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Old 17-06-2008, 11:27   #14
er-next
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Originariamente inviato da bjt2 Guarda i messaggi
Scusate un attimo... Appena era stata varata questa norma, tutti (Travaglio per primo) a dire che era insufficiente, quasi inutile, che per far partire una class action era complicato, perchè, mi pare, si potesse fare solo in certi casi, aveva parecchie limitazioni e avevano dato dei suggerimenti per modificarla... Ora che stanno dicendo che effettivamente va modificata vi lamentate? Se le modifiche che faranno saranno migliorative (e dalle dichiarazioni sembra di si, perchè specificano che saranno a favore dei consumatori), perchè lamentarsi? Aspettiamo e vediamo, e poi, se è il caso, protestiamo...
posso anche essere d'accordo con te..

però..


così come il blocco dei processi, ne discuto la forma.. perchè rimandare l'entrata in vigore della legge? seconda osservazione: poichè già fu abbondantemente combattuta da confindustria..ora non ti chiedi perchè proprio confindustria stia cercando di reinviarla? pensi che lo faccia in nome dei diritti dei consumatori?

intanto ti riporto una notizia in cui si vede l'effetto che avrebbe un tale (e inutile) reinvio:
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Lo spettro di un primo depotenziamento della class action è arrivato in singolare coincidenza con il deposito presso il tribunale di Milano della prima causa civile di questo genere, avviata da Deminor e Altroconsumo contro le banche e revisori coinvolti nel crac della Parmalat. La richiesta di danni per Collecchio - cui sarà possibile associarsi fino a fine luglio - sarà presentata per conto di 4mila tra investitori istituzionali e piccoli risparmiatori al tribunale di Milano contro Deloitte Touche, Grant Thorton, Citibank, Bank of America, Nextra (oggi Eurizon), Morgan Stanley e Deutsche Bank.

Al di là dei titoli ottenuti dagli ex-obbligazionisti nell'ambito del concordato, gli ex-soci di Collecchio hanno ottenuto per ora nei tribunali dove si sono costituiti parti civili un risarcimento come danno morale pari a circa il 6% dei loro investimenti grazie all'accordo con Deloitte. E dopo la decisione dei giudici Usa di escluderli dalle class action americane l'unica strada per rivedere un po' dei propri soldi (per chi non lo ha già chiesti nei processi in corso) è quello della class action tricolore.

Parmalat intanto ha ripreso ieri a volare in Borsa grazie all'effetto-risarcimenti. I titoli di Collecchio - spinti dai 356 milioni arrivati in cassa grazie alle transazioni con Ubs e Credit Suisse - hanno guadagnato ieri l'8,4%, rialzo che ridimensiona a -39% il calo da inizio anno. Enrico Bondi finora ha chiuso transazioni per quasi 1,6 miliardi e non sembra intenzionato a rimanere seduto per troppo tempo su questo "tesoretto" (in cassa ci sono quasi 1,5 miliardi) di liquidità. Collecchio ha da tempo allo studio diverse ipotesi d'acquisizione e la chiusura delle cause svizzere potrebbe consentire ora di accelerare i tempi. Anche per prevenire le mosse dei fondi, che malgrado il flop dell'ultima assemblea potrebbero tornare all'attacco per chiedere un dividendo straordinario, e gli appetiti di potenziali scalatori, solleticati dallo scivolone dei mesi scorsi in Borsa.

Ieri, l'amministratore delegato di Parmalat è stato in visita a Roma dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Qualcuno ha ventilato l'ipotesi di un'offerta della cloche di Alitalia al super-risanatore di Montedison e di Collecchio, ma Bondi ha ribadito ieri che il futuro della compagnia di bandiera "non è affar mio". Possibile, invece, che l'ad abbia voluto fare un punto della situazione proprio sui progetti futuri di Parmalat con un politico (Letta appunto) che sin dai primissimi giorni dopo il crac aveva dato un contributo decisivo a mettere le basi, Legge Marzano in testa, per rendere poi possibile il salvataggio del gruppo.
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E così centinaia di azioni risarcitorie sono pronte in tutta Italia. Decine e decine di migliaia le adesioni alle class action lanciate in questi mesi. Per sottoscriverle bastava riempire un modulo on line e pagare la tessera di una delle molteplici organizzazioni di consumatori, che hanno visto così un'impennata di nuovi soci. La palma di causa più 'affollata' potrebbe andare a quella di un folto drappello di cittadini di piccoli comuni: sono 8 mila le mail di adesione giunte al portavoce del Coordinamento nazionale dei piccoli paesi, Virgilio Caivano, alla causa collettiva contro Poste italiane, per i danni provocati dai ritardi nei recapiti. L'avvocato torinese Michele Bonetti guiderà invece la class action dell'Udu (Unione degli universitari) contro l'ateneo di Torino: l'aumento delle tasse di iscrizione avrebbe violato il tetto del 20 per cento dei finanziamenti statali. Totale da rimborsare: 6 milioni di euro. Per il caro acqua rischiano i consorzi privati locali: la Federconsumatori di Pescara ha già concluso la raccolta di firme per la class action contro l'Ato abruzzese. Così come a Formia è partita la mobilitazione del Comitato spontaneo di lotta contro Acqua Latina.


Carlo Rienzi, presidente di Codacons, ha nei cassetti di tre studi legali solo a Roma 32 cause, di cui cinque partiranno già da fine mese. Ma sono 150 in tutta Italia gli avvocati Codacons pronti ad avviare piccole e grandi azioni collettive: dai danni per le buche stradali alle lista d'attesa negli ospedali o alle auto diesel vendute dietro promesse di risparmio sul carburante. Persino una contro Confcommercio per l'aumento dei prezzi dall'entrata dell'euro. Ma il vero fiore all'occhiello, al momento, è una class action contro lo Stato da 4 miliardi e 800 milioni, quasi un 'tesoretto'. Si tratta dei 40 mila euro che spettano, secondo una norma europea, a ognuno dei 120 mila medici che si sono specializzati negli anni dall'82 al '91 e che invece hanno lavorato gratuitamente durante il corso. "Lo Stato ha recepito la direttiva europea in ritardo e ha riconosciuto questo diritto solo agli specializzati a partire dal '92, dimenticandosi degli altri", spiega l'avvocato Gino Giuliano: "Alla class action hanno aderito finora 1.350 medici di Lazio e Campania. Ma si è sempre in tempo fino alla sua conclusione. Un migliaio sono quelli che hanno già ottenuto il pagamento con cause individuali".

Numeri da capogiro anche dall'Adoc, che annuncia due importanti class action nazionali contro il caro libri scolastici e le spese non dovute per la spedizione delle fatture Telecom, per un valore, rispettivamente, di 90 e 60 milioni di euro. Lo studio dell'avvocato Marino Bin e associati mette in campo 14 legali per citare, a Torino e Milano, due colossi dell'economia. Per il caro libri la class action contesta l'aumento del 12-15 per cento di tutti i testi scolastici (con un maggior esborso per le famiglie da 80 a 400 euro), secondo un accordo di 'cartello' tra le principali case editrici già sanzionato dall'Antitrust. "In pochi giorni", dice Bin, "abbiamo ricevuto centinaia di moduli di adesione".

perchè bloccare queste class action a data indefinita da destinarsi e non cambiare semplicemente in parlamento quello che non va?


infine aggiungo proprio grazie al link della discussione che hai postato questo bel commento che oggi ricalza a pennello:

http://www.hwupgrade.it/forum/showpo...84&postcount=4

(le priorità del paese)
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ho concluso con: Beep Beep - bagluca - ShaDe - alenter - djlorenz - Gordon Freeman - mariotanza - ciufoligo - johnny185 - scarano76 - lamerone - Boxer2 - fabiuxx - Sakurambo - gianpixel - alstare84 - nickluck - ziodamerica - ReDBouL - Coop - Keffo - sv4 - niko0 - shin82 - daikengorobot - patafrana - OcTaGoN - Shippo - Bladexx - superman79 - Fran123 - cos1950 - Xidius - cdere - daygo - 2fst4rc - maxcarra - almus! - Juliàn Carax - e non ne aggiungo più...
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