venerdì 12 ottobre 2007
Roma -
StopBadware.org, società non profit finanziata da giganti del calibro di Google, Lenovo e Sun e dedita alla lotta contro i software malevoli e le minacce che si annidano sul network telematico mondiale, ha appena distribuito un vademecum omnicomprensivo di
tutte le informazioni che occorre sapere sul lato oscuro della Rete, sui suoi angoli più nascosti e sulle strategie adoperate dai soliti noti nel loro sordido agire criminale.
Il rapporto, disponibile per il download
in formato PDF, analizza i "trend nel badware del 2007", mettendo in fila uno dietro l'altro fenomeni quali il furto di identità per mezzo di siti web fittizi, l'utilizzo di vettori di attacco basati su
iFrame velenosi, collegati a
notori network russi, spara-malware e altre minacce tristemente note ai netizen meno accorti o informati sulle ultime tendenza della insicurezza informatica.
Non vengono poi tralasciati quei luoghi notori per essere distributori di adware, trojan, keylogger e affini. In questo caso l'idea che viene fatta passare è che non sia tanto importante il software di sicurezza a disposizione dell'utente quanto
dove esso effettivamente vada e clicchi sul web. Considerando l'alta propensione degli aggressori telematici ad evolversi continuamente, solo una adeguata profilassi dei comportamenti e delle abitudini di
surfing può offrire un grado di sicurezza adeguato ai tempi.
Non che il lato software venga comunque tralasciato: non sarà la soluzione definitiva contro virus&co. ma un buon mix di
firewall,
antivirus e
antispyware - senza dimenticare gli update automatici del sistema operativo sempre attivi - fa certamente
la sua parte nella catena difensiva dell'esperienza di rete personale e professionale. Problema tra l'altro già preso in considerazione, quello dei software di protezione non adeguati, nel rapporto di McAfee ed NCSA di cui Punto Informatico
ha parlato la settimana scorsa. Problemi che devono essere ben noti soprattutto a chi dispone dei sistemi operativi più bersagliati dalle aggressioni, Windows in primis.
Il pdf di StopBadware.org riserva poi qualche sorpresa quando affronta la questione dei siti web personali, portali di piccole dimensioni
meno appariscenti dei grossi collettori di attacchi ma non per questo meno preoccupanti, anzi. La lista dei siti minori da evitare - stilata da Google - cresce di continuo, e attualmente include 200mila "angoli bui" in silente attesa della malcapitata vittima non adeguatamente difesa o informata sui percorsi di rete che sarebbe meglio evitare.
Alfonso Maruccia
Fonte:
Punto Informatico