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22-03-2010, 19:06 | #1 |
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Gelmini: scuola e Università
Tutti i nostri politici affermano che bisogna investire nella formazione e nella ricerca per dare una spinta al paese. In europa e nel mondo è così: aumentano gli investimenti per la ricerca, anche per la ricerca di base, e si cerca di migliorare la scuola fornendo le risorse finanziarie.
Sono convinto che per dare spinta ad un paese serva un investimento forte nell'educazione e nella ricerca. In Italia assistiamo a tagli finanziari paurosi: le scuole in rivolta (mancano pure i soldi per far le fotocopie), le Università tagliano drammaticamente i posti disponibili per il dottorato, mancano i fondi per far ricerca. Solo recentemente sono arrivati i fondi destinati alla ricerca stanziati nel 2008 Di fatto abbiamo saltato per due anni i finanziamenti annuali alla ricerca (che sono finiti ad alitalia e agli autotrasportatori). Dulcis in fundo, la riforma Gelmini sull'Università prevede di mettere ad esaurimento circa 20000 ricercatori universitari, senza dargli prospettive di carriera, tagliandogli di fatto lo stipendio (si stima che in seguito a questa riforma un ricercatore nell'arco della sua vita avrà circa 100000 euro in meno), e prevedendo un precariato della ricerca che porterà la nuova generazione ad arrivare a 35-40 anni senza sapere se avrà un lavoro. Ma secondo voi i migliori rimarranno in Italia? Le Università sono fortemente contrari alla sistematica distruzione dell'Università pubblica. Il primo effetto sarà sicuramente un aumento delle tasse universitarie (arriveremo come negli USA dove si paga 15-25000 $ all'anno?). Tutte queste considerazioni e molte altre sono alla base della protesta che si sta diffondendo nelle Università italiane: Corriere Repubblica Manifesto La Stampa Bologna, Cagliari, Napoli, Torino, Milano, Genova, ecc.... Io vorrei che mio figlio possa studiare in una Università sana, in grado di preparare adeguatamente. Fino ad ora si è sopperito alla cronica riduzione di fondi, tant'è che a tutt'oggi continuiamo ad esportare "cervelli" in europa e nel mondo, segno che la nostra preparazione è buona, anzi decisamente buona. Gli italiani sono ben apprezzati all'estero, ma vogliamo a continuare a spendere centinaia di migliaia di euro per la formazione di un singolo laureato per poi regalarlo, già belle che formato? La miopia della nostra classe politica è pari all'incapacità della nostra classe dirigente (politica). Questo è un urlo di dolore di tutta l'Università che spero possa scuotere qualche politico e farlo rinsavire....
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Мир - CPU 6502 - 48K RAM Ultima modifica di Мир : 22-03-2010 alle 20:26. |
22-03-2010, 19:23 | #2 |
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Tutto come da copione, l'taGlia deve diventare un paese di ignoranti e lo RE che lo vuole
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22-03-2010, 19:41 | #3 | |
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Il punto è che TUTTI domandano più soldi, ma i soldi sono sempre meno. Quindi cosa si propone oltre ai soliti slogan del "no-tagli"? Io credo che sia proprio la scuola a dover fare un salto di mentalità qualitativo, e che la smetta di aspettare sempre e solo lo stato. Se lo stato non ha soldi che li cerchi altrove, ovvero presso le aziende, come, guarda caso, già succede nel resto del mondo occidentale. Che si aprano le porte del Tempio!
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«Uomini belli fecero belle statue e la città aveva belle statue in parte grazie ai bei cittadini» (Lessing) |
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22-03-2010, 19:43 | #4 |
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madonna mia
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"Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola". (Adolf Hitler) "Se sei bello ti tirano le pietre, se sei brutto ti tirano le pietre. se sei al duomo ti tirano il duomo". (cit. un mio amico ) |
22-03-2010, 19:52 | #5 | |
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Appena ho tempo posto il link, cmq l'hanno intervistato quei komunistacci di Presadiretta non più di un anno fa
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22-03-2010, 19:53 | #6 | |
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pupe e secchioni per non far dimenticare la nostalgia della sQuola
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22-03-2010, 19:57 | #7 |
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22-03-2010, 20:24 | #8 | |
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Siamo lo zimbello d'europa e del mondo. Il salto di mentalita' come dici tu, c'e' gia'. Nella mia universita' c'e' un giro di circa 600 milioni di euro all'anno. Sai quanto ne prende dallo Stato? circa 200 (e l'anno prossimo saranno 48 in meno). Ed il resto? Arriva da finanziamenti esterni. Inoltre, sai quanto paghiamo di IVA allo Stato? circa 230 milioni di euro. Siamo gia' a costo zero... Il problema e' che uno stato, deve sostenere anche quella parte di cultura che non produce reddito nell'immediato. L'istruzione NON e' paragonabile agli introiti di cassa di una azienda, tant'e' che nessuna zienda fa istruzione a meno che non serva nell'immediato. Per farti un esempio, chi studiava cinese 30 anni fa era visto come una mosca bianca, uno che non aveva altro da fare nella vita se non cazzeggiare con trastulli accademici. Beh, oggi sapere il cinese e' una conoscenza di una certa importanza... Il messaggio che DEVE essere chiaro e' che la cultura non puo' essere monetizzata al 100%. Esiste una ricerca (scientifica) di base che nessuna azienda farebbe mai, ma che, come dice la parola stessa, e' alla base della ricerca applicata. All'estero esistono due tipi di universita': quella dedicata alla ricerca di base e quella dedicata alla ricerca applicata. Una sorta di cuscinetto fra "l'accademia" e l'industria, un ponte di trasferimento tecnologico assai importante. Qui in Italia non esiste. E poi non ci sono aziende sufficientemente grandi per sostenere i costi della ricerca, anche quella applicata, figuriamoci quella di base...
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22-03-2010, 20:30 | #9 |
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Tu hai ragione a dire tutte queste cose, e l'importanza della scuola e della ricerca è ben noto, ma vedi il problema è che siamo quasi arrivati al punto in cui, come si dice, non c'è trippa per gatti.
Il nostro debito pubblico è spaventoso. Il PIL fa fatica a risalire e se non stiamo attenti nei prossimi anni rischiamo di trovarci come la grecia. Io non sono così pessimista, ma credo che al momento vi siano altre priorità, soprattutto mantenere la sanità accessibile a tutti. E già questo è difficile visto l'ammontare della spesa sanitaria che manda in deficit intere regioni. Cioè io temo che proprio non ci siano i soldi per fare tutto ciò che vorremmo per avere una società migliore. Dobbiamo scegliere. Un governo ha questo triste compito: fare scelte. E credo che sanità e ammorizzatori sociali vengano prima. Ma ciò non esclude che un governo possa anche decidere di tagliare gli ammortizzatori sociali e la sanità e dare più soldi alle università. Tutto è possibile. Tu ti lamenti del futuro della ricerca, ma c'è sempre più gente che non sa se avrà un lavoro tra un anno. |
22-03-2010, 20:34 | #10 | |
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22-03-2010, 20:37 | #11 | |
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oppure i quattro miliardi di euro per gheddafi? be' non c'e' che dire, questo governo compie delle scelte scelte davvero oculate.
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E' il tuo sguardo che mi fa capire cosa mi puoi fare E le tue labbra accese e accattivanti mi fanno barcollare e l'adrenalina sale! Vorrei un altro pianeta disperso per noi due è solo un modo per dirti cosa ti farei!! E' il tuo odore che mi fa impazzire ho questa strana voglia di renderti il mio cibo Ma non temere sono solo un tipo strano che vuole la tua carne in preda all'essere animale Vorrei un altro pianeta disperso per noi due e come un tuono nel cielo sparire come Dei.. |
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22-03-2010, 20:37 | #12 | |
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La politica ha le sue colpe ma fino a che pure il mondo accademico non inizierà a guardare alle sue, la nostra scuola non potrà mai migliorare. Non è un caso se le nostre aziende sono ancora tanto estranee alle università. E il fatto stesso che tu le giudichi sulle dimensioni, prima ancora che sulla qualità dei loro progetti, la dice lunga sulla miopia accademica.
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22-03-2010, 20:45 | #13 | |
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E aggiungo che altre fregnacce tipo "perché non tagliamo gli stipendi ai ministri" o "riduciamo le auto blu" sono appunto fregnacce perchè non è con qualche taglietto agli sprechi (comunque utile) che ci paghi la sanità pubblica o la scuola. Le cifre in gioco sono enormi. Soprattutto quando un paese ha già un debito ai limiti dell'accettabile. La pressione ficale pure è al limite. Ah adesso qualcuno dirà che si risolve tutto combattendo l'evasione... certo certo. E magari piantando i soldini nel campo come dicevano il gatto e la volpe a pinocchio. |
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22-03-2010, 21:00 | #14 |
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con 200 miliardi di € di evasione qualche scuola e/o ospedale ce lo fai
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22-03-2010, 21:00 | #15 |
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Considerato che l'unico stato occidentale che non sta marciando verso la bancarotta è la Germania (si anche l'Olanda, l'Austria, la Svizzera e forse anche il Canada e l'Australia se la passano abbastanza bene) direi che la lotta alla corruzione ed all'evasione sono necessarie ma non sufficienti.
Dalla Grecia all'Inghilterra. Dall'Italia alla Francia, la produttività e troppo bassa e la spesa pubblica (schiacciata dai debiti) è insostenibile. Comunque anche la Germania se non riesce a tenere la spesa sotto controllo e la popolazione in crescita rischia sul lungo periodo di dissanguarsi...stile Giappone.. (200 miliardi di evasione non ci sono) |
22-03-2010, 21:06 | #16 | |
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Faccio un esempio: prendi lo scudo fiscale, l'imprenditore onesto ha pagato tutto ed ha sopportato dei costi molto più alti dell'imprenditore disonesto. Quindi l'imprenditore onesto non solo ha visto minori utili rispetto al disonesto ma ha anche perso quote di mercato. In più, quello che ha portato i soldini all'estero sicuramente non ha nessuna intenzione di investirli in Italia altrimenti non l'avrebbe portati via. Non solo, sicuramente il disonesto avrà lasciato a casa un bel po' di lavoratori=maggior costo per lo stato. Ma questo è solo un esempio, potremmo farne altri cento e saremmo OT.
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22-03-2010, 21:08 | #17 |
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22-03-2010, 21:29 | #18 | |
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Il corporativismo ed il clienteralismo italiano sono realta' che non si trovano all'estero. Io sarei quasi quasi dell'idea di dichiarare bancarotta e farci amministrare dai tedeschi. Sono sicuro che le cose andrebbero meglio... Il mondo accademico ha certamente delle colpe, e non da poco. Ma cio' che e' definitivamente morta e' l'etica e la moralita'. L'esempio deve venire dalle massime cariche dello Stato e della politica. Non mi pare che negli ultimi anni sia pervenuti esempi di alta integrita' morale.... Per le aziende: l'Universita' attrae aziende interessate a fare ricerca. Purtroppo sono quelle estere. Aziende come BASF, Kao, Mitsubishi,... cercano le universita' italiane e le finanziano. Non e' una questione di progetto buono oppure no. Per la ricerca applicata (quella finananziata dalle aziende) servono soldi. E tanti. Ovviamente in proporzione al progetto. Ma le aziende piccole devono mirare a progetti piccoli. E' una questione di risorse da impiegare a) nella strumentazione, b) nel personale, c) nel materiale di consumo, d) nella realizzazione pilota. Una persona dedicata alla ricerca costa parecchio... l'Universita' mette a disposizione le conoscenze, ma serve che l'azienda sia disposta a supportarla. Ci sono pochissime aziende italiane che possono permettersi di investire ingenti quantita' nella ricerca. Guarda caso ci sono le banche, dalle quali le universita' attingono e non poco. La miopia, semmai, arriva da chi gestisce i finanziamenti pubblici. Ti faccio un esempio: in questi giorni si sono conclusi le assegnazioni a progetti di ricerca riservati a giovani ricercatori (sotto i 32 anni), che hanno presentato lodevoli ed interessanti progetti di ricerca. Sono stati presentati progetti da circa 3800 giovani per un budget di 2.9 miliardi di euro. Le grandi speranze della “meglio gioventù” italiana purtroppo sono state deluse da un finanziamento così smaccatamente sottodimensionato. 50 milioni, poi raddoppiato. Sono mancati fondi per supportare questa iniziativa, che ha condotto ad un processo di valutazione non cristallino, con notevoli ritardi del feedback (da Agosto 2009 a Gennaio 2010), con la revisione dei progetti ad opera di un unico esperto (gli standard internazionali prevedono che una peer review non abbia senso senza almeno due revisori, neppure per pubblicare un articolo su rivista, figuriamoci per decidere finanziamenti di centinaia di migliaia di euro…). L’unico reviewer inoltre è stato lasciato inconsapevole della reale soglia di ammissibilità dei progetti (40/40esimi contro i 38/40esimi indicati nelle guidelines fornite ai revisori). Come risulta quindi evidente, la difficoltà di scegliere, tra tutti i campi del sapere scientifico e umanistico, così pochi progetti, ha portato a trascurarne molti che erano davvero sullo stesso piano di quelli finanziati e con il paradosso di vedere rispettati, nel giudizio di questi, tutti i criteri di eccellenza e senza alcuna critica, ma con una votazione di “soli” 38 o 39 punti su 40. Il numero inaspettatamente alto di progetti presentati e l’elevato livello di questi ultimi non fanno altro che testimoniare l’enorme patrimonio umano presente in Italia e il rischio che essa corre di perdere un’intera generazione, dopo averla formata, a favore di Paesi con economie concorrenti. (fonte: sciencedebate.it)
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22-03-2010, 21:45 | #19 |
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Per quello che riguarda la mancanza cronica dei fondi, sono anche disposto a fare sacrifici. Mi si dica: "signori, siamo in crisi, crisi economica, dobbiamo fare tutti degli sforzi per il paese, e i primi fondi ad essere tagliati sono quelli della ricerca". Ragionamo su dove tagliare e lo si fa.
E' diverso dal dire pubblicamente che la ricerca e' fondamentale, che la scuola e' insostituibile, che si finanzia la ricerca mentre invece si agisce esattamente nel verso opposto. Questo si chiama prendere per il c#lo. Mentre nel frattempo provengono proposte da un certo generale in pensione per aumentare lo stipendio dei generali in pensione.... o ci sono sprechi mostruosi (ponte sullo stretto? chi paga il progetto e le ditte coinvolte che hanno vinto la gara?). In questo senso affermo che la classe dirigente italiana e' alla frutta. O si riesce ad uscire da questro sistema "mafioso" o andiamo a gambe all'aria... come l'Argentina...
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22-03-2010, 21:48 | #20 | |
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Ma non e' che a sinistra abbiano fatto molto meglio, intendiamoci. Ma almeno non era cosi' spudorato... .. stiamo andando verso "mani pulite 2"? quasi quasi lo spero...
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