01-11-2004, 12:56
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Delitto di Cogne, pure le prove false
ROMA - Stefano Lorenzi è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Torino. E' la prima volta dal delitto del figlio, il piccolo Samuele ucciso il 30 gennaio del 2002, che il marito di Annamaria Franzoni entra nelle indagini sul caso Cogne. Ne era sempre rimasto fuori. Con lui torna sul registro degli indagati anche la moglie Annamaria Franzoni, già condannata per il delitto del figlio.
Il reato ipotizzato per i due coniugi è quello di calunnia. L'indagine, secretata, riguarda le presunte nuove macchie di sangue e impronte digitali che sono state rilevate dai consulenti della difesa nella villetta di Cogne. Macchie e impronte che secondo i periti della Procura sono "sicuramente successive all'evento delittuoso". Il sospetto è che quelle macchie e quelle impronte siano state messe "ad hoc" dai consulenti della difesa con il tacito assenso dei coniugi Lorenzi, a conoscenza del fatto.
La notizia anticipata questa mattina dal Corriere della Sera, è stata confermata dal sostituto procuratore di Torino, Giuseppe Ferrando, uno dei titolari dell'indagine. L'indagine riguarderebbe anche due consulenti che si sono occupati della parte tecnica della controinchiesta sull'omicidio di Samuele. Sono
Enrico Manfredi e Claudia Sferra, nominati dal difensore di Annamaria Franzoni, Carlo Taormina. Anche per loro l'ipotesi di reato è quello di calunnia, reato che punisce chi, con una denuncia, incolpa o simula prove false a carico di persone in realtà innocenti.
Quelle macchie e quelle impronte erano state trovate proprio dai due periti della difesa durante un blitz notturno nella casa di Cogne. Blitz compiuto dieci giorni dopo la condanna di Annamaria Franzoni per l'omicidio del figlio, il 19 luglio scorso. Prove che, secondo la difesa della donna, i carabinieri del Ris di Parma non avevano scovato e che invece, per l'avvocato Taormina, inchiodavano il vero responsabile del delitto. Il cui nome e cognome è scritto nell'esposto presentato dalla difesa.
Nessun commento sull'inchiesta torinese da parte della Procura di Aosta. Reagisce invece Carlo Taormina. "Stefano Lorenzi indagato per calunnia? E' una notizia strumentale e distorta. Conosco il nome di chi ha violato il segreto giudiziario comunicando al Corriere della Sera tutto ciò e domani lo denunceremo", avverte l'avvocato. Ma non è tutto. Secondo Taormina l'inchiesta "è la conseguenza dell'atto di autodenuncia" per l'accertamento della verità presentato dallo stesso Taormina alla Procura di Roma e da questa trasmessa a Torino.
Un atto di autodenuncia che era stato proposto
all'autorità giudiziaria dopo la diffusione di alcune notizie relative a una presunta falsificazione delle impronte rilevate dai consulenti dei Lorenzi sulla porta di ingresso nella stanza nella quale fu ucciso il piccolo Samuele. "Se qualcuno pensasse alla falsificazione - ha dichiarato Taormina - dal grottesco e dal vergognoso, si passerebbe al ridicolo". La nuova indagine della Procura di Torino secondo l'avvocato Taormina "è un esito obbligato", a seguito "della nostra autodenucnia alla Procura d Aosta, dal momento che si era prospettata l'ipotesi, ha detto ancora il legale della Franzoni di aver falsificato le prove".
Parla anche Annamaria Franzoni. "Spero che serva per arrivare alla verità. E' quello che ho sperato fino a oggi", ha detto la donna in un'intervista trasmessa dal Tg5.
http://www.repubblica.it/2004/k/sezi...nelorenzi.html
http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...01/cogne.shtml
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