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Old 13-06-2005, 19:23   #2
Northern Antarctica
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Io credo che i motivi siano:

1) Una sicura disaffezione che da tempo si manifesta nel Paese nei confronti della vita politica e sulle questioni che riguardano il Paese. Motivo: la gente sta, mediamente, troppo bene, socialmente ed economicamente. Meglio di quelli che si impegnavano politicamente 30-40 anni fa. Non è un discorso relativo al fatto che sono venuti meno gli ideali, i valori eccetera. Semplicemente un po' di menefreghismo.

2) Il fatto che lo strumento referendario sia stato usato in passato in maniera un po' troppo estesa e poco chiara. Gli amici radicali a cui ho detto questo non sono mai stati d'accordo con me. Ma in passato, i referendum con 10 schede e passa (dove non bastò ricorrere ai colori rosso, verde, blu ecc. ma si dovettero tirare fuori altre nuances come l'ocra pallido o il Terra di Siena bruciato , nonché l'effetto "carta carbone" che portò all'annullamento di molte schede) con quesiti del tipo "sei favorevole all'abolizione dei patronati all'interno dei sindacati?" quando il 99% degli italiani non sapeva cos'era un patronato, hanno portato, diciamo così, ad un allontanamento della gente dallo strumento referendario.

Il contesto sociopolitico di oggi è differente da quello che c'era ai tempi del referendum sull'aborto o sul divorzio. Come invertire la tendenza? Per la prima cosa credo sia difficile. Per la seconda credo si possano di sicuro semplificare i quesiti, rendendoli "secchi" (aborto, si o no? monarchia o repubblica) e limitare il numero di quesiti.
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