12-04-2005, 20:47
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E' scappato
MILANO - Allarmi che non funzionano, una sola guardia per due piani. Per i sindacati della polizia penitenziaria c'erano tutti i presupposti per l'evasione di Clodian Ndoj, 25 anni, albanese rapinatore di ville detenuto nel carcere milanese, fuggito nel più classico dei modi: calandosi con le lenzuola e scavalcando il muro di cinta di San Vittore. Del malvivente, scappato nella notte, si sono perse le tracce.
ALLARMI - Denuncia l'Organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria (Osapp): nel carcere milanese gli allarmi in genere e quelli antiscavalcamento in particolare «non sono in funzione da tempo» e quindi «erano fuori uso anche la notte scorsa», quando è evaso Ndoj. Il sindacato punta il dito contro l'amministrazione penitenziaria anche per la gestione dei lavori in corso nel carcere di S.Vittore: «Appena iniziata la ristrutturazione del carcere, abbiamo chiesto che fosse tenuta in considerazione la sicurezza interna ed esterna del carcere. Invece, ci hanno risposto che gli impianti di allarme saranno l'ultima cosa che verrà sistemata, una volta finiti gli altri lavori».
SORVEGLIANZA - Ma non è solo l'impianto antiscavalcamento a non funzionare da tempo nel carcere di S. Vittore: «La scorsa notte, durante l'evasione, non funzionava neanche l'impianto radio che collega la sorveglianza interna con la pattuglia esterna» denuncia Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria (Sappe). Di più: nel sesto reparto, dove era recluso Clodian Ndoj, era di guardia un solo agente su ogni due piani. Tenuto conto che il reparto, dove ci sono 480 detenuti, è costituito da quattro piani, il calcolo è presto fatto: in servizio c'erano due poliziotti penitenziari più un caporeparto».
L'EVASIONE - Ndoj sarebbe evaso da solo dalla sua cella in modo rocambolesco: avrebbe infatti scavato un foro nel muro, un buco di 30 centimetri per 40, dietro il gabinetto alla turca della sua cella, e poi con una corda di fortuna sarebbe disceso dal quarto piano del sesto raggio, dove si trovava recluso, fino al cortile, per poi scavalcare il muro di cinta. La notizia dell'evasione, è stata diramata, alle 5.10, a tutte le forze dell'ordine che si sono messe subito alla caccia del fuggitivo. La sua cattura risale al 14 febbraio scorso, quando era stato fermato dalla Squadra Mobile di Milano in un parcheggio di San Donato, con una pistola infilata nella cintura dei pantaloni, con il colpo in canna. L'uomo è accusato, di essere membro di un’organizzazione criminale, guidata dal fratello, dedita al traffico di droga e alle rapine in villa, che hanno imperversato nel Nord Italia negli scorsi mesi. I due fratelli sono anche accusati del tentato omicidio di un connazionale, il 12 febbraio scorso, in un bar di San Donato Milanese.
«NON POTEVAMO SPARARGLI» - Commenta Luigi Pagano, a lungo direttore della casa circondariale milanese prima di assumere l'anno scorso l'incarico di Provveditore: «Il detenuto, da quanto ho appreso, è stato visto dagli agenti di guardia, che hanno dato subito l'allarme. Certo, l'evasione è un fatto increscioso, ma non potevamo sparargli».
12 aprile 2005
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...albanese.shtml
Bah
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