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Originariamente inviato da filippom
Aggiungo un'altra cosa: qualunque banca di questo mondo può fallire, ma sfido chiunque a sostenere che possano fallire le poste italiane (salvo crack nazionale/mondiale, ma quella è un'altra storia).
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e qui, mi spiace, ma sbagli... in Italia ogni conto corrente è assicurato almeno fino a 103.291,38 euro per intestatario.
Il sistema di garanzia italiano è finanziato dal Fondo interbancario di tutela dei depositi e dal Fondo di garanzia dei depositanti del credito cooperativo. In caso di crac di una banca, gli altri istituti di credito si impegnano a fornire i soldi da restituire ai risparmiatori. I primi 20.000 euro (previsti dalla normativa europea) devono essere rimborsati entro 3 mesi dal fallimento della banca, per la parte residua si seguiranno le modalità deliberate dagli organo di governo del Fondo.
La garanzia si intende per depositante e non per deposito. Quindi se il conto corrente è cointestato la garanzia prevista (cioè i 103.291,38 di livello massimo) si raddoppia.
http://www.tomshopper.it/guida/blog.php?bid=700
A tale fondo di garanzia non aderisce, guardacaso, proprio Poste Italiane. E se è pur vero che la maggioranza assoluta del capitale sociale di Poste Italiane è in possesso dello Stato (Ministero dell'Economia e Finanze) e che la raccolta derivante dai conti correnti è investita unicamente in titoli governativi, si tratta comunque di una SpA in cui in caso di fallimento i creditori possono rivalersi solo sul capitale sociale e non verso i soci della società. Per cui, paradossalmente, i clienti delle banche sono in concreto più tutelati rispetto a quelli postali. Solo i prodotti di risparmio postale - Libretti di Risparmio e Buoni Fruttiferi Postali – sono sempre garantiti dello Stato indipendentemente dalle condizioni di mercato.
In concreto poi, in Italia nessuna banca può realmente fallire, nel momento in cui una banca si trovi in una situzione critica la Banca d'Italia nomina un commissario che ha il compito di risanare i bilanci oppure vagliare le possibilità di vendere quella banca ad un altra banca.