Io credo che i motivi siano:
1) Una sicura disaffezione che da tempo si manifesta nel Paese nei confronti della vita politica e sulle questioni che riguardano il Paese. Motivo: la gente sta, mediamente, troppo bene, socialmente ed economicamente. Meglio di quelli che si impegnavano politicamente 30-40 anni fa. Non è un discorso relativo al fatto che sono venuti meno gli ideali, i valori eccetera. Semplicemente un po' di menefreghismo.
2) Il fatto che lo strumento referendario sia stato usato in passato in maniera un po' troppo estesa e poco chiara. Gli amici radicali a cui ho detto questo non sono mai stati d'accordo con me. Ma in passato, i referendum con 10 schede e passa (dove non bastò ricorrere ai colori rosso, verde, blu ecc. ma si dovettero tirare fuori altre nuances come l'ocra pallido o il Terra di Siena bruciato

, nonché l'effetto "carta carbone" che portò all'annullamento di molte schede) con quesiti del tipo "sei favorevole all'abolizione dei patronati all'interno dei sindacati?" quando il 99% degli italiani non sapeva cos'era un patronato, hanno portato, diciamo così, ad un allontanamento della gente dallo strumento referendario.
Il contesto sociopolitico di oggi è differente da quello che c'era ai tempi del referendum sull'aborto o sul divorzio. Come invertire la tendenza? Per la prima cosa credo sia difficile. Per la seconda credo si possano di sicuro semplificare i quesiti, rendendoli "secchi" (aborto, si o no? monarchia o repubblica) e limitare il numero di quesiti.