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Mauritania, golpe militare. Prese radio e tv
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Senior Member
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Preuccupazione per il colpo di stato in Mauritania
mercoledì, 03 agosto 2005 22:03 E' stata battuta in queste ore dalle principali agenzie di stampa internazionali la notizia di un colpo di stato militare in Mauritania. Il presidente Maaouya Ould Sid'Ahmed Taya, fuori dal paese per partecipare al funerale di re Fhad, è stato deposto da un non meglio identificato "Consiglio militare per la giustizia e la democrazia". I golpisti sarebbero riusciti ad occupare, senza spargimenti di sangue, le sedi dei principali media nazionali. Ad affermarlo è l'agenzia Misna. Secondo una dichiarazione diffusa in queste ore i golpisti si impegnano "davanti al popolo della Mauritania a creare le condizioni per una democrazia aperta e trasparente”. In base alle testimonianze raccolte dalla Reuters, migliaia di persone si sono riversate per le strade della capitale Nouakchott, inneggiando a favore del colpo di stato contro il presidente. Taya è accusato di aver guidato il paese in maniera dittatoriale da quando nel 1984 ha preso il potere con un putsch. Il presidente, dopo essere venuto a conoscenza della situazione, ha preferito atterrare con il suo aereo in Niger, dove sta attendendo l'evolversi degli eventi. Secondo fonti locali, la guardia presidenziale e il suo comandante Mouhammed Ould Abdoulaziz, sarebbero coinvolti nell'azione che li ha portati in poche ora ad occupare le posizioni chiave del paese e a chiudere l'aeroporto. Il malcontento contro il presidente La Mauritania, paese che si appresta ad avviare un'intensa attività di estrazione petrolifera, è uno dei pochi stati arabi ad intrattenere rapporti diplomatici con Israele. Durante gli anni '90 Taya ha stretto rapporti sempre più amichevoli con gli Stati Uniti, creando malcontento tra le fazioni islamiche più oltranziste. Contro di esse, riferisce la Reuters, le autorità mauritane si sono sempre dimostrate molto poco disponibili. Ad aprile una raffica di arresti ha portato in carcere numerosi attivisti dell'opposizione islamica, accusati di avere rapporti con gruppi algerini collegati con Al Qaeda. Almeno tre tentativi di colpo di stato contro il presidente sono falliti tra il 2003 e il 2004. Le reazioni internazionali Alpha Oumar Konaré, presidente della commissione dell’Unione Africana, ha condannato per conto dell'istituzione che rappresenta il colpo di stato in Mauritania, in quanto azione contraria ai principi della Carta di Lomè. Anche dagli Stati Uniti è arrivata la secca disapprovazione per i fatti di Nouakchott. L'AFP ha diffuso in queste ore le dichiarazioni di Tom Casey, portavoce del Dipartimento di Stato: il governo americano auspica un rapido ritorno alla legalità costituzionale nello stato africano. Dello stesso tono l'appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite Kofi Annan. Ottavio Pirelli (Warnews.it)
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Senior Member
Iscritto dal: Jan 2002
Città: Roma
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MAURITANIA: GOLPE, PRESIDENTE DEPOSTO PROMETTE RITORNO PAESE
TAYA CHIEDE FORZE ARMATE INTERVENIRE PER RISTABILIRE LEGALITA' (ANSA-REUTERS-AFP) - DUBAI, 8 AGO - Maaouya Ould Taya, il presidente della Mauritania deposto da un golpe militare la settimana scorsa, ha annunciato che tornera' presto nel suo paese. Lo ha comunicato oggi la televisione satellitare Al Arabiya. Il capo di stato deposto - ha fatto sapere l'emittente di Dubai - ha sottolineato che tornera' presto in Mauritania, ha definito il putsch un atto criminale e ha chiesto alle forze armate di intervenire ''per ristabilire l'ordine costituzionale'' nel paese africano. Oggi Al Arabiya trasmettera' un'intervista a Taya, al potere in Mauritania dal 1984. (ANSA-REUTERS-AFP). RED-DG 08-AGO-05 15:19 NNNN MAURITANIA: GOLPE,AURITANIA: GOLPE, PRESIDENTE DEPOSTO PROMETTE RITORNO PAESE(2) TAYA CHIEDE FORZE ARMATE INTERVENIRE PER RISTABILIRE LEGALITA' (ANSA-REUTERS-AFP) - DUBAI, 8 AGO - Dal suo 'esilio forzato' di Niamey, in Niger, il capo di stato ha affermato di ''mantenere i suoi contatti internazionali, in particolare con l'Unione africana''. L'organizzazione aveva in effetti sospeso la Mauritania come suo membro dopo il golpe avvenuto nella capitale Nouakchott. Le dichiarazioni rilasciate oggi ad Al Arabiya sono apparse in contrasto con quelle fatte dallo stesso Taya venerdi' scorso, quando alla Radio France Internationale aveva detto di essere semplicemente ''sorpreso'' del putsch e di ritenere che in Africa non era mai avvenuto ''un colpo di stato cosi' insensato e drammatico''. Presieduta dall'ex capo della Sicurezza nazionale, Ely Ould Mohamed Vall, la giunta militare che ha preso il potere in Mauritania dovrebbe iniziare oggi a nominare i ministri del nuovo governo. Dopo aver promesso elezioni presidenziali entro due anni, la nuova leadership ieri aveva affidato l'incarico di premier a Sidi Mohamed Ould Boubacar, che era gia' stato a suo tempo capo dell'esecutivo sotto Taya. Negli ultimi giorni, a Nouakchott erano stati liberati prigionieri politici e fondamentalisti e avviate consultazioni con i partiti dell'opposizione, che avevano chiesto di mettere sotto processo il leader deposto sulla base di presunti crimini commessi durante i suoi 21 anni al potere. Divenuto capo di stato grazie a un golpe, Taya aveva governato il paese con piglio autoritario e negli ultimi tempi aveva fatto della lotta al fondamentalismo islamico una priorita'. Durante il suo governo, sui rapporti della Mauritania con i paesi sub-sahariani aveva pesato negativamente la decisione di Nouakchott di espellere migliaia di neri africani. Anche le relazioni con gli stati arabi erano state spesso difficili, complicate in particolare dal riconoscimento diplomatico di Israele voluto da Taya nel 1999. (A17:00 08-AGO-05 QXQX
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..soltanto quando è abbastanza buio si riescono a vedere le stelle.. |
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Senior Member
Iscritto dal: Sep 2003
Città: spero ancora per poco in italia
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e il petrolio schizza alle stelle
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Senior Member
Iscritto dal: Oct 2001
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Mauritania: il tempo delle diplomazie
Ottavio Pirelli mercoledì, 10 agosto 2005 15:32 E' il momento delle trattative per la Mauritania, lo stato dell'Africa nord-occidentale, da una settimana nelle mani della giunta militare che con un golpe bianco ha destituito il presidente Taya. Unione Africana (UA) e Stati Uniti cercano ora il confronto con gli insorti nel tentativo di sbloccare la situazione, mentre l'ex-presidente, riparato prima in Niger, ora in Gambia, attende per un rientro che appare sempre più improbabile. Il nuovo potere E' stato ufficialmente comunicato lo scorso giovedì il nome dell'uomo che il "Consiglio militare per la giustizia e la democrazia" ha messo al proprio comando. Si tratta del Colonnello Ely Ould Mohammed Vall, capo delle forze di sicurezza nazionali. Vall era al fianco dell'ex Taya da quando il presidente prese il potere con la forza nel 1984. Secondo quanto riferito dalla BBC, l'opposizione, che ha salutato con gioia il cambio di potere, considera Vall come una sorta di 'cavallo di Troia': ha permesso infatti di espugnare dall'interno il vecchio regime. Il capo della giunta militare rappresenta ora una nuova speranza di riscatto per quella parte della popolazione nera africana che fino ad oggi non ha avuto un ruolo rilevante nel governo del paese. Domenica scorsa, il consiglio militare ha approvato una nuova carta costituzionale e nominato un altro primo ministro. La scelta per quest'ultimo, in base alle notizie diffuse dall'agenzia Misna, è ricaduta su Sidy Mohamed Ould Boubacar, esponente del Partito repubblicano social democratico (Prds), già al potere con lo stesso ruolo sotto Taya nel corso degli anni '90. La carta costituzionale varata nelle stesse ore concede ampi poteri al consiglio, oltre a rivedere alcuni aspetti legati alla religione islamica e alle libertà dei singoli e dei gruppi. Il consiglio, in un colloqui avuto con i partiti mauritani d'opposizione e riportato dall'IRIN, ha assicurato di non voler mantenere il potere nelle proprie mani ed ha indicato la strada da seguire per arrivare a elezioni democratiche fra circa due anni. Entro dodici mesi, invece, i cambiamenti alla costituzione verranno sottoposti al giudizio di un referendum popolare. Questo nelle intenzioni dei golpisti, i quali, però, si trovano ora a fronteggiare i proclami sempre più aggressivi dell'ex-presidente Taya. Questi dalla capitale del Niger Niamey, in una dichiarazione rilasciata ieri alla tv araba Al-Arabiya, ha ordinato a tutti gli appartenenti delle forze militari e di sicurezza del paese di ripristinare immediatamentela legalità costituzionale. Un appello caduto nel vuoto. Le diplomazie al lavoro Proteste vibranti contro il golpe sono arrivate subito da quasi tutta la comunità internazionale, tanto che l'Unione Africana ha anche sospeso da sua ogni attività la Mauritania, in attesa di sviluppi. Da parte sua, il nuovo potere militare aveva cercato subito di tranquillizzare tutti, affermando che nessun accordo internazionale già preso dallo stato sarebbe stato disatteso. un segnale di distenzione che soprattutto alcuni stati occidentali con grossi interessi nel paese, come gli Stati Uniti, potevano recepire come un segno di buona volontà. L'incertezza dei primi giorni lascia spazio ora al dialogo, che sia la AU che gli States stanno cercando di stabilire con il Consiglio del Colonnello Vall. Martedì un gruppo di diplomatici rappresentanti dei 52 paesi dell'Unione Africana ha incontrato il nuovo primo ministro mauritano. Pur non essendo d'accordo con i modi incostituzionali del nuovo corso politico del paese, l'Unione non può ignorare la Mauritania e la sua situazione: in questo modo l'ambasciatore Sudafricano a Nouakchott ha giustificato ai microfoni della Reuters le posizioni dell'AU. Ancora più aperta la posizione di altri singoli stati africani. Come la Libia, il cui ministro degli esteri Mohammed Abdel-Rahman Shalgam, ha chiesto in maniera più decisa di riconoscere il nuovo potere in Mauritania, se questo è espressione, come sembra, della volontà popolare. Una decisa marcia indietro è stata fatta anche dal governo americano. Nelle scorse ore, il portavoce del Dipartimento di Stato Adam Ereli ha fatto sapere che gli USA sono disponibili a trattare con i golpisti a patto che questi si sforzino di avviare un processo di autentica democratizzazione del paese. Parole che somigliano a quelle pronunciate dai vertici dell'Unione Africana e che potrebbero significare la definitiva riuscita dell'operazione politica del Consiglio militare, con buona pace dell'ex-presidente Taya. Ottavio Pirelli (WarNews.it)
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