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Che cosa è successo
da discovery Italia
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Antefatti
Il reattore n.4 era un reattore moderato a grafite e raffreddato ad acqua leggera. In questo tipo di reattore, i neutroni liberati dalla fissione dei nuclei di uranio 235 sono rallentati, cioe´moderati, dalla grafite allo scopo di mantenere una reazione a catena. Il calore prodotto dalla fissione nucleare in questo tipo di reattore viene utilizzato per far bollire l’acqua. Il vapore generato in tal modo aziona le turbine della centrale. Il reattore è stato oggetto di critiche da parte di molti esperti nucleari, soprattutto per il fatto che manca di una struttura di contenimento e che il centro necessita di grosse quantità di grafite combustibile.
L’incidente del Reattore n.4 della centrale nucleare di Chernobyl si verificò durante la notte tra il 25 e il 26 aprile 1986,durante un test di sicurezza. La squadra responsabile voleva verificare se, nel caso di un calo di potenza, le turbine fossero in grado di produrre energia sufficiente a mantenere in funzione le pompe di raffreddamento fino all’attivazione del generatore diesel d’emergenza.
Al fine di evitare un’interruzione del test, i sistemi di sicurezza furono deliberatamente disattivati; l’alimentazione al reattore avrebbe dovuto essere stata ridotta al 25% della normale capacità. Putroppo, tale procedura non andò secondo i piani e, per ragioni sconosciute, i livelli di alimentazione del reattore scesero al di sotto dell’1%. Per questo motivo, fu necessario aumentare lentamente l’alimentazione, ma a 30 secondi dall’inizio del test, si verificò un momentaneo e inaspettato innalzamento della corrente. L’arresto di emergenza del reattore, che avrebbe dovuto fermare la reazione a catena, non funzionò.
In poche frazioni di secondo, il livello di alimentazione e la temperatura aumentarono considerevolmente. Il reattore sfuggì al controllo e si verificò una violenta esplosione che fece saltare il coperchio ermetico, del peso di 1.000 tonnellate, dall’edificio contenente il reattore. A temperature superiori a 2.000°C, le barre combustibili si fusero e nell’incendio che seguì, i prodotti radioattivi della fissione liberati durante la fusione del centro si dispersero nell’atmosfera.
Cronologia
25 Aprile – Giorno 1
1:00 a.m.
Il reattore funziona normalmente a piena potenza. La forza motrice del vapore è diretta verso entrambe le turbine dei generatori. Poco alla volta, gli operatori iniziano a ridurre la potenza per effettuare il test.
1:05 p.m.
A dodici ore dall’inizio del processo, il reattore raggiunge una potenza del 50%. A questa punto, basta solo una turbina per ricevere la quantità ridotta di vapore; la turbina n.2 viene quindi disattivata.
2:00 p.m.
Secondo le normali procedure del test, la potenza del reattore dovrebbe essere ridotta fino al 30%. Tuttavia, le autorità sovietiche che regolano l’elettricità non lo permettono, perche´sembra che l´energia sia necessaria altrove. Il reattore rimane al 50% di potenza per altre 9 ore con i protocolli di sicurezza e i computer disattivati.
26 Aprile – Giorno 2
12:28 a.m.
Il personale di Chernobyl riceve il permesso di riprendere la riduzione di potenza del reattore. Probabilmente uno degli operatori commette un errore e, invece di mantenere la potenza a 30%, si dimentica di ripristinare un combinatore; questo causa un calo di potenza fino all’1%, valore troppo basso per eseguire il test.
1:00-1:20 a.m.
L’operatore riesce a far risalire la potenza del reattore fino a 7%, rimuovendo quasi tutte le barre di controllo (lasciandone solo 6). Questa e´una violazione della normale procedura, in quanto il reattore non è in grado di operare a livelli di potenza così bassi e diventa instabile quando il centro della turbina si riempie di acqua. L’operatore cerca di controllare il flusso di acqua, che viene fatta tornare dalla turbina manualmente; ma la procedura e´difficile in quanto piccoli cambiamenti di temperatura possono causare grosse fluttuazioni di potenza. L’operatore non riesce a correggere il flusso di acqua e di consequenza, il reattore diventa sempre più instabile.
1:22 a.m.
Credendo che le condizioni siano al massimo della stabilità, gli operatori decidono di iniziare il test. L’operatore blocca l’arresto automatico per bassi livelli di acqua e assenza di entrambe le turbine, temendo che un arresto possa far fallire il test.
1:23 a.m.
Ha inizio il test: la rimanente turbina viene disattivata.
1:23:40 am
Nel reattore, la potenza inizia ad aumentare gradualmente a causa della riduzione del flusso d’acqua provocata dall’arresto della turbina; di conseguenza, l´ebollizione aumenta. L’operatore avvia la procedura di arresto manuale che porta ad un veloce aumento della potenza per via del particolare modello delle barre di controllo.
1:23:44 a.m.
Il Momento del Disastro – Il reattore oltrepassa di 120 volte la sua potenza massima. Tutto il combustibile radioattivo si disintegra e la pressione derivante dall’eccesso di vapore, che avrebbe dovuto essere diretta alle turbine, infrange i tubi in pressione e fa saltare in aria l’intero schermo di copertura del reattore.
Contaminazione
# I territori contaminati comprendono il nord dell’Ucraina, il sud e l’est della Bielorussia e la zona sul confine occidentale tra Russia e Bielorussia. Secondo valutazioni internazionali, un’area compresa tra 125.000 e 146.000 km² in Bielorussia, Russia e Ucraina è contaminata da cesio 137 a livelli eccedenti 1 curie (Ci) o 3,7 x 1010 becquerel (Bq) per chilometro quadrato. Quest’area copre una superficie superiore a quella dei paesi limitrofi di Latvia e Lituania messi insieme. Al momento dell’incidente, i territori contaminati erano popolati da 7 milioni di persone, tra cui 3 milioni di bambini. Circa 350.400 persone sono state fatte evacuare in nuove aree o hanno abbandonato questa zona. Tuttavia, circa 5,5 milioni di persone, tra cui più di un milione di bambini, continuano a vivere nelle zone contaminate.
# Il reattore in questione liberò più di 40 diversi radionuclidi, in particolar modo nei dieci giorni successivi all’incidente. Tra questi, i più significativi sono lo iodio (I-131), il cesio (Cs-137) e lo stronzio (particolarmente Sr-90). Dopo l´incidente, il cesio 137 fu l’elemento radioattivo a più ampio raggio di distribuzione.
# La Bielorussia fu il paese più gravemente colpito dal disastro di Chernobyl, in quanto il 70% della pioggia radioattiva si depositò su questo territorio. Di tutta l’area coperta dalla Bielorussia, il 23% fu contaminato da più di 1 Ci/km² di cesio 137. Al momento dell’incidente, questa zona era popolata da 2,2 milioni di persone, cioe´un quinto della popolazione complessiva del paese.
# Dell’area totale di 17 milioni km² compresa nella Federazione Russa, l’1,5% è contaminato dalle radiazioni dell’incidente di Chernobyl; 19 regioni ne sono state colpite, in modo particolare le zone intorno alle città di Bryansk, Kaluga, Tula e Orel. Al momento dell’incidente, queste aree erano popolate da circa 2,7 milioni di persone.
# Degli 800.000 “liquidatori” (soldati impiegati nella pulizia della zona circostante il reattore), 200.000 provenivano dalla Russia. Secondo i resoconti ufficiali dei tre ex stati sovietici colpiti, da allora 25.000 di questi soldati sono morti. I costi del disastro nucleare sostenuti dallo stato russo tra il 1992 e il 1998 sono ammontati a 3,8 miliardi di dollari, di cui 3 milioni sono stati versati in risarcimento ai soccorritori e alle vittime.
L’Incidente
# Durante il test condotto a Chernobyl, furono sollevate troppe barre di controllo, in seguito reinserite contemporaneamente durante un arresto di emergenza: il gesto provocò un aumento improvviso del livello di potenza tale da distruggere il reattore. Un errore simile, ma le cui conseguenze furono molto meno gravi, si era già verificato in un reattore dello stesso tipo in Lituania nel 1983. Di questo però, la squadra operativa di Chernobyl non era al corrente.
# Per spegnere l’incendio e quindi interrompere l’emissione di materiale radioattivo, i vigili del fuoco pomparono acqua fredda nel centro del reattore per le prime dieci ore dopo l’incidente. L´intervento non diede i risultati desiderati e fu quindi abbandonato. Tra il 27 aprile e il 5 maggio, più di 30 elicotteri militari sorvolarono il reattore in fiamme sganciando 2.400 tonnellate di piombo e 1.800 tonnellate di sabbia nel tentativo di estinguere il fuoco ed assorbire le radiazioni. Tutti questi tentativi non solo si rivelarono tuttavia inutili, ma anzi peggiorarono la situazioni per via del calore accumulatosi al di sotto dei materiali scaricati. La temperatura all’interno del reattore aumentò nuovamente con un conseguente aumento della quantità di radiazioni emesse. Alla fine, il reattore venne raffreddato utilizzando azoto. L’incendio fu domato e le emissioni radioattive messe sotto controllo solo il 6 maggio.
# I 600 uomini del servizio antincendio dell’impianto e la squadra operativa impiegata nelle operazioni antincendio furono i più gravemente contaminati dalle radiazioni. Tra di essi, 134 ricevettero dosi di radiazioni comprese tra 0,7 e 13 sievert (Sv). Questo significa che, in poche ore, essi furono esposti ad un livello di radiazione 13.000 volte superiore a 1 millisievert. (Nell’Unione Europea, 1 millisievert per anno rappresenta la dose massima effettiva a cui possono essere esposti gli individui che risiedono nei pressi di una centrale nucleare).
# 31 operai morirono poco dopo la tragedia. In tutto, 800.000 uomini furono coinvolti nelle operazioni di pulizia di Chernobyl fino al 1989. Essi risentono ancora oggi dei danni alla salute provocati dalle radiazioni. Si ritiene infatti, che tra questi individui, 300.000 furono esposti a dosi di radiazioni superiori a 0,5 Sv. Il numero di persone morte a causa degli effetti rimane una questione controversa.
# Il 27 aprile, a sole 36 ore dall’incidente i 45.000 abitanti di Pripyat, che dista 4 km dalla centrale, furono evacuati in autobus. La cittadina e´tutt´ora disabitata. Fino al 5 maggio, le persone che risiedevano entro un raggio di 30 km intorno al reattore, furono costrette ad abbandonare le proprie abitazioni. Nel giro di 10 giorni, 130.000 persone dei 76 insediamenti di quest’area furono evacuate. Il territorio è stato dichiarato zona vietata e l’accesso è possibile solo con un permesso speciale. Nonostante questo divieto ufficiale, almeno 800 persone, prevalentemente anziani, hanno fatto ritorno ai loro paesi.
# Il 23 maggio 1986, troppo tardi da un punto di vista medico, iniziò la distribuzione ufficiale di preparati di iodio, allo scopo di prevenire l’assorbimento di iodio radioattivo dalla tiroide; putroppo pero´, la maggior parte di iodio radioattivo era gia´stata emanata nei dieci giorni immediatamente successivi all’incidente.
# Nel 1997 i paesi del G7, la Russia, l’Unione Europea e l’Ucraina, insieme alla Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) lanciarono lo Shelter Implementation Plan (SIP) (Piano di realizzazione di una struttura di protezione). La nuova struttura di protezione ha lo scopo di escludere in modo sicuro le sostanze radioattive per almeno 100 anni. Questa struttura di 20.000 tonnellate racchiuderà le scorie residue contenute nel reattore n.4 di Chernobyl. Secondo fonti ufficiali, il progetto da 768 milioni di Euro sarà completato nel 2008.
# A tre anni dall’incidente nucleare, il governo sovietico interruppe la costruzione di un quinto e sesto reattore nel complesso della centrale nucleare di Chernobyl. Dopo lunghe trattative internazionali, l’intero complesso fu chiuso il 12 dicembre 2000.
Conseguenze sanitarie
# Quando i nuclei di uranio (U-235) vengono scissi in un reattore nucleare, si generano vari prodotti di fissione. In termini di nocività, i più significativi sono lo iodio 131, il cesio 137, lo stronzio 90 e il plutonio 39. Tali elementi si diffondono per nebulizzazione (particelle di polvere nell’aria) e possono essere inalati, si possono depositare sul terreno tramite la pioggia e l’acqua oppure possono entrare nella catena alimentare attraverso le piante.
# Lo iodio 131, il cesio 137, lo stronzio 90 e il plutonio 239 sono elementi radioattivi instabili soggetti a decadimento; questo processo produce nuovi elementi e rilascia energia sotto forma di radiazione. Quando le cellule del corpo vengono sottoposte a tale radiazione, si verifica una produzione di particelle instabili estremamente reattive dette radicali liberi. Tali radicali liberi, o ioni, possono determinare la funzionalità cellulare. Può quindi verificarsi un danno a livello del DNA nel nucleo delle cellule che porta le informazioni genetiche relative alla replicazione, alla struttura e alla funzione cellulare. È stato scientificamente provato che tale danno al DNA può causare il cancro e altre anormalità genetiche. Ad eccezione del cancro, ad oggi non esiste un consenso scientifico generale su che tipo di malattie possano essere provocate da bassi livelli di radiazioni.
# Una dose di radiazione superiore a 0,5 sievert (Sv) è considerata alta. Al di sopra di questa soglia, gli effetti dannosi si manifestano subito o al massimo dopo pochi giorni. Il sistema immunitario si indebolisce, si verificano cambiamenti a livello dei conteggi ematici e danni a livello del tratto digerente, dei polmoni, di altri organi interni e del sistema nervoso. I medici specialisti di radiazioni ritengono che, ad un assorbimento di dosi comprese tra 1 e 2 Sv e superiori, corrisponda un tasso di mortalità del 20%.
# Secondo l’opinione generale, almeno 1.800 tra bambini e adolescenti delle aree più gravemente contaminate hanno contratto il cancro alla tiroide a causa del disastro del reattore. Si teme che, nei decenni a venire, il numero di casi di cancro alla tiroide tra le persone che al tempo dell’incidente erano bambini e adolescenti raggiungerà 8.000 persone. Tale cifra è apparsa nel rapporto pubblicato nel gennaio 2002 da una delegazione di esperti del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (PSNA) e del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF). Secondo una stima dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) tuttavia, tale cifra corrisponderebbe a 50.000. Il medico tedesco specialista in radiazioni ed esperto di Chernobyl, professor Edmund Lengfelder dell’Otto Hug Strahleninstitut di Monaco (dall´1991, direttore di un centro medico sulla tiroide in Bielorussia) ritiene che ci possano essere fino a 100.000 altri casi di cancro alla tiroide in ogni fascia di età.
# Vi è inoltre consenso a livello internazionale in relazione ad un aumento dell’incidenza di cancro alla mammella in diretta conseguenza all´incidente. Gli scienziati bielorussi e russi prevedono anche un aumento dei tumori urogenitali e del cancro al polmone e allo stomaco, sia tra i “liquidatori” che tra la popolazione delle aree gravemente contaminate in generale. Tale stima è appoggiata dagli specialisti di cancro di altri paesi.
# Secondo il rapporto presentato a Kiev nel marzo 2002 dall’agenzia del governo dell’Ucraina, Chernobyl Interinform, della popolazione ucraina di tre milioni esposta alle radiazioni, l’84 per cento è affetto da malattia. Tale percentuale include un milione di bambini. Secondo i dati più recenti del Comitato governativo bielorusso su Chernobyl, a Minsk il tasso medio di mortalità tra gli abitanti dei territori contaminati è superiore a quello delle aree non contaminate.
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Ultima modifica di lucio68 : 06-11-2004 alle 23:44.
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