Discussione: L'Orgia del potere
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Old 22-03-2005, 22:26   #2
TXFW
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Re: L'Orgia del potere

Interessante.

In particolare mi piace vedere alcuni punti che cito con qualche parola in piu', tanto per evitare il rischio classico di prendere una frase e toglierla dal contesto.
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Originariamente inviato da majin mixxi
Già nel dibattito che seguì alla vittoria elettorale di Forza Italia, nell'analizzare le ragioni della sconfitta, furono in molti a sinistra a porre l'accento sui «toni troppo accesi» adoperati da certi giornali («L'Espresso») e da certi talk show (i miei) che «hanno finito per fare il gioco di Berlusconi ingigantendone la figura».
Personalmente sono convinto che invece sia vero. Un po' la storia del "basta che se ne parli", un po' il fatto che mi disturba sentirmi dire due volte al giorno (anche da Santoro) che le televisioni influenzano le elezioni, per sentire poi negare la cosa quando l'accusa e' rivolta a lui. Soprattutto se l'accusa e' di aver sbagliato il tiro.
Poi, siamo seri, qualcuno crede davvero che le elezioni siano influenzate da Emilio Fede? Voglio dire, se davvero succede abbiamo problemi piu' grossi di quel che pensassi. Preferisco molto, ma molto, pensare che le elezioni, in una direzione o nell'altra, siano influenzate da Santoro.
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Per vincere sarebbe, quindi, bastato presentarsi alle urne uniti e indicare in Segni il leader di una fase transitoria e costituente della seconda repubblica. Il movimento referendario avrebbe potuto dedicarsi per qualche anno a ridisegnare il profilo delle istituzioni, liberalizzare la televisione, stabilire alcune regole fondamentali come il conflitto d'interessi e poi ognuno avrebbe potuto riprendere la sua strada. Probabilmente oggi avremmo avuto una destra e una sinistra decenti e tutto quello che è successo in seguito non sarebbe accaduto.
Per quanto non sia d'accordo sulla soluzione indicata (Segni come specchietto per un po', poi lo si fa fuori), non posso che quotare, anche se e' facile parlare 10 anni dopo. Ho l'assoluta convinzione che la vittoria della coalizione FI, AN, Lega et al al primo giro non sia frutto di merito, ma una diretta conseguenza della scelta in campo avversario di presentare Achille Occhetto come alternativa. Scelta peraltro piu' coerente, per certi versi, di quanto si e' visto dopo, ma certamente non vincente. La realta' che si e' vista e che si vede oggi e' che per vincere non e' necessario essere i migliori. Basta che gli avversari siano peggiori.
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Invece la sinistra rimase su una posizione difensiva, legalitaria e conservatrice, limitandosi ad aspettare ai bordi del fiume che passassero i cadaveri dei vecchi leader politici colpiti dalle inchieste giudiziarie. Si illuse che era arrivato il suo turno e che le sarebbe bastato aspettare per sostituire efficacemente nel governo del Paese la vecchia classe politica.
Grammatica a parte, difficile di nuovo non quotare. Ma che e' successo a Santoro?
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Furono dunque più decisivi i rapporti con Craxi oppure i milioni di famiglie che sentirono minacciato il loro diritto di continuare a vedere ciò che più gli piaceva? Preferirei piuttosto che si desse risposta al perché non ci sia stata una reazione altrettanto energica quando, in seguito all'editto bulgaro, Berlusconi ottenne che fossero oscurati i programmi di Biagi, Luttazzi e i miei. Eppure non solo la ferita inferta al pubblico non fu meno grave, meno estesa e meno dolorosa, ma si è purtroppo trasformata in una mu¬tilazione definitiva.
Be', qui direi che viene da dire a Santoro di provare a rispondersi da solo. Apparterranno tutti al sottoproletariato culturale, io per primo, ma la realta' e' che quando alcuni prefetti, non tutti, decisero di oscurare le televisioni (allora) Fininvest alla gente girarono le scatole. Che fosse perche' non vedevano piu' Mike Bongiorno o i cartoni animati. A me, all'epoca, perche' quella sera c'era la seconda puntata di Visitors. Quando, editto bulgaro o non editto bulgaro, Santoro e Biagi sono spariti dal video la cosa non mi ha certo fatto piacere in senso generale per le implicazioni, ma la realta' e' che nel quotidiano, nel piccino e nel mio comodo non me ne e' potuto fregare meno. Peraltro paragonare l'oscuramento suo e di Biagi all'oscuramento di tre canali completi mi sembra piuttosto presuntuoso. Luttazzi e' un caso a parte. L'ho poi rivisto su Jimmy in uno spettacolo di circa due ore. La prima ora ha parlato contro Berlusconi. I primi dieci minuti mi ha fatto ridere, poi ho cominciato a pensare "ma cambiera' argomento?". Comunque ho resistito. La seconda ora ha parlato di tutto, di piu', ed e' stato davvero divertente (ti credo, una persona con un cervello e con il senso dell'umorismo come quello di Luttazzi puo' farti piegare in due).
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I partiti del centrosinistra non hanno saputo o non hanno voluto utilizzare l'indignazione popolare scatenata dalla censura per ingaggiare una vera battaglia; e sono portato a credere che ciò sia avvenuto per la stessa ragione che li indusse nel '96, una volta al governo, a non promulgare una legge sul conflitto d'interessi che dichiarasse incompatibile l'attività politica con il possesso di televisioni.
Ecco, questa mi piacerebbe capirla. Perche' nel 96, una volta al governo, non hanno fatto niente? A giudicare da queste parole Santoro lo sa, ma i paragrafi che seguono secondo me non danno la spiegazione. Per me rimane un grosso mistero. Deve esserci una ragione, ma non riesco a capirla. Maggioranza alla camera e al senato (e in questi giorni vediamo tutti cosa significhi avere la maggioranza nelle due camere), ma niente. Deve esserci un motivo.
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Siamo insomma ancora in attesa del «partito che non c'è» mentre l'interpretazione che ne ha dato Berlusconi è stata quella di realizzare una sorta di dittatura della maggioranza. Leggendo questo libro mi sono rafforzato nella conclusione che questo esito non era inevitabile. Una cultura liberale diffusa avrebbe potuto bloccare la resistibile ascesa di Berlusconi se non fosse stata interrotta la rivoluzione pacifica del maggioritario.

Un mercato libero e una stampa in grado di esercitare una funzione di controllo avrebbero potuto condurre una battaglia in difesa della libertà d'espressione se da tangentopoli la cultura d'impresa italiana avesse ricavato la forza di un suo profondo rinnovamento morale. Purtroppo queste circostanze non si sono verificate ma, fino a quando non si cambierà strada, sarà difficile andare oltre Berlusconi. Non porremo definitivamente fine all'orgia del potere se non sapremo cambiare prima di tutto noi stessi.
E qui mi perdo. Fondamentalmente perche' mi trova d'accordo e non mi sembra di aver cambiato posizione. "Cultura liberale diffusa", "libero mercato", "stampa in grado di esercitare una funzione di controllo", "difficile andare oltre Berlusconi se non sapremo cambiare prima di tutto noi stessi". Ma lo ha scritto Santoro?
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Marco - Hardware Upgrade Aerospace Group - Clan Anti K "per un mondo migliore"
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