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Old 31-01-2008, 11:36   #21
biru
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A mio modestissimo parere la politica economica del governo Prodi è stata l'unica cosa buona fatta dal governo ormai caduto.
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France' su Milan!!!!!!! FALLO!!!!!!! Amic'!!!!!!! Pianti!!! Chi?????
Mamma, tuo figlio è un genio!!
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Old 31-01-2008, 11:43   #22
er-next
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Ripeto: cerca di portare rispetto.

Se l'ho capito io che non sono un economista...c'è davvero poco da commentare. Tu sei un economista? Ripeto: porta rispetto.
ho sempre rispettato tutti e non me lo devi ricordare certo tu.. ho risposto al tuo commento di non essere costruttivo e di prendere per i fondelli, quando è visibile a tutti che prima di me tu hai fatto ben peggio.. giusto?

ps. ma perchè ti inquieti sempre così e la metti sul personale? bah..

Quote:


Credo ti sia risposto da solo.
ho riportato degli interventi e un articolo del sole24.. e vabbè so fazioso..
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ho concluso con: Beep Beep - bagluca - ShaDe - alenter - djlorenz - Gordon Freeman - mariotanza - ciufoligo - johnny185 - scarano76 - lamerone - Boxer2 - fabiuxx - Sakurambo - gianpixel - alstare84 - nickluck - ziodamerica - ReDBouL - Coop - Keffo - sv4 - niko0 - shin82 - daikengorobot - patafrana - OcTaGoN - Shippo - Bladexx - superman79 - Fran123 - cos1950 - Xidius - cdere - daygo - 2fst4rc - maxcarra - almus! - Juliàn Carax - e non ne aggiungo più...
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Old 31-01-2008, 11:45   #23
EarendilSI
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Ma in un anno e mezzo sto governo che doveva fare? Rivoluzionare l'Italia?
Nessuno chiedeva a questo governo di rivoluzionare l'Italia, anche perché visto cosa ha fatto (leggiti il post che ho su riportato la cui fonte è lo stesso Ministero) e come voleva rivoluzionare l'Italia aumentando tasse, bloccando l'economia e nessuna riforma strutturale è meglio che abbia fatto poco o niente...
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Old 31-01-2008, 11:46   #24
DonaldDuck
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Voglio vedere come si riuscirà a far fronte...Vabbè, Padoa Schioppa farà un'altra telefonata e tornerà tutto a posto.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero
Quote:
Azienda Italia, rischio crescita zero nel 2008
di Michele De Gaspari

Le previsioni per quest'anno sulla dinamica del Pil sono state tutte significativamente ridotte (all'1% e anche meno). Ma tra l'incombente recessione Usa e una prolungata crisi dei mercati finanziari la nostra economia potrebbe non crescere affatto.

Dopo l'estate, la produzione industriale italiana ha messo in evidenza un netto arretramento: l'indice destagionalizzato è diminuito per tre mesi consecutivi (da settembre a novembre) e il modesto rimbalzo stimato a dicembre non impedisce una brusca flessione dell'attività manifatturiera nel quarto trimestre sia nei dati congiunturali, così come in quelli tendenziali annui. Nella media del 2007 l'andamento della produzione è, dunque, tornato in crescita zero, a fronte della buona espansione (+2,6%) messa a segno l'anno precedente, con il picco ciclico toccato proprio a fine 2006, quando aveva temporaneamente recuperato il livello di sei anni prima. Nei mesi successivi del 2007 si è registrata una fase di assestamento, che si è via via trasformata in una nuova stagnazione, non lasciando intravedere nel breve termine una possibile inversione di tendenza. La frenata dell'industria in Italia è stata, ancora una volta, più sensibile rispetto agli altri paesi dell'area euro, dove la battuta d'arresto ha interessato sia la Germania che la Francia e la Spagna. Con il dato di novembre, in particolare, la produzione si è riportata ai minimi degli ultimi due anni, mentre il dettaglio dei settori offre un quadro di complessiva stazionarietà.

Come effetto della nuova debolezza della produzione industriale, anche il Pil sta segnando il passo tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008, con una crescita congiunturale ormai stimata intorno allo zero. La media dello scorso anno, innanzitutto, si sarebbe attestata all'1,7-1,8%, se corretta o meno per i giorni lavorativi (tre in più rispetto al 2006). Nelle previsioni d'autunno la stima era superiore di due decimali, persi con i negativi risultati del quarto trimestre, chiaramente influenzati dal caro petrolio e dal supereuro, oltre che dalla stretta nel settore del credito. Ma le conseguenze più rilevanti si avranno nel 2008, in cui la crescita del Pil è prevista in forte rallentamento, dall'1,3-1,5% in autunno all'attuale 1% o anche meno (0,6-0,8%), se dovesse farsi sentire in Europa l'incombente recessione dell'economia americana, con un sensibile calo della domanda mondiale. A pesare sulla produzione e sul Pil ci sono sia i rincari del petrolio e delle materie prime, sia la minore competitività della nostra industria legata all'apprezzamento dell'euro, in cui le imprese italiane appaiono svantaggiate rispetto a quelle degli altri paesi dell'eurozona, a causa di fattori strutturali, quali il ristagno della produttività e i maggiori costi unitari conseguenti.

Insieme agli elementi di debolezza sul versante dell'offerta, occorre inoltre tenere conto che la situazione e le prospettive della domanda sono non meno problematiche. Guardando ai prossimi mesi, il recente andamento degli indicatori di fiducia di imprese e famiglie mostra un profilo cedente destinato a protrarsi nel corso dell'anno, aumentando così i rischi di una sostanziale stagnazione nella dinamica del Pil. I consumi privati continueranno prevedibilmente a languire, a causa della modesta crescita del reddito reale disponibile, aggravata dal rialzo dell'inflazione che sottrae potere d'acquisto alla famiglie, già ridotto dall'elevata pressione fiscale. A questo si aggiunge il rincaro del petrolio e dei prodotti energetici, con i suoi negativi effetti sulla capacità di spesa dei consumatori; la sopravvalutazione del cambio dell'euro sul dollaro e le monete collegate limita, a sua volta, le esportazioni in un contesto di crescenti difficoltà per il commercio mondiale. La dinamica dei consumi si sta indebolendo, del resto, in tutte le principali economie dell'eurozona e contribuirà alla generale frenata del Pil nel corso del 2008. Il rallentamento interesserà, poi, gli investimenti delle imprese, a cominciare dal settore delle costruzioni, su cui pesano l'esaurimento della ripresa ciclica e la stretta creditizia.
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Old 31-01-2008, 11:50   #25
DonaldDuck
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ho sempre rispettato tutti e non me lo devi ricordare certo tu.. ho risposto al tuo commento di non essere costruttivo e di prendere per i fondelli, quando è visibile a tutti che prima di me tu hai fatto ben peggio.. giusto?

ps. ma perchè ti inquieti sempre così e la metti sul personale? bah..
Mi inquieto non appena mi si manca di rispetto e si ha il coraggio di rivoltare la frittata. Come altre volte è accaduto.
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ho riportato degli interventi e un articolo del sole24.. e vabbè so fazioso..
No, sei andato off topic ed hai irriso l'interlocutore. Oltre che aver insozzato la discussione con una polemica CHE POTEVA ESSERE EVITATA.
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Ultima modifica di DonaldDuck : 31-01-2008 alle 11:52.
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Old 31-01-2008, 11:57   #26
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Voglio vedere come si riuscirà a far fronte...Vabbè, Padoa Schioppa farà un'altra telefonata e tornerà tutto a posto.
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Perche' prendersela con padoa schioppa per una cosa che non gestira' lui?

Il 2008 e' l'anno delle elezioni, no?

Gli anni 2006-7 sono stati un successo dal punto di vista di ripresa dei problemi lasciati in eredita', ora perche' porsi problemi all'inizio di un anno che verra' gestito da altri?

Metto 10E sul tavolo e accetto scommesse: il cdx aumentera' le tasse con gli introiti della sx finora riottenuti, e si fara' pubblicita', facendo sprofondare dinuovo l'italia nello stato in cui era.

Brrr...
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Old 31-01-2008, 12:03   #27
DonaldDuck
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Perche' prendersela con padoa schioppa per una cosa che non gestira' lui?

Il 2008 e' l'anno delle elezioni, no?


Gli anni 2006-7 sono stati un successo dal punto di vista di ripresa dei problemi lasciati in eredita', ora perche' porsi problemi all'inizio di un anno che verra' gestito da altri?

Metto 10E sul tavolo e accetto scommesse: il cdx aumentera' le tasse con gli introiti della sx finora riottenuti, e si fara' pubblicita', facendo sprofondare dinuovo l'italia nello stato in cui era.

Brrr...
Perchè fa tanto campagna elettorale su un successo fittizio .
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Old 31-01-2008, 12:07   #28
Iron10
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Se solo avessimo avuto la possibilità di arrivare a 5 anni di governo, anche contro il volere di tutti ... :/

Dimenticavo, ovviamente passerà tutto merito del prossimo governo

ed è per questo che bisogna salvare sia questo thread sia upparlo per la durata del prossimo governo...5 anni di up ahime
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Old 31-01-2008, 12:09   #29
Chukie
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Nessuno chiedeva a questo governo di rivoluzionare l'Italia, anche perché visto cosa ha fatto (leggiti il post che ho su riportato la cui fonte è lo stesso Ministero) e come voleva rivoluzionare l'Italia aumentando tasse, bloccando l'economia e nessuna riforma strutturale è meglio che abbia fatto poco o niente...
Nessuno chiedeva niente a questo governo. Già, intanto dal giorno successivo all'elezione fino a pochi giorni fa è stato un continuo susseguirsi di accuse. Neanche avevano iniziato a lavorare e già piovevano accuse di essere incapaci, di rovinare l'operato del centro destra (rovinare poi? sarebbe stato possibile?) e che l'Italia sarebbe andata a picco.

Prima non si chiedeva niente al governo, poi si dice che non hanno fatto niente.

La prima è chiaramente una cosa falsa, la seconda in parte altrettanto per due ovvi motivi:

1) In un anno e mezzo, come è stato dimostrato sopra, il centro destra aveva fatto solo una minima parte di tutte le riforme che hanno poi fatto durante tutta la loro legislatura. Il centro sinistra cosa avrebbe dovuto fare?


2) Andare avanti sotto una pioggia di critiche dal primo giorno di legislatura, critiche continue, asfisianti, ritengo non sia per niente facile. Se non sbaglio, qualcuno del centrodestra uno dei primi giorni disse "faremo di tutto per far cadere questo governo" (o una cosa del genere). Giustamente, ottimo modo di porsi, maturo e utile allo sviluppo del paese.

Detto questo, l'Europa ha più volte lodato lo sviluppo economico dell'Italia durante questo governo Prodi, sottolineando lo stato in cui gravavano le casse italiane prima e durante il governo Prodi.

Ma, ovvio, l'Europa si è fatta influenzare dall'Italia e dal ministro corrotto Padoa Schioppa. L'Europa, che considera l'Italia il fanalino di coda e in alcuni momenti si è parlato anche di una possibile espulsione, si fa influenzare dall'Italia. Giustamente, l'Italia che non conta praticamente niente può tranquillamente alterare i dati dell'Unione Europea come meglio vuole.

Certo, pressione economica asfisiante, tasse in più per tutti...che schifo.
Se non ci sono i soldi perché qualcuno se li è mangiati, da qualche parte bisognerà pure riprenderli.

Certo, diminuire lo stipendo dei politici. Vero (nessuna delle due legislature ha fatto niente del genere, tranne qualche minimo abbassamento in questa legislatura - non dico inutile ma poco ci manca).

- Far pagare chi non paga le tasse. Vero (non mi sembra che la passata legislatura abbia fatto niente a riguardo)

- Aumentare le tasse ai cittadini. Purtroppo (e dico purtroppo, perché ci sono anche io a pagare le tasse) è vero anche questo.

Che facciamo? Ormai siamo in questa situazione perché qualcuno s'è mangiato dei soldi. Che facciamo? rimaniamo a darci le colpe a vicenda oppure ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di sistemare la falla? Falla che va sì sistemata NON SOLO alzando le tasse ai cittadini, ma purtroppo c'è anche quello.

Il problema di tutti noi italiani è che vogliamo tutto e subito. Vogliamo risolvere il problema, ma allo stesso tempo vogliamo pagare meno tasse, però lo vogliamo immediatamente.
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Old 31-01-2008, 12:17   #30
nomeutente
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No, sei andato off topic ed hai irriso l'interlocutore. Oltre che aver insozzato la discussione con una polemica CHE POTEVA ESSERE EVITATA.
Adesso la fate finita entrambi e tornate in topic.
Se uno dei due si sbaglia a fare un intervento appena sopra le righe gli consiglio di editare prima che lo veda io.
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Old 31-01-2008, 12:22   #31
bjt2
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- Far pagare chi non paga le tasse. Vero (non mi sembra che la passata legislatura abbia fatto niente a riguardo)
Falso. Ci sono almeno due provvedimenti del precedente governo (potrebbero essercene altri):
- Obbligo di presentazione della fattura del meccanico/carrozziere, per avere il rimborso delle spese dall'assicurazione
- 30% dell'evaso scoperto va al comune/provincia/regione che ha denunciato l'evasore (ci sono comuni che si sono dotati di personale atto proprio a questo)
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Old 31-01-2008, 12:25   #32
Chukie
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Originariamente inviato da bjt2 Guarda i messaggi
Falso. Ci sono almeno due provvedimenti del precedente governo (potrebbero essercene altri):
- Obbligo di presentazione della fattura del meccanico/carrozziere, per avere il rimborso delle spese dall'assicurazione
- 30% dell'evaso scoperto va al comune/provincia/regione che ha denunciato l'evasore (ci sono comuni che si sono dotati di personale atto proprio a questo)
Hai ragione, mi sono sbagliato. Mi ero scordato.

Grazie mille per la precisazione, giusta tra l'altro

Detto ciò, non cambia di molto il senso del mio messaggio precedente
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Old 31-01-2008, 12:28   #33
sander4
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Tanto adesso torna Tremonti con la sua finanza "creativa"...altro che Padoa Schioppa
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Old 31-01-2008, 12:32   #34
FiSHBoNE
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Nessuno chiedeva niente a questo governo. Già, intanto dal giorno successivo all'elezione fino a pochi giorni fa è stato un continuo susseguirsi di accuse. Neanche avevano iniziato a lavorare e già piovevano accuse di essere incapaci, di rovinare l'operato del centro destra (rovinare poi? sarebbe stato possibile?) e che l'Italia sarebbe andata a picco.

Prima non si chiedeva niente al governo, poi si dice che non hanno fatto niente.

La prima è chiaramente una cosa falsa, la seconda in parte altrettanto per due ovvi motivi:

1) In un anno e mezzo, come è stato dimostrato sopra, il centro destra aveva fatto solo una minima parte di tutte le riforme che hanno poi fatto durante tutta la loro legislatura. Il centro sinistra cosa avrebbe dovuto fare?


2) Andare avanti sotto una pioggia di critiche dal primo giorno di legislatura, critiche continue, asfisianti, ritengo non sia per niente facile. Se non sbaglio, qualcuno del centrodestra uno dei primi giorni disse "faremo di tutto per far cadere questo governo" (o una cosa del genere). Giustamente, ottimo modo di porsi, maturo e utile allo sviluppo del paese.

Detto questo, l'Europa ha più volte lodato lo sviluppo economico dell'Italia durante questo governo Prodi, sottolineando lo stato in cui gravavano le casse italiane prima e durante il governo Prodi.

Ma, ovvio, l'Europa si è fatta influenzare dall'Italia e dal ministro corrotto Padoa Schioppa. L'Europa, che considera l'Italia il fanalino di coda e in alcuni momenti si è parlato anche di una possibile espulsione, si fa influenzare dall'Italia. Giustamente, l'Italia che non conta praticamente niente può tranquillamente alterare i dati dell'Unione Europea come meglio vuole.

Certo, pressione economica asfisiante, tasse in più per tutti...che schifo.
Se non ci sono i soldi perché qualcuno se li è mangiati, da qualche parte bisognerà pure riprenderli.

Certo, diminuire lo stipendo dei politici. Vero (nessuna delle due legislature ha fatto niente del genere, tranne qualche minimo abbassamento in questa legislatura - non dico inutile ma poco ci manca).

- Far pagare chi non paga le tasse. Vero (non mi sembra che la passata legislatura abbia fatto niente a riguardo)

- Aumentare le tasse ai cittadini. Purtroppo (e dico purtroppo, perché ci sono anche io a pagare le tasse) è vero anche questo.

Che facciamo? Ormai siamo in questa situazione perché qualcuno s'è mangiato dei soldi. Che facciamo? rimaniamo a darci le colpe a vicenda oppure ci rimbocchiamo le maniche e cerchiamo di sistemare la falla? Falla che va sì sistemata NON SOLO alzando le tasse ai cittadini, ma purtroppo c'è anche quello.

Il problema di tutti noi italiani è che vogliamo tutto e subito. Vogliamo risolvere il problema, ma allo stesso tempo vogliamo pagare meno tasse, però lo vogliamo immediatamente.


quoto.
a parlare con qualcuno sembra che Prodi avrebbe dovuto reperire una bacchetta magica per cercare di correggere la tendenza all'aumento sconsiderato del debito pubblico e la vaporizzazione del disavanzo primario by cdx.... Non dico che abbia fatto tutto al meglio di come si poteva fare, ma di sicuro andava presa in mano la situazione e affrontato il problema senza rimandare oltre: la strategìa è stata quella di un'azione pesante nel primo anno di legislatura per poi effettuare una redistribuzione successivamente. Cosa che ha una logica. Che il mancato aumento degli stipendi, l'aumento del costo della vita, esasperati da una campagna mediatica assillante, abbia messo il pallino nella testa della gente che l'unione sia stata una manica di avvoltoi era prevedibile e può essere anche plausibile, ma in prospettiva e con un pò di lucidità ci va visto sicuramente un tentativo di sanamento delle finanze pubbliche che ANDAVA FATTO. Ormai i frutti di questo operato, costato sacrificio a molte persone (nessuno lo ha mai negato nemmeno nel governo), sono i balìa di una situazione politica alquanto incerta, ma l'idea che questo gruzzoletto possa finire nelle mani di un leader che ha liquefatto il disavanzo primario con la sua ragnatela di consulenze esterne & co e i suoi cantieri aperti rigorosamente a chiodo non mi stuzzica per nulla.
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Old 31-01-2008, 12:38   #35
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Falso. Ci sono almeno due provvedimenti del precedente governo (potrebbero essercene altri):
- Obbligo di presentazione della fattura del meccanico/carrozziere, per avere il rimborso delle spese dall'assicurazione
- 30% dell'evaso scoperto va al comune/provincia/regione che ha denunciato l'evasore (ci sono comuni che si sono dotati di personale atto proprio a questo)
Ma guarda che ti sbagli con questa storia dell'assicurazione!

Non c'e' alcun bisogno di presentare fattura, il perito fa la perizia e ti paga.

Con o senza fattura.

Con la fattura ti rimborsano quanto speso, senza ti sganciano i dindi, ma da sempre, che io sappia!
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Old 31-01-2008, 14:06   #36
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Ma guarda che ti sbagli con questa storia dell'assicurazione!

Non c'e' alcun bisogno di presentare fattura, il perito fa la perizia e ti paga.

Con o senza fattura.

Con la fattura ti rimborsano quanto speso, senza ti sganciano i dindi, ma da sempre, che io sappia!
Ho trovato questo: http://www.bolac.net/diago5.html

La legge c'è, ma secondo questo sito, non è ancora sufficiente.

EDIT: legge 273/2002 ...
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Old 31-01-2008, 14:21   #37
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Ho trovato questo: http://www.bolac.net/diago5.html

La legge c'è, ma secondo questo sito, non è ancora sufficiente.

EDIT: legge 273/2002 ...
Il sito dice che e' inutile...

E infatti a me non hanno mai chiesto alcuna fattura, tanto piu' che se io la macchina non la voglio riparare non la riparo, ma comunque il danno me lo devono pagare...

Riguardo la cosa dei comuni:
che strumenti avevano per poter sgamare gli evasori?
Non vorrei fosse solo un altro modo per mettere gente a lavorare.
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Old 31-01-2008, 20:11   #38
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Il sito dice che e' inutile...

E infatti a me non hanno mai chiesto alcuna fattura, tanto piu' che se io la macchina non la voglio riparare non la riparo, ma comunque il danno me lo devono pagare...

Riguardo la cosa dei comuni:
che strumenti avevano per poter sgamare gli evasori?
Non vorrei fosse solo un altro modo per mettere gente a lavorare.
Non so, penso che facessero controlli incrociati. Un comune di ischia ha assunto a tempo determinato una parente del mio collega solo per questo motivo...
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Old 31-01-2008, 23:23   #39
sid_yanar
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secondo me sotto l'aspetto economico Prodi si è invece almeno in parte comportato in maniera positiva, da qui l'apprezzamento da parte di Almunia; dove ha invece fallito in toto è nel non avere rispettato nel complesso molte parti del programma per il quale era stato votato. Cosa quindi non da poco. Per il resto trovo invece del tutto ridicoli alcuni commenti espressi in questo thread, dove si suggeriscono telefonate fra almunia e tpds. Basterebbe usare lo stesso metro di giudizio, indignarsi allo stesso modo per telefonate ben provate, documentate ed ascoltabili come quelle tra b ed il buon saccà. Oppure come già suggerito per certi bonifici, anche quelli altrettanto bene documentati. Eppure....
In ogni caso la storia recente dovrebbe pur insegnarci qualcosa: gli anni di berlusconi, tremonti e soci sono stati anni di forte recessione economica ed aumento del rapporto deficit-pil. L'unico che si è arricchito è stato in buona sostanza lui, più (sebbene secondo me in minor parte) le tradizionali fasce della popolazione dedite all'evasione fiscale, incoraggiate dai molti condoni e dal susseguirsi di dichiarazioni eversive sull'argomento. Del resto gli evasori -poracci- sono un bacino elettorale e pure ampio, perchè non tutelarli a dovere?
Per meglio ricordare quanto accaduto conviene postare un articolo risalente alle scorse elezioni e che contiene dati e grafici di Eurostat, Jp Morgan, Goldman Sachs, Confindustria, Prometeia e Morgan Stanley, noti organi di propaganda bolscevica.

Quanto ci è costato Silvio Berlusconi
di Stefano Livadiotti
Il premier dice di aver onorato il Contratto con gli italiani. E di aver fatto miracoli. Ma le fonti e gli indici più autorevoli lo smentiscono. Ecco la fotografia del flop del governo di centro-destra


L'Italia ha fatto un salto enorme..., ha scolpito giovedì 9 febbraio nel salotto televisivo di 'Matrix'. "Abbiamo mantenuto tutte le promesse, ma la gente non se n'è accorta", aveva garantito tutto serio due giorni prima dai microfoni di 'Radio anch'io'. "I giornali tacciono su quel che questo governo ha realizzato", s'era lagnato all'inizio dell'anno in una comparsata a 'Otto e mezzo'.

È il Silvio Berlusconi di sempre. Quello che nella primavera del 2001 s'era presentato festoso alle assise di Parma della Confindustria di Antonio D'Amato, sottolineando la perfetta coincidenza del suo programma di governo con le richieste degli imprenditori. Lo stesso che l'8 maggio sempre del 2001, officiante Bruno Vespa, seduto davanti a una scrivania di ciliegio, aveva letto in diretta tv il 'Contratto con gli italiani', dove si era solennemente impegnato a ridurre tasse e reati, aumentare pensioni e posti di lavoro e far decollare le grandi opere pubbliche.

Sono passati cinque anni. Berlusconi ha continuato ad approfittare di ogni palco e qualunque gazzetta per spargere ottimismo a piene mani. Malcelando la propria irritazione davanti ai moniti del Quirinale come dell'Europa o della Corte dei Conti. Nel frattempo sono caduti 12 dei suoi ministri (il primo fu il titolare del Commercio con l'Estero Renato Ruggiero e Gianni Agnelli parlò di "paese dei fichi d'India"). È stato rispedito al paesello natìo di Alvito l'ex governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, che gli aveva offerto una sponda parlando di miracolo economico a portata di mano. Giulio Tremonti, "il nostro genio", il superministro dell'Economia che nel 2001 si era presentato agli italiani con un 'Documento di programmazione economica e finanziaria' da pieno boom, è tornato al suo posto dopo essere stato licenziato con l'accusa (pubblico ministero Gianfranco Fini) di aver truccato i conti.

Indeciso a tutto, strattonato da una maggioranza variopinta e rissosa, Berlusconi ha tirato a campare. Rinvia oggi e rimanda domani, le sue promesse hanno cominciato a perdere credibilità. "I parametri della competitività del nostro sistema industriale sono i più negativi dal dopoguerra a oggi", ha scandito il 17 dicembre del 2005 il presidente della Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo. E quando, il 19 dicembre gennaio scorso, il premier s'è ripresentato negli studi tv di Vespa, tentando di leggere il solito elenco delle cose fatte, Diego Della Valle è sbottato: "Non abbiamo bisogno di qualcuno che gira con dei foglietti e pensa che gli italiani siano tutti analfabeti".

Lui è preoccupato, se è vero che nei giorni scorsi ha chiamato il presidente emerito della Repubblica, Francesco Cossiga, per chiedergli consiglio sulla strategia elettorale (sentendosi rispondere: "La Casa delle libertà potrebbe anche vincere: servirebbe un grande attentato internazionale di cui lei rimanesse vittima..."). Così, s'è intestardito ancora di più sulla sua strada ("Tutti, nessuno escluso, dicono che le cose vanno bene", ha proclamato di nuovo il 20 febbraio). Anche perché non ha scelta. Il 'Contratto con gli italiani' si concludeva con una clausola: se non fosse riuscito a mantenere almeno quattro promesse su cinque, nel 2006 Berlusconi avrebbe rinunciato a ricandidarsi alla guida del paese. Nella maratona mediatica delle scorse settimane s'è dunque presentato vestendo di volta in volta i panni di Napoleone e Gesù Cristo. Nessuno s'è preso la briga di contestare le sue sparate. Eppure, dargli del Pinocchio non sarebbe stato difficile. Gli indicatori socio-economici elaborati in questi anni dai più autorevoli centri di ricerca nazionali e internazionali dipingono un quadro ben diverso. 'L'espresso' ne ha utilizzati 34 (vedi tabella in basso), ottenuti consultando 23 fonti diverse, per ricavare le fotografie del paese prima e dopo la cura Berlusconi. Il confronto è devastante. Ecco, cifra per cifra, come si è arrivati al declino.

Crescita zero Nel 2001 il prodotto interno lordo italiano viaggiava al passo dell'1,7 per cento. Esattamente al pari dell'Europa a 15. E al di sopra della media del mondo, inchiodato all'1,4 per cento. I numeri del Consensus Forecast (che si basa su dati di istituti come Jp Morgan e Goldman Sachs, Confindustria e Prometeia, Eni e Morgan Stanley) dicono che il 2005 s'è chiuso a quota 0,2 per cento. In pratica, a crescita zero.

La politica fiscale del governo, un mix di tagli a livello nazionale e aumenti di prelievo su base locale, accompagnato da una raffica di condoni, ha avuto un effetto perverso. La somma delle imposte dirette e di quelle indirette è passata dai 359 miliardi del 2001 ai 399 del 2005, con un aumento (dal 49,13 per cento al 51 tondo) dell'incidenza delle seconde, a tutto vantaggio dei redditi più alti. E solo l'incremento dell'evasione, come documentano i dati del centro-studi Nens, ha portato a una riduzione della pressione fiscale (mezzo punto, secondo l'Istat, tra il 2001 e il 2004). Pressione che è invece tornata a crescere sul mondo delle imprese: il 'Tax misery index' calcolato da 'Forbes' era sceso dai 153,9 punti del 2002 a 144 nel 2004. Lo scorso anno è risalito a 146. Sul fronte opposto, nello stesso tempo è decollata la spesa pubblica. Così, l'avanzo primario è praticamente scomparso, crollando dal 3,4 allo 0,6 per cento.

Il deficit pubblico, che era pari al 3,2 per cento nel 2001, è salito a quota 4,3. E il rapporto tra debito pubblico e Pil, che dal 2001 era in costante discesa, è ripartito a razzo: quest'anno arriverà al 108,5 per cento, due punti in più rispetto al 2004. Nel luglio di due anni fa l'agenzia di rating Standard&Poor's ha declassato il nostro debito, portandolo da 'AA' a 'AA-'. Lo scorso 8 febbraio gli uomini di S&P hanno fatto sapere che se i conti non verranno rimessi in carreggiata al più presto, potrebbe arrivare una nuova revisione al ribasso. Sarebbe una mazzata formidabile sulla spesa per gli interessi, il cui tasso medio s'è ridotto di soli 1,2 punti tra il 2001 e il 2004 (tra il 1996 e il 2000 era calato di 3,7 punti).

Promesse da marinaio L'aumento della spesa pubblica che ha mandato in tilt i conti dello Stato non è certo servito a far fronte alle priorità per il rilancio dell'Azienda Italia. I pochi dati aggiornati disponibili sul fronte Ricerca & Sviluppo sono da mettersi le mani nei capelli. Gli investimenti della pubblica amministrazione nel 2001 crescevano del 5,8 per cento. Nel 2005 il loro incremento s'è fermato all'1,6 per cento. Sempre nel 2001 si erano registrati (dati del ministero) 182 interventi per la creazione di nuove aziende high tech, con uno stanziamento pari a 266 milioni di euro. Nel 2005 le iniziative sono precipitate a 31, per un valore di 14 milioni. Su scuola e università, poi, è meglio stendere un velo pietoso. Con buona pace dei proclami del premier sulle 'tre i' (Internet, inglese, impresa), il Censis rileva che la percentuale di italiani in grado di sostenere una conversazione in una lingua diversa da quella di casa s'è ridotta dal 46 per cento del 2001 al 36 del 2005. Dieci punti in meno in cinque anni. E perfino il tormentone sulle infrastrutture s'è rivelato solo un maldestro bluff. Secondo i ricercatori del Cresme, ad aprile scorso era stato ultimato appena lo 0,01 per cento delle grandi opere strategiche indicate nella cosiddetta legge obiettivo del 2002 (dal ponte sullo Stretto di Messina alla Salerno-Reggio Calabria, passando per il Mose di Venezia). Vuol dire che Berlusconi & C. hanno mantenuto molto meno dell'1 per diecimila di quanto avevano promesso. Che si trattasse di parole in libertà, del resto, i primi a saperlo erano proprio gli uomini del governo. Lo dimostrano i dati del rapporto dell'associazione tra i costruttori, secondo i quali gli stanziamenti nel bilancio dello Stato per nuove infrastrutture sono diminuiti dai 22.500 milioni del 2001 ai 18.188 del 2005.

Competitività bye bye In questo quadro, l'Italia ha continuato a perdere terreno nei confronti del resto del mondo. Nella classifica sulla competitività dell'International institute for management development nel 2001 occupava il trentaduesimo posto su 49 paesi. Nel 2005 è finita al cinquantatreesimo (su 60), alle spalle di Brasile, Filippine, Turchia e Colombia. Uno scivolone causato dai pessimi voti ottenuti, in particolare, su due capitoli: la capacità del governo di creare competitività (cinquattottesimo posto) e la sua politica fiscale (sessantesimo e ultimo posto). Il giudizio sull'evoluzione negativa conosciuta dal paese negli ultimi anni è pienamente confermato dalla graduatoria del World economic forum: ventiquattresima su 75 nel 2001, l'Italia è scivolata oggi al quarantasettesimo posto su 117, dietro a Corea, Qatar, Cile e Thailandia.

Tutti i principali indicatori testimoniano la perdita di competitività italiana. La produzione industriale ha fatto registrare una vera e propria débâcle. Se nel 2001 era diminuita dello 0,6 per cento, lo scorso anno ha lasciato sul campo 1,8 punti, record negativo dal 1993. L'export è letteralmente tracollato. La quota sul mercato mondiale dell'Italia, che all'arrivo di Berlusconi stazionava a quota 4 per cento, s'è assottigliata fino al 2,9 per cento. Con il risultato che la bilancia commerciale s'è ribaltata: nel 2001 vantava un attivo di 9.233 milioni; ora è in rosso per 10.368 (peggior risultato dagli anni Ottanta).

Che l'Italia oggi sia considerata un paese dal quale è molto meglio girare alla larga lo dicono con chiarezza anche i dati sugli investimenti esteri diretti: nel 2001 erano arrivati, secondo i tecnici di via Nazionale, a 17.787 milioni di euro; nel 2004 non sono andati oltre i 13.542. Fa meno 23,9 per cento. L'osservatorio sulle acquisizioni di aziende della Kpmg conferma la tendenza: nel primo anno della legislatura gli stranieri avevano messo mano al portafoglio per entrare nel capitale di 111 aziende italiane. Lo scorso anno si sono fermati a 95. E che l'Italia non convenga più lo pensano anche i turisti: nel 2001 erano sbarcati 35 milioni e 767 mila stranieri; nel 2005, secondo le prime stime dell'United Nations World Tourism, sono stati 34 milioni e 429 mila.

Far West Italia Del resto, anche la situazione dell'ordine pubblico, che soprattutto al Sud condiziona pesantamente ogni attività economica, con buona pace di Berlusconi presenta un bilancio drammatico. L'Istat dice che tra il 2001 e il 2004 il totale dei delitti denunciati è passato da 2 milioni 163 mila e 826 a 2 milioni 415 mila e 023. Secondo i calcoli di Luca Ricolfi, che ha elaborato dati dell'Istituto di statistica e del Viminale, nel primo triennio di questo governo il totale dei delitti ha conosciuto un'impennata del 17,5 per cento ('Tempo scaduto', il Mulino).

Il piatto piange Sostiene Berlusconi che il suo governo ha fatto il miracolo di creare un milione di nuovi posti di lavoro. Il premier dimentica di aggiungere che oltre la metà del risultato è dovuto alla regolarizzazione di immigrati già da tempo presenti in Italia. E comunque i dati ufficiali di Eurostat dicono che quella sull'occupazione è un'altra delle battaglie perse dal suo governo: all'inizio della legislatura cresceva del 2 per cento l'anno; nel 2004 solo dello 0,9. E un andamento altrettanto mesto si rileva nel Sud: più 2,3 nel 2001 e meno 0,3 nel 2004 (Nicola Rossi, 'Mediterraneo del Nord', Editori Laterza). Quello che cresce, semmai, è il lavoro irregolare: dal 26 per cento del totale nel 2001 al 27,9 nel 2005, almeno secondo il Censis.

Così, il portafoglio degli italiani è sempre più asciutto. Nel Sud il tasso di diffusione della povertà relativa tra le famiglie è cresciuto, arrivando al 25 per cento tondo nel 2004 (dopo essere diminuito dal 24,3 del 2001 al 21,6 del 2003). Ma il trend investe l'intero paese. Secondo l'ultima indagine sul risparmio di Bnl e Centro Einaudi, la quota di italiani convinti di poter contare su un reddito "più che sufficiente" è diminuita dal 15,8 per cento (2001) al 13,8 (2005). E la percentuale degli italiani che non hanno risparmiato nel corso dell'anno è salita dal 38 per cento del 2002 al 51,4 dello scorso anno. Dove invece c'è stato il boom è nei prestiti bancari alle famiglie: da 251.964 milioni di euro (2001) a 384.867 (2005).

Se le famiglie se la passano male, le aziende peggio. Uno studio targato Euler Hermes, la società del gruppo Allianz che è leader mondiale nell'assicurazione sui crediti, rivela che nel 2001 in Italia i fallimenti erano diminuiti dell'8 per cento. Dopo cinque anni di cura Berlusconi, nel 2005 hanno fatto un balzo in avanti del 6 per cento. Data la situazione, gli indici di fiducia non potevano che scendere in picchiata. Quello delle imprese da 89,3 a 87,5. Quello delle famiglie addirittura da 122,7 a 104,2.

Il declino Con ben dieci new entry, nel 2001 l'Italia era stata la protagonista assoluta della classifica dei miliardari in dollari di 'Forbes'. "Lo stato della loro economia è vibrante", aveva detto nella conferenza stampa di presentazione la responsabile editoriale della ricerca, Luisa Kroll, per spiegare la performance che aveva portato 17 italiani in lista. Cinque anni dopo la nostra rappresentanza s'è ridotta a dieci mega-miliardari (capitanati, guarda un po', proprio da Berlusconi, passato dal ventinovesimo posto con 10,3 miliardi di dollari al al venticinquesimo con 12 miliardi). E s'è assottigliata pure la pattuglia delle aziende italiane che trovano spazio nella classifica Top-500 del 'Financial Times': 15 nel 2001 e 12 lo scorso anno.

Incapace di competere, l'Italia s'è arroccata. L''Index of economic freedom' elaborato ogni anno dal centro-studi ultra-conservatore di Washington Heritage Foundation in collaborazione con il 'Wall Street Journal', e basato su 50 variabili, dice che siamo un paese sempre più ingessato. Nel 2001 eravamo al trentacinquesimo posto nella classifica guidata da Hong Kong. Nel 2005 siamo scesi al quarantaduesimo, a pari merito con Trinidad e Tobago. Surclassati dal Botswana. E tallonati da Madagascar e Mongolia.

Stessa musica se si guarda all'indice di globalizzazione elaborato dalla società di consulenza A.T. Kearney in collaborazione con 'Foreign Policy' e che misura l'integrazione economica, politica e tecnologica in 62 paesi (insieme fanno l'85 per cento della popolazione e il 96 per cento del Pil mondiale). Nel 2001 l'Italia era al tredicesimo posto, un gradino al di sotto degli Stati Uniti. In cinque anni è sprofondata al ventisettesimo, mentre gli Usa scalavano otto posizioni. Un paese chiuso alla globalizzazione, avevano ammonito cinque anni fa gli autori della ricerca, diventa terreno fertile per la corruzione. E infatti, tra l'inizio e la fine di questa legislatura, l'Italia ha visto peggiorare la propria posizione anche nella classifica basata sul 'Transparency international corruption perception index' e redatta dall'Università tedesca di Passau su incarico di Transparency (un'organizzazione non governativa sostenuta dall'Onu). Nel 2001 eravamo ventinovesimi nella graduatoria guidata dalla Finlandia. Cinque anni di berlusconismo dopo, siamo affondati al quarantesimo posto. Superati dalla Malesia.

"I dati che conosco inducono all'ottimismo", ha giurato lui il 20 febbraio. E vai a sapere dove li ha presi.
sid_yanar è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 01-02-2008, 00:07   #40
Marlex
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Tanto adesso torna Tremonti con la sua finanza "creativa"...altro che Padoa Schioppa
già... mi mancava... "povca tvoia... povca puttana"

http://it.youtube.com/watch?v=ZYR2x0...eature=related

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“Oggi ci vogliono due qualità: l’onestà e il coraggio. Quindi l’appello che faccio ai giovani è questo: cercate di essere onesti prima di tutto. La politica dev’essere fatta con le mani pulite! Se c’è qualche scandalo, se c’è qualcuno che dà scandalo, se c’è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi, deve essere denunciato” ... Sandro Pertini.
Marlex è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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