Christina,
se hai tempo ho qualche domanda.
Se non hai tempo...... ho lo stesso qualche domanda, ma tu non rispondere
Metto le domande in forma di osservazioni. Piu' che altro ti chiederei di correggere cosa ho capito male e integrare cosa proprio non ho capito.
Ho letto un po' di stampa internazionale e mi sembra molto utile per aumentare la confusione.
Primo punto: Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti volevano l'impianto sperimentale in Giappone.
Non credo che gli Stati Uniti non lo volessero in Europa. Probabilmente non lo volevano in Francia.
Non era una questione geografica. Russia e Cina lo volevano in Europa.
Una delle critiche mosse alla locazione in Francia e' che l'area potrebbe essere soggetta a movimenti sismici. La Francia ha respinto la cosa come insignificante e mi sento di concordare, sia dal punto di vista dell'effettivita' che del "e chi se ne frega".
E personalmente mi chiedo in che modo, dal punto di vista sismico, il Giappone sarebbe piu' sicuro.
Secondo punto: varie organizzazioni ambientaliste hanno criticato il progetto perche' con la necessita' immediata di ridurre l'effetto serra e' idiota spendere soldi in cose cosi'. Vorrei sapere se esiste una soluzione immediata all'effetto serra. Se esiste vorrei sapere perche' la sua attuazione e' resa impossibile da una spesa di 13 miliardi in 10 anni in questo progetto. E vorrei sapere perche' non vogliono capire che le soluzioni si trovano con gli investimenti.
E' stato anche contestato il fatto che il reattore non produca inquinanti. In realta' il bombardamento di neutroni rendera' radioattivo il materiale che conterra' il toro magnetico, ma questo materiale avra' tempi di abbattimento delle radiazioni dell'ordine di 50-100 anni. Un reattore a regime in 100 anni dovrebbe produrre scorie (NON utilizzabili per scopi intimidatori) per un volume pari a un cubo di 10 metri di lato. Come dire che questo e' il volume di scorie che si deve gestire. E non e' uranio.
Terzo punto: la costruzione terminera' nel 2014. Poi secondo qualcuno ci vorranno 50 anni perche' i risultati della sperimentazione siano utilizzabili commercialmente. Premesso che la scelta del termine "commercialmente" mi disgusta in maniera adeguata, perche' 50 anni?
Quarto punto: questa e' polemica voluta e desiderata, assieme al quinto punto. Mi sembra che di fronte al Giappone ci si siano tolte le mutande. Il progetto e' finanziato al 50% dall'Unione Europea e il resto (10% ciascuno) da Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti, Russia e Cina. Il Giappone avra' accesso al 20% dei posti disponibili per i suoi ricercatori, per aver rinunciato ad avere l'impianto in casa. Siccome non credo che gli altri 4 rinunceranno a un 2.5% a testa, suppongo che l'Europa avra' un 40% e, conoscendo i clienti, non credo che a rinunciare a posti sara' la Francia. Inoltre il Giappone avviera' un progetto di ricerca sui materiali che sara' finanziato al 50% dall'Unione Europea, sempre per compensare.
Oso sperare che l'Italia avra' una percentuale significativa di posti per i propri ricercatori. Considerato che e' dietro casa (per me che sono di Rivoli e per te), supponi che ti vedremo da quelle parti tra un po' di tempo? Magari anche solo come pendolare? Vuole essere un augurio.
Questa ultima cosa (e' dietro casa) mi porta alla polemica del quinto punto.
Mi viene da pensare che la scelta in Europa sia caduta sulla Francia perche' si suppone abbia esperienza con la fissione (57 reattori sparsi per il paese, secondo numero al mondo dopo gli Stati Uniti) e dunque abbia personale mentalmente e attitudinalmente preparato.
Oltre al discorso scientifico si parla di un discorso economico mica da ridere.
Tocca ai francesi per il motivo che ho appena esposto? Vedra' una nostra partecipazione limitata grazie al famoso referendum miracolo di disinformazione? Se e' cosi', e se chi in quel referendum crede pensa che anche questa sia una cosa "pericolosa", non li hanno presi per le terga una volta di piu', visto che Cadarache e' a 200 km di strada (con le curve) dal nostro confine? Ci si arriva in meno di tre ore da Torino. Ed e' in Francia, per cui in Francia i francesi fanno quello che vogliono loro. Anche a 100 metri dal confine.
Ma come dicevo, questa e' polemica gratuita e ritrita.
Mi piace il fatto che una volta tanto invece di "non si puo' fare" si dica "proviamoci". I problemi sono conosciuti. Non ci sono ragioni fisiche per cui non si possa fare oggi. Ci sono ragioni tecnologiche. Se invece di piangerci addosso si cerca di sviluppare la tecnologia necessaria mi sembra si sia sulla strada giusta.