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Old 14-07-2010, 14:27   #69
LucaTortuga
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Originariamente inviato da claudioborghi Guarda i messaggi
Ma che strano... questo concetto di responsabilità che vale per tutto il resto del mondo e per tutte le professioni e per i magistrati no.

Un bel privilegio, non c'e' che dire, logico che voi ci rimaniate aggrappati come delle cozze e che siate disposti a TUTTO pur di non perdere questa nuvoletta dorata.

Pensa che bel mondo... io arivvo a fare il pm, ne inquisisco dieci a casaccio con galera, sputtanamenti ecc. ecc. tutti innocenti... EBBE'? IL MIO LAVORO E' ACCUSARE...

Ma chissà come mai il meccanico ripara la macchina ma se non collega i freni ci rimette? Pure lui non dovrebbe toccare la vettura perche' se sbaglia rischia?

Ma come mai l'ingegnere progetta il ponte con il rischio che se l'ha fatto con i piedi e crolla con strage gli si faccia il culo? Con il pensiero da magistrato gli ingegneri li cerchiamo su Marte?

Oddio Claudio, riesci a farmi sorridere nonostante il caldo, te ne do atto..

Il meccanico deve riparare l'auto e riconsegnartela in ordine.
L'ingegnere deve progettare il ponte in modo che non cada.
Qual'è, invece, il dovere del PM?

Se riesci a rispondere a quest'ultima domanda, ti sarà chiara l'enorme differenza tra le prime due professioni che hai citato e il lavoro di un magistrato inquirente.
Quest'ultimo, semmai, va paragonato a un medico, dal quale si può pretendere che tenti di curare il paziente nel miglior modo possibile ma non che lo faccia guarire in ogni caso.
Se applicassimo il tuo principio alla professione medica (rendere il medico responsabile di tutte le "non guarigioni" dei pazienti in cura, e non solo di quelle che gli possono essere imputate a titolo di dolo o colpa grave) pensi si troverebbero ancora medici disposti a trattare casi più difficili di un raffreddore?

Poi spiegami per quale motivo ti rivolgi a me con un "voi" che sembra includermi nella categoria dei magistrati.
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"Personalmente non ho nulla contro chi crede in un Dio, non importa quale. Sono contrario a chi pretende che il suo Dio sia l’autorità che gli permette di imporre delle restrizioni allo sviluppo e alla gioia dell’umanità" (Alexander S. Neill, «Summerhill», 1960).
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