barriere insormontabili che ci obbligano a farci carico di scelte ed azioni, ci giudicano e determinano la nostra libertà, ci impongono responsabilità ed organizzazione a lungo termine se vogliamo conformarci ad una esistenza "normale": famiglia, lavoro, casa, macchina etc etc. insomma è impossibile conciliare tutto ciò con il "vivere alla giornata": si devono per forza scegliere dei compromessi ed accontentarsi di quello che ragionevolmente si può fare. oppure si opta per scelte estreme....

c'è da dire comunque che l'essere umano è bello perchè vario: c'è chi trova soddisfazione dedicando tutta la propria vita al lavoro fine a se stesso fino a tirare le cuoia, chi ad aiutare con tutte le forze le persone che soffrono, chi vive esclusivamente per la felicità dei propri cari (partner, figli...), chi vive per la scienza o per l'arte spesso senza mai raggiungere risultati importanti, chi prova compiacimento nelle seghe mentali rinunciando a prendere parte della realtà (tipo alcuni filosofi o scrittori ), chi si lascia (volontariamente o meno) sprofondare nell'alcol, nella droga, nel gioco, chi vive per essere più ricco, più potente, più bello, più forte, più famoso.... di motivazioni che ci tengono occupata la mente ce ne sono: basta sentirsi soddisfatti alla fin fine, e non avere rimorsi. certo non è facile.

per quanto mi riguarda sono ancora in fase di ricerca di me stesso. ho sperimentando di tutto: riflessione ed azione, razionalità ed istinto, equilibrio ed eccesso, organizzazione e sregolatezza. Nulla di per sè mi ha dato una completa soddisfazione se non questa stessa continua ricerca, l'andare avanti ad occhi socchiusi senza una meta precisa, il cambiamento e la scoperta mi danno piacere. ho pochi rimorsi sul mio passato, la sola cosa che mi angoscia è il pensiero del futuro, del tutto indeterminato considerato il mio stile di vita e le mie aspettative. ma in cuor mio nonostante l'incertezza rimango fiducioso
__________________
Ed io non so chi va e chi resta.

Ultima modifica di Krammer : 26-04-2006 alle 18:59.
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Old 26-04-2006, 21:21   #35
siluro85
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secondo me la felicità quella vera è qualcosa che esula da qualsiasi pratica religiosa...politica comportamentale....secondo me la felicità vera per una persona è quella data da uno stato di benessere continuativo nel tempo...benessere incondizionato...senza se senza ma....e quello che ci rende veramente felici...e quello che ci fa star realmente bene lo sappiamo solo noi....

tutto in questa vita è momentaneo...se ci pensiamo la vita stessa è momentanea....una volta dopo la vita nella morte cosa c'è?la pace assoluta?la dannazione eterna?il NULLA?

la stessa società oggi ci nega la felicità...la società con il suo modello di persona riuscita che ci impone.....hai un bel lavoro?si?allora sei una persona felice per la società...hai una bella auto?allora sei una persona realizzata...
questo è quello che ci impone la società...quindi quando sento nooi siamo fortunati...non sono d'accordo...

la felicità è come ho detto prima frutto di un incondizionato stato continuativo di benessere. altri tipi di "felicità" provocano solo altro dolore in quanto una volta passate lasciano il rimorso per aver perso quello che si aveva...quando invece c'è benessere lo stato contuinuativo che dicevo prima allora c'è felicità...ma quello stato di benessere è diverso da persona a persona solo io so quello che mi fa star realmente bene.....
invece oggi la nostra società ci impone il suo modello di felicità (basato sulla ricchezza in maggior parte...) e questo secondo me ci impedisce di trovare la nostra felicità....quella vera....quindi sinceramente non mi sento un gran fortunato...
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Old 26-04-2006, 21:29   #36
Fil9998
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magari senza saperlo, ma hai capito tu più dello ZEN di tanti pagliacci con la tonaca tinta prugna ...


buon per te.
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Old 26-04-2006, 21:51   #37
jumpermax
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Mai come in questo momento credo di aver compreso perchè ci si avvicini alla fede. Perchè messaggio di maggiore felicità assoluta credo proprio non ci possa essere... non è poi una cosa così sbagliata in fin dei conti se davvero questo porta a quietare quella senzazione di incompletezza e di mancanza che ci pervade, il punto è che uno non può arrivare alla fede per logica volendo dare risposta a quella domanda, ma vi si imbatte nel tentativo di rispondere... credo di essere arrivato sulla soglia di una crisi mistica.
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Old 26-04-2006, 22:01   #38
Fil9998
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la differenza vera, il salto di qualità lo si fa quando si capisce prima e si sperimenta poi che "il qualcosa che è oltre, immanente, ASSOLUTO" non è diverso ed estraneo dalla propria intima realtà; che non è " là fuori", ma "qua dentro" e sempre e ovunque.

Non appartiene a nessuna religione, ma tutte le tradizioni a loro particolare modo ne parlano e tutti gli esseri ne sono intessuti.

poi le paure, le angosce, gli spasmi si relativizzano di fronte a questa autocoscienza-beatitudine sempre nuova.
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Ultima modifica di Fil9998 : 26-04-2006 alle 22:17.
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Old 26-04-2006, 22:09   #39
Krammer
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Originariamente inviato da jumpermax
Mai come in questo momento credo di aver compreso perchè ci si avvicini alla fede. [cut]
fede in cosa?
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Old 26-04-2006, 22:09   #40
Fil9998
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in Sè.


Tat twam asi dicono i Veda ... Tu sei Quello (cioè Sat-Chit-Ananda)

o come disse il Budda storico in punto di morte ai suoi dicepoli:
"siate Voi Stessi la vostra stessa Luce".




il Paradiso e l'inferno son per le scuole primarie, la fede è inganno, superstizione e speranza senza lo "sperimentare".

Quanto a lungo puoi parlare di acqua ad un assetato senza che questo veda passare la sua sete ???

non serve parlare d'acqua, bisogna berla, non basta berla, deve integrarsi con le proprie cellule.
__________________
mac user = hai soldi da buttare; linux user = hai tempo da buttare; windows user = hai soldi e tempo da buttare

Ultima modifica di Fil9998 : 26-04-2006 alle 22:15.
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