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Old 13-05-2022, 17:43   #24
biometallo
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Originariamente inviato da fabryx73 Guarda i messaggi
cosa doveva dire?
Più che altro cosa avrebbe fatto meglio a non dire, primo articolo trovato con "giorgetti esport"


"Come in tutte le materie, prima di aprire bocca bisognerebbe conoscere il fenomeno non diciamo a fondo, ma perlomeno nei suoi contenuti essenziali. Invece, i due personaggi hanno contrapposto le loro idee, l’uno (Giorgetti) sostenendo che gli esport “rovinano il cervello dei ragazzi”, l’altro (Cozzoli) che sono un “traino per avvicinare allo sport”, ma sbagliando di grosso entrambi.

L’errore di fondo che commettono è di non considerare che gli eSport sono una attività di tipo professionale (che possa piacere o no) e come tale, fin dai livelli di “base”, richiedono impegno, costanza e sacrificio. C’è dunque una netta dicotomia fra il videogiocatore comune e il praticante di eSport, come potrebbe esserci fra il calciatore di serie A e quello che partecipa ai tornei amatoriali.

Allora, se come dice Giorgetti praticare gli eSport manda in pappa il cervello, altrettanto lo fanno tutti quei mestieri in cui il computer è l’elemento di base. La colpa non è dello strumento ma dei contenuti? Anche se così fosse, il ministro è sempre sulla strada sbagliata. Confrontarsi con un videogioco, qualunque esso sia, comporta la presenza e lo sviluppo di abilità strategiche, manuali e mnemoniche, la velocizzazione dei processi decisionali, l’improvvisazione e il rischio calcolato. Se tutto ciò è nocivo, molto peggio è, per un ragazzo, perdere tempo a cambiare inutili messaggi sui social, spesso di cattivo gusto.

Quanto a Cozzoli, lui esagera “coscientemente”.

Al Coni, così come a qualsiasi altra organizzazione sportiva, farebbe ultra-comodo inquadrare gli eSport come vera e propria disciplina sportiva, perché ciò porta tesserati, soldi, sponsor e via dicendo. Se ne parla da tanto, di questa ipotesi, ma per ora siamo giunti a una sorta di riconoscimento sulla carta, con la costituzione di un comitato promotore all’interno del Coni stesso, il quale però, seguendo le indicazioni del Comitato Olimpico Internazionale (che è l’organo che comanda e decide per tutti), restringerebbe il campo ai soli videogiochi di simulazione sportiva. Andrebbe bene anche così, giusto per cominciare. Ma illudersi che il vivere lo sport sulle console induca il (giovane) giocatore a praticarlo effettivamente è un’ingenuità bella e buona.

Certo, esistono giovanissimi calciatori, cestisti, pallavolisti ecc. che quando tornano a casa desiderano proseguire la loro esperienza con lo sport preferito smanettando sui controller. Però, si tratta di attività del tutto indipendenti e scollegate, che non hanno assolutamente nulla in comune se non la passione per una determinata disciplina sportiva."
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