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Originariamente inviato da cdimauro
La cache non scalda quanto un core, ma molto meno e NON è un elemento critico per un processore.
Questo se vogliamo essere realmente precisi.
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Se vogliamo essere realmente precisi, è noto che la cache risiede sotto il package e che non viene dissipato il calore, perchè il dissipatore poggia sul core non influenzando, quindi, la memoria cache. E' altresì noto che aumentando la disponibilità di memoria cache, costruttivamente devono essere diminuite le dimensioni dei transistor. Non a caso le case costruttrici fanno difficoltà a inserire tagli di cache maggiori di quelli attuali, proprio per eccessiva produzione di calore. Ed ' un componente critico proprio perchè l'utente non ha "controllo" sulla sua dissipazione. Una memoria cache eccessivamente accaldata porta a errori di calcolo e quindi a instabilità operativa. Quando si cloccano i processori a una determinata frequenza, molte volte si ottengono delle instabilità che per la maggiorparte dipendono proprio dal surriscaldamento eccessivo della memoria cache, oltre che del core. Ma il core lo possiamo raffreddare, la cache no.
Se quindi si produce un processore con una "cache forno" già di fabbrica, il problema diventa critico eccome. Vedi esperienza Pentium II "Klamath" e Pentium II "Deshutes", la cui cartuccia SECC disponeva internamente di una superficie in alluminio dedicata alla cache, per altro non eccessivamente efficace. E' chiaro che come installatori, non ci si deve preoccupare della memoria cache, cosa che invece va fatta per il core. Ma se si produce un processore con una cache che scalda parecchio "di fabbrica" si ottiene il classico processore "forno" con tutte le conseguenze del caso. E' proprio qui' che risiede la criticità della memoria cache.
EDIT: In termini di overclock, invece, vorrei sapere se qualcuno è mai riuscito a stabilire se l'instabilità operativa ad alte frequenze era causa dal surriscaldamento del core o della cache