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Old 26-04-2005, 02:32   #1
SweetHawk
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La cultura della morte è più viva che mai

Una ragazza scozzese rimasta incinta a 16 anni decide di abortire. E lo fa. Ma si dà il caso che aspettasse due gemelle, e si dà anche il caso che i medici non se ne accorgano, e che nemmeno la ragazza si accorga di portare in grembo una figlia finché non raggiunge gli 8 mesi di gestazione.

E così la fa nascere. Adesso la bimba ha 3 anni, e la madre dice che l'ama e che non potrebbe più fare a meno di lei. Però decide di denunciare l'ospedale che ha praticato l'aborto perché adesso ha una figlia che "non aveva programmato di avere". Cioè, dice "adesso è stata costretta ad amare sua figlia" e denuncia l'ospedale perché la figlia non è morta. Perché per questa figlia sta spendendo tanti soldi che "non prevedeva" di spendere. E vuole che l'ospedale si prenda la responsabilità del fatto che la figlia è viva e sta bene.
Dell'altro bimbo/a soppresso/a nemmeno una virgola.

La cultura in cui viviamo sta creando un mostro dopo l'altro.

Già immagino i commenti di questo e quello, dall'emerito sconosciuto postatore al manipolatore di coscienze professionista, che riterranno riprovevole l'intera situazione, perché i dottori sono professionisti e non avrebbero dovuto fallire, perché bisognerà trovare dei sistemi abortivi più efficienti, e perché le donne hanno diritto di fare quello che vogliono del loro corpo (dove "loro" è un possessivo riferito ai bambini, non alle donne)…

Saranno in pochi a sottolineare che la responsabilità di quella nascita non è dell'ospedale, ma solo e solamente di quella ragazza cretina che si è fatta mettere incinta e dell'altro cretino che l'ha messa incinta.

Perché ormai ci insegnano che qualunque sfizio ci si voglia togliere, anche quelli che si portano dietro conseguenze pesanti quanto la vita e la morte, è lecito e leggero.

La verità è che si sta dimenticando che responsabilità significa rispondere di qualcosa a qualcuno. E che rispondere solo a se stessi ha lo stesso senso che raccontarsi una barzelletta da soli. Per quanto ne dicano certi stranilaici, è sempre più vero che se Dio non esiste, tutto è permesso. Se non esiste un termine ultimo a cui rispondere, niente è male e tutto è bene.


Sono tristissimo.
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