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Old 10-08-2009, 09:08   #15
juninho85
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Unione Sarda - La carica dei saranno famosi
Il Cagliari ha un futuro che si chiama Marchetti, Pisano, Astori, Brkljaca. Ma anche Matri, Nenè, Gallon e Ragatzu. Una nutrita pattuglia di giovani cementata dal nucleo storico della squadra rossoblù, formato da Lopez, Agostini, Conti, Cossu, rossoblù fuori e dentro, fedelissimi del presidente Cellino che conta su di loro a occhi chiusi. Facendo gli scongiuri, mai come in questo periodo il Cagliari è stabile, forte di valori tecnici e morali che gli derivano da due stagioni indimenticabili. Certo, poi sarà il campo a emettere il suo verdetto inappellabile, però, non ci sono dubbi che la società si è mossa con coerenza lungo la linea tracciata ormai da qualche tempo: conferma quasi in blocco dell'organico, inserimento di giocatori di prospettiva con una sola eccezione, Barone, che dovrà mantenere alto il tasso tecnico del centrocampo orfano di Fini e, allo stesso tempo, dare modo al croato Brkljaca di crescere e di raccoglierne un giorno l'eredità. Perché i giovani vanno bene, anzi, sono fondamentali ma - come ha ricordato il ct Lippi l'altro giorno - se si svecchia una squadra in un colpo solo, si rivince solo dopo dieci anni.
A guidare la pattuglia dei ragazzi rossoblù è il portiere Federico Marchetti, che può essere considerato il più grande colpo di mercato dell'era Cellino dopo quello di Suazo. Marchetti è stato convocato quale vice Buffon per l'amichevole che l'Italia giocherà mercoledì prossimo a Basilea contro la Svizzera. Acquistato per cinque milioni di euro dall'AlbinoLeffe, adesso ne vale perlomeno quindici. Marchetti è seguito con interesse da Milan, Juventus, Napoli e un'altra mezza dozzina di club stranieri. Insomma, il futuro è suo.
Il discorso vale per Astori, Brkljaca, Ragatzu e Gallon. Essi saranno famosi solo se la squadra saprà sorreggerli, se, insomma, il Cagliari ripeterà l'impresa dello scorso anno, quando entusiasmò il campionato per compattezza, conoscenze tattiche, qualità di gioco e partecipazione collettiva.
La stagione scorsa ha confermato come i fautori del calcio collettivo (il capofila è Arrigo Sacchi, autentico maestro di calcio e di sport) siano nel giusto. L'Inter dello straordinario Ibrahimovic non ha avuto difficoltà a vincere in Italia basandosi sulle qualità del suo fuoriclasse. Ma quando si è dovuta misurare in Europa con squadre che praticavano un calcio corale, impreziosito dalla presenza di tanti campioni, i limiti di gioco sono stati evidenti e neanche la genialità di Mourinho (ben presto arresosi alla tentazione di lanciare la palla a Ibrahimovic e attendere gli eventi) ha permesso all'Inter di colmare il gap che la divide da Barcellona, Manchester United, Chelsea, Liverpool e Arsenal. La partenza di Ibrahimovic e l'arrivo di Eto'o, grande giocatore, più abituato dello svedese a partecipare al gioco sia in fase offensiva che difensiva, potrebbe essere la svolta e la squadra nerazzurra potrebbe essere tutt'altro che ridimensionata dalla perdita di colui che è considerato con Cristiano Ronaldo e Messi il più grande calciatore al mondo.
Il calcio collettivo è stato il faro del lavoro di Allegri, che non a caso ha costruito un complesso divertente ed efficace. Poche squadre hanno raggiunto i picchi di qualità della formazione rossoblù. Un patrimonio che allenatore e società hanno deciso di difendere con la continuità: pochissimi ritocchi e tutti funzionali dal punto di vista tecnico e comportamentale.
Le certezze sono tante: la compattezza del gruppo, le idee di gioco, la personalità dei veterani, la forza fisica e l'entusiasmo dei giovani. Questo non deve far dimenticare un paio di punti interrogativi.
Primo: in difesa non c'è più Bianco che, in coppia con Lopez, ha formato la miglior coppia centrale della passata stagione. Canini e Astori dovranno superarsi per garantire un rendimento identico a quello di Bianco, trasferitosi per fine contratto all'Atalanta. Secondo: Barone dovrà inserirsi negli schemi di gioco del Cagliari così come aveva fatto Fini, regista avanzato di grande qualità. Certo, a Barone non si chiede di fare Fini, perché ha caratteristiche e personalità diverse. Dovrà essere, però, ugualmente efficace. Terzo: Matri o Nenè dovranno non far rimpiangere Acquafresca, miglior realizzatore del Cagliari nelle ultime due stagioni. Nessuno dei due ha le stesse caratteristiche di Acquafresca ma essi hanno ugualmente la possibilità di garantire un adeguato numero di gol. Senza dimenticare che c'è un certo Jeda, ovvero classe pura al servizio della causa rossoblù.
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