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31-07-2009, 09:46 | #181 | |
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31-07-2009, 11:17 | #182 | ||||
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Ultima modifica di Ja]{|e : 31-07-2009 alle 11:20. |
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31-07-2009, 12:30 | #183 | |||
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Mi riferivo solo a quella frase Quote:
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Quella di cui parli tu |
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31-07-2009, 13:30 | #184 | |
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31-07-2009, 15:57 | #185 | |
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Comunque, appena ho tempo mi faccio un giro nei thread sulle zoccole e sui carabinieri, che vedo che già sono belli lunghi e non li ho seguiti dall'inizio... |
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01-08-2009, 05:45 | #186 |
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Sarà che io mi faccio influenzare da Travaglio, anche se a me piace pensare che ciò che mi frulla per la testa sono le stesse cose che lui espone così bene, ma quest'intervista quando la vidi mi era piaciuta assai, e mi pare che in questa discussione calzi a pennello:
http://www.youtube.com/watch?v=wITNoY18MNs http://www.youtube.com/watch?v=I9xr6Ur_tM0 |
01-08-2009, 06:53 | #187 | |
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cit. Il vero è l'intero. Cmq io sono tendanzialmente d'accordo con l'utente Platone nel volere un governo di filosofi (leggasi un governo tecnico al riparo assoluto da conflitti di interesse); questa democrazia è un epic fail... ogni volta che uno dei due bracci della bilancia comincia a vacillare, degenera sempre in una dittatura-soft-mediatica. Ma questa non è solo la storia recente italiana, sta accadendo in molte altre parti del mondo (pure quello occidentale, sì), pur non con questa strafottenza e sfacciataggine nostrana. |
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01-08-2009, 10:21 | #188 |
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@Proteus: guarda, senza arrivare agli estremi (nel bene e nel male) che hai sperimentato tu, solo dalla "pura osservazione" sono arrivato alle tue stesse conclusioni. Ovviamente l'auspicio che ho fatto è pura utopia e non ci ho mai creduto per un istante... cmq sì, in linea di massima son d'accordo con quel che dici. Tanto per citarne un altro: homo homini lupus. (ok, la "giornata filosofia" è finita. )
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01-08-2009, 11:06 | #189 | |
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Se il potere è equamente suddiviso, è assai difficile che qualcuno prevalga sugli altri. Sul governo dei filosofi sono d'accordo solo a patto di essere io il filosofo. Assicuro di conoscere perfettamente l'idea del Buono, al contrario degli altri sedicenti filosofi . |
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01-08-2009, 13:22 | #190 | |
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Una lobby è un gruppo di potere. Un gruppo di potere formato da poche persone, si può formare solo se quelle persone hanno singolarmente piú potere delle altre. Se il potere effettivo è suddiviso in modo abbastanza uniforme, l'unica lobby che si può formare è la maggioranza. |
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02-08-2009, 00:24 | #191 | |
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Se gl'interessi economici sono frammentati, vige una “concorrenza” tra i poteri, e chiunque tenti di acquisirne di maggiore oltre un certo limite si ritrova contro tutti. |
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02-08-2009, 12:40 | #192 |
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La televisione e la menzogna permanente Tutto ciò che l'italiano medio conosce, lo deve alla televisione. Ma l'italiano medio non sa che la televisione mente in modo sistematico o, se lo sa, se ne infischia e se la beve tutta. La televisione è nata per mentire e vendere fumo, è nata per fare propaganda, per soggiogare in maniera subdola le coscienze, per poterle modificare. Chi crede di informarsi accendendo il televisore è solo un ingenuo. Occorre sapere che la tv è sempre manipolata e maipolante e che i programmi sono progettati per un pubblico di 12 anni di età media. Questo non lo diciamo soltanto noi, ma fior di studiosi. Ora si dà il caso che il primo ministro del nostro governo detenga il potere di tutte le reti nazionali e che lo stesso primo ministro, plurinquisito, corruttore, piduista, voltagabbana, puttaniere, stia letteralmente nascondendo la verità agli italiani. Gli esempi da fare sarebbero tanti, troppi, ma quello relativo alla ricostruzione delle zone terremotate d'Abruzzo è veramente inconcepibile. La tv mostra Berlusconi trionfale, sul tetto di una nuova palazzina a piantare la bandiera italiana (manco fosse Armstrong sulla luna) e tutti i cronisti, pseudogiornalisti, a emanare dispacci di regime sugli ottimi risultati ottenuti dal governo e sulla promessa che entro il 30 di novembre (massimo dicembre) si daranno le case ai cittadini sfollati. Quattro mesi di bugie e non sono ancora finite. La realtà è ben diversa, quattro palazzine di cemento appena costruite non dànno un tetto a 50 mila sfollati. Conoscendo Berlusconi, non ci stupirebbe sapere che quelle palazzine siano state costruite per fare da scenografia alla messinscena della bandiera italiana con le riprese dall'elicottero. L'Italia è offesa da quel gesto! La realtà è diversa, i terremotati d'Abruzzo sono incazzati all'inverosimile, ma la tv non lo fa vedere, non mostra le proteste dei cittadini (proteste clandestine, visto che -pensate un po'- sono state vietate), non rivela il fatto che vengono sequestrati striscioni e che loschi e arroganti energumeni con occhiali neri urlano in faccia ai manifestanti 'quello che bisogna fare lo decidiamo noi, è chiaro'?. E' tutta una menzogna, in cui gli italiani vivono beati e beoti. Tutto è falso, anche le cifre dell'ISTAT, anche le informazioni circa il numero degli studenti bocciati (più alto, secondo il Ministero, ma solo per giustificare la severità di una 'riforma' che, in verità, è stata severa soltanto con i lavoratori della scuola, mandandoli a spasso con un calcio in culo). False sono le informazioni, le promesse di Berlusconi e tutti i dati emanati dalla televisione. Persino le notizie di cronaca non rivelano il vero stato del Paese, poiché i direttori dei TG scelgono ad hoc le notizie, in base a quel che conviene al governo. Allora, ad esempio, si cercano con il lanternino notizie di stupri commessi da stranieri per giustificare una legge anticostituzionale con ronde annesse. Si nascondono i morti sul lavoro per far sembrare che in Italia non esista il problema. In compenso, se muore un militare, la prima pagina è sempre garantita, come minimo! E' tutto falso, signori! Le interviste sono montate ad arte, tagliando le parti sconvenienti, eliminando testimonianze scomode o piazzandole in punti di facile rimozione cerebrale. E che dire di questa fantomatica pandemia da influenza suina -che suina non è più- e contro la quale la tv sta vendendo terrore (e vaccino) a tutto spiano? A tal proposito, per inciso, abbiamo realizzato delle VERE interviste su questo argomento, per vederle cliccate QUI. La televisione dipinge un paese di tette e culi, dove ogni prostituzione è lecita per far carriera, salvo ingerenze clericali e scomuniche papaline (ma mai rivolte al vero puttaniere d'Italia). Nota a piè di pagina: non è un caso se gli studi televisivi di tutto il mondo, quando c'è un golpe o una guerra, vengono immediatamente occupati militarmente e gestiti dalle autorità preposte alla propaganda. Una propaganda che sostituisce quella precedente. Una menzogna che sostituisce quella precedente. Avanti così, italiani imbecilli! |
02-08-2009, 13:12 | #193 |
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02-08-2009, 13:49 | #194 |
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Benvenuto nel thread dei paranoici
Siamo in Democrazia, Sei Tu lo “Strano” come controllare le masse nei sistemi democratici, i video http://www.youtube.com/watch?v=c_rUgh-r7xo PARTE OTTAVA: LE INGIUSTIZIE NON CI SPAVENTANO PERCHE' CI DICONO CHE SIAMO IN DEMOCRAZIA. Chi riesce a capire l’ingiustizia e la mancanza di libertà del regime è fatto sentire “strano” e tutti gli altri sono “normali”. In questa maniera, anche quando c’è una maggioranza di persone che vede l’ingiustizia, tende a ribellarsi poco, e non in pubblico. ARTICOLO ORIGINALE >> http://www.hwupgrade.it/forum/showpo...77&postcount=4 |
02-08-2009, 14:51 | #195 | |
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09-08-2009, 20:11 | #196 |
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La nuova censura
sabato, agosto 08th, 2009 | Author: ale drago Giuditta - http://tuttouno.blogspot.com/ Titolo originale: Télévision: de l’info sans infos La nuova censura Il principio di base della censura moderna è di mischiare le informazioni essenziali con una miriade di informazioni insignificanti diffuse da altrettante reti dal contenuto simile. Questo permette alla nuova censura di conservare le apparenze della diversità e della democrazia. Questa strategia di diversità si applica innanzi tutto ai telegiornali, prima fonte pubblica dell’informazione. L’informazione senza informazioni… E’dagli anni ‘90 che i telegiornali non contengono quasi più nessuna informazione. Si chiamano sempre “telegiornali” ma sarebbe più giusto chiamarli “riviste”. Un TG contiene una media di 2-3 minuti d’informazione. Per il resto sono solo servizi su aneddoti, fatti diversi, inchieste “people”, reality-show della vita quotidiana. …Censura senza censori La finezza della censura moderna risiede nel fatto che non ha censori. Questi sono stati sostituiti con efficacia dalla “legge del mercato” e dall’ “indice di ascolto”. Dal semplice gioco di condizioni economiche abilmente create, le reti televisive non hanno più i mezzi per finanziare un vero lavoro giornalistico, mentre allo stesso tempo, le inchieste “people” ed i reality show fanno più audience con minore investimento. Anche i fatti importanti vengono trattati in modo “people”, ridotti e minimizzati ad una visione molto ristretta rispetto alla realtà. Ad esempio, per una riunione internazionale al vertice, si vedrà l’intervista al capo cuoco in carica, immagini di sfilate di limousine e di saluti ufficiali, però nessuna vera informazione riguardo ai temi dibattuti dai capi dello Stato. Ugualmente un’attentato verrà trattato con delle inchieste popolari sul luogo del dramma, con le impressioni e testimonianze della gente o l’intervista dei membri delle squadre di soccorso o dei poliziotti. A questa serie di fatti insignificanti si aggiungono lo sport, i fatti diversi, filmati bucolici su paesini della profonda Italia, senza dimenticarci delle pubblicità mascherate da prodotti culturali lanciati da una campagna promozionale (spettacoli, film, libri, dischi,…). Un’informazione destrutturata per una memorizzazione minimale Tutti gli psicologi e i neuroscienziati sanno che la memorizzazione delle informazioni viene sempre realizzata dal cervello in modo ottimale quando queste vengono presentate in un modo strutturato e gerarchico. La strutturazione dell’informazione è uno dei principi fondamentali insegnati a chi studia giornalismo. Da più di 15 anni i telegiornali fanno esattamente il contrario, infilando disordinatamente soggetti completamente diversi e di importanza variabile (fatto diverso, un po’ di politica, sport, un tema sociale, altro fatto diverso, ancora della politica, etc…) come se lo scopo di tutto ciò fosse di ottenere dal pubblico una pessima memorizzazione. Una popolazione colpita da amnesia è difatti molto più facile da manipolare… |
09-08-2009, 22:57 | #197 | |
Bannato
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In Italia il potere ha tutti i media. E' leggermente esagerato il concetto rispetto alla "media" degli altri paesi. A meno che tu non mi dimostri che Sarkozy è proprietario di 3 Tv, ne controlla altre 3, legifera per se e ha almeno 3 testate di giornali, come la Merkel e Obama. ma de che stai a parlà, a Protte.... fg |
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13-08-2009, 11:59 | #198 |
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L’Italia sta diventando una grande Setta?
di Marco Canestrari ANALOGIE FRA LE SETTE A CONTROLLO MENTALE E LA VITA AL GIORNO D’OGGI Conosciamo bene, dai fatti di cronaca, l’enorme potenzialità distruttiva delle sette. Che siano culti Satanici, commerciali, politici o psicologici, quando l’organizzazione è strutturata per permettere il controllo del pensiero, facilmente il gruppo sfocia in comportamenti malsani e antisociali. Nei casi più comuni i membri vengono sfruttati e alleggeriti dei loro beni materiali, a volte si evidenziano episodi di violenza, e nei casi più estremi, il completo distacco dalla realtà e le tragedie dei suicidi di massa. Di metodi per modificare il pensiero e il comportamento se ne conoscono fin dall’antichità. Dai tempi dei Cinesi, passando per le sperimentazioni innovative degli anni 60 e poi 70 fino ai giorni d’oggi, le tecniche di controllo mentale hanno fatto degli enormi passi avanti. In breve, anche i metodi più moderni e sofisticati si basano sui seguenti principi di base: CONTROLLO DELLA COMUNICAZIONE E DELL’INFORMAZIONE Il controllo della comunicazione è l’aspetto fondamentale per riformare il pensiero. Controllando l’accesso alle informazioni si restringe la capacità individuale della persona di pensare autonomamente. La gente viene intrappolata dalle sette perché viene loro negato l'accesso alle informazioni critiche di cui ha bisogno per valutare la sua situazione. Il linguaggio è caricato e spietatamente valutativo e le frasi sono di forte divisione: brevi, riduttive e facilmente memorizzabili. Ci sono dei termini “cattivi” che si usano per rappresentare qualsiasi cosa esterna all’ideologia del gruppo che, naturalmente, deve essere rifiutata. Si evita deliberatamente il diffondersi di informazioni non consone al modello della setta e spesso si distorcono le informazioni per renderle più accettabili. Si scoraggia lo scambio libero di informazioni: I leader delle sette reprimono le contestazioni e le domande relative al sistema. Si rende difficile l’accesso alle informazioni non-setta mentre si utilizza estensivamente la propaganda autoprodotta dalla setta. La diffusione di informazioni libere e individuali è in assoluto una delle principali armi contro le sette. BASI DEL CONTROLLO DEL PENSIERO L'ideologia e i modelli di vita imposti sono interiorizzati come "La Verità". Le informazioni in entrata vengono filtrate dalla dottrina, che spiega anche cosa si deve pensare dell’informazione esterna alla setta. La persona può avere soltanto pensieri positivi riguardo al gruppo. Si rifiuta l’analisi razionale e il pensiero critico a favore delle emozioni più facilmente manipolabili. Il Leader di un gruppo distruttivo non considera mai legittimi o utili i sistemi di credenze diversi dal suo. Secondo il leader, non esistono mai problemi. E se qualcuno sente un problema la colpa è sempre sua, mai del leader o della dottrina, e il singolo membro se ne deve assumere tutte le responsabilità e lavorare più duro. CONTROLLO EMOTIVO E SFRUTTAMENTO DELLE PAURE Allo scopo di mantenere un forte controllo, le sette intimidiscono, inducono sensi di colpa, vergogna e paura sempre nella stessa maniera. Ci sono due modi per manipolare la paura: il primo è creare un nemico esterno (noi contro loro) che ci minaccia; il secondo è la paura di ciò che accade se non si riesce a rimanere ai livelli del modello di vita imposto. L’atmosfera che si crea suggerisce un solo modo di essere, per questo è molto importante vedere costantemente dei modelli da imitare. Una persona plagiata da una setta ha sempre queste paure: Paura di degli svantaggi nel pensare in modo diverso dal gruppo, paura del mondo esterno alla protezione del gruppo e dei nemici minacciosi, paura della disapprovazione se non si riesce nelle regole imposte dal leader. LA DINAMICA CENTRALE: DEMARCAZIONE BUONI E CATTIVI Per il leader è fondamentale proporre contrasti stridenti fra chi è membro e chi invece non si adatta ai modelli della dottrina o non ubbidisce alle leggi imposte. Solo il mondo interno al gruppo è “buono”, il resto è cattivo e minaccioso e va evitato e ridicolizzato. Se si vuole un certo grado di sicurezza, è meglio rimanere nell’ambiente protetto del gruppo. L’ideologia dell’organizzazione definisce il bene e il male e qualsiasi cosa venga fatta in nome di questo “bene” è morale. La dottrina, in nome del bene dei membri, impone leggi e regolamenti sempre più rigidi e l’obbligo di obbedienza. Nei casi più estremi la dottrina promulgata è più importante della persona e spesso, il fine giustifica i mezzi. Mentire e ingannare, spesso sono mezzi leciti. Solamente le idee, sentimenti ed azioni coerenti ai provvedimenti della setta sono buone, mentre la coscienza individuale non è affidabile e va scoraggiata. I culti a controllo mentale più distruttivi cercano di “trasferire” l’immagine del leader sui membri, ingaggiando una guerra a tutto campo contro l’impurità e il diverso. Tutto ciò viene portato avanti spingendo il modello da raggiungere (costumi, lavoro, norme di vita) sempre più avanti, richiedendo che la persona si sforzi continuamente, con la paura di non farcela, verso un fine inesistente ed estraneo alla condizione umana. La dottrina tiene sempre i membri sottoposti a frenetiche attività in modo che, durante la giornata, non abbiano abbastanza tempo ed energie per la riflessione libera su ciò che gli accade. A causa dell’impossibilità di raggiungere un fine a questa rincorsa, la persona vive in una costante vergogna e paura delle conseguenze, spesso dando la colpa alla sua incapacità di vivere secondo questi criteri. L’organizzazione decide il pegno da pagare per chi non riesce a rimanere dentro la dottrina, usa così la paura e il senso di colpa per manipolare i membri. Questa persona si sente incapace di scappare da forze che vede più potenti di se stessa. Il modo di trattare con loro è di adattarsi. Impara ad anticipare i problemi con l'organizzazione e a manipolare gli eventi per evitare di incriminare se stessa. L’unico modo per sollevarsi da questa colpa e da questo enorme stress che si accumula è denunciare con grande ostilità le “impurità” degli altri che vengono sempre viste come provenienti dal mondo esterno. Muore così ogni tipo di intelligenza individuale a favore del pensiero di gruppo guidato dalle paure. DISTACCO DALLA REALTA’ In queste condizioni, si perde completamente l’oggettività sul mondo. Non si hanno più strumenti per distinguere il vero da ciò che ci dice la dottrina, perché più nulla viene misurato con questo metro di giudizio. Infatti l’unico elemento importante diventa la funzionalità verso i modelli da raggiungere. Più questi punti sono chiaramente visibili, più il gruppo attua il controllo sulla libertà individuale e si avvicina ad una ideologia totalitaria con tutti i suoi pericoli. Ricordate... un gruppo non deve essere necessariamente religioso per tenere un comportamento da culto settario. I gruppi con obblighi pressanti possono essere commerciali, politici o psicologici. PERSONALITA’ DEI LEADER E’ evidente che quasi tutti i capi di sette hanno disturbi della personalità antisociali e complessi di inferiorità. La necessità spasmodica di ricchezze materiali è solo lo specchio di quello di cui veramente hanno bisogno: attenzioni e potere. Col passare del tempo sviluppano il bisogno di sempre maggiore potere e questa brama diventa una dipendenza estrema. Un aspetto molto pericoloso di queste persone è la loro instabilità psicologica. La maggioranza crede veramente alla loro stessa propaganda, di essere “Toccato da Dio”, o in alcuni casi, di essere la reincarnazione di Gesù ed Elvis Presley contemporaneamente. Un aspetto fondamentale è il flusso di potere organizzativo. Se i consigli direttivi sono sostanzialmente asserviti al leader allora la struttura non permette controlli ed equilibri. La vera struttura è a forma piramidale con il leader della setta come capo onnipotente. Se il potere è centralizzato e controllato dal capo, allora il gruppo ha i presupposti per essere una setta distruttiva. Se chiedete a qualsiasi membro attivo di una associazione, se il suo gruppo è una setta o no, ovviamente tutti vi risponderanno di no. Per riconoscere se un organizzazione è una setta a controllo mentale, l’esperto Steven Hassan, consiglia una serie di domande dirette a cui si richiede una risposta precisa. Siccome i membri sono addestrati ad evitare il pensiero negativo nei confronti del gruppo, spesso non riceverete risposte dirette ma solo contro domande. Se il reclutatore non vi risponde in modo chiaro, conciso, diretto allora state certi che nella sua risposta c'è qualcosa di storto. Ecco le domande più significative:
"Il potere tende a corrompere, e il potere assoluto corrompe in modo assoluto" - Lord Acton |
17-08-2009, 11:07 | #199 | |
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Scritto il 23 marzo 2009 Il risultato della disinformazione, l’assenza di notizie sulla diminuzione dei reati in Italia ha prodotto una percezione falsata della realtà da parte dei cittadini. pauraUna ricerca condotta da Anci e Cittalia ha analizzato 600 ordinanze comunali rese possibili dal decreto del ministro Maroni e valutato le razioni degli italiani rispetto alla questione ’sicurezza’. La metà dei residenti delle grandi città dichiara di aver modificato, almeno in parte, le proprie abitudini di vita a causa della percezione di insicurezza. Più della metà degli interpellati ha espresso la convinzione che il problema della sicurezza è destinato ad acuirsi nel futuro, con il diffondersi di condizioni di povertà e disagio. Come InviatoSpeciale ha reso noto nell’articolo dedicato alle valutazioni della Gunta delle Camere penali sull’attività legislativa del governo, si tratta di sensazioni indotte dalla propaganda del centro-destra e rafforzate da una pessima informazione diffusa da numerose emittenti televisive e dagli moltissimi organi di stampa. Nel documento dei penalisti si leggeva: “I dati ufficiali diffusi dal Ministero dell’Interno danno conto di una costante e progressiva diminuzione del fenomeno criminale sin dal secondo semestre dell’anno 2007. Nell’anno 2008 gli omicidi volontari sono al minimo storico, i furti sono diminuiti del 39,72 per cento rispetto all’anno precedente, le rapine del 28,8, l’usura del 10,4, la ricettazione del 31,6, il riciclaggio del 5,8, le minacce del 22,1. Diminuiti anche estorsioni e danneggiamenti. Sempre gli stessi dati ci dicono che anche i reati di violenza sessuale sono diminuiti: meno 8,4 per cento. Non solo, la maggior parte degli “stupri” si consuma entro le mura domestiche: i dati relativi al 2007 ci dicono che il 69,7 per cento è opera di partner, il 17,4 di un conoscente e solo il 6,2 è opera di estranei. La sicurezza delle persone è dunque oggi maggiormente assicurata rispetto al passato e se un bisogno di sicurezza emerge esso sta nell’assicurare la tutela delle donne dalle offese delle persone a loro più vicine”. A causa del martellamento demagogico sull’insicurezza, la maggioranza degli interpellati ritiene che lo Stato centrale abbia la primaria responsabilità in ordine alla sicurezza e in modo specifico alla microcriminalità. Per comprendere quanto sia ‘politico’ e non ‘reale’ il problema della sicurezza, proprio alla luce dei dati sulla flessione del numero dei crimini, si nota che il 67 per cento delle ordinanze sono state prodotte da amministrazioni del Nord Ovest e del Nord Est (rispettivamente il 40,3 per cento e 26,4), cioè in zone nelle quali il partito di Bossi è molto forte. Molto basso il numero di ordinanze nelle isole ed al centro-sud. Solo il 6,7 per cento nel primo caso , mentre al centro sono l’11,7 e al sud il 14,9 del totale. La volontà di allarmare, per costruire un clima di paura e permettere su questo un’espansione del consenso elettorale legato alla presunta ‘attività di contrasto’ del centro-destra contro i ‘criminali’ è alla base di una politica che sta riducendo progressivamente le libertà personali dei cittadini. Leggendo i dati dell’indagine si scopre che da quando il decreto del ministro dell’Interno è entrato in vigore, lo scorso 5 agosto, il tema maggiormente regolato dai primi cittadini è stato il divieto di prostituzione (16 per cento), seguito dal divieto di consumo di somministrazione di bevande (13,6 per cento), dal vandalismo (10 per cento) e dall’accattonaggio (8,4 per cento). In nessun modo questi provvedimenti incidono sulla tratta delle ragazze e sul loro sfruttamento, sulla diminuzione del fenomeno del consumo di alcool e stupefacenti tra i giovani o sulla protezione dei più deboli, costretti da crisi e povertà e mancanza di lavoro a chiedere l’elemosina. Solo che i cittadini ‘vedono’, dopo roboanti campagne di disinformazione, i sindaci ‘intervenire’ e, senza essere contemporaneamente informati sulla realtà dei fatti, trovano le misure opportune. Secondo l’indagine, è la Lombardia la regione in cui si registra il maggior numero di ordinanze: in 82 comuni (il 5,3 per cento dei comuni lombardi) sono stati emessi 144 provvedimenti. Interessanti i dati di Emilia Romagna, Toscana e Veneto, dove, pur essendo stato emesso un numero assoluto inferiore di ordinanze (rispetto alla Lombardia), si registrano percentuali più elevate di coinvolgimento dei comuni. Infatti, il 7,6 per cento dei comuni emiliano-romagnoli, il 7,7 dei comuni toscani e l’8,6 di quelli veneti hanno assunto provvedimenti in materia di sicurezza sulla base della legge e del decreto del ministero dell’Interno. In questo caso si nota come, almeno per Emilia Romagna e Toscana (dove le amministrazioni sono in larga misura del centro-sinistra), la campagna di disinformazione abbia coinvolto anche i partiti di opposizione, spingendoli (per evitare di perdere voti) verso la deriva imposta da Lega e Pdl. Oltre l’80 per cento degli intervistati, secondo la ricerca condotta dall’Anci, non esita ad attribuire al corpo della polizia municipale un ruolo importante nel dare maggiore sicurezza ai cittadini, ma i pareri si dividono sulla finalizzazione dell’intervento tra chi vorrebbe vedere rafforzato l’intervento sul fronte della sicurezza e l’ordine pubblico (39 per cento), chi ritiene che sia più opportuno lasciare questo compito alle forze dell’ordine per dedicarsi alla sicurezza stradale e alla mobilità (33), chi infine ritiene che i vigili urbani debbano occuparsi specificamente del disordine urbano e della insicurezza (25). Non piccolo il numero dei cittadini che si sentirebbe disposto ad “armarsi per poter provvedere da solo alla propria difesa” (il 9,3 per cento degli intervistati) o a partecipare a “ronde di cittadini contro la criminalità” (9,2 per cento). A dominare è la preoccupazione per i furti in appartamento, con percentuali più alte rispetto alle grandi città, così come avviene anche per il problema delle truffe agli anziani. Come già visto nelle aree metropolitane, le differenze tra nord e sud del Paese si avvertono fortemente anche nei profili di insicurezza dei piccoli comuni: al Nord tra i problemi maggiormente avvertiti vi sono il problema dell’immigrazione e la presenza di comunità Rom e Sinti, mentre al Sud fanno sentire il loro peso l’usura e le estorsioni. Il fatto singolare è che il contrasto al crimine organizzato e le mafie, poco trattati dagli organi di stampa e non nell’agenda del governo, non risultano ‘preoccupanti’ per i cittadini del nord (meno al sud, dove la realtà è talmente invadente da non poter essere nascosta). Conseguenza delle politiche a contenuto razzista, in alcune aree del centro-destra nel Nord si individua in migranti e popolo romanì un fattore di allarme. Che si sospetti sia Milano la capitale del riciclaggio in Italia non interessa a nessuno. Anci e Cittalia, attraverso un questionario, hanno anche raccolto il punto di vista dei sindaci di 109 comuni rappresentativi di tutte le Regioni, per comprendere quali siano gli interventi per la promozione della sicurezza urbana considerati prioritari per il territorio da loro amministrato. Tra le priorità d’intervento segnalate dai primi cittadini ci sono il rafforzamento della polizia locale e l’adeguamento tecnico strumentale della stessa (35,9 per cento), gli interventi di riqualificazione urbana e contrasto al degrado (25,2 per cento), la prevenzione sociale e l’educazione alla legalità (24,8 per cento) e il sostegno alle vittime dei reati (14,3 per cento). È stata infine realizzata, nel mese di gennaio scorso, un’indagine campionaria sui residenti delle grandi città italiane, proseguendo così il lavoro di ricerca già avviato con un’indagine sulla percezione dell’insicurezza nei piccoli Comuni. Secondo i residenti delle grandi città l’insicurezza è dovuta innanzitutto al cattivo funzionamento della giustizia (36,7 per cento), mentre viene percepito in modo molto meno pressante il tema della insufficienza delle forze di polizia (17 per cento) e anche il problema, sia pure sentito, dell’immigrazione (24 per cento). A seguire, le cause dell’insicurezza sono la “mancanza e la precarietà del lavoro” (36 per cento), e l’aumento delle diseguaglianze e la crisi economica (26 per cento) a conferma di un senso di incertezza che mette assieme, nella vita quotidiana, i problemi dell’ordine pubblico e quelli della sicurezza sociale. Da questi ultimi dati si possono desumere altre considerazioni di grande interesse. Nonostante la presante campagna disinformativa, una percentuale di realtà condiziona le valutazioni degli intervistati. La campagna contro i giudici (legata alla necessità di limitarne l’indipendenza) e il presunto ‘allarme migranti’ hanno prodotto effetti, ma la crisi, la mancanza di opportunità e lavoro (fatti oggettivi) rimangono tra le cause che producono insicurezza. Tuttavia, i cittadini non traggono conseguenze ‘politiche’ dalle insicurezze reali, anzi si rifugiano in quelle ‘indotte’ offrendo all’esecutivo ed ai partiti che lo conpongono maggior consenso. Nelle 11 città prese a campione, la precarietà lavorativa ed economica (32 per cento) fa comunque più paura della microcriminalità (30 per cento). Complessivamente, l’insicurezza economica (intesa come precarietà lavorativa e timore per la perdita del proprio attuale tenore di vita) pesano per il 50 per cento sulle paure dei cittadini. La maggioranza dei cittadini di Venezia (81 per cento), Cagliari (77), Firenze (62), Genova (55), Milano (52) Torino (51) e Bologna (51) considera la sua città un luogo molto o abbastanza sicuro. In altri casi, città verso le quali la campagna dei media e del governo è stata più insistente o dove il contrasto al crimine organizzato non riesce a limitare il controllo del territorio, invece prevale la percezione di insicurezza: Roma (55 per cento), Bari (62), Palermo (70) e Napoli (91). Infine, i cittadini residenti nei piccoli centri individuano nel cattivo funzionamento della giustizia il principale fattore che alimenta l’insicurezza. Però attribuiscono un forte peso anche all’influenza esercitata dai mass media nell’alimentare questa percezione. Sulle azioni da intraprendere, i residenti dei piccoli centri indicano come prioritari la lotta allo spaccio di sostanze stupefacenti e il problema del contrasto alle bande giovanili, con un giudizio assai simile a quello espresso dai residenti delle grandi città. Analizzare i dati è sempre molto complesso ed ovviamente le deduzioni sono opinabili. Però è sempre più indispensabile rflettere sul come dietro la precezione ‘dell’emergenza sicurezza’ si stia sviluppando una politica di forte restringimento delle libertà personali e dei diritti civili dei cittadini. In un contesto nel quale si cerca di limitare i poteri diffusi per poterli concentrare in ambiti ristretti. Gli italiani ’spaventati’ diventano allora ‘diponibili’ ad accettare provvedimenti che probabilmente troverebbero inconcepibili se fossero meglio informati e così il goco è fatto. In questo panorama la responsabilità dei media è enorme e non sembra possibile porre argine all’esplodere immotivato della ‘nera’ tra le notzie, mescolata ad un ‘gossip’ permanente che invece di raccontare la realtà ne mostra solo una parte, per altro deformata. E il regime avanza. |
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22-08-2009, 11:31 | #200 | |
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