Convocato il partito, per la prima volta partecipa anche Casini
Vertice "informale" per le prossime mosse dello scontro con il premier
Udc, Follini pronto alla rottura
"Bisogna vedere chi ci sta"
di FRANCESCO BEI
ROMA - "Nessuno vive a cuor leggero i passaggi che ci attendono, ma siamo a fine legislatura e non c'è più spazio per la tattica: siamo chiamati a prendere delle decisioni". Questo lunedì di settembre i dirigenti centristi se lo dovranno segnare nell'agenda perché potrebbe essere ricordato come l'inizio del "count down" finale, la chiamata a raccolta per vedere "chi ci sta", l'ultima occasione per dirsi tutto in faccia, per capire quanti sono disponibili al grande salto.
L'appuntamento è per mezzogiorno a via Due Macelli per una riunione "informale" del gruppo dirigente e la prova dell'eccezionalità del momento sta nella presenza annunciata di Pier Ferdinando Casini, che per la prima volta da quando è presidente della Camera torna nella sede dell'Udc per prendere parte a una riunione interna di partito. Un gesto, spiegano nell'entourage di Casini, che "serve a sancire la completa identità di vedute con quello che deciderà il partito".
L'altra "anomalia" del caminetto centrista, oltre alla partecipazione di Casini, è il carattere stesso della riunione, concepita come un consulto fra i due leader e la squadra governativa: ministri, viceministri e sottosegretari. Saranno loro infatti la prima linea che dovrà sopportare il peso delle decisioni che saranno prese: in caso di rottura con Berlusconi, il partito per prima cosa ritirerà la delegazione al governo e i ministri saranno chiamati a dare le dimissioni. Ci staranno?
Per evitare future fratture e ripensamenti, per arrivare all'appuntamento con il massimo di unità del partito, Follini metterà sul tavolo tutte le carte (compresa appunto l'ipotesi di andare alle elezioni con candidati propri), farà la cronistoria dei "no" ricevuti da Berlusconi e darà il via alle danze. "Chi ci sta?". Grazie a un'intensa attività diplomatica condotta da Follini e dallo stesso Casini nell'ultima settimana con i principali esponenti del partito, non dovrebbero esserci sorprese. Ma restano due incognite. La prima riguarda il ministro Carlo Giovanardi, da sempre sostenitore aperto della ricucitura con il premier.
Secondo Giovanardi "il rapporto con Berlusconi è recuperabile e bisogna sforzarsi di trovare soluzioni in positivo come la casa comune dei moderati". Anche perché, spiega il ministro alla vigilia della riunione, "se la barca della Cdl affonda in mare ci finiamo tutti". Giovanardi dunque è deciso: "Io non metto in conto strappi, ma se ci saranno ognuno poi deciderà sulla base della responsabilità che ha nei confronti dei propri elettori". Un modo democristiano per dire che lui, Giovanardi, ha già deciso che non seguirà gli altri "amici" se dovessero deliberare la rottura con il premier.
L'altro punto interrogativo è quello che circonda Salvatore Cuffaro. Il presidente siciliano, ammettono gli stessi uomini di Follini, "è quello più in imbarazzo perché deve farsi rieleggere dalla coalizione". E non sarà agevole essere ricandidato dalla Cdl dopo aver maturato lo strappo con Berlusconi. Uno dei punti di forza sui cui Follini potrà far leva nella riunione di oggi è invece il ritrovato rapporto con Clemente Mastella, cementato a Telese nei faccia a faccia a margine della festa dell'Udeur. "Nulla è deciso - dicono a questo proposito fonti della segretaria centrista - ma almeno Mastella, a differenza di De Mita, prende sul serio l'ipotesi che noi si possa rompere con Berlusconi. Poi se sono rose fioriranno".
E' il sogno del polo di centro, con la riunificazione sotto lo stesso tetto dei "fratelli separati". E magari anche con il ritorno a casa del catanese Raffaele Lombardo. Un progetto a cui gli attacchi di Berlusconi ai centristi, piovuti ieri da Cernobbio, non fanno che aggiungere benzina. A quello che viene definito "il delirio" del premier, nessuno replica ufficialmente. Tranne, a titolo personale, Armando Dionisi, capo della segreteria politica dell'Udc, che bolla come "un'invenzione" la suggestione del Cavaliere di uno sbarramento al 10% nella legge elettorale.
(5 settembre 2005)
http://www.repubblica.it/2005/i/sezi.../vertiudc.html