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Old 09-03-2005, 18:41   #1
Lucrezio
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Liberalismo: Locke, illuminismo, rivoluzione inglese, oggi

Ho pensato di aprire questo post per presentare un po' quella che sento davvero come la mia corrente politica, la parte di una destra che spesso viene dimenticata, associando alla destra solo la corrente radicale, e di cui - spesso - si ignora l'importanza e - IMHO - la bellezza.
Delle tre grandi ideologie protadoniste del secolo decimo nono, il liberalismo è quella che può vantare tradizioni più antiche e nomi più illustri: la sua prima formulazione è ad opera del filosofo empirista inglese Locke, che nel 1680 ( sarà pubblicato solo nell'88! ) scrive il suo trattato politico, dove viene definito il liberalismo.
I cardini di questa ideologia sono fondamentalmente tre:
- nella coscenza ( nel senso di essenza razionale, cogito ergo sum, diceva qualcuno... ! ) dell'essere umano sono iscritti tre diritti che gli sono propri proprio in quanto essere umano, la cui negazione corrisponde alla negazione dell'essere umano stesso. Questi tre diritti sono vita, libertà, proprietà.
- gli uomini si riuniscono in società, passando dallo stato di natura ( dove ognuno lotta per la sua sopravvivenza ) ad un maggior livello di organizzazione, la società civile. Per fare questo l'uomo deve sacrificare una porzione della propria libertà ( in poche parole deve accettare quanto statuito dalle leggi! ) e "firmare un contratto": il pactum unionis, con il quale delega dei rappresentanti perché governino
- gli uomini hanno il dovere di rescindere il contratto e di ribellarsi quando vengano governati male.

Questa è la formulazione "teorica" del liberalismo.
E' ovvio che il cardine di questa ideologia sia la libertà individuale: è necessario sacrificarne un minimo per poter convivere pacificamente, ma non si può pensare di rinunciare a porzioni maggiori per nessun motivo: il governante che tenti di limitare le libertà del singolo verrà deposto automaticamente.
I tre diritti che vengono garantiti dal liberalismo sono anche i soli diritti garantiti a tutti, di conseguenza questo è il primo punto che si apre alle interpretazioni.
L'interpretazione tradizionale vuole che nessun altro diritto sia garantito: è quella - se vogliamo - più arcaica ed intransigente, e viene presto rimpiazzata da una visione più dolce, che include nel diritto alla vita e alla libertà il diritto all'istruzione, alla sanità e a tutti quei servizi indispensabili che sono oggi normalmente garantiti in tutti i paesi sviluppati. Cio nonostante, esiste una profondissima differenza fra liberalismo e democrazia: il sistema liberale è inscindibile da un sistema assolutamente meritocratico: se il minimo ( ovvero il vivere con dignità ) è - giustamente e doverosamente - garantito a tutti, il resto è una conquista, un obiettivo che può essere raggiunto solo per merito, solo da chi dimostra innegabili capacità e competenze per fare quello che vuole fare.
Non è vero che tutti possono entrare in politica, come non è vero che tutti devono riuscire a finire l'università, come non è vero che le questioni più tecniche possano venir discusse da chi non ha competenze in merito.

Sul lato storico e filosofico, il liberalismo trova l'apogeo nella gloriosa rivoluzione inglese... che non necessita presentazioni! Un evento che ha dato il via a quello che per noi oggi è normale: la libertà e la possibilità di contare qualcosa, di poter partecipare ad una decisione, di essere rappresentato. E senza versare nemmeno una goccia di sangue. E' l'illuminismo invece il periodo che diffonde e fa profondamente sue le idee del liberalismo: la ventata di razionalismo che cancella dogmi e tradizioni, liberando l'uomo dalla schiavitù del passato ( senza denigrare né cancellare questo passato in quanto tale: intendiamoci, non si tratta di un'operazione dissennata compiuta da dei cretini! ) e dandogli la possibilità di mettere il mondo davanti al tribunale della ragione. Sarà poi il secondo teorico del liberalismo, il grandissimo Immanuel Kant, a portare la stessa ragione davanti al tribunale della ragione e a riteorizzare, nel suo scritto "per la pace perpetua", la società liberale. E' la libertà il filo conduttore fra liberalismo e illuminismo: una libertà dettata dalla ragione ( che non viene considerata onnipotente, ben inteso! ) e messa in pratica dagli uomini.

I grandi rappresentanti del liberalismo nello scenario Europeo sono molti: tengo a ricordare, per ovvie ragioni, i casi italiani.
Sono liberali Cavour, Minghetti, in un certo senso Depretis ma, soprattutto, il grandissimo Giolitti, uomo che ha veramente cambiato il nostro paese in meglio come nessun altro ha saputo fare.

Che futuro dunque per il liberalismo oggi?
Al momento - fatta eccezione in senso abbastanza lato per i radicali - manca completamente una rappresentanza di questa idea politica.
Manca chi fa della politica una passione, qualcosa in cui credere e per cui lottare nella destra. Abbiamo veramente bisogno di un'alternativa: di una destra elastica e dinamica, tollerante e flessibile, Giolittiana e moderata che abbia l'energia di rappresentare quei - credo - molti italiani che nella libertà, nell'elasticità, nella ragione e nella politica come ideale credono ancora.
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Ultima modifica di Lucrezio : 23-01-2006 alle 11:29.
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