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Old 08-07-2005, 03:58   #20153
Ser21
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LE VERITA' DI MORATTI RACCONTATE A ROBERTO OMINI

ROBERTO OMINI, UNO DEI MIGLIORI GIORNALISTI ITALIANI, HA INTERVISTATO IN ESCLUSIVA PER IL CORRIERE DELLO SPORT, IL PATRON DELL'INTER MASSIMO MORATTI.

QUESTO IL TESTO INTEGRALE DEL COLLOQUIO.


Bobo Vieri, il Milan. Qualche giorno dopo, dottor Moratti, che cosa si
prova?

«Un po’ di fastidio rimane, ovviamente. Perché pensi che un fatto
non debba succedere, e poi succede. Guardiamo avanti, non indietro».

Rifarebbe gli atti del divorzio, fra l’Inter e Vieri?

«Quella è una scelta precisa: ben ponderata, una soluzione comoda
per l’Inter, e per Vieri. Ci è sembrata una cosa normale, e certamente:
la rifarei. Da cima a fondo. Come priorità economica e tecnica, per
voltare pagina e guardare avanti».

Non era più giusto, e vantaggioso per l’Inter, cedere Vieri un anno
fa alla Juventus? Come avevate fatto, del resto.

«Non è così. Ci sarebbe costata di più, un anno fa, l’operazione
citata con la Juventus. Rescindere oggi il contratto di Vieri, è stato
meno oneroso, per l’Inter».

L’onere aggiunto, il malessere, deriva dalla scelta di Bobo: il
Milan.

«La sola cosa che mi amareggia, deriva dal fattore umano. Io non
serbo rancore verso Vieri, e nemmeno verso il Milan. Ma una telefonata, la
si poteva fare. Per dirmi: stiamo preparando l’accordo. Che cosa ne
pensa?».

Già. E se il Milan, o Vieri, l’avessero avvisata? Lei come avrebbe
risposto?

«Non avrei mosso un dito. La scelta dell’Inter era decisa: chiudere
il rapporto con Vieri, dopo sei anni. E dinanzi alla scelta Milan, e
del Milan, io avrei detto semplicemente: ne prendo atto. Non avrei potuto
fare niente. Invece no. Tutto in silenzio. Nemmeno una telefonata, dai
dirigenti del Milan, da Vieri. Strano, molto strano. E sul piano
umano...».

La scelta di Vieri, lei come la giudica?

«Comoda, la più comoda per lui. Col bisogno di una grande squadra,
di una scena importante in vista dei Campionati del Mondo del 2006, in
Germania».

Cosa sono stati i sei anni di Vieri, all’Inter?

«Sono stati pieni, un po’ di tutto. Ha dato quello che poteva dare,
ha segnato tanti gol (122, in totale), ma senza mai giungere a un
successo. Una storia senza successo, e chiusa con la Coppa Italia
conquistata il 15 giugno, senza che Vieri potesse partecipare all’evento».

Già. E si è detto: Vieri lontano dall’Inter, nella doppia finale di
Coppa Italia contro la Roma. Un’assenza che ha prodotto lo strappo,
quello finale.

«Lui era lontano. Ha scelto così, è un ragazzo così. Poi, magari al
telefono si dice una parola di troppo, che non va bene. Che stona. E’
andata, e guardiamo avanti».

Appunto, l’Inter del dopo Vieri come si prepara?

«Con grande forza, e serenità. Perché sarà il campo, alla fine e
come sempre, a sancire il verdetto sulla bontà di una scelta. Noi siamo
convinti di aver compiuto la scelta giusta. Poi, sapremo».

Il Milan che prende Vieri. Moratti, qual deve essere la
risposta dell’Inter?

«Io non vedo la necessità di chissà quale risposta. Non è il caso di
parlare di vittoria, di sconfitta di noi, di Vieri o del Milan.
L’Inter ha scelto la sua rotta, il giocatore e il club rossonero sono andati
per la loro strada».

Per capire: oggi l’Inter è alla caccia di un grande attaccante? O
no?

«L’Inter, oggi, è una squadra ricca, molto ricca in attacco. Abbiamo
Adriano e Martins, Cruz e Recoba. Sono i nomi dei nostri campioni. Con
loro, possiamo andare lontano».

D’accordo per Adriano. D’accordo anche per Martins.

«Sono ragazzi giovani, con margini di miglioramento del loro
repertorio. E sono già formidabili. L’avete visto Adriano, in Confederation
Cup: e non era nemmeno al massimo della forma».

D’accordo anche per Cruz: quando lo si chiama, lui risponde. Ma
Recoba? Come si pone, il Chino, dopo una stagione così deludente, e piena
di acciacchi?

«Alt. Fermiamoci. Recoba è Recoba, lui è il numero uno degli
attaccanti. Si è infortunato, è guarito, vestirà la maglia nerazzurra. Lui è
il numero uno»
.
Il piede sinistro di Adriano, quanto vale?

«E’ quello che si vede: come nella finale di Coppa Italia,
all’Olimpico. Come nella Nazionale brasiliana. Ma quando si parla di piede
sinistro, a me viene in mente quello di Recoba».

Quattro attaccanti per l’Inter 2005-2006 possono bastare?

«Al momento possono bastare. Poi, è evidente, stiamo seguendo le
tracce di un quinto uomo-gol».

Che cosa dice dell’ipotesi-Gilardino?

«Prima di tutto, un pregio: Gilardino è un grandissimo attaccante.
Poi, un difetto: il piccolo difetto di costare troppo. Fuori dalle
orbite dei progetti societari».

Finirà al Milan?

«Il Milan mi sembra più avanti di tutti».

E l’Inter?

«Il quinto attaccante dell’Inter, deve essere uno che non tolga
spazio di manovra ad Adriano e Martins. Deve essere un completamento del
reparto, che è già molto forte. Non un personaggio che oscuri o che
intralci la marcia degli uomini-gol già in nerazzurro. Per capirci:
Gilardino e Adriano erano assieme nel Parma, ma assieme non giocavano mai, o
quasi mai».

Il nigeriano Makinwa: è già dell’Inter. O no?

«Lo stiamo seguendo, da vicino, molto da vicino. Ma non lo abbiamo
ancora preso. E’ bravo, è promettente, ha tante qualità».

E allora, che cosa si aspetta?

«Prima di tutto, ci sono altre priorità di mercato. Poi, i costi: è
valutato 7 milioni di euro, Makinwa. Mi pongo la domanda: li vale,
tutti quei soldi? Ecco, il tema dei miei pensieri è questo. Comunque,
senza fretta. Non abbiamo nessuna fretta. Il mercato è ancora lungo».

Solari è dell’Inter: già ieri, le visite mediche. Per Samuel,
invece. Che cosa succede, dottor Moratti?

«Samuel lo stiamo seguendo. Ma non è una trattativa facile. O per
meglio dire: è una trattativa che impone un notevole impegno finanziario.
Stiamo lavorando».

Quanto si è complicato, il discorso col Real Madrid?

«E’ complicato per via delle esigente finanziare, nostre e del Real
Madrid. In senso stretto, gli accordi sono pronti. Ma, ripeto, sono
molto onerosi. E oggi certe cifre sembrano inconciliabili con le necessità
di bilancio».

Fra l’Inter e Samuel, ci sono altri ostacoli. La Juventus, per
esempio.

«Non lo so. Noi stiamo trattanndo col Real Madrid. Non so come
finirà. Samuel non è l’unico difensore che possa vestire la maglia
dell’Inter».

Ma è il preferito. O no?

«E’ forte. Quando era alla Roma lo chiamavano il muro. O mi sbaglio.
Sì, sì. Poi ha attraversato una stagione così così, al Real Madrid. Ma
non fa testo, una stagione difficile».

Esiste una alternativa a Samuel, ovvero in caso di mancato accordo,
per l’argentino?

«Le alternative ci sono. I nomi sono quelli che sapete».

Si è molto parlato di Chivu, della Roma. Il preferito, si dice, di
Mancini.

«Ma qui bisogna essere sinceri. Mai, nemmeno in una sola occasione,
la Roma ci ha detto che Chivu sarebbe stato cedibile. I dirigenti
romanisti sono sempre stati precisi, sull’argomento: Chivu non lo vendono.
Quindi, non è il caso di insistere».

Si parla di Alex, di altri.

«I nomi alternativi sono quelli. Comunque, Samuel era e rimane il
nostro obiettivo. E poi una spesa che sembra fuori luogo, oggi, la si può
considerare in modo diverso fra qualche giorno, o qualche settimana,
quando le scelte di calciomercato -magari- oltrepassano certe logiche.
Succede. E comunque, l’Inter nel suo organico ha anche Burdisso, che
presto tornerà in Italia».

I soldi da spendere, dove li potrebbe collocare? Per rinforzare
quale reparto?

«La priorità è la difesa, un uomo forte per la difesa. E’ lì che si
concentra lo sforzo maggiore. Comunque senza fretta, senza correre. Il
mercato è lungo».

Sempre in tema di Real Madrid: si è (ri)parlato nei giorni scorsi di
un rientro di Ronaldo. Parole sue, o comunque riportate da amici del
Fenomeno.

«L’ho chiamato, ci siamo sentiti al telefono io e Ronaldo. No, non
tornerà all’Inter. Ma fa sempre piacere che uno come lui abbia l’Inter
nel cuore».

C’è qualche analogia fra il tradimento di Ronie, del 2002, e questo
di Vieri?

«Nessuna analogia. Con Ronaldo ci eravamo parlati, e spiegati, e ci
eravamo detti tante cose. Qui, è successo tutto quasi senza parlare. Le
cose sono diverse. Molto, molto diverse».

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