
Nel corso del suo intervento al Consiglio nazionale di Forza Italia, Silvio Berlusconi ha ribadito che bisogna allargare il piu' possibile i confini del centrodestra, per accrescere quel 48,2% di consensi di cui i sondaggi accreditano sia la Cdl che l'Unione: ''Non possiamo dire di no a nessuna di queste presenze nell'area di centrodestra'', ha osservato il premier riferendosi ai partiti non schierati con il centrosinistra ma non organici alla Casa delle liberta', accreditati sempre dai sondaggi di una forza complessiva pari al 4,5%. Ma Berlusconi e' proiettato soprattutto sulla campagna elettorale di Forza Italia. Ha ricordato i ''limiti dell'azione di una coalizione dove non vige la regola prima di una democrazia e cioe' quella per la quale per assumere una decisione si vota e la minoranza si adegua alla posizione della maggioranza''. E allora ''se e' vero che e' colpa mia di non essere stato capace di convincere gli italiani a far dare il 51% dei voti a Forza Italia, anche gli italiani devono dirsi che se non ci hanno dato il 51% dei voti non possono poi pretendere che Berlusconi, i ministri e gli uomini di Forza Italia, portino avanti quel programma che avrebbero dovuto realizzare per intero''.
Al via quindi ''una campagna elettorale territoriale, capillare, scientifica'', mettendoci anche ''un po' di cattiveria in piu'''. In campo, ha annunciato il premier, anche un team di ''difensori del voto'' formato da ''avvocati, dottori commercialisti, ragionieri, notai, in modo che nei seggi ci siano persone capaci di contrastare la professionalita' della sinistra'' che ''in certe occasioni si e' vantata di questa sua professionalita' chiamando i nostri, magari giustamente, i dilettanti della destra''. ''Professionisti della sinistra - ha aggiunto Berlusconi- che sanno aggiungere un 1 davanti a 93, che sanno cambiare i 133 voti per loro in 199 con un piccolo tratto di penna, che portano i nostri fuori dalla stanza dove si fanno le operazioni di scrutinio''. Un tema che il premier ha toccato anche quando ha parlato della legge elettorale, senza indicare la preferenza per un particolare sistema, ma fissando bene due paletti che dovranno essere tenuti in considerazione: la necessita' di garantire governabilita' e di evitare brogli.
Il sistema elettorale, ha ribadito il presidente del Consiglio ''non e' un moloch, ma un mezzo per garantire governabilita' e per evitare che la volonta' dei cittadini possa essere cambiata con quella pratica di brogli che e' corrente da parte di una certa parte politica e che dobbiamo assolutamente contrastare''. Entrando nel merito, ''possiamo anche guardare con interessa a un cambiamento del sistema elettorale maggioritario per andare verso quello proporzionale. Ma qui ci sono diverse difficolta' che sorgono e dobbiamo approfondire bene l'esame. Ci sono tanti se, tanti ma, tanti forse''. In ogni caso il Cavaliere ha gia' chiari in mente quelli che dovranno essere i temi della campagna elettorale.
Innanzi tutto non va assolutamente dimenticato di portare ''il comunismo nei discorsi con i nostri elettori''. Quindi in tutti i collegi occorre mettere in scena ''la rappresentazione del libro nero del comunismo: e' una cosa che fa venire i brividi alla schiena e ce li fa restare per 45 minuti''
D'altra parte ''Forza Italia e' la gente che, in estrema sintesi, non si fida dei comunisti e non vuole i comunisti al governo del Paese''. Soprattutto attenzione a Fausto Bertinotti, avverte Berlusconi, perche' ''se il programma voluto da Bertinotti non diventa il programma della sinistra li fa cadere subito. Come ha fatto gia' con Prodi''. Ma in campagna elettorale ci dovra' essere spazio anche per la pars costruens, vale a dire per la rivendicazione dell'azione positiva svolta dal governo di centrodestra, perche' ''l'Italia non e' al disastro'' e ''il livello di vita italiano e' nella generalita' superiore al livello di vita americano''
Realizzazioni che Silvio Berlusconi intende documentare in alcuni video ''sulle cose che abbiamo fatto, su tutte le promesse mantenute del contratto siglato con gli italiani''. Un patto che il premier intende rinnovare. Senza la sua leadership, afferma l'ordine del giorno approvato al termine del Consiglio nazionale di Forza Italia, ''il centrodestra rischierebbe di perdere la sua spinta propulsiva''. ''Non potro' mai lasciare l'impegno politico che mi vede in campo insieme a voi, proprio per non deludere chi ha riposto la sua fiducia in me''. E ''sulla leadership del 2006 da tempo la questione e' risolta e gia' chiusa. Nessuno ha mai espresso dubbi sulla mia premiership nel 2006, nemmeno l'Udc''.
da bububu.forzaitalia.it