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Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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Il problema è che io non sto osannando il capitalismo collettivista, ma lo sto criticando ferocemente. Io sto esaltando la cultura orientale. Il problema è che avete letto con molta attenzione le risposte ma non l'articolo. Posso anche essermi esperesso male, vivaddio. Ma tutte le mie risposte dicono la stessa cosa quindi o vi siete telefonati o saltate le righe quando leggete. fg |
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#22 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Napoli
Messaggi: 1727
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Se buttassimo in un cestino tutto ciò che in Italia non funziona cosa rimarrebbe? Il cestino. |
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#23 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#24 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Mar 2001
Messaggi: 1910
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#25 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2006
Città: Wursteland
Messaggi: 1749
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orientale che comunque ha sempre avuto da parte mia tutto il rispetto, stima e invidia, ma quello su cui sono d'accordo con altri é che non potrá creare un capitalismo migliore di quello attuale (americano, non certo il nostro). Riassumo come la vedo io: I poveri sono sempre in vantaggio sui ricchi perché sanno rinunciare, ne sono abituati. I ricchi sono viziati e potrebbero rimanere "schockati" nel ritrovarsi senza un oggetto che per un povero é un lusso visibile al cannocchiale (o in televisione). Quindi é chiaro che un povero punti piú all'essere che all'avere (l'arte -quella vera- la fanno i poveri non certo i ricchi) ma fino a quando non potrá avere, poi ci si abituerá, troverá gusto nel comprare per poco quello che prima sembrava irraggiungibile, si illuderá di essere ricco anche lui. Esempio: A proposito di arte -quella vera- ... magicamente smette di essere vera quando l'artista si ritrova con qualche milioncino in piú in banca. E allora comincia a comprarsi una limousine, ci mette l'impianto di birra alla spina dentro quando qualche anno prima cantava Sunday Bloody Sunday Letto con un'altra chiave questo articolo potrebbe essere la profezia della morte anche della civiltá orientale.
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#26 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Napoli
Messaggi: 1727
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I giapponesi penso che siano le persone + civili, educate e rispettose del prossimo sulla faccia della terra, almeno per quelli che ho avuto modo di conoscere. Aggiungo, o vogliamo parlare di altri paesi del sud-est asiatico dove le bambine vengono vendute dalle famiglie stesse al mercato della prostituzione? Personalmente l'unico paese tra i big orientali del quale importerei qualcosa della sua "cultura" in occidente, è il giappone.
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Se buttassimo in un cestino tutto ciò che in Italia non funziona cosa rimarrebbe? Il cestino. Ultima modifica di dupa : 20-11-2006 alle 14:51. |
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#27 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: May 2006
Città: Wursteland
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#28 | |
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Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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Forse sei il secondo che l'ha letto veramente. Posso dire di essere molto daccordo con te. fg |
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#29 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Messaggi: 1142
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ti chiedo di fare come se non la avessi scritta Quote:
davvero mi scuso. Pace?
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Tant'è bella giovinezza / che si sfugge tuttavia! / Chi vuol esser lieto, sia: / di doman non c'è certezza. |
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#30 | |
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Senior Member
Iscritto dal: May 2006
Città: Wursteland
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#31 | |
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Senior Member
Iscritto dal: Dec 2005
Messaggi: 1142
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#32 | |
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Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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Assolutamente si. Io sbaglio ogni giorno. fg |
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#33 | |||||||
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Senior Member
Iscritto dal: Aug 2003
Città: milano
Messaggi: 14068
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Lo spirito "orientale", a differenza di quello "greco" (dei liberi uguali- della democrazia diretta per alzata di mano nelle grandi assemblee rappresentative) è proprio questo: la prostrazione nei confronti di un monarca assoluto, di origine divina da parte dei sudditi, patrimonio personale del monarca. E quindi si diffondono le grandi filosofie ellenistiche che sono appunto lo stoicismo (che avrà fortuna nella stoà romana), la dottrina cinica ed epicurea, le ultime due fortemente individualistiche e ANTIPOLITICHE. Socrate e Platone precedono l'ellenismo (in quanto filosofie POLITICHE, che si concretizzano nella polis dei liberi uguali), nel periodo che culmina con la potenza talassocratica (dominio commerciale del mare) ateniese e la sconfitta delle città libere e democratiche da parte dello spirito "orientale", cioè i persiani (con le guerre del peloponneso). Quote:
Il tutto centrifugato dalla tuke, che poi è la sorte che filano le Parche, per ogni uomo. Totalmente estraneo al cittadino è la dimensione dei "commerci" prerogativa esclusiva dei meteci, esclusi dalla politica. Sono proprio i meteci a porre in crisi la polis e a preparare l'avvento dei regni ellenistici. Quote:
Il capitalismo è dapertutto, non ha più una dimensione territoriale esclusiva. Ma restano le differenze culturali anche se il capitalismo (che non è cultura) è oramai globale. Quote:
No. l'uomo orientale (un pò generico) non fa altro di diverso da quello che faceva la nostra generazione precedente..bassi salari, alta produttività, fabbrichette illegali negli scantinati, manodopera minorile, pochi se non nulli sindacati..etc.. In questo non c'entra nulla la cultura, è solo una fase economica, che non può durare a lungo, visto che i salari stanno (anche in Cina) aumentando..infatti delocalizzano in Vietnam e Bangladesh. Quote:
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Le privatizzazioni le ha fatte tutte la sinistra (quella dell'economista Prodi, Ciampi e del banchiere DINI)...hanno privatizzato l'ENEL, AUTOSTRADE, TELECOM, spezzattato L'IRI vendendo il comparto alimentare a De Benedetti, fatto fuori le partecipazioni statali e i boiardi di stato, liberalizzato i farmaci generici sulle coop e i supermercati, fatto la legge Treu (che ha introdotto la flessibilità).. Che ha fatto Berlusconi? NEssuna privatizzazione, nè liberalizzazione..
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We are the flame and darkness fears us ! Ultima modifica di zerothehero : 20-11-2006 alle 23:35. |
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#34 | |
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Member
Iscritto dal: Jul 2005
Città: Chieti
Messaggi: 103
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Meno filosofeggiamenti e più economia! E' dalla rivoluzione industriale inglese che esistono i boom economici. Prima è toccato all'Inghilterra, poi Usa, Germania ETC. E le motivazioni sono tutte di carattere economico, come la disponibilità di risorse, il costo del lavoro, l'assenza di costi per l'ammodernamento dell'industria (per il semplice fatto che prima l'industria proprio non c'era...) ETC Facciamo così: FabioGreggio, spiegami con la filosofia eterea usata fino adesso i cicli economici dalla fine del settecento ad oggi e rivedrò la mia posizione |
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#35 | ||
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
Città: Lazio Età: 52 ex mod
Messaggi: 9300
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Molto interessante la riflessione e ne condivido alcuni concetti, ma non accomunerei tra loro due nazioni diversissime in tutto come India e Cina; inoltre nazioni come Indonesia, Bangladesh e India sono quelle col numero maggiore di musulmani al mondo. Oltre al capitalismo è anche l'Islam che si sta imponendo in altre nazioni delll'Asia, ma qui in Europa si guarda troppo dal punto di vista politico al Medio Oriente e molto meno all'Asia Centrale e Sudorientale.
Spesso viene sottovalutata l'importanza dell'Indonesia che è la quarta nazione del mondo per numero di abitanti e della quale se ne parla pochissimo. Quote:
Quote:
In ogni caso affinchè si verifichi l'egemonia culturale una condizione è l'affermazione nei paesi asiatici di un ben maggiore individualismo; dubito che un paese ancora diviso in caste ed eterogeneo etnicamente, linguisticamente e religiosamente come l'India possa aspirare a una qualsiasi egemonia culturale (diverso è il discorso per la scienza e la tecnica).
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Guida CDR - SACD/DVD-A links - Pal,Secam, Ntsc - Fonts - Radio online - Jazz -Soul&Funky - siti traduzioni lingue non rispondo a msg privati sui monitor Ultima modifica di Adric : 21-11-2006 alle 05:12. |
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#36 |
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Member
Iscritto dal: Jan 2005
Città: 100% caciocavallo pride
Messaggi: 146
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Io apprezzo il tentativo di Greggio, a prescindere dal contenuto... un tentativo di mettere ordine, di creare un quadro, una struttura con tante caselline per sistemare le cose che ci stanno accadendo intorno e che rischiano di travolgerci mentalmente.
Dovrebbe essere uno sforzo di ognuno di noi, cercare di farsi un'idea complessiva della situazione in cui viviamo, nella quale poi cercare di dare una personale definizione di BENE e di MALE, che abbia un fondamento. Potremmo evitare di farlo, se vivessimo ancora il mondo di qualche decennio fa... quand'ero piccolo io, la vita italiana, la nostra economia, le nostre istituzioni, sembravano ancora tutto il nostro mondo, e si poteva pensare di fare qualcosa che avesse un'importanza oggettiva. Invece oggi siamo trascinati obtorto collo in cose che non conosciamo, che non riusciamo a capire... le trasmissioni televisive ci sbattono in faccia colpe e problemi a raffica, ti dicono praticamente che quando stappi una lattina di Coca-Cola ammazzi l'indio da una parte e fai finire l'alluminio dall'altra... sei frastornato, non sai più come muoverti, ti rendi confusamente conto che sei dentro ad un meccanismo... che anche tu fai una parte che non conosci più bene... per esempio, quando ho cominciato a lavorare io, il mio datore di lavoro per certi versi faceva anche del bene su base locale... oggi, invece, senza aver spostato di 1 cm. la mia sedia, mi ritrovo a lavorare per uno dei più grandi trafficanti d'armi europei... però io non traffico in armi, gli è che andando a scavare scavare scavare anch'io dò indirettamente una mano... solo perchè sono seduto qui e quotidianamente rigiro carte. Che faccio? Faccio pari, se adesso che arrivano nella buca delle lettere tutti i bollettini "natalizi", Primavera Missionaria, Amnesty International, etc. dò dieci euro ad ognuno? O il male che anch'io contribuisco a fare non si ripaga nemmeno se dò in beneficenza tutta la mia paga? Per cui secondo me fa benissimo Greggio a farsi le cd. "seghe mentali" come si diceva in prima pagina del thread. a chiedersi se quello che lui personalmente considera il Bene poi a vedere in effetti è il Male, e se non siamo noi nel nostro complesso, belli e brutti, ad essere il macro-Male quando ognuno invece si considera il micro-Bene. Ciò premesso... veniamo alla sostanza. Quello che leggo di pugno di Greggio, mi sembra molto parallelo alle considerazioni di Fini. Però vorrei avvertire che ci vedo parecchie fascinazioni "eurasiatiche", e questo non mi sembra un bene, perchè mentre l'Occidente lo viviamo sulla pelle e sappiamo benissimo quanto non conti niente la cultura nella nostra vita quotidiana, invece sull'Oriente vedo - non solo da parte di Greggio, ma da parte appunto di quei sedicenti Eurasiatisti che sembrano gli ultimi visionari della serie "fuga dalla città, evviva le vacche" - molti luoghi comuni mutuati dalla nostra inesauribile cultura hollywoodiana. Che riduce ogni dato reale a fiction, e come fiction si cristallizza nel nostro sapere, spesso contro ogni evidenza contraria. Oggi stiamo tranquillamente ad accapigliarci qui sui massimi sistemi, non può sfuggirmi che la stessa cosa, fatta a Tehran o a Pechino, potrebbe costarci la galera. Come scriveva un famoso dissidente russo, grosso modo, "in un sistema libero puoi progettare la tirannia, in una tirannia non puoi progettare un sistema libero". Quindi, prima di vedere in quel quadrilatero Cina-Russia-Iran-India chissà quale risorsa, facciamoci due domandine su come si vive concretamente LA'... e dico che una bellla visitina ogni tanto a Punto Informatico non farebbe male, per capire almeno quanto le libertà digitali siano un privilegio, niente affatto scontato e da difendere col pugnale tra i denti, invece di sputarci (come non fa Greggio, ma tanta altra gente si) in favore di certi "paradisi". Io vedo qualche volta - scorrendo i canali, per carità, lo dico con la ripugnanza che si proverebbe a essere beccati su Sexysat 4 - qualche "capolavoro" di Bollywood, oppure mi fermo a guardare qualche telegiornale cinese in lingua inglese, e devo dire che se è questo il nuovo che avanza, preferisco tenermi stretto il vecchio. E' vero, anch'io forse condanno dei sistemi sulla base della visione hollywoodiana che danno di sè, o della propaganda di regime, ma mi domando con preoccupazione: l'altro, il meglio, che peso ha in quei sistemi? Quanto incide, per esempio, in positivo avere un grande architetto? Noi sappiamo cosa significa, in negativo, vivere in un ghetto di Fuksas o di Aymonino, ma in positivo quanto fa realmente la differenza? Preferisco, allora, cercare di evitare fughe mentali o fisiche impossibili (del resto, noto con rassegnazione che anche uno di noi si firma "ancora per poco spero in Italia..." ed è ancora qui! Le culture saranno diverse, ma l'ignoranza parla dappertutto la stessa lingua.
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi? Ultima modifica di Feric Jaggar : 21-11-2006 alle 09:13. |
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#37 | |
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Bannato
Iscritto dal: Jun 2005
Città: Milano
Messaggi: 146
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Quote:
Estremamente interessante la riflessione. Almeno non è stizzosa e leggermente spocchiosa come quella di Zero che mi sembra più un'esposizione, sbagliata del resto, degli studi ellenistici del liceo classico. Sull'essere o avere basta leggere Socrate. Condivido molte tue riflessioni, ma non sono un affascinato dall'Asia, diciamo che sono affascinato dalle culture asiatiche. Ma non stravedo. Sono troppo laico per rimanere folgorato dal pur simpatico buddhismo. Invidio però la loro calma interiore anche di fronte ad inferni sociali come quello cinese. Bellissimo il tuo " ghetto di Fuksas". Vivalamadonna finalmente uno che smonta questi mostri sacri per cui certa sinistra spokkiosa è affascinata a prescindere. Nel finale posso dire di averti realizzato alla lettera. Sto fondando un movimento culturale che sarà un laboratorio ideologico ( e quindi un'associazione culturale legalmente parlando) e non un partito al quale ho già invitato a partecipare alcuni intellettuali e politici scomodi come Elio Veltri che intervisterò su Radio Onda lunedì 27 sera. ( su altri nomi già contattati e interessati non posso spendere nemmeno una consononte, ma a Milano a fine Gennaio ci sarà la presentazione nei locali di Chiamamilano di Milly a ciu interverranno alcuni personaggi interessanti). L'idea è azzerare tutto a sinistra e costruire una cosa originale partendo ddagli archetipi del radicalismo e socialismo. Se voi sapere i dettagli CLICCA QUI Mi piace molto il tuo modo neutrale di esporre le analisi. Grazie. fg Ultima modifica di FabioGreggio : 21-11-2006 alle 09:56. |
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#38 | |
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Bannato
Iscritto dal: Aug 2004
Città: Svizzera
Messaggi: 1340
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#39 | |
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Member
Iscritto dal: Jan 2005
Città: 100% caciocavallo pride
Messaggi: 146
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Credo che sia un vizio tutto italico, quello di cercare a tutti i costi la soluzione dei nostri problemi al di fuori del nostro contesto... storicamente, voglio dire. Non so se si tratti di remissività, di indolenza, di mancanza di identità, di faciloneria, sta di fatto che siamo sempre alleati di qualcuno, seguaci di qualcuno, non giochiamo mai una nostra partita, con coerenza e con un nostro interesse diretto. Scegliamo le strade dirette che non sono però mai le strade nostre, ci accodiamo a qualsiasi casino succeda solo per schierarci e giocare a fare la mosca cocchiera. C'è gente che fa casino contro l'Islam, e poi va in piazza a manifestare per i Palestinesi, che tifa per Hezbollah e poi protesta contro l'apertura delle moschee, per esempio, senza cogliere l'incoerenza delle due cose. E alle mie obiezioni rispondono che i Palestinesi e i Libanesi si, sono mussulmani, ma sono mussulmani buoni perchè se ne stanno a casa loro. Sottigliezze bizantine. Ma vaff... In compenso siamo fin troppo bravi a fondare partiti politici... per definizione un partito politico dovrebbe avere come mission di partecipare alla competizione elettorale, con il serio proposito di vincerla, cioè di eleggere dei rappresentanti. Invece vedo che molti si mettono - dicono - a far politica solo per dire di farla, perchè in Italia dire politica è come dire calcio, è la garanzia di avere occasioni di fare casino e magari menare anche le mani. Stante il fatto che in Italia, a meno di non diventare una componente organizzata di un partito politico di massa (e quindi trovandosi poi alla prova dei fatti a braccetto magari con gli odiati nemici), non è possibile fare politica nel senso che ho detto. Il massimo che si riesce a fare, fuori dai partiti di massa, dalle loro clientele, dal giro di denaro pubblico che ciucciano, è presentare una lista civica alle comunali, e poi già se hai troppo successo puzza perchè vuol dire che ci sono di mezzo schegge della vecchia politica, intrallazzatori, cordate di imprenditori. Amen. Per cui in effetti come dicevi tu meglio scegliere obiettivi meta-politici, a monte, e scegliere la strada dell'aggregazione di base. I tempi sono ovviamente quelli propri, lunghi, lunghissimi. Ma sono tempi in cui realmente si costruisce qualcosa, soprattutto se si riesce a mettere nella testa della gente - e nella fattispecie dei propri adepti - che il termine "cultura" non significa soltanto "peccato, non si menano le mani", significa "cultura del vivere". Comunque, ritengo che nell'agenda di un'aggregazione di questo tipo, debba avere un posto di primo piano la questione delle libertà digitali. Dobbiamo avere l'umiltà di riconoscere, che gran parte di quello che c'è di nuovo in giro, prolifera e si conosce grazie alla Rete. Fini, Beppe Grillo, Scalfarotto, tanti altri nomi e sia l'estrema destra che l'estrema sinistra devono chi molto e chi quasi tutto alla Rete. Non grazie agli spesso squallidi ed asfittici siti ufficiali (specchio di una incapacità di molti soggetti di usare il nuovo medium), ma grazie al fatto che chi si vuole accostare ad un'idea la può conoscere subito nei dettagli e discuterne con altri. Godiamo, di fatto, di una libertà di opinione, di comunicazione, di informazione che nonostante gli sforzi repressivi è ancora amplissima. Per cui senz'altro il fatto di difenderla deve essere una chiara priorità per chi pretende di essere attore. I numeri dell'accesso ad Internet, smentiscono chiaramente chi ancora si permette di sostenere che il web è solo fuffa e che l'azione politica e meta-politica vera è quella fatta esclusivamente al di fuori di esso; nondimeno, la cultura della Rete è ancora largamente minoritaria nei soggetti agenti, ed è quasi un valore accessorio nel loro bagaglio culturale. Faccio solo un esempio: dopo anni di generosi ma vani esperimenti pilota di web tv, adesso che c'è YouTube improvvisamente tutti si sono messi a creare e a condividere video. C'è un po' troppa cultura della pappa fatta, mi sembra. I ragazzini girano col telefonino i film porno con tanto di sceneggiatura e titoli, e poi li mettono su YouTube, a noi invece ci tremano ancora le mani a fare l'upload di un pdf "sovversivo"; mi sembra che noialtri quarantenni stiamo perdendo il treno, questi sono molto più svelti di noi, non imparano niente da noi, imparano da soli e fanno quello che gli pare, noi invece, che siamo un'altra generazione e non ce lo vogliamo mettere in testa, che dovremmo insegnare loro le cose, insegnare il modo giusto di usarle e avere l'autorevolezza di poterli guidare, facciamo i gigioni.
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Se c'è rimedio, perché ti disperi? Se non c'è rimedio, perché ti disperi? |
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#40 |
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Senior Member
Iscritto dal: Feb 2002
Città: Este (PD)
Messaggi: 2908
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A mio modesto parere questi stati non fanno altro che seguire il progresso occidentale e lo fanno a grandi balzi in avanti perchè hanno saputo puntare sulle cose giuste ovvero fondi alla ricerca e istruzione...cose che noi invece stiamo buttando dalla finestra.
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<<La Verità non richiede fede.>> |
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